Wayne MCGregor-Random Dance in "Entity"

ENTITY

direzione: Wayne McGregor
ideazione e creazione: Wayne McGregor
coreografie: Wayne McGregor, in collaborazione con i danzatori
musiche originali: Joby Talbot, Jon Hopkins
interpreti: Neil Fleming Brown, Catarina Carvahlo, Agnès Lͳpez Rio, Paolo Mangiola, ́ngel Martinez Hernandez, Anh Ngoc Nguyen, Anna Nowak, Maxime Thomas, Antoine Vereecken, Jessica Wright
scene e costumi: Patrick Burnier
luci: Lucy Carter
digital video design e fotografia: Ravi Deepres
maitre: Odette Hughes
direttore tecnico: Christopher Charles
tecnici: Colin Everitt, Michael Smith, Clare O"€™Donoghue
la versione originale dello spettacolo, viene adattata alle esigenze sceniche del teatro che lo ospita

Negli ultimi 15 anni, Wayne McGregor | Random Dance, compagnia residente al Sadler"€™s Wells di Londra, ha rappresentato in tutto il mondo creazioni fuori dell'€™ordinario.
Fanatico di computer fin da ragazzo, McGregor ha mostrato gli esiti delle sue sperimentazioni fin da Sulphur 16 in cui i suoi ballerini si muovevano circondati da figure generate dal computer come in un gioco di scacchi a grandezza umana, e in Nemesis, ispirato dal comportamento degli insetti, dove i danzatori indossavano protesi metalliche imbracciate come armi in un ambiente sonoro che comprendeva delle conversazioni al cellulare.
Se per Ataxia, sui disordini appunto della coordinazione, e Amu, sugli effetti fisici delle emozioni, McGregor si era rivolto a neuroscienziati e specialisti delle patologie del cuore, per Entity, parte integrante del suo "€œEntity Research Project"€, ha chiesto collaborazione agli scienziati cognitivisti sul tema dell'€™identificazione dell'€™intelligenza cinestetica "€˜smontandola"€™ e usando le informazioni ricevute per costruire artificialmente degli "€˜agenti coreografici intelligenti"€™, capaci di risolvere problemi, senza danzare le soluzioni ma generando un"€™architettura o una serie di numeri.
La sfida è del massimo interesse: Quel che mi preme, dichiara McGregor, è il modo in cui il lavoro del cervello ha un impatto sulla coreografia. Quali processi involve, in termini di organizzazione geometrica, matematica e di tempo? E ancora: Possiamo usare il corpo per capire chi siamo?
Ne nasce una danza - visionaria, iperrealistica, di matematica precisione - che appare improntata alla più "€œsfrontata"€ improvvisazione, ma scaturisce invece da sofisticata riflessione e approfondito studio. Il movimento, che palpita del vero e del digitale ed è pervaso di elettrizzante musica (di Hopkins e Talbot), è frenetico, adrenalinico. Implode nei corpi ulcerando lo spirito. Una gestualità , questa di McGregor, dai ritmi sincopati e convulsi. Anche violenti, capaci così di abbattere la gabbia del visivo abitudinario che spesso imprigiona il pubblico.
Su pannelli semoventi le proiezioni video digitali (di Ravi Deepres) creano l"€™illusione di un universo virtuale del quale vive, poeticamente, anche l"€™azione scenica. Creature vere e palpitanti di animalità  o cyborg, quelle che la scena propone?
Ma il vero miracolo che McGregor compie con Entity è quello di saper creare una poetica sintesi partendo da una sfida intellettuale, di riuscire a illuminare quella zona liminare che la scienza condivide con l"€™arte, la matematica con la bellezza.

Wayne McGregor
Colto e spregiudicato, il 38enne McGregor è una punta di diamante della scena britannica attuale, per il suo inconfondibile tratto di visione distonica del corpo che corrisponde al mondo frammentato e disfunzionale in cui viviamo, condotto alla danza e alla coreografia da una folgorazione infantile per il John Travolta della "€œFebbre del sabato sera"€ Fonda la Random Dance Company nel 1992, a 22 anni, imponendola a livello internazionale proprio in virtù dell'€™esplorazione del rapporto tra danza e tecnologia, collaborando con artisti multidisciplinari a creazioni che hanno consacrato la sua compagnia fra i gruppi di punta della scena britannica. Vincitore del "€œTime Out Live Award"€ - nel 2001 e di nuovo nel 2003 - e corteggiato nel mainstream della danza internazionale, Wayne McGregor ha ricevuto commissioni dal Royal Ballet e dalla Rambert Dance Company, ma ha anche curato i movimenti coreografici del quarto episodio della saga cinematografica di Harry Potter, Il calice di fuoco, realizzato le coreografie del musical di Andrew Lloyd Webber, Woman in White, installazioni site specific per Hayward Gallery, Canary Wharf, Centre Pompidou, e ha firmato regia e coreografie di Dido and Aeneas di Henry
Purcell al Teatro alla Scala. Recentemente il trentottenne McGregor è stato nominato coreografo residente del Royal Ballet, il primo in 16 anni e l"€™unico a provenire dal mondo della danza contemporanea. Wayne McGregor, comunque, è ardito, ma non iconoclasta, anzi paladino di un pensiero positivo del corpo, di un buon rapporto con il proprio corpo e con ciò che può fare, "€œpensando fisicamente"€. L"€™intento è quello di portare i valori della danza d"€™arte, concettuale nel suo caso, nei luoghi dell'€™establishment, dove finora avevano casa solo i coreografi di formazione classica, che non è il suo caso.

Per ulteriori informazioni si rinvia a: Danzare la meraviglia. Prospettiva danza teatro cinema 2009