Vittoria Aganoor
Una “Leggenda” dall’Oriente alla Belle Epoque
VITTORIA AGANOOR
Una “Leggenda” dall’Oriente alla Belle Epoque
di Carlo Bertinelli
Con: Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli
Nel presente, ambientato in un caffè di Venezia, un cameriere racconta la leggenda di una casa dove “due che si amarono vollero morirvi insieme”.
La “leggenda” si intreccia con la vita di Vittoria Aganoor, che proprio a Venezia aveva intenzione di acquistare la “casa degli innamorati” (Venezia, marzo 1895) e in una lettera recentemente ritrovata, dove la casa è finemente disegnata, esalta la bellezza della morte insieme per amore.
Il mistero dell’ultima tragedia romantica della Belle Epoque – che ha sullo sfondo l’Italia dall’Unità d’Italia alla vigilia dello scoppio della Grande Guerra (1855-1910) – scorre parallelamente alla vita di Vittoria e Guido, alle vicende della sua famiglia, all’amore per la natura, che si tramuta in versi e poesia (“Leggenda eterna”, 1900; “Nuove liriche” 1908).
Vittoria Aganoor è una donna misteriosa e affascinante, di origine armena, nata a Padova, ma vissuta a Venezia, Napoli, Basalghelle (TV) e infine, dopo il matrimonio con il deputato Guido Pompilj, a Perugia e sulle rive umbre del lago Trasimeno.
La regia di questo spettacolo è articolata in quadri, che si spostano dalla vita della poetessa ambientata in un passato lontano e i quadri di un presente nel quale inizia il racconto.
Se il racconto contemporaneo prende il via dalla “leggenda” della casa degli innamorati (che vollero morirvi insieme), il passato comincia mettendo in parallelo le vite dei due coniugi. Vittoria Aganoor viene ritratta all’apice della propria fama, mentre tiene una conferenza al Collegio Romano, alla presenza della Regina Margherita e di molte sue ammiratrici. Guido Pompilj, il marito, viene invece fissato nell’apice
della disperazione, dopo la perdita di una donna tanto empatica, senza la quale realizza di non poter vivere. L’ultima tragedia romantica della Belle Epoque (il suicidio dell’Onorevole sul capezzale della moglie), viene gradualmente svelata come un giallo e i flashback nei quadri che delineano la vita della poetessa, sono preceduti dalla cronaca di quella terribile notte.
La suspance, non impedisce però ai quadri di essere leggeri, di tratteggiare momenti teneri, malinconici, divertenti o focosi, scivolando gradualmente dalla giovinezza alla maturità di Vittoria Aganoor. Nei quadri moderni la ragazza e il cameriere si incontrano sistematicamente una volta la settimana: la giovane si concede un bicchier di vino seduta al tavolino del solito bar, mentre l’estate lascia dolcemente posto all’inizio dell’autunno. Di settimana in settimana è un susseguirsi di variazioni metereologiche, che influiscono sullo stato d’animo della ragazza: “sente il tempo” come lo sentiva la poetessa, con una sensibilità che le consentiva di descrivere in versi le sfumature della natura.
Su questa affinità artistica, su questa sensibilità comune alla poetessa del passato e alla giovane artista di oggi, si strutturano i brevi dialoghi tra la ragazza e il cameriere. Per raccontare questa storia,
la regia si avvale di foto originali di fine Ottocento, alternate a didascalie che collocani i vari luoghi e gli anni in cui si sposta la vicenda. Il tutto è montato con una tecnica di “multivisione” mescolata a voci fuori campo, musiche e suoni.
Informazioni
Teatro Ortaet
Cell. 393 9909412
www.teatrortaet.it - info@teatrortaet.it
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