Biblioteca Civica
Tesori della Biblioteca
Fra i manoscritti riccamente miniati e legati alla storia della città si ricorda il cosiddetto Codice Capodilista, del 1434, che dà notizie sulle origini delle famiglie Forzaté e Capodilista, esaltandone la magnificenza con grandi miniature a piena pagina; il Liber de princibus Carrariensibus, scritto tra la fine del XIV e l"inizio del XV secolo dall'umanista Pietro Paolo Vergerio, che offre una silloge delle biografie dei principi Carraresi ed è impreziosito dai ritratti miniati a figura intera dei principi: si suppone che possa essere il manoscritto esposto a Venezia come trofeo di guerra dopo la sconfitta dei Carraresi. Altro prezioso codice legato alla storia della famiglia signorile di Padova è il Libro dei cimieri, manoscritto dell'inizio del XV secolo, con le lodi in versi dei principi illustrate dall'insegna distintiva di ogni personaggio.
Fra gli incunaboli (per convenzione, così si definiscono i primi libri prodotti con la stampa a caratteri mobili) si ricordano il De anima di Aristotele, stampato a Padova nel 1471, fregiato di una bella iniziale miniata che raffigura il "princeps philosophorum"; si tratta del primo libro datato con sicurezza dal prototipografo Lorenzo Canozi. Altro importante incunabolo, è l"ArbÍ turìm, uscito dalla tipografia ebraica di Piove di Sacco nel 1475; Si tratta di un "corpus iuris et rituum" ebraico realizzato con eleganti caratteri e stampato su pergamena.
La Civica possiede inoltre un esemplare della prima edizione stampata da Aldo Manuzio, il più geniale editore-tipografo del Cinquecento, delle Rime di Francesco Petrarca del 1501. Per la prima volta per un testo volgare si utilizza il carattere corsivo italico e il formato piccolo, "da mano".
Da segnalare sono poi i manoscritti autografi fra cui lettere di Aleardo Aleardi, Giuseppe Baretti, Antonio Canova, Giuseppe Garibaldi.
Considerevole la sezione dei periodici: 400 correnti e oltre 2.000 cessati. Fra questi figurano numerosi e importanti periodici italiani dell'antico regime, molti dei quali stampati negli stati veneti, comprensivi di gazzette e almanacchi.
La Biblioteca custodisce inoltre importanti archivi privati di famiglia, come l"Archivio Dondi Orologio e l"Archivio Maldura Emo Capodilista, e di lavoro di letterati e studiosi, come quello di Pietro Selvatico Estense e di Emilio Lovarini
Infine, la biblioteca offre agli studiosi di storia dell'immagine urbana e della vita cittadina una cospicua raccolta di iconografia locale, la Raccolta Iconografica Padovana, prezioso di circa 11.000 pezzi dal 15. al 19. secolo, composita quanto a provenienza, tipologia dei pezzi e soggetti: disegni, stampe antiche, litografie, fotografie storiche, istantanee; ritratti, vedute, piante, cerimonie, eventi storici. Fra gli autori più illustri Gaspare Dall'Abaco, Francesco Squarcione, Giovanni Valle, Domenico Cerato, Luigi Borlinetto, Carlo Naya.
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