Ernesttico Cuban Jazz Quartet

Ernesttico Cuban Jazz Quartet

Latin jazz per il "Cuban Jazz Quartet" del percussionista Ernesttico, accompagnato da Omar Lopez alla tromba, Ivan Bridon al pianoforte e percussioni e Daniel Martinez al basso e chitarra.







Nato dal desiderio di riprendere le sue radici e la sua formazione musicale jazzistica, Ernesttico organizza questo incontro con tre musicisti cubani di altissimo livello: Ivan Bridon, Daniel Martinez, Omar Lopez. L'Ernesttico "Cuban Jazz Quartet" propone un repertorio formato da pezzi originali che rappresentano l’ampia gamma dei generi musicali che appartengono al panorama culturale cubano; essi inoltre ripropongono dei classici del Jazz, naturalmente interpretati con il linguaggio latino. Di grande carattere teatrale e di sicuro effetto come spettacolo, questo progetto coinvolgerà  anche il pubblico che parteciperà  alle prove di ritmo e agli inviti al canto proposti dal Cuban Jazz Quartet.

Ernesto Rodriguez Guzman, meglio conosciuto come Ernesttico, è diventato oggi uno dei percussionisti più popolari in Italia. Tale affermazione è dimostrata da un curriculum, malgrado la giovane età , a dir poco impressionate. Nasce nel 1971 a L'Avana (Cuba), dove 19 anni più tardi si laurea come professore e strumentista in percussioni nel Conservatorio Nazionale. L’anno dopo la conclusione degli studi, la direzione della istituzione gli propone l’incarico di docente nella propria scuola. La carica accademica e l'esperienza raggiunta nell'insegnamento gli permettono di impartire lezioni e seminari a Cuba, Venezuela, Italia e all'estero. Inizia così la sua attività  professionale e l'incursione nel campo del jazz, della salsa e della fusion, che lo porta ad importanti collaborazioni con prestigiosi musicisti tra cui: Emiliano Salvador, Gonzalo Rubalcaba, Pat Metheny, Gloria Estefan, Paul H. Jeffrey, Orchestra Tropicana. Inoltre si esibisce nelle tournée di alcune popstar, tra cui: Pino Daniele, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Raf, Fabio Concato, Anna Oxa, Carmen Consoli, Laura Pausini, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Elisa, Luciano Ligabue e molti altri. Lo stile personale di Ernesttico si distingue per la sua concezione di lavoro con le percussioni. La ricerca di nuove forme di linguaggio, sia timbriche che ritmiche, si basa su una combinazione di percussioni, batteria, sintetizzatori e voce. La notevole indipendenza di braccia e gambe gli permette di ottenere una moltitudine di suoni che danno la sensazione di ascoltare vari musicisti, quando in realtà  è uno solo.

Ernesttico "Cuban Jazz Quartet"
Ernesttico: percussioni
Ivan Bridon: piano, percussioni e voce
Daniel Martinez: basso, chitarra e voce
Omar Lopez: tromba

Dalle Tre Venezie al Nordest

Dalle Tre Venezie al Nordest

Dalle Tre Venezie al Nordest

In occasione dell'11° edizione del "Premio del Libraio - Città  di Padova" indetto dall'Associazione Librai dell'ASCOM di Padova il giornalista e vicedirettore del Gazzettino Edoardo Pittalis ha presentato il suo ultimo libro in due volumi intitolato "Dalle Tre Venezie al Nordest" accompagnato dalle musiche di Gualtiero Bertelli e Paolo Favorido.







"". E' il titolo della serata che si svolgerà  al Caffè Pedrocchi. Ospite Edoardo Pittalis, vicedirettore del Gazzettino, il quale presenterà  il suo nuovo libro, edito della Biblioteca dell'immagine di Pordenone.

"Dalle Tre Venezie al Nordest" è un libro di cronaca e storia. Il primo volume è dedicato ai primi cinquant’anni del secolo scorso, raccontati col piglio agile e vivace del giornalista mescolato allo scrupolo dello storico, intrecciando costantemente la "Grande storia" degli eventi geopolitici mondiali, con la piccola storia della quotidianità , fatta di personaggi "minori" solo per convenzione, di bilanci familiari che non quadrano mai, di miseria, di emigrazione, di guerre, ma anche di momenti di divertimento e di serenità , di solidarietà  e di condivisione di quel poco che passava il convento. Il secondo volume racconta la storia dal 1950 al 2003, gli anni della ricostruzione, gli anni dell'emigrazione in Europa e in Australia e Canada, il primo miracolo economico, la grande esplosione dell'industria e della finanza delle tre regioni. I protagonisti della storia, della politica, dell'economia, dello sport, della cultura: da De Gasperi a Bisaglia a De Michelis; da Maci Battaglini a Nereo Rocco sino a Roberto Baggio. Dai morti in miniera a Marcinelle alla tragedia del Vajont, all'alluvione, al terremoto in Friuli. La storia di una terra come un grande racconto popolare, con protagonisti grandi e piccoli, le canzoni di un'epoca, i film, lo sport. Sino alla conquista dell'Est europeo, al collasso del traffico, alla Tangenziale di Mestre.

Edoardo Pittalis è editorialista e vicedirettore del “Gazzettino”, dove lavora dal 1980 e per il quale è stato tra gli autori della Nostra storia (1987) e La nostra guerra (1990). Ha scritto L’ultima guerra (1990), Le Olimpiadi (1992), La nostra repubblica. 50 anni di storia visti dal Nordest (1996). Ha ideato e coordinato Cent’anni di Nordest (2000). Col libro Cossiga, scritto con Alberto Sensini (1987), ha vinto il Premio Parlamento. Per le Edizioni Biblioteca dell’Immagine ha pubblicato Dalle tre Venezie al Nordest. I° vol. (1900-1950) (2002) e Dalle tre Venezie al Nordest. 2° vol. (1950-2003) (2003).

Gualtiero Bertelli: nato a Venezia nel 1944, cresciuto in una famiglia operaia, si occupa sin da giovane di ricerca sulla musica popolare veneta e comincia a scrivere canzoni, influenzato anche dall'ascolto dei dischi di "Cantacronache". Bertelli è infatti profondamente radicato nel suo ambiente sociale e politico. Parla, scrive e canta in dialetto, che non è però un ostacolo alla diffusione e alla comprensione delle sue canzoni, ricorrendo all’italiano quando il discorso si allarga e quando riguarda persone e situazioni al di fuori del contesto in cui le canzoni nascono. Nel 1980 Bertelli si presenta come indipendente alle elezioni amministrative di Mira, suo comune di residenza e di lavoro e viene eletto consigliere comunale, poi assessore alla cultura e alla pubblica istruzione. Condurrà  l’attività  amministrativa fino al 1990. Dal 1985 lavora poi all'IRRSAE del Veneto occupandosi, fino al 1994, di formazioni di insegnanti e dirigenti scolastici in servizio. Entra così nel mondo della formazione degli adulti, ambito nel quale ancora oggi svolge la sua attività  professionale all’interno di una primaria società  di consulenza. Dal 1999 ha ripreso con buona continuità  l’attività  concertistica che realizza con il contributo creativo e tecnico del pianista Paolo Favorido e con la partecipazione, in alcuni casi, delle voci della figlia Cecilia e di Giuseppina Casarin.

Rosa Emilia Quartet

Rosa Emilia Quartet

La cantante brasiliana Rosa Emilia che, accompagnata dal suo quartetto, ha inciso il suo ultimo CD intitolato "Baiana da Guanabara".



Rosa Emilia, cantante bahiana da tempo residente in Italia, con questo cd fa un tributo al musicista brasiliano Nelson Angelo. La voce di Rosa Emilia, che si estende su una gamma di toni ora caldi e suadenti, ora acuti come un grido, ci accompagna attraverso un poetico diario brasiliano composto da molteplici stati d'animo, interpretando canzoni per lo più inedite con testi dello stesso Nelson Angelo, di Fernando Brandt e Cacaso. Lei è come la sua voce, insieme solare e profonda.
Rosa Emilia racconta il suo Brasile: quello della fisicità  di terra e natura, quello dei sentimenti delicati e profondi, ma anche quello scanzonato e autoironico al ritmo di samba.
Per realizzare questo nuovo progetto, Rosa ha lavorato fra il Brasile e l’Italia con artisti importanti come Jacques Morelenbaum, Marcos Suzano, Nelson Angelo, Gilson Silveira e tanti altri ancora. Il risultato è un disco senza età  e allo stesso tempo moderno, poetico e multicolore.


Rosa Emilia Quartet
Rosa Emilia – voce
Marco Ponchiroli – pianoforte
Edu Hebling - basso elettrico, contrabbasso
Marco Carlesso – batteria

Bosko Petrovic Trio

Bosko Petrovic Trio

Bosko Petrovic Trio

Nel trio "All stars" il vibrafonista di Zagabria Bosko Petrovic è accompagnato da Primoz Grasic alla chitarra e Mario Mavrin al basso elettrico.



Il vibrafonista Bosko Petrovic è nato nel 1935 a Bjelovar (Croazia) e dal 1950 è attivo professionalmente sulla scena jazz a capo di vari combo, orchestre e come collaboratore di artisti di fama mondiale.
I primi successi sono riscossi con il “Zagreb Jazz Quartet” nei primi anni sessanta: con questa formazione Bosko inizia a espandere in tutta Europa la sua attività . Il gruppo in seguito denominato “B.P. Convention” nel 1970 ospiterà  artisti del calibro di Art Farmer, Joe Pass, Oliver Nelson, Gery Mulligan, Stan Getz, Ray Brown, Tito Puente…
Con più di 20 album al suo attivo, Bosko è una delle punte di diamante del mainstream jazz europeo. Dal 1961 partecipa annualmente al “Newport Jazz Festival”; è conosciuto, rispettato ed invitato ad esibirsi in tutto il mondo.
Oggi Bosko vive e lavora a Zagabria, collaborando come direttore artistico a tutti i jazz festival della ex-Jugoslavia dal suo “BP Club” e tramite la sua etichetta discografica “Jazzette”.
Si presenta al Caffè Pedrocchi con il suo trio “Bosko Petrovic All Stars”, assieme al chitarrista Primoz Grasic – vera e propria star del jazz sloveno e croato – e al bassista Mario Mavrin, un fantasista dello strumento dotato di una tecnica sorprendente, compagno artistico di Bosko Petrovic da quasi 40 anni; una band dalle sonorità  avvolgenti, eleganti, attraverso la quale Bosko può esprimere tutta la sua enorme esperienza artistica ed il sound che lo ha reso famoso.

Bosko Petrovic Trio
Bosko Petrovic – vibrafono
Primoz Grasic – chitarra
Mario Mavrin – basso elettrico

Piccola Bottega Baltazar

Piccola Bottega Baltazar

La Piccola Bottega Baltazar nasce alla fine dell'estate del 2000. Ne fanno parte musicisti dalle diverse esperienze, riuniti dalla volontà  di riproporre un repertorio in equilibrio tra la canzone d'autore, la musica popolare europea ed il jazz.



Vincitrice del premio per la canzone d'autore "Valmarana" nell'ottobre del 2000, si è classificata seconda al "Daigo Hot music festival" nell'aprile 2001 ed ha ricevuto, nello stesso periodo, ottime critiche al Premio Nazionale per la canzone d'autore "Città  di Recanati".
Nell'estate del 2001 ha scritto, arrangiato ed eseguito le musiche per lo spettacolo teatrale "Gl'innamorati", su testo di Carlo Goldoni, per la regia di Stefano Scandaletti, e per "Vozi dal mar e dala tera", bestiario di poesia veneta e musica per la regia di Pino Costalunga.
Nel 2002 si dedica alla produzione di due spettacoli-concerto. Il primo, "Bistrò '900", ricrea le atmosfere parigine di un tempo proponendo brani di musicisti e cantautori che hanno segnato indelebilmente il secolo passato.
Il secondo si intitola "Poco tempo, troppa fame" - omaggio a Fabrizio de Andrè - e propone una rilettura personale del repertorio del cantautore genovese, arricchita da storie curiose e composizioni originali. Da quest'ultimo lavoro è stato tratto un cd prodotto dalla casa discografica Azzurra music di Verona e pubblicato nel dicembre del 2002.
Nello stesso mese la Piccola Bottega Baltazar vince il concorso nazionale riservato alla musica acustica "Risonanze 2002" e, nel gennaio 2003, si costituisce come associazione culturale allo scopo di operare nel campo della ricerca, del recupero e della diffusione della musica tradizionale e d'autore.
Nel 2003, il gruppo si è dedicato alla promozione del disco d'esordio esibendosi in vari contesti invitata da scuole, manifestazioni, locali, televisioni, teatri, radio e festival. Inoltre, nell'estate 2003, intraprende una tournée in Spagna (in collaborazione con il circuito Giovani Artisti Italiani) invitata ufficialmente dal festival di Pardinas in Galizia.
Nel marzo 2004 esce il secondo cd "Canzoni in forma di fiore", nella prestigiosa collana d'autore prodotto da Azzurra music. Il disco contiene esclusivamente brani originali. Ad aprile 2004 debutta il nuovo spettacolo "In forma di fiore" in cui i brani dell'ultimo cd della Piccola Bottega Baltazar vengono rivisitati a metà  tra l'acustico e l'elettronico.


Piccola Bottega Baltazar
Giorgio Gobbo - voce e chitarra
Sergio Marchesini - pianoforte, fisarmonica
Marco Toffanin - fisarmonica
Antonio De Zanche - contrabbasso
Enrico Bognolo - live electronics

internet: www.piccolabottegabaltazar.it

Spettacolo della Fanfara degli Amici di Gros-de-Vaud e della Corale della Polizia di Lausanne

Spettacolo della Fanfara degli Amici di Gros-de-Vaud e della Corale della Polizia di Lausanne

Spettacolo della Fanfara degli Amici di Gros-de-Vaud e della Corale della Polizia di Lausanne

La Fanfara degli Amici di Gros-de-Vaud e degli Anziani di Jorat, assieme alla Corale del Corpo di Polizia di Lausanne, presentano un'esibizione con un programma di musiche popolari sotto la direzione di Gaston Amiet e del Maestro Jaen-Pierre Guignard.
La Fanfara è composta da 27 musici; la Corale è composta da un organico di 25 persone.

Mercoledi 16 giugno 2004
ore 17,30
Cortile Palazzo Moroni
INGRESSO LIBERO

Fanfare des Amis du Gros-de-Vaud et Anciens du Jorat

Programma:
SALUTO LUGANO, Marcia Siegfried Rudel
MOESA, valzer Luigi Rattani
ANTON AUS TIROL, aria del Tirolo Dj Otzi, arr. Jan van Kraeydonek
MALAGA, pasodoble Amiet
L’ASSIETTE VALLAISANNE, marcia arr. Gaston Amiet
BELGAMO, marcia Max Leemann
EDELWEISS ET GENTIANE, polka Jakob Bieri
HAPPY MARCHING BAND, medley Siegfried Rudel
WIEN BLEIBT WIEN, marcia J. Schrammel
CE N’EST QU’UN AU REVOIR arr. G. Amiet
AMAZING GRACE, con Cor del Alpes arr. Hautvast

Chorale du Corps de Police de Lausanne

Programma:
LE VIEUX CHALET, canto popolare Abbè Joseph Bovet
ALLA MATINA, canto popolare autore ignoto
LA MARCHE DU CIRQUE Franck Martin (compositore)
HYMNE A L’AMOUR Edith Piaf, arr.RaphaÍ«l Osorio
ESTRELA DO CEU E LUA NOVA Heitor Villa Lobos, arr. Raphaͫl Osorio
LA MAISON DU BONHEUR, canto di cowboys harmonisation Jean Rochart
LES ROUTES DU MONDE, canto del fante testo di Maurice Zermatten, musica di Carlo Boller
EL CONDOR PARA, aria popolare delle Ande arr. Patrick Bocherens
VENERABILIS Barba capucinorum W. A. Mozart
MELI MELO Abbè Jopseph Bovet
LES PETITS CAFFES Anne Vanderlove, arr. Dominique Gesseney-Rappo

Per Informazioni:
Tel ++39 049 8205627 - 5607

Romeo e Giulietta

Romeo e Giulietta

Romeo e Giulietta

Il Balletto dell'Opera di Stato di Turchia portera in scena la famosa opera; la lettura che Magalashvili dà  del capolavoro di Shakespeare è tesa ad esprimere i valori, le passioni, i drammi dei suoi personaggi attraverso una coreografia che combini in sé sia la grandiosità  di un affresco rinascimentale, sia il sottile psicologismo dell’arte del XX secolo.

Romeo e Giulietta
Balletto in tre atti
Musica: S. Prokofiev
Libretto: Nugzar Magalashvili da W. Shakespeare, nella sceneggiatura di S. Prokofiev
Coreografia: Nugzar Magalashvili

Presentazione:
Questa versione del balletto “Romeo e Giulietta” va in scena per la prima volta nel 1999, riscuotendo immediatamente unanime consenso di pubblico e il plauso della critica. Lo stile coreografico parte dall’architettura della musica di Prokofiev e la riflette nei movimenti stessi degli artisti e nella tessitura narrativa dello spettacolo, evitando possibili incongruenze tra testo musicale e libretto.
Il solido impianto stilistico classico, della più pura tradizione accademica, e il dosato utilizzo di tecniche e plasticità  contemporanee si armonizzano efficacemente, rendendo lo spettacolo coerente con l’intento del compositore, ma anche gradevolmente fruibile dal pubblico.
Presentato al Festival Internazionale di Aspendos (Turchia) nel 2003, in uno splendido anfiteatro greco-romano gremito da 8.000 spettatori, il “Romeo e Giulietta” di Magalashvili è attualmente in repertorio nei Teatri Statali dell’Opera di Istanbul, Izmir e Mersin.


Libretto:
L’amore della splendida nobildonna veronese Rosalina non impedisce a Romeo Montecchi di partecipare alle allegre avventure dei suoi amici Mercuzio e Benvoglio, né agli scontri di strada tra i rappresentanti della propria famiglia e quelli della famiglia Capuleti, da tempo impegnate in un conflitto che aveva già  fatto numerose vittime. Un ennesimo scontro si verifica all’alba. Il Duca di Verona, dopo un tentativo di rappacificare i capi delle due famiglie, proclama un editto, in base al quale chi si renderà  responsabile di spargimenti di sangue pagherà  con la vita. In casa Capuleti, la nutrice cerca inutilmente di far alzare Giulietta da letto. I genitori di Giulietta entrano nella stanza e le ricordano che non è più una bambina e che al ballo imminente dovrà  incontrare il suo promesso sposo, il conte Paride. Al ballo, mentre dame e cavalieri danzano, Romeo e i suoi amici, mascherati, riescono ad introdursi nella sala. Urtandosi per caso, Romeo e Giulietta capiscono di amarsi fin dal primo sguardo. Tibaldo, cugino di Giulietta, riconosce in Romeo un rappresentante della famiglia avversa. Romeo e Giulietta si incontrano di notte e dichiarano l’uno all’altra il proprio amore.
Durante il carnevale, Giulietta e Romeo, con l’aiuto della nutrice, si accordano per sposarsi segretamente. Padre Lorenzo celebra il matrimonio nella speranza che questa unione ponga fine alla faida mortale tra le due famiglie. Nell’impazzare del carnevale, Mercuzio e Tibaldo si scontrano faccia a faccia, ben lieti di approfittare del minimo pretesto per scatenare una rissa che, ben presto, si trasforma in uno scontro all’arma bianca, mentre Romeo cerca invano di separare i contendenti. Utilizzando la mano dello stesso Romeo, Tibaldo ferisce Mercuzio a morte. Mentre la folla piange la morte di Mercuzio, Romeo insegue Tibaldo, lo raggiunge e, dopo una furiosa lotta, lo uccide, vendicando la morte dell’amico. Attirata dal chiasso, Giulietta accorre in tempo per veder morire il cugino. Padre Lorenzo conduce via Romeo per sottrarlo all’ira del Duca. All’alba del giorno seguente, Romeo si congeda da Giulietta e lascia Verona. I genitori di Giulietta tentano invano di costringerla a sposare il conte Paride, gettandola in preda alla più nera disperazione. Padre Lorenzo le suggerisce un piano: dovrà  bere una pozione che la farà  cadere in un sonno profondo, in tutto simile alla morte; nel frattempo Padre Lorenzo avrebbe informato Romeo che, nottetempo, si sarebbe introdotto nella cappella mortuaria della famiglia Capuleti in tempo per il risveglio di Giulietta dalla catalessi e l’avrebbe condotta definitivamente via da Verona.
Giulietta finge di acconsentire al matrimonio con Paride e beve la pozione. Gli allegri preparativi alla cerimonia vengono interrotti dalle grida disperate della nutrice che ha trovato Giulietta morta nel suo letto. Il corteo funebre si dirige alla cappella mortuaria. La notizia della morte di Giulietta raggiunge Romeo prima dell’informazione da parte di Padre Lorenzo. Penetrato nella cappella mortuaria, Romeo piange sulla tomba dell’amata, le dice addio per sempre e, si suicida. Giulietta, risvegliatasi, vede il corpo senza vita del suo amato. Senza Romeo, la vita non ha più alcun significato per lei e, afferrato l’acuminato pugnale di Romeo, Giulietta si trafigge il cuore. Soltanto di fronte ai cadaveri dei propri figli i capi delle due famiglie riescono a dimenticare la loro sanguinosa rivalità .

Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Per la prima volta a Padova si è esibito nel luglio 2004 al Teatro Verdi il Balletto Nazionale di Pechino, con uno spettacolo composto da danze liriche e danze acrobatiche, a tematica storico-nazionale.



Le Giovani Signore di Chu
Durante il regno dell’imperatore Chu Ling Wang, del periodo dei Regni Combattenti (475 – 221 a.C.), la vita stretta era assurta, per lo meno a corte, a simbolo della bellezza femminile. La danza di quel periodo, tipica del sud della Cina e, più precisamente delle valli dei fiumi Yangtze e Huai, è quindi basata su movimenti della cintola e della vita, tesi a sottolinearne l’importanza nella complessiva armonia del corpo femminile. La poesia stessa riflette il gusto dell’epoca con i versi “il vento di primavera ha spezzato la piccola vita come un ramo di salice”. Tecnicamente, per far risaltare il movimento della vita, ma anche come simbolo religioso dell’antica cultura dei regno di Chu, le danzatrici utilizzano lunghe piume indossate sul capo, che esprimono, al tempo stesso, una gamma di emozioni: la vibrazione indica soddisfazione, la caduta vuol dire amore, l’innalzamento significa orgoglio.

Il Fascino dei Tamburi
Al calare del sole risuonano i tamburi e si sprigiona una esuberante danza, fatta di movimenti flessuosi ed energici al tempo stesso che sono espressione materiale della grande vitalità  della nazione. La musica è tratta dal film “I Guerriglieri della Ferrovia”.

Ideogramma
“Dall’alto in basso, da sinistra a destra”, i complessi movimenti, che stilizzano quelli del dragone e della fenice, tracciano nell’aria immaginari ideogrammi, dove la perfezione e l’eleganza esecutiva ben si associano all’idea di un’opera calligrafica, forma artistica tenuta in grande considerazione in Cina.

Cambridge Addio
“Parto in silenzio, come in silenzio sono venuto, e in silenzio le rosee nubi saluto nel cielo a occidente”. Sono i primi versi del poema di Zhu Ximo, celebre poeta cinese che studiò a Cambridge, cui è dedicato questo a solo maschile contemporaneo.

Il Canto di Ta
Danza femminile di gruppo dell’etnia Yilan, popolare nel periodo compreso tra le dinastie del Nord e del Sud (420 – 589 d.C.), esprime l’emozione romantica e l’entusiasmo della giovinezza delle donne cinesi attraverso l’approccio tradizionale di “danzare cantando”. Il brano è stato ricreato come simbolo della rinascita della danza cinese grazie ad antiche immagini e alle descrizioni, contenute nelle poesie classiche cinesi.

Spirito Eroico
Danza con spade che sottolinea l’abilità  e il valore nelle arti militari, lo spirito di abnegazione e di sacrificio dei guerrieri cinesi. Ispirata ad un episodio di guerra avvenuto nel 202 a.C. presso Gaixia, rappresenta la strenua difesa delle truppe di Xiang Yu assediate dall’armata di Liu Bang. Sottolineando la plastica maschile, fa risaltare il tragismo dell’obbedienza al dovere attraverso l’uso del vocabolario della danza classica cinese, su musica dell’antico brano anonimo “Xiang Yu il Conquistatore”.

Le Attrici dell'Opera Cinese
Danza femminile di gruppo, ispirata alla eleganza e alla bellezza delle attrici dell’opera tradizionale di Sichuan, dove i ricchi costumi, decorati di piume e i movimenti esperti creano un’atmosfera di giovanile felicità .

L'Imperatore Qin passa in rassegna le Truppe
Danza maschile dedicata alla memoria dell’imperatore Qin, il tiranno che, dal 221 al 207 a.C., unificò la Cina e del quale i successori dinastici immortalarono la memoria, seppellendo nella sua tomba il celebre Esercito di Terracotta. La danza mostra l’ardimento dei Cinesi utilizzando la tecnica d’abilità  e l’espressività  della danza tradizionale cinese, con movimenti unici al ritmo incalzante della musica popolare “I Grandi Tamburi di Jiangzhou”.

Rouge
“Ho aspettato spasmodicamente per lungo tempo e senza via d’uscita. Sono ritornata nel mondo per cercare il vero amore. In questa ricerca senza fine mi sono sentita terribilmente persa e sto ancora aspettando. Così ho continuato”. Una struggente danza, su musiche tratte dai film “Ruan Lingyu” e “Il Tempo dei Fiori” e da uno splendido a solo del celebre violoncellista Yo Yo Ma, dedicata a Ruan Lingyu, la “Greta Garbo cinese”, famosissima attrice che raggiunse l’apice della celebrità  negli anni ’30. Con un’infanzia difficile alle spalle e una vita sentimentale infelice, finì tragicamente suicida nel 1935.

Il Fiume Giallo
Danza di gruppo su musica di un celebre concerto per pianoforte e orchestra su motivi de “La Cantata del Fiume Giallo”, dedicata al Fiume-Madre, culla della civiltà  cinese. Esprime lo sforzo di liberazione delle masse contadine della Cina dal giogo straniero e l’orgoglio della costruzione di una nuova e libera Cina.

Danza Antica con Spirito Moderno
Danza di gruppo che riassume le tecniche fondamentali della danza tradizionale cinese, con le sue posizioni fondamentali, il suo fascino ritmico, le lunghe maniche e le spade, riallestita con gusto neo-classico, a sottolineare la bellezza estetica delle tecniche di forza e abilità .

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Il Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo ha presentato nel luglio 2004 al Teatro Verdi lo spettacolo: Il Lago dei Cigni.



Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo:
Direttore Artistico: Konstantin Rassadin

Il Balletto Statale sul Ghiaccio è stato fondato nel 1967 dal celebre coreografo Konstantin Boyarski e, dal 1980, è diretto dall’attuale direttore artistico e primo coreografo, Konstantin Rassadin, Artista Emerito di Russia ed ex solista del Teatro Kirov – Marinski. La compagnia è, pertanto, degna continuatrice delle tradizioni della scuola pietroburghese del balletto classico russo.
Anche la direzione musicale è affidata ad un artista di tutto rilievo, il direttore Leo Korkhin, musicista di grande esperienza e talento, che in passato ha diretto celebri orchestre, tra cui la gloriosa Orchestra Sinfonica “D. Shostakovich” della Filarmonica di San Pietroburgo.
Nel corso della sua esistenza, il Balletto sul Ghiaccio ha potuto annoverare tra i propri artisti i più famosi campioni di pattinaggio su ghiaccio, tra cui i più volte campioni d’Europa e del Mondo, due volte campioni olimpici Ljudmila Belousova e Oleg Protopopov, il più volte campione d’Europa e del Mondo, campione olimpico Aleksei Ulanov, la medaglia d’oro ai Campionati del Mondo di Pattinaggio, Ljudmila Smirnova.
Ma questo non deve far pensare che la compagnia presenti uno spettacolo in forma di “show on ice” o di rassegna di evoluzioni, sia pure virtuosistiche, dei campioni olimpici. In realtà , il Balletto sul Ghiaccio di San Pietroburgo si caratterizza come l’unica compagine di questo genere che porta sul ghiaccio, per prima al mondo, interi balletti del repertorio classico, restando fedele, nella coreografia come nella drammaturgia musicale, alla grande tradizione accademica russa.
Neppure si deve pensare che la compagnia necessiti, per esibirsi, di palazzi del ghiaccio, patinoires o palazzi dello sport: il balletto nasce e vive nei teatri ed è in essi che questa splendida formazione opera, adottando una propria particolare tecnologia di produzione del ghiaccio, assolutamente sicura per le persone e le strutture ospitanti, con un risultato straordinariamente spettacolare.
Le ultime produzioni realizzate, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Lo Schiaccianoci”, “Romeo e Giulietta”, “Cenerentola”, sono state presentate nei migliori teatri di Stati Uniti, Canada, Olanda, Germania, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda. Ovunque il successo di pubblico e di critica è stato strepitoso.

Allestito per la prima volta nel 1877 presso il Teatro Bolshoy di Mosca con la coreografia di Reisinger, il “Lago dei Cigni”, considerato oggi il massimo capolavoro della coreografia classica, che ha appassionato e continua ad appassionare generazioni di spettatori, nasce sotto cattivi auspici, all’insegna di asperrime critiche all’indirizzo del compositore e del coreografo. Successivamente riallestito da Hansen, non migliora le proprie posizioni nel gradimento del pubblico e della critica del tempo. Occorrerà  attendere ben 18 anni affinché, nel 1895, con la nuova coreografia di Lev Ivanov e Marius Petipa, realizzata al Teatro Marinski di San Pietroburgo e ritenuta fondante della “tradizione”, lo spettacolo ottenesse il successo che lo ha, da allora in poi, sempre accompagnato.
Delle versioni di Reisinger e Hansen non è rimasto nulla, mentre Ivanov e Petipa hanno lasciato ai posteri immortali pagine coreografiche, quali il secondo atto, o atto bianco, con il suo struggente lirismo, le danze di carattere del terzo atto, che si succedono in un coinvolgente crescendo di emozioni, fino a sfociare nel celebre passo a due del Cigno Nero, con la sua ammaliante seduzione.
A partire da quel momento, generazioni di coreografi si cimenteranno con il capolavoro ciaikovskiano, ciascuno fornendone una propria lettura e arricchendone la realizzazione scenica con contributi propri.
La versione presentata da Konstantin Rassadin per il Balletto sul Ghiaccio di San Pietroburgo (in due atti e quattro quadri, che rispecchiano i tradizionali quattro atti) costituisce un originale adattamento della versione tradizionale di scuola e gusto pietroburghesi alla tecnica e alle particolari possibilità  sceniche del pattinaggio su ghiaccio. A parte i suggestivi effetti visivi creati dal ghiaccio, con giochi di luci, brillantezza e riflessi non altrimenti ottenibili, si rivela altrettanto interessante l’esecuzione in base ad una tecnica, imposta dalle lame dei pattini e da una superficie che non garantisce aderenza, sostanzialmente differente da quella della danza classica (punta e mezza punta), con un risultato, per certi aspetti, più spettacolare.

Libretto:

Atto Primo
Primo Quadro – Nel parco del castello si festeggia il compleanno del Principe Sigfrido. I saluti e gli auguri degli amici si alternano agli scherzi del buffone di corte, quando, annunciata dalla servitù, la Regina Madre entra per salutare il figlio. Regalatagli una balestra, gli ricorda che ormai la maggiore età  gli impone di scegliersi una sposa e che questo dovrà  avvenire in occasione del ballo del giorno dopo. Al crepuscolo, gli ospiti se ne vanno e Sigfrido resta solo in preda ad oscuri presentimenti. Avvistato uno stormo di cigni in volo verso il vicino lago, Sigfrido si precipita alla loro ricerca.
Secondo Quadro – Nel folto della foresta, i cigni approdano alla riva del lago e si trasformano in fanciulle. Sigfrido depone la balestra, colpito dal fascino e dalla straordinaria bellezza della regina dei cigni. Odette gli spiega che le ragazze-cigno sono vittime di un incantesimo ad opera del malvagio Rotbarth che solo un atto di supremo e totale amore può rompere. Sigfrido giura eterno amore a Odette, ma l’alba è ormai vicina e i cigni ritornano nelle acque del lago. Odette e Sigfrido si dicono addio.

Atto Secondo
Terzo Quadro – E’ la sera del ballo al castello. Una dopo l’altra, le più belle ragazze vengono presentate a Sigfrido, ma nessuna sembra interessargli: nel suo cuore c’è posto solo per Odette. Squilli di tromba annunciano l’arrivo di Rotbarth e di sua figlia Odile. Sigfrido rimane stupefatto dalla straordinaria somiglianza di quest’ultima con Odette. Odile non gli dà  tregua, lo seduce, lo incalza fino a fargli dichiarare il suo amore e a proporle di divenire sua sposa. Il perfido Rotbarth esulta: il giuramento d’amore di Sigfrido è rotto e nessuna forza può più contrastare il suo potere. Sigfrido, guardando il lago, si rende improvvisamente conto di essere caduto vittima di un tremendo inganno e corre via, a cercare la sua Odette.
Quarto Quadro – E’ notte. Sulla riva del lago, Odette racconta alle sue amiche dell’astuzia di Rotbarth e del tradimento di Sigfrido. Il principe, trafelato, la raggiunge e la prega di perdonarlo, ma cigni neri inviati dal malvagio stregone, cercano di separare i due innamorati. Sigfrido, cui l’amore dona una straordinaria forza, ingaggia una furiosa lotta con Rotbarth e lo uccide. E’ la fine del regno del male e i raggi del sole che sorge portano vita, amore e felicità …

Massimo Carlotto

Massimo Carlotto

Massimo Carlotto


Massimo Carlotto è uno scrittore di gialli che sta raccogliendo premi e riconoscimenti in tutta Europa.

Massimo Carlotto: classe 1956, nato a Padova ora vive a Cagliari. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo "Il Fuggiasco", pubblicato dalle edizioni E/O e vincitore del "Premio del Giovedì" 1996. Per la stessa casa editrice ha scritto poi numerosi romanzi noir (con protagonista il detective Alligatore) e reportage, coi quali si è aggiudicato prestigiosi premi come il "Dessì" del 1999 e il "Premio Scerbanenco" nel 2003. I suoi libri sono tradotti in vari Paesi (Spagna, Francia, Inghilterra, Germania). Massimo Carlotto è anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti. Tra gli spettacoli teatrali vanno citati "Polvere" (incentrato sulle morti da Amianto a Monfalcone) e "Terre" (che racconta una serie di storie di luoghi e popoli attraverso le esperienze di uno scrittore, di un attore e di un musicista). Di recente ha pubblicato il suo ultimo romanzo intitolato "L'oscura immensità  della morte" che ruota intorno alla vicenda di un rapimento e omicidio.

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