Ritratti in miniatura

dalle collezioni dei Musei Civici, Museo d’Arte


La mostra presenta una selezione di oltre cento miniature appartenenti alle raccolte del Museo d"€™Arte Medioevale e Moderna. Con questo termine si fa riferimento a dipinti di piccole dimensioni, per convenzione ottocentesca non superiori ai 20 centimetri, sia in altezza che in larghezza, eseguiti su differenti supporti (pergamena, rame, stagno, oro, argento, avorio, vetro, lavagna, legno ecc.).
Le opere esposte, soprattutto ritratti, coprono un arco cronologico che va dalla fine del Cinquecento alla seconda metà  dell'Ottocento, come indicano i dati stilistici e di costume dei personaggi effigiati.

L"€™arte della miniatura, derivata dalla tradizione di illustrare i codici manoscritti, si andò evolvendo in modo autonomo nel XVI secolo e riscosse il suo più grande successo fra Sette e Ottocento, fino all'€™invenzione della fotografia. Rispondeva al principio del tant plus petit, tant plus beau, secondo l'estetica rococò del rovesciamento dei termini (ciò che era minuscolo appariva grandioso e aulico e viceversa). In quell"€™epoca si fece un ampio uso di miniature anche per decorare tabacchiere, orologi, gioielli e scatoline.

Tale arte venne esercitata non solo da specialisti, ma anche da pittori attivi nel grande formato. In esposizione figurano pezzi attribuibili a Leandro dal Ponte (1557-1622), appartenente alla celebre famiglia di artisti detta Bassano e conosciuto a Venezia soprattutto come autore di ritratti, a Tiberio Tinelli (1587-1639) e a Girolamo Forabosco (1605-1679), anch"€™essi affermati ritrattisti operosi nella città  lagunare e in tutta la Serenissima.

Quanto ai personaggi effigiati, il riconoscimento risulta molto spesso difficile, a meno che non si tratti di figure note, come nel caso di Galileo Galilei, o non venga in aiuto un"€™iscrizione identificativa, cosa che accade nel Ritratto di Sertorio Orsato (1674 - post 1754), nipote dell'€™omonimo autore della famosa Historia di Padova, o in quello di Carlo Conti (1802-1849), professore di matematica applicata dell'€™Università  patavina e membro dell'€™Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.
I pezzi selezionati si rivelano di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la vivacità  fisionomica dei soggetti raffigurati e per la cura dei dettagli dell'€™abbigliamento e delle acconciature che ci offrono uno spaccato della moda legata alle differenti epoche.
La giovane donna scelta come immagine rappresentativa della mostra porta un bustino dai contorni profilati di merletto, maniche tagliate al gomito terminanti con cascate di trine dette "€œventagli"€ e una capigliatura alla fontange, vale a dire con un"€™alta cresta inamidata piegata a canna d"€™organo o tenuta verticale da fili metallici secondo il gusto degli inizi del Settecento.
In alcuni casi i ritrattini rientravano tra gli oggetti personali fungendo da ricordo o da pegno affettivo, in altri casi venivano ricercati per puro spirito collezionistico. A tale riguardo è significativa la serie di ventuno miniature (venti raffiguranti pittori e uno dedicato a Galileo Galilei), già  riferita al pittore clusonese Antonio Cifrondi (1656-1730) e appartenuta alla raccolta personale.

Info
Palazzo Zuckermann
corso Garibaldi 33
tel. +39 049 8205664
orario: tutto l'anno 10:00 - 19:00
chiusura: tutti i lunedì non festivi, Natale, S.Stefano, Capodanno, I Maggio