Alle radici del corpo

Il contemporaneo e la terra nei luoghi del sacro

Fotografie e sculture di Marco Maria Zanin, performances di Eleonora de Logu
Chiesa di Santa Margherita, Chiesa di Santa Caterina, Oratorio di San Michele
28 ottobre – 28 novembre 2021


Gli artisti Marco Maria Zanin e Eleonora de Logu presentano a Padova il progetto ‘Alle Radici del Corpo’, che vedrà installate all’interno di tre piccole chiese poco conosciute del centro storico, la Chiesa di Santa Margherita, la Chiesa di Santa Caterina e l’Oratorio di San Michele, fotografie e sculture di Zanin, in dialogo con momenti performativi di danza contemporanea di de Logu.
Il progetto, realizzato con il contributo del Comune di Padova nell’ambito del progetto ‘Padova riparte con la Cultura’ e con il patrocinio del Museo Diocesano, prevede la riscoperta dei luoghi sacri in relazione con opere e movimenti espressivi contemporanei che portano alla luce elementi del mondo della terra legato alle radici del Veneto contadino, in un inusuale dialogo tra la spiritualità e uno sguardo sacrale verso la terra.
Nello spirito di ripartenza dopo la pandemia, è di vitale importanza mettere a fuoco alcuni ‘punti cardinali’ sui quali orientare le nostre abitudini: la terra come elemento cardine su cui innestare una relazione di rispetto e interdipendenza, il corpo come spazio da abitare, la spiritualità come terreno da vivere e sperimentare con un sentire sempre rinnovato, la comunità e gli spazi in cui viviamo come elementi da coltivare.
Corpo, spiritualità e terra sono elementi comuni nelle opere che abitano i tre luoghi sacri, come nelle performances di danza. Le fotografie della serie Cattedrali rurali sono case coloniche una volta abitate dalle famiglie di contadini nel Veneto rurale, coperte dalla vegetazione, entità dormienti che lasciano emergere nella nebbia la loro aura sacra, una luce che rivela storie di vita simili a quella dell’origine del Cristianesimo, eppure spesso dimenticate dalla storia più celebrativa. Le pialle da falegname della serie di fotografie Ferite/feritoie, modificate prima dello scatto attraverso un taglio, una ferita, mostrano la loro nuova vita come statuette votive. I tre aratri della fotografia Sette Lune esposta a San Michele tornano alla terra capovolti, oggetti che oscillano tra un totem e le tre croci sul Golgota, in un gesto che incrocia culture, temporalità e religioni. Le sculture in ceramica sono vecchie zappe usate per la coltivazione della terra che trasmettono la loro forma a quella di vasi, contenitori, in un gesto inverso a quello del taglio della terra, un gesto di cura verso questo elemento così prezioso, così antico ma così sempre nuovo.
L’arte contemporanea diventa dunque uno strumento per conoscere e rileggere gli spazi della città, e motore generativo di nuovi incontri aperti a cittadini di interessi, culture e generazioni diverse. All’interno del periodo della mostra, gli artisti hanno previsto diversi momenti di incontro aperti alla cittadinanza (accessibili tramite prenotazione online) in cui fruire dei momenti performativi di Eleonora de Logu e fermarsi per un momento di scambio con entrambi gli artisti, conoscendo da vicino i lavori e le chiese.

Artisti: Marco Maria Zanin, Eleonora de Logu

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