Oreste Da Molin 1856 - 1921

Nel 150° anniversario della nascita, un attento lavoro preparatorio consente di scoprire o riscoprire l"€™emozione della pittura di Da Molin (1856-1921) in una mostra che, ai Musei Civici agli Eremitani in Padova, riunisce 90 tra oli, pastelli e disegni che ricostruiscono l"€™intero percorso del maestro, dagli inizi presso l"€™Accademia veneziana alla metà  degli anni settanta del secolo XIX fino al ritiro nel 1898 nella natia Piove di Sacco.

Musei Civici agli Eremitani
2 aprile - 9 luglio 2006

La rivalutazione dell'€™Ottocento italiano non poteva escludere la figura di Oreste Da Molin, ovvero l"€™interprete più autenticamente realista della grande pittura veneta dell'epoca.
Come spesso è accaduto per gli artisti di quel secolo, a periodi di straordinaria fortuna se ne sono alternati altri di quasi completo oblio: l"€™ultima grande mostra su Da Molin risale al 1956, giusto mezzo secolo fa.

Oreste Da Molin è riconosciuto come fine ritrattista e acuto osservatore, abile evocatore di atmosfere. A cavallo dei due secoli fu uno dei più sensibili interpreti della realtà  descritta attraverso numerose scene di vita popolare.
Fu partecipe dei mutamenti sociali del suo tempo che trattò con ironia, pungente arguzia e viva partecipazione morale, prestando particolare attenzione alla vita delle classi più disagiate. Buona parte delle opere della maturità , eccellenti per virtuosismo, sono appunto dedicate a questi temi.

L'iniziativa prende le mosse dai due importanti nuclei di dipinti dei Musei Civici di Padova-Museo d'Arte Medioevale e Moderna e della Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco, cui si aggiungono numerose opere di provenienza collezionistica. L'artista, già  ai suoi giorni, conobbe infatti una notevolissima fortuna sul mercato. Partecipò a numerose esposizioni di rilievo internazionale, principalmente in Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, ottenendo spesso importanti premi e riconoscimenti.

Il mezzo secolo trascorso dall'€™ultima grande mostra su Da Molin ha lasciato decantare giudizi e impressioni. Per questa monografica si è avvertita l"€™esigenza di mettere in rilievo i risultati degli studi finora condotti. Essi consentono di dare nuova forza all'€™artista, grazie anche al reperimento di opere inedite e agli approfondimenti critici maturati intorno alla pittura veneta del secondo Ottocento.
Il comitato scientifico dell'€™esposizione comprende, oltre a Davide Banzato, Direttore dei Musei Civici e Biblioteche del Comune di Padova, e a Franca Pellegrini, Conservatore del Museo d'Arte Medioevale e Moderna, Nico Stringa, docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università  Ca' Foscari di Venezia, e Paolo Tieto, uno dei maggiori conoscitori dell'opera di Oreste Da Molin. La mostra sarà  accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo edito da Artmedia.

Quando Oreste Da Molin nacque, il 19 maggio 1856, il Veneto stava vivendo anni ricchi di fermento e di novità  legati al Risorgimento italiano.
La sua terra "€“ la Saccisica "€“ era allora un territorio interamente agricolo. I lunghi secoli di sottomissione a Venezia, ma anche il successivo dominio austroungarico, non ne avevano mutato la geografia sociale ed economica. Era una realtà  povera, fatta essenzialmente di contadini che lavoravano traendo dalla terra, non sempre generosa e comunque di proprietà  altrui, il poco necessario per vivere.
Il figlio di Antonio Da Molin e Chiara Carraro manifestò fin da piccolo un"€™innata propensione al disegno; venne così affidato al professor Tessaro che per conto della locale Amministrazione comunale teneva corsi di grafica e ornato.
Rimasto orfano di entrambi i genitori ancora adolescente, Oreste ricevette dal padre un'importante "€œeredità "€: l"€™iscrizione all'€™Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove seguì gli insegnamenti di artisti quali lo scultore Dal Zotto, i pittori Molmenti e Favretto.

Il giovane piovese cominciò allora a guardare anche oltre i confini veneti, recandosi a Napoli per seguire le lezioni di Morelli, un maestro che lo influenzò profondamente nel successivo cammino artistico.
La strada di Oreste Da Molin fu così ben presto segnata: a vent"€™anni iniziò la carriera di pittore, esponendo in alcune gallerie e vendendo i suoi quadri a mercanti e collezionisti.
Da allora l"€™attività  dell'€™artista divenne incessante e le sue opere comparvero nelle più prestigiose sedi espositive europee.
Nei suoi lavori alla grande padronanza tecnica si associa una straordinaria abilità  nel cogliere ogni particolare di situazioni, atmosfere e atteggiamenti dei personaggi.
Per tale motivo Da Molin è considerato un pittore realista, espressione sincera di quel mondo in cui era nato e cresciuto.
Oreste morì nel 1921 nella città  natale, all'€™età  di sessantacinque anni.

A proporre questa importante riscoperta sono la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco e il Comune di Padova, Assessorato ai Musei, Politiche Culturali e Spettacolo, Musei Civici.

Info
Padova, Musei Civici agli Eremitani, Piazza Eremitani 8
2 aprile 9 luglio 2006
A cura di Davide Banzato, Franca Pellegrini, Nico Stringa, Paolo Tieto. Catalogo edito da Artmedia.
Orario: da martedì a domenica 09:00 - 19:00. Chiuso tutti i lunedì non festivi. Ingresso: cumulativo (mostra, Museo e Cappella degli Scrovegni) euro 12,00; intero (mostra e Museo) euro 10,00; ridotto euro 8,00, scuole euro 5,00
tel. +39 049 8204513
+39 049 8294551