Wadada Leo Smith Golden Quartet

Compositore, solista, didatta, saggista, teorico, Wadada Leo Smith (1941, Leland, Mississippi) è tra gli autori più importanti della musica afroamericana degli ultimi decenni. Dopo la sua prima formazione, intrisa di blues e di musica bandistica, entra in contatto con il gruppo di musicisti di Chicago appartenenti alla AACM.

Incide in trio con A. Braxton e L. Jenkins e poi con il Creative Construction Company, distinguendosi per uno stile che valorizza il "€œframmento"€ sonoro di contro alle frasi legate e veloci del jazz. Negli anni 70 fonda il New Dalta Ahkri e fonda l"€™etichetta Kabell per la quale pubblica anche "€œCreative Music 1"€ per tromba sola. Smith si esprime spesso come poli-strumentista, cercando un nuovo linguaggio per una sua "€œmusica del mondo"€. Pubblica il saggio "€œNotes"€, tradotto anche in italiano nel 1981 (Nistri-Lischi), dove sviluppa una propria metodologia compositiva-improvvisativa basata sui "€œrhythm-units"€ e una tecnica battezzata "€œahkreanvention"€, che affida a particolari simboli grafici e pittorici una simultaneità  di eventi sonori (durata, carattere dell'€™improvvisazione, movimenti ritmici). I suoi partner di quegli anni sono Anthony Davis, Oliver Lake, Henry Threadgill, Bobby Naughton, Dwight Andrews. Dirige una big-band con Roscoe Mitchell, suona in trio con Kowald e Sommer. Negli anni 80 diminuisce la sua attività  pubblica, dedicandosi alla ricerca e all'€™insegnamento, ricevendo numerosi riconoscimenti da istituzioni culturali americane. Nel decennio successivo Wadada Leo Smith torna a produrre numerose opere, accostandosi alla sperimentazione elettronica, ma suonando anche musica popolare oppure fondando con il chitarrista Henry Kaiser il gruppo "€œYo Miles!"€, che rilegge il repertorio "€œelettrico"€ di Miles Davis. Pubblica diversi lavori per la Tzadik di John Zorn, suona in duo con Braxton e lo stesso Zorn, ma soprattutto dirige il Golden Quartet. Che inizialmente radunava Anthony Davis al piano, il compianto Malachi Favors al basso e Jack De Johnette alla batteria, ora sostituiti da Vjay Iyer, John Lindberg e Ronald Shannon Jackson (quest"€™ultimo già  a fianco di Albert Ayler, Ornette Coleman, Cecil Taylor e direttore della Decoding Society). La poetica di Smith è rimasta fedele a se stessa malgrado la varietà  delle situazioni affrontate. Il suono di tromba e flicorno è ancora acre, scuro, ma sa diventare dolce, luminoso, coprendo un vasto spettro di sfumature.

Wadada Leo Smith, tromba
Vijay Iyer, pianoforte
John Lindberg, basso
Ronald Shannon Jackson, batteria