Il giovane Casorati

Padova, Napoli e Verona

Felice Casorati, uno dei massimi protagonisti dell’arte del Novecento, visse a Padova 12 anni, dal 1895 al 1907. Era figlio di un ufficiale dell’esercito ed era già vissuto a Reggio Emilia e a Sassari. La famiglia prese alloggio in una casa di via S.Sofia 37, nella cui soffitta Felice allestì il suo primo studio. Furono gli anni del Liceo Tito Livio e della Facoltà di Giurisprudenza. Ma furono anche gli anni nei quali il giovane sostituì la prima passione per la musica (cui si era dedicato sino a procurarsi un forte esaurimento) con la pittura. Mentre era convalescente in una casa di campagna a Praglia, il padre gli regalò una scatola di colori: fu il principio di una lunga e fortunata vita d’artista. Mentre studiava e conduceva una spensierata vita universitaria con gli amici Cristoforo Piovan, Camillo Luigi Bellisai e Pietro Capoferro, apprese i fondamenti delle tecniche pittoriche dall’artista padovano Giovanni Vianello. Questi gli era maggiore di dieci anni ma era il pittore giovane più stimato in città. Aveva già partecipato a mostre nazionali e introdotto nell’ambiente artistico locale, una linea di rinnovamento del naturalismo ottocentesco ancora dominante. La città attraversava una fase di vivace modernizzazione e anche l’ambiente degli artisti era assai dinamico e poteva contare sulle novità portate dal giovane divisionista, allievo di Balla a Roma, Umberto Boccioni, sulla genialità del segno di Ugo Valeri, già affermato come illustratore a livello nazionale e sullo scambio con i pittori protagonisti del verismo veneziano. Vi erano, inoltre, due imprese pittoriche di largo respiro che portavano a Padova artisti di altre città: la decorazione dell’abside della Basilica di S. Antonio ad opera di Achille Casanova e quella del ristorante Storione condotta da Cesare Laurenti. Felice Casorati apprendeva i rudimenti e i segreti del mestiere da Vianello, e poi li rielaborava in solitudine, come dimostrano le fotografie dell’apprendista pittore nel suo studio di Padova. Gli anni dell’apprendistato si situano tra il 1902 e il 1907, l’anno dell’esordio in Biennale con Ritratto di signora (La sorella Elvira) e del trasferimento a Napoli, da cui si allontanerà in seguito, per stabilirsi a Verona nel 1911. La mostra ripercorre quegli anni di formazione, tra Padova, Napoli e Verona con dipinti, grafiche e un cospicuo numero di opere e documenti inediti. Tra gli inediti, il ritratto dell’amica-confidente Tersilla Guadagnini, una signora dell’alta borghesia torinese trasferitasi a Roma, che lo seguiva e lo incoraggiava, e il cui carteggio è stato sempre considerato dagli studiosi una specie di Diario di quegli anni. Figurano in mostra le opere capitali degli anni padovani e napoletani, in particolare viene esposto per la prima volta, dopo l’unica comparsa in un’esposizione torinese del 1908, il Ritratto di Don Pedro de Consedo che rivela una qualche influenza spagnoleggiante nel realismo a quel tempo adottato da Casorati. Un realismo tuttavia sempre attraversato da una nota di enigmatica inquietudine che sarà la cifra saliente della sua pittura anche dopo il radicale cambiamento che subirà nel primo dopoguerra, con la morte del padre e il definitivo trasferimento a Torino.

Info:
Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani 8
tel. +39 049 8204551
orario: tutto l'anno 09:00-19:00
chiusura: tutti i lunedì non festivi, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio

ingresso: intero euro 10.00; ridotto euro 8.00 per gruppi di almeno 10 persone e giovani dai 18 ai 25 anni

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