Quirino De Giorgio - un futurista protagonista del novecento
La mostra, alla luce di nuovi documenti, ricostruisce i rapporti con Marinetti, Cral, il gruppo futurista di Trieste, il Gruppo Savarè e, soprattutto, il ruolo della città di Padova nel dialogo culturale dell'epoca, con schizzi, disegni, fotografie, lettere e documenti originali.
Nel Centenario della nascita di Quirino De Giorgio la Regione Veneto insieme con il Comune di Padova organizza una mostra su "Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del novecento", presso i Musei Civici agli Eremitani e nell'ex Cinema Altino, riaperto per la città in occasione dell'evento. Con questo omaggio all'architetto la città si riappropria di un percorso legato al Futurismo veneto e italiano nel cui ambito De Giorgio non era stato adeguatamente conosciuto e valorizzato.
Alla luce dei documenti e disegni ritrovati si è riannodato un filo biografico e artistico finora piuttosto lacunoso o errato di un autore prolifico con numerosissime opere costruite in tutta Italia. Il baricentro di questo evento è ospitato dal Museo Civico agli Eremitani nelle sale delle esposizioni temporanee.
L"esposizione è qui divisa in sezioni che rappresentano la complessità e le contraddizioni di una produzione estesa ed eclettica.
La sezione dei documenti originali contribuisce a formulare un giudizio di valore storico sulla produzione artistica e sulla figura dell'architetto e i suoi assidui rapporti con Marinetti dal 1931 al 1944 e con Carlo Maria Dormal, Gerardo Dottori, Depero e Bruno Sanzin che, con Tullio Crali, fu l"elemento di raccordo con il gruppo futurista friulano. Ci sono poi rapporti con il gruppo Savarè.
Lo spazio dedicato all'architettura degli anni Trenta testimonia il rapporto tra l"architettura degiorgiana ed il regime, inteso come committenza, qui sono rappresentate le architetture tipologicamente legate al Fascismo.
La sezione dedicata all'architettura per la residenza, organizzata in senso cronologico, affronta una produzione, anche qui, eterogenea. La rassegna inizia con i disegni degli anni venti relativi allo studio di alcune ville, se vogliamo tra lo scolastico e l"utopistico, prosegue raccontando le architetture dei borghi rurali di Vigonza e di Candiana, fulgidi esempi della volontà politica di abolire i casoni, e si conclude con la rappresentazione delle architetture degli anni Sessanta Settanta ed Ottanta.
L"architettura per lo spettacolo, dimostra come l"evoluzione poetica e stilistica di Quirino si "sviluppi" e come sia sempre a lui contemporanea, quando addirittura tecnologicamente e tipologicamente all'avanguardia. Questa inizia con i documenti riguardanti l periodo degli anni Trenta: l"ormai demolito Teatro dei Diecimila, un teatro all'aperto di proporzioni e stile monumentali, ed il celeberrimo teatro del Borgo Rurale Fratelli Grinzato di Vigonza. Tra gli oggetti più interessanti del periodo vi è il Cinema San Marco a Mestre.
Nella categoria dell'Altro è presente una testimonianza della cultura progettuale del Novecento, una sorta di carrellata di opere slegate ma che trasversalmente delineano come Quirino sia sempre rimasto sull"onda della contemporaneità . Questa è la categoria tipologicamente meno omogenea, sono accostati dei disegni eseguiti negli anni Trenta per un ristorante della Moretti ad Udine, opera che denota un netto distacco stilistico rispetto ad antecedenti schizzi in cui evidente è il gusto Decò virando verso toni più espressionisti, ai notevoli bozzetti per lo studio della pubblicità della ditta Vov; si confrontano i temi dell'architettura commerciale, per esempio con il complesso Mantenga a Camisano Vicentino, con i progetti per la Persia e per l"Arabia Saudita.
La sezione degli esordi raccoglie una serie di disegni realizzati tra la fine degli anni Venti e l"inizio degli anni Trenta, posizionata di fronte alle teche che contengono i documenti originali, è significativa dell'intera traiettoria poetica dell'artista. si leggono chiaramente riferimenti ed analogie con il Sant"Elia, con Mendelsohn, con il futurista Diulgerhoff, con il primo Terragni e con Pagano e Levi Montalcini.
L"elaborazione di questa ricerca diverrà la base di un linguaggio originale e coerentemente eclettico. Nella sezione fotografica dedicata al racconto con "gli occhi d"oggi" dell'architettura di De Giorgio sono presenti i contributi di due fotografi padovani: Moreno Segafredo e Prosdocimo Terrassan, che meglio di tutti hanno saputo interpretare ed esprimere l"immagine dell'architettura di Quirino.
Il cortemetraggio presente in mostra, esordisce con le immagini tratte da un filmato del 1938 che narrano l"inaugurazione del Buonservizi, del Cappellozza e del borgo Rurale di Candiana alla presenza del Duce in visita nel Veneto.
A questa progressione veloce segue e si contrappone una repentina regressione, tornando agli schizzi degli esordi, che si tramutano nelle immagini delle opere degli anni Trenta, che terminano indugiando nell'avviso del 1946 in cui Quirino è accusato, non erroneamente, di essere stato architetto di regime. Il Cinema Altino ospita l"altra sede della mostra, quindi esso è parte integrante della mostra, oltre ad ospitare l"esposizione è esso stesso esposizione; l"uso di quest"opera per la rassegna è stato voluto per far si che la città possa, culturalmente, riappropriarsi di un manufatto che per molto tempo ha significato molto nei termini del veicolare cultura.
Info: o498204529
Orario: dalle10,00 - 19.00 chiuso il lunedì
Ingresso: intero "€ 8,00 ridotto speciale "€ 5,00 (biglietto comulativo mostra e musei)