TIMELINE. La storia e lo sguardo

Sarà Timeline. La storia e lo sguardo il tema conduttore dell'edizione 2014 di Padova Photo-Graphia, ambizioso progetto culturale dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, nato tre anni fa con l'obiettivo di promuovere la fotografia intesa come linguaggio espressivo della contemporaneità, creando un percorso tra la fotografia contemporanea e il passato.
9 mostre, incontri, presentazioni di libri, un concorso e un convegno: è molto ricco il programma della terza edizione della Rassegna, programma che si aprirà il 21 marzo con il grande artista e fotografo americano Matthew Albanese. L’idea di questa edizione nasce da una concomitanza storica che ha coinvolto la città durante la seconda guerra mondiale: 70 anni fa gli affreschi del Mantegna nella Cappella Ovetari vennero irrimediabilmente distrutti. Infatti, l'11 marzo 1944, nel corso del bombardamento della città di Padova, veniva gravemente colpita la chiesa degli Eremitani. Nell'ambito della rassegna, la mostra Foto storiche di Padova. Il bombardamento della Chiesa degli Eremitani (Palazzo Zuckermann 11 aprile-25 maggio) ripercorre le vicende della chiesa, del recupero dell'edificio e del suo patrimonio artistico.
Curata da Maria Beatrice Autizi e Angelo Maggi, la rassegna affronta il tema del tempo cristallizzato per mezzo dell'immagine fotografica. Attraverso la storia e lo sguardo si ripercorrono i passi degli inventori di questo media, proponendo le nuove figure che stanno emergendo nel panorama fotografico contemporaneo e che nella linea del tempo hanno trovato la loro espressione creativa. Timeline è la linea del tempo che attraversa e separa l’oggi da ieri, nella grande storia e nella quotidianità, nei gesti che durano un attimo e nella consequenzialità raccontata attraverso scatti che si avvalgono della fotografia come mezzo privilegiato.

L’osservazione della realtà, sia essa relativa al passato o alla contemporaneità, grazie alla fotografia, oltrepassa il concetto di tempo per indagare la bellezza, la drammaticità, l’uomo e il paesaggio, il senso di pace e la violenza. L’istante brevissimo, fulmineo, dello scatto si appropria del tempo e lo domina. La fotografia è vita, mezzo che sconfigge il tempo e la morte ponendola nell’incessante fluire del divenire. Un "messaggio senza codice", come lo definiva Barthes più di trent’anni fa, che coglie e rappresenta la realtà in modo diretto, anche se sempre da un punto di vista, e che oggi può essere ulteriormente rielaborato in forma artistica autonoma e originale (dalla presentazione di Maria Beatrice Autizi).
"Il tempo cristallizzato attraverso l’emulsione fotografica in riverberi della memoria sono i contenuti dei progetti proposti da Padova Photo-Graphia 2014. La ricerca, condotta spasmodicamente, di percorrere i passi degli inventori di questo media e di affinare in senso enfatico la costruzione ideologica di un’immagine sta facendo emergere, nel panorama fotografico contemporaneo, nuove figure che nella linea del tempo hanno trovato la loro espressione creativa" (dalla presentazione di Angelo Maggi).

Sedi degli eventi
Centro culturale Altinate San Gaetano - via Altinate 71
Galleria Cavour - piazza Cavour
Oratorio di San Rocco - via Santa Lucia
Sottopasso della Stua - Largo Europa
Palazzo Zuckermann - Corso Garibaldi 33
Centro Universitario - via Zabarella 82

Programma

STRANGE WORLDS. Matthew Albanese. Solo Show
Galleria Cavour (22 marzo – 13 maggio)

Inaugurazione: 21 marzo 2014, ore 17.00
La mostra Strange Worlds, a cura di Angelo Maggi, è dedicata al fotografo americano Matthew Albanese. L’artista crea diorami di diverse dimensioni che offrono la rappresentazione di un evento naturale o di un paesaggio idilliaco. Per Albanese Timeline è il tempo di realizzazione della scena con materiali comuni per dare vita ad una sola immagine. La scelta del diorama evoca i primi esperimenti di Louis Jacques Mandé Daguerre, inventore del procedimento fotografico del dagherrotipo, per il quale il diorama fu il pretesto che condusse all'invenzione della fotografia. Per Albanese, invece, il diorama è il luogo della sperimentazione dei materiali elaborati e ricomposti in funzione di una sola immagine da spettacolarizzare.
Ritorna la filosofia di Matrix, la consapevolezza che ci sono interrogativi privi di risposte soddisfacenti e spesso la realtà non è quella che sembra, soprattutto in un mondo che vuole basarsi sulle certezze.
L'artista sarà presente in galleria Cavour a partire dalle ore 17 del 21 marzo, per l'inaugurazione della mostra e per la presentazione del suo volume.

IN-QUIETI SCONFINAMENTI
Centro culturale Altinate San Gaetano (5 aprile – 2 giugno
)

Inaugurazione 4 aprile 2014, ore 17.00
La mostra, curata da Maria Beatrice Autizi, presenta tre affermati fotografi europei, di provenienza e formazione diverse, ma accomunati da una riflessione sul rapporto spazio/tempo.
Christian Tagliavini, italo-svizzero di Lugano, è l’autore di una serie di scatti ispirati ai maestri del Rinascimento che, proponendo volti della contemporaneità, modelle o personaggi, attraversano il tempo e lo spazio immersi in un'atmosfera assoluta. Nella serie 1503, grazie a un complesso sistema di travestimento, nove personaggi attraversano il tempo e lo spazio per posizionarsi in una atmosfera assoluta, totalizzante, fine a se stessa. Sono personaggi che il fotografo, miscellando sapientemente e raffinatamente moda, pittura e fotografia, trasporta nella contemporaneità immergendoli in una dimensione suggestiva, immobile e straniante, dove il tempo si ferma e qualsiasi valenza psicologica, appena accennata, si immerge fluidamente nel costume che, con il volto del personaggio, è il vero protagonista della rappresentazione. Il volto non potrebbe esistere senza l’abito e viceversa.
Rosa Isabel Vazquez è una fotografa spagnola che lavora con Jose Antonio Fernandez. I due artisti, che si firmano con il nome di Rojo Sache, investigano reale e immaginario, proiettando i propri sentimenti e le emozioni indotte da spazi naturali estranianti in una atmosfera fuori dal tempo. Nasce così una fotografia di paesaggio poetica, avvolta in un'atmosfera non di rado da sogno, che sembra emergere da un tempo remoto. Le immagini sono prive di qualsiasi elaborazione digitale. Nasce così una fotografia di paesaggio poetica, altamente suggestiva, immersa in una atmosfera non di rado da sogno, a volte inquietante, che sembra emergere da un tempo remoto. Vedute davanti alle quali si ha l’impressione di confrontarsi con unità elementari di percezione, minimaliste, iconemi che offrono un tassello della visione nel suo insieme.
Xavier Delory, belga, è un fotografo concettuale che concepisce la fotografia come una riflessione sull’architettura e sulle trasformazioni che lo spazio urbano subisce nel tempo. L’architettura, da cui l’uomo sembra sparito, viene minuziosamente decostruita e ri-costruita, per essere indagata e giudicata. Le piccole case del nord Europa, rassicuranti e protettive, diventano inquietanti perché prive di porte e finestre, le forme urbane subiscono mutazioni a cui sembra di assistere in tempo reale, edifici antichi si trasformano in metafisiche facciate, i grattacieli si stagliano piatti contro i cielo. Il mixage digitale, non di rado, diventa quello surreale di Magritte, ma sollecita comunque una serie di considerazioni sul concetto di aggregazione e disgregazione della forma architettonica, di stratificazione temporale e fantastica, di concezione dell’abitare e più in generale del vivere.

1967 VIAGGIO IN AFGHANISTAN E IN INDIA. DA PADOVA A NEW DELHI CON LA FIAT 600.
Francesco Carmignoto e Francesco Ghion
Centro culturale Altinate San Gaetano (5 aprile - 2 giugno)
.
Inaugurazione 4 aprile 2014 ore 17.00
Mostra a cura di Maria Beatrice Autizi.
Tra fotografie e narrazione si rivive l’avventura di quattro giovani poco più che ventenni, prossimi alla laurea, che decidono di partire verso l’India, su due piccole "utilitarie" Fiat. Il ’68 è alle porte e sono anni pieni di fermenti. La partenza è da Prato della Valle per arrivare in Pakistan, attraversando mezza Europa, e poi la Persia e il favoloso Afghanistan. 28mila i km percorsi in meno di due mesi, dalle montagne della Turchia, ai deserti persiani, ai passi dell’Hindokush. Le fotografie di Francesco Ghion e i racconti di Francesco Carmignotto narrano una magnifica avventura, l’identità di paesi ospitali, opere d’arte insostituibili andate perdute nel tempo a causa della violenza degli uomini e della guerra. Come è accaduto agli affreschi del Mantegna.

ONGANIA/ROMAGNOSI. Re-Visioning Venice
Oratorio di San Rocco (4 aprile – 4 maggio)
Inaugurazione 3 aprile 2014, ore 18.00

La mostra, a cura di Angelo Maggi, rivisita il lavoro del celebre editore veneziano Ferdinando Ongania (1842-1911). Il fotografo Giampaolo Romagnosi da circa due anni riesamina attentamente i luoghi storici con moderni apparecchi digitali. Il progetto ha dato vita ad una straordinaria raccolta di scatti che si collocano su due punti del Timeline: il passato e il presente.
L'evento è realizzato in collaborazione con Linea d’Acqua di Venezia.

FOTO STORICHE DI PADOVA
Il bombardamento della Chiesa degli Eremitani
Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33 (11 aprile-25 maggio 2014)

La mostra illustra le vicende della chiesa degli Eremitani e della sua decorazione. È uno degli scrigni più importanti nell’arte padovana, che conserva opere tra gli altri di Guariento, Giusto Menabuoi, Bartolmeo Ammannati. L’11 marzo 1944 la parte artisticamente più rilevante della chiesa fu oggetto di un disastroso bombardamento, che ridusse in polvere gli affreschi della Cappella Ovetari (Mantegna, Pizzolo, Vivarini, Giovanni d’Alemagna, Bono da Ferrara, Girolamo di Giovanni da Camerino), distrusse oltre la metà degli affreschi dell’abside maggiore di Guariento, causò la perdita irrimediabile della decorazione  della Cappella Dotto, dovuta ad Altichiero e danneggiò in modo gravissimo anche i chiostri dell’ex convento. La ricostruzione architettonica fu condotta entro tempi serrati; la complessa ricomposizione degli affreschi, i cui frammenti furono raccolti grazie all’interessamento di Paolo De Poli, si è conclusa solo qualche anno fa con il “Progetto Mantegna”. La mostra con materiali tratti dagli archivi fotografici della Soprintendenza e del Comune ricostruisce queste vicende.
In collaborazione con la Soprintendenza beni architettonici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso

Partecipano, come di consueto, le due più importanti associazioni fotografiche cittadine, il Fotoclub Padova - con la mostra I tempi dello sguardo, sempre al Centro Altinate, e il Gruppo Fotografico Antenore - con l'esposizione Pictures of Padua. Lo scorrere del tempo a Padova attraverso la street Photography - allestita nel Centro Universitario Padovano. Entrambe le associazioni trovano nel Timeline l'occasione per esplorare il concetto spazio-temporale a Padova e altrove.
È presente alla manifestazione anche una selezione dei lavori realizzati da quanti hanno partecipato a Spazio Laboratorio 02 per la Fotografia, un progetto coordinato da Moreno Segafredo e Prosdocimo Terrassan, che quest'anno indaga gli spazi cittadini frequentati dagli studenti.
Le fotografie dei giovani formatisi all'Istituto Superiore di Fotografia e Arti Visive (Isfav), invece, indagano il concetto di tempo sui volti di persone di tutte le età, nella mostra Da 10 a 100, di Vanessa e Julia Runggaldier. È una lettura, ricca di sensibilità, sui segni della vita.
La mostra sarà allestita nel Sottopasso della Stua e sarà inaugurata il 10 aprile alle ore 17.30

Informazioni
Servizio Mostre - Settore Attività Culturali
tel. 049 8204529-4501
donolatol@comune.padova.it
Maggiori info: http://padovaphotographia.padovanet.it/

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