Le città  romane del progetto via Annia.

Note storiche

Adria

La ricerca archeologica negli ultimi dieci anni ha evidenziato l'importanza che nel corso del II secolo a.C. Adria rivestì come porto e snodo viario per i Romani, allora in fase di espansione nella pianura padana. In quell'epoca la città  aveva alle spalle un illustre passato: nata nella prima metà  del VI secolo a.C. come scalo fluviale su un ramo secondario del Delta del Po' su iniziativa etrusca, frequentata da mercanti greci e veneti, aveva svolto tra VI e V secolo a.C. un ruolo chiave nell'Alto Adriatico, come centro di smistamento merci e culture mediterranee verso nord, tanto da dare il proprio nome al mare al quale era collegata. A questo periodo di splendore seguì un secolo di decadenza, dalla quale la città  si riprese nel III secolo a.C., conoscendo un'espansione demografica senza precedenti.

Quando i romani si affacciarono alla zona del Delta, Adria era un grande centro etrusco con un porto assai attivo. Non sappiamo in che modo i Romani presero possesso della città , nè che forma istituzionale essi le assegnassero. Non c'è dubbio però che essi vi diedero la propria impronta urbanistica, pur rispettadno l'assetto precedente. Ritennero inoltre di fondamentale importanza collegarla per mezzo della via Popillia alla grande rete stradale che essi stavano stendendo nella Gallia Cisalpina.


Importante anche la realizzazione di ampie suddivisioni agrarie, tra le quali la maggiore è la cosiddetta centuriazione di Villa Dose.
Nella media e tarda età  imperiale romana Adria conobbe invece un periodo di dcadenza, per poi riacquistare una certa importanza agli inizi del Medioevo, quando divenne sede episcopale dipendente da Ravenna.

Padova

Sorta lungo le rive di un imponente corso d'acqua o, per meglio dire, sviluppatasi tra una grande ansa rivolta a settentrione e la successiva controansa orientale del fiume anticamente chiamato Meduacus , la città  di Padova risulta spesso correlata all'acqua, tanto che gli antichi non esitarono a pensarla come terra circondata dall'acqua definendola insula.
Il Meduacus scorreva la centro della città  e aveva una portata così consistente da richiedere la costruzione di ponti lapideia tre e a cinque arcatelungi oltre 40 metri. Le acque del fiume hanno quindi condizionato e plasmato lo sviluppo dell'insediamento, costituendone alla stesso tempo sia il confine (a ovest e a nord), sia il perno generatore e determinando così una situazione di idrografia urbana non comune nel modo antico. Tale confiigurazione esisteva già  qunado la Patavium romana era un insieme di piccoli nucle, sviluppatisi in ordine sparso sui rilievi generati dalle millenarie divagazioni delle acque fluviali.


Le tracce più antiche dell'abitato protostorico, databili tra la fine del IX e l'inizio dell'VIII secolo a.C., sono infatti attestate ancora all'interno a quel sistema di ansa e controansa, da cui provengono anche le poche tracce relative alla precedente età  del bronzo: un crescere della città  su sè stessache non ha mai permesso di conoscerne compiutamente i dettagli, data la complessità  dello schema archeologico - con stratificazioni che raggiungono a tratti anche i 7 metri - e la ben nota incompatibilità  tra i cantieri di scavo e il normale svolgersi della vita cittadina.
Se dunque il fiume è stato per la Padova antica un elemento fondamentale e ne ha permesso lo sviluppo configurandosi come una preziosa risorsa idrica, esso è stato anche un mezzo di difesa e, per un buon tratto, ha determinato il confine - fisico e simbolico - dell'insediamento, oltre il quale il modo dei vivi lasciava spazio al mondo dei morti.


Le necropoli risultano infatti ubicate all'esterno dell'area delimitata dal fiume, e dalle necropoli si diramavano quei percorsi che, dapprima sottoforma di piste, poi sottoforma di strade, collegavano l'antica Padova con il territorio circostante. La via Annia era tra queste: entrava in città  da sud, in corrispondenza dell'odierno Prato della Valle, proseguiva lungo corso Umberto, via Roma e via VIII Febbraio, per poi uscire dalla città , in direzione di Altino, atraverso le atuali via Altinate, via Tiepolo e l'ex Porta Ognissanti.

Altino

Anche Altino, come Padova, è città  di origine preromana; la scelta di questo sito si deve infatti ai Veneti antichi che lo giudicarono favorevole all'insediamento, in quanto posto ai margini interni di una laguna, presso corsi fluviali importanti come il Sile e il Piave.
Diventato municipio dopo il 49 a.C. e ascritto alla tribù Scaptia , viene ricordato dallef onti letterarie latine per la produzione della lana, per la raccolta dei mitili e per l'allevamento delle vacche da latte, a prova della sua vocazione produttiva e commerciale.

Furono fondamentali per la prosperità  della città  due strade principali, l'Annia che dopo aver alsciato Padova la raggiungeva col suo itinerario paramarittimo, e la Claudia Augusta che, partendo proprio da Altino, si dirigeva verso nord addirittura oltre le Alpi. A fronte tuttavia dell'importanza di questo centro sembra che con il II secolo d.C. Altino subisca un certo declino, tanto che nei secoli successivi (nel 452 viene devastata dagli Unni di Attila e nel 568 è assoggettata dei Longobardi) venne avviato un progressivo popolamento della frangia lagunare a discapito della città  romana, diventata progressivamente cava di pietre e di altro materiale da costruzione per le nuove realtà  edilizie delle isole veneziane.

Sede di un Museo Archeologico Nazionale, Altino è ancora oggi oggetto di scavi e ricerche storico archeologiche che hanno evidenziato la presenza di un importante santuario extraurbano, sorto già  in epoca veneta, mentre della città  si segnala una porta monumentale che per qualche tempo ebbe la funzione di porta-canale. Non sono ancora stati individuati o riconosciuti invece i resti dei templa , porticus, horti che secondo un'iscrizione Tiberio Claudio Nerone avrebbe donato alla città . Che il sito di Altino conservi resti antichi ancora da scoprire lo tesimoniano del resto le immagini aeree e da satellite che hanno evidenziato la presenza di innumerevoli strutture sepolte tra quella di un grande anfiteatro di cui prima non si conosceva l'esistenza.

Concordia

Il centro abitato dell'antica Concordia si colloca nel vasto territorio tra i fiumi Livenza e Tagliamento e di questo diventa, già  in epoca protostorica, punto di riferimento. In età  romana divenne il punto di convergenza di importanti stradeattraverso le quali Roma estendeva il suo dominio nell'Italia settentrionale e oltre. Fiorente in epoca tardo-imperiale per il ruolo strategico di difesa dagli attachi barabrici, fu travolta nel corso del V secolo; a determinare la decadenza si aggiunsero devastanti inondazioni.

L'immagine tipografica della coloni, confermata anche dagli scavi archeologici urbani, rientra nella forma tipica dell'insediamento coloniale romano, con una cinta muraria che rachiude isolati regolari disegnati dagli incroci degli assi stradali est-ovest (decumani) e nord-sud (cardini). Al centro il Foro, sede amministrativa e religiosa della città , e dislocati gli altri monumenti caraterizzanti le grandi realtà  urbane romane, tra i quali il teatro e le terme. La via Annia passava attraverso il centro della colonia Iulia Concordia e ne costitutiva il decumano massimo. Uscendo dal centro urbano in direzione di Aquileia la via Annia si unificava con la via Postumia, proveniente da Oderzo.

Aquileia

Fondata dai romani come avanposto di grande importanza nell'area nord-adriatica, con un ruiolo logistico-strategico di cerniera e di ponte tra oriente e occidente, Aquileia assunse ben presto una grande rilevanza strategica, economica e culturale per un territorio vastissimo - la Venetia et Histria - di cui rappresentò per secoli il principale riferimento.

Oggi Aquileia è un sito archeologico di eccezionale importanza, tra i più estesi di tutta l'area nord-adriatica e in genere nord-italica.

La vita di Aquileia romana copre un arco cronologico di sette secoli, compreso fra il 181 a-C., anno della fondazione, e il 452 d.C., anno della devastazione degli Unni di Attila.
L'evoluzione dello stato giuridico è ben definita: fondata come colonia latina (autonoma, ma subordinata a Roma tramite un trattato di alleanza), nel 90 a.C. divenne municipium (cioè acquisisce la piena cittadinanza); da ultimo probabilemente entro la prima metà  del I secolo d.C. riceve il titolo onorifico di colonia romana.
La fondazione avviene in due tempi, fra il 181 a.C., con l'invio di 3000 coloni-soldati, e il 169 a.C. con un rinforzo di 1500 coloni. I contingenti sono formati da gruppi di origine italica (Lazio, Umbria, Sannio, fascia adriatica picene); a questi, come indicano fonti documentarie, si uniscono coloni di stirpe veneta, facenti parte di famiglie prestigiose, come proverebbe la loro precoce presenza fra i magistrati.

Il sito prescelto è in una piana di origine alluvionale, la cui caratteristica principale è data dalla presenza di zone umide e di zone paludose, adatte sia all'agricoltura che alla pastorizia. Aquileia diventa in breve un centro economico di rilevante importanza. Fondamentali per il decollo economico della città  sono il porto e lo sviluppo di un'importante rete stradale che vede in Aquileia un punto nevralgico di passaggio per i territori settentrionali ed orientali.


Nel progetto unitario alla base dell'impianto urbano, l'asse portante è il cardine massimo (asse nord-sud), ancora oggi ricalcato dalla via Giulia Augusta. Il decumano massimo (asse est-ovest) trova correlazione con il Canale Anfora, poderosa opera di idraulica costruita per la bonifica delle zone paludose e per la navigazione interna. Nella planimetria si legga una sorta di divisione territoriale, legata al carattere di fruizione dei diversi settori: ad est sorge la zona portuale con i magazzini, ad ovest quella che raccoglie gli edifici di spettacolo (circo, anfiteatro, teatro) e le terme principali, i cui resti non sono attulamente visibili. Quale ideale cerniera si pone il complesso centrale del Foro.
I quartieri di abvitazione si distribuiscono all'interno della città : un ricco quartiere si estende nell'area settentrionale, affacciandosi sul decumano che costituisce il proseguimetno urbano della via Annia, che entra in città  da ovest, attraverso una delle porte repubblicane; due altri articolati complessi abitativi si estendono a nord e al di sotto della Basilica cristiana e a ovest del cardinale massimo.

foto aeree del Dipartimento di Geografia "G. Morandini", Università  degli Studi di Padova