Filumena Marturano di Eduardo De Filippo


Compagnia di Teatro di Luca de Filippo
Associazione Teatro di Roma
Elledieffe
presentano

FILUMENA MARTURANO di Eduardo de Filippo
regia: Francesco Rosi
scene: Enrico Job
costumi: Cristiana Lafayette
luci: Stefano Stacchini

Con: Lina Sastri (Filumena Marturano)
Luca De Filippo: (Domenico Soriano)
Nicola Di Pinto: (Alfredo Amoroso)
Antonella Morea: (Rosalia Solimene)
Silvia Maino: (Diana)
Gioia Miale: (Lucia, cameriera)
Carmine Borrino: (Umberto, studente)
Daniele Russo: (Riccardo, commerciante)
Antonio D'Avino (Michele, operaio)
Giuseppe Rispoli: (Avvocato Nocella)
Chiara De Crescenzo: (Teresina, sarta)

Filumena Marturano è una donna del popolo, ex prostituta, tolta dal postribolo da Domenico Soriano, un napoletano borghese e benestante, che l'ha tenuta per venticin­que anni in casa con sé, come amante.
La donna si ritrova a dover escogitare uno stratagemma per farsi sposare in extremis dall'uomo che vuol porre fine al legame perché si è innamorato di una giovane. Rap­presentata per la prima volta al Politeama di Napoli il 7 novembre 1946, Filumena Marturano è una delle commedie che Eduardo definiva «commedie sociali» ed è, delle commedie di Eduardo, la più rappresentata in tutto il mondo.
Filumena conduce il filo del dramma con la sapienza e la determinazione dovute al sentimento di una maternità  tenuta segreta per anni e poi rivelata.
La donna ha tre figli, avuti da tre uomini diversi, li ha voluti, li ha cresciuti, li ha assi­stiti, rimanendo nell'ombra senza mai rivelarsi come madre. Solo di uno è sicura la paternità , il figlio di Domenico Soriano, ma Domenico non lo sa e non lo deve sapere.
Quando Filumena decide di rivelargli l'esistenza di un figlio non gli dirà  altro quale dei tre sia, perché "i figli sono figli" e devono essere tutti uguali.
«Dimmelo chi è mio figlio, la carne mia, il sangue mio. Me lo devi dire, per te stessa, per non dare l'impressione che fai un ricatto, io ti sposo lo stesso, te lo giuro».Domenico Soriano non rinuncia a conoscere di chi è il padre. Filumena ha vinto la battaglia, ma non cede: «Ti ho voluto bene con tutta la forza della vita mia e come hai voluto tu. Agli occhi miei tu eri un Dio. E ancora ti voglio bene, forse meglio di prima: non me lo chiedere più. Tu devi essere forte. Perché per il bene che ti voglio, perciò ti ho detto non piangere, per­ché in un momento di debolezza ... E sarebbe la nostra rovina, specialmente la tua, soprat­tutto per te io non te lo dico. Cominceresti a pensare: e perché non glielo posso dire che sono il padre? E gli altri due che sono, che diritto hanno? ... L'inferno. E noi ci dobbiamo solamente voler bene ... Abbiamo tanto bisogno di volerci bene, tutti quanti».
Domenico Soriano sposa Filumena Marturano, i tre figli si chiameranno Soriano, avranno gli stessi diritti tutti e tre. E lo stesso amore.
La commedia di Eduardo porta al pubblico il problema dei diritti dei figli illegittimi, mentre nello stesso tempo l'Assemblea costituente svolgeva un dibattito sulla famiglia e sui figli nati fuori dal matrimonio. La tematica affrontata da Eduardo trova riscontro nell'impegno dell'Assemblea Costituente e offre materia di riflessione per affrontare il drammatico problema. Il 23 Aprile 1947 1'Assemblea Costituente approva l'articolo che stabilisce il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire e educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. Nel febbraio del 1955 verrà  approvata la legge che abolirà  l"€™uso dell'€™espressione "€œfiglio di N.N."€

Per tutte le informazioni sulla stagione teatrale si rinvia a: Teatro Verdi. Stagione di Prosa 2008-2009.