Macbeth di William Shakespeare


12-13-14-15-16 maggio 2009, ore 20.45
17 maggio 2009, ore 16


Compagnia Lavia Anagni
presenta

MACHBETH di William Shakespeare
traduzione: Alessandro Serpieri
regia: Gabriele Lavia
scene: Alessandro Camera
costumi: Andrea Viotti
musiche: Giordano Còrapi
luci: Pietro Sperduti
Con Gabriele Lavia, Giovanna Di Rauso, Maurizio Lombardi

«Macbeth è la tragedia del tempo umano lineare - come sottolinea Gabriele Lavia nelle note di regia -, il tempo di una esistenza fatta di "Domani. Domani." ͈ un tempo fatto di paura. ͈ la tragedia del tempo di un Uomo Nuovo condannato al "fare" per "potersi fare". Re o altro ha poca importanza. Un uomo condannato alla paura di perdere ciò che ha raggiunto col suo "fare" e che vive nella ambigua incer­tezza di essere qualcosa e non essere mai nulla con certezza. Questo Uomo Nuovo non è portatore di un nuovo modello di realtà , ma il dubbioso interprete di una sog­gettività  in pezzi, pieno di nostalgia per un'ontologia smarrita per sempre. "C'è stato un tempo in cui ... " dice Macbeth sulla scena che non è più il senso dentro cui agire e che non ha più senso. Il palcoscenico della storia è andato in pezzi e l'Uomo-Attore sulla scena del mondo recita la sua vita come "la favola scritta da un'idiota. Non significa nulla". Se tutti i riferimenti e i fondamenti sono caduti, tutti i significati e i sensi si vanificano nelle parole vuote di un delirio di pazzi».
Sintesi estrema di questa divertentissima opera - che attraverso lo specchio del rumore si riflette e diventa, o ritorna, nulla. Il nulla evocato nel titolo della pièce: «lo scan­dalo, il delirio, la rabbia, la rissa, la finzione, la guerra, l'amore ... sono l'esito del nulla, certo arriveranno al nulla. La vita allora non è che un'ombra che cammina per davvero, un povero attore che si agita nella scena, per la sua ora, tutto sudore, furia, temperamento ... La congiura, la guerra civile che ha visto soccombere il "bastardo" Juan e vincere il "legit­timo" Don Pedro, lo scambio di persona tra Ero e Margherita, la finta morte di Ero, la finta figlia di Antonio, le maschere ... tutto questo "rumore" finirà  nel nulla come era nato dal nulla e allora ... ha ragione Benedetto ... Balliamo!».
«Ci saranno tanta musica e tante canzoni, due pianoforti, un flauto e delle chitarre in scena. Sarà  tutta musica dal vivo. I ragazzi canteranno e suoneranno molto. Sono motivi nati apposta per lo spettacolo, che di per sé già  contiene tante canzoni. I costumi saranno a volte indossati, a volte solo appoggiati e a volte trascinati da attori in abiti di tutti i gior­ni, a seconda degli stati d'animo, a seconda della "maschera", del ruolo, dell'apparenza».

Per tutte le informazioni sulla stagione teatrale si rinvia a: Teatro Verdi. Stagione di Prosa 2008-2009.