La collezione lapidaria
Nel chiostro minore dei Musei Civici agli Eremitani è allestita l'esposizione della collezione lapidaria del Museo d'Arte Medioevale e Moderna. Si tratta di una raccolta di notevolissima importanza, poiché i pezzi conservati sono spesso le uniche testimonianze di edifici scomparsi, le sole che ci permettono di offrire l'immagine di un'identità perduta con i mutamenti vissuti dalla città .
La collezione conserva pietre con iscrizioni, materiali di carattere edilizio ed elementi decorativi come tombe, caminetti, capitelli, trabeazioni, stemmi e via dicendo. Sono soprattutto plutei, paraste e capitelli d'epoca bizantina, frammenti decorativi della chiesa di San Martino (datati variamente fra VII e XII secolo), iscrizioni, fra le quali una particolarmente significativa del 1173 che ricorda l'incendio di Padova, vere da pozzo, capitelli gotici e romanici, stemmi, come il bassorilievo in pietra di Nanto raffigurante quello di Ludovico d'Ungheria, proveniente dalla porta orientale del "Castello Vecchio". E ancora si segnalano, in ordine cronologico, le tre arche carraresi che si trovavano sempre nel Castello e la lastra tombale del 1424 di Donato da Brugine.
Alla mano dello scultore Giovanni Minello, attivo a Padova tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, è attribuita una cornice di rosone proveniente dalla chiesa di San Matteo. Allo stesso artista e al figlio Antonio si deve un elegante fregio di camino con rilievi istoriati. Vanno inoltre ricordati una curiosa serie di mattoni quadrilobati a carattere ornamentale in terracotta, eseguiti a stampo, ciascuno decorato da una figurazione diversa, gli Stemmi di San Marco all'interno dei quali è raffigurato il leone accosciato, cosidetto a moleca, per la rassomiglianza con il granchio che nel dialetto veneto è così chiamato e, infine, lo Stemma della famiglia Molin, identificata dalla duplice presenza del simbolo della ruota di un mulino scolpita a bassorilievo.
I pezzi della collezione forniscono interessante documentazione sul percorso storico di Padova dal Medio Evo alla caduta della Repubblica Veneta. Notevole lo sforzo progettuale ed economico per la realizzazione dell'esposizione che ha comportato il riordino, il restauro e materiale trasferimento di pezzi anche di notevoli dimensioni dai vari depositi museali