La Madonna della tenerezza di Andrea Mantegna

in esposizione permanente ai Musei Civici agli Eremitani

La Madonna della tenerezza di Andrea Mantegna


Le celebrazioni per il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna tenutesi nel 2006 sono state un'importante occasione per far conoscere al pubblico la cosiddetta Madonna della tenerezza. Si tratta di un disegno a penna e inchiostro su pergamena con il fondo dipinto a tempera tornato alla luce presso una collezione privata italiana e assegnato dal noto studioso Lionello Puppi alla mano di Mantegna.

Un primo sostegno possibile all'€attribuzione dell'€opera a Mantegna viene dalla lettura della breve corrispondenza intercorsa nel novembre-dicembre 1491 tra l'artista e il suo signore, Francesco Gonzaga, in merito a un "€quadretino"€ che Andrea aveva eseguito per il marchese. Questi ne aveva fatto omaggio alla corte milanese, cosicché il pittore si era messo sollecitamente al lavoro per donargliene un secondo, non necessariamente replica del primo. Nel "€quadretino"€ che veniva presentato al Gonzaga il 21 dicembre 1491 si deve con tutta probabilità  identificare la Madonna della tenerezza.

E' evidente l'identità  di impostazione con una celebre stampa di Mantegna raffigurante lo stesso soggetto. Definita "€la più bella stampa del Rinascimento italiano e una delle più toccanti Madonne con il Bambino di tutta la storia dell'€arte"€, questa incisione rientra nel raro numero di stampe mantegnesche la cui autografia è unanimemente accettata dagli studiosi.
L'opera ritrovata ne ricalca con estrema finezza il soggetto che colloca la figura della Vergine in un paesaggio archeologico dove si riconoscono l'Arco dei Gavi, il Colosseo e un sarcofago allora in Santa Maria Maggiore a Roma (nel 1491 Mantegna era da poco tornato a Mantova dal soggiorno romano).

Nel 1913 la Madonna della tenerezza si trovava nella collezione parigina di Léonce Rosenberg - famoso raccoglitore d'opere delle Avanguardie tra Otto e Novecento, ma anche di manufatti d'arte extraeuropea e di miniature - e veniva pubblicata da un altro personaggio di spicco, il bibliofilo Seymour de Ricci, in un elegante catalogo dedicato alla raccolta.
Precedentemente il disegno era stato di proprietà  di Arthur Sambon - anch'egli legato alle Avanguardie e a Modigliani in particolare - e, prima ancora, di una "duchesse de GÍnes"€, nella quale è possibile riconoscere la celeberrima Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, filantropa e fine intenditrice d'arte, vissuta a Parigi dal 1836 fino all'€espulsione degli Orléans dalla Francia.

In questa fase lìopera doveva già  essere considerata di Mantegna, sia sulla base di un'iscrizione del primo Cinquecento - Andrea Mantegna - apposta sul supporto cartaceo cui il velino risultava incollato, sia in considerazione della replica esatta del primo stato della più toccante tra le incisioni di Andrea.



Info: tel. 049.8204508 fax 049.8204566
Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani 8
Orario: tutto l'anno 09:00 - 19:00
chiusura: tutti i lunedì non festivi, Natale, S. Stefano, Capodanno, I Maggio
Biglietti: cumulativo intero (Musei Eremitani, Palazzo Zuckermann e Cappella degli Scrovegni) euro 12,00; intero (Museo Eremitani e Palazzo Zuckermann) euro 10,00; ridotto euro 8.00, ridotto speciale euro 5.00; gratuito bambini fino ai 6 anni, disabili
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