Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Spettacolo del Balletto Nazionale di Pechino

Per la prima volta a Padova si è esibito nel luglio 2004 al Teatro Verdi il Balletto Nazionale di Pechino, con uno spettacolo composto da danze liriche e danze acrobatiche, a tematica storico-nazionale.



Le Giovani Signore di Chu
Durante il regno dell’imperatore Chu Ling Wang, del periodo dei Regni Combattenti (475 – 221 a.C.), la vita stretta era assurta, per lo meno a corte, a simbolo della bellezza femminile. La danza di quel periodo, tipica del sud della Cina e, più precisamente delle valli dei fiumi Yangtze e Huai, è quindi basata su movimenti della cintola e della vita, tesi a sottolinearne l’importanza nella complessiva armonia del corpo femminile. La poesia stessa riflette il gusto dell’epoca con i versi “il vento di primavera ha spezzato la piccola vita come un ramo di salice”. Tecnicamente, per far risaltare il movimento della vita, ma anche come simbolo religioso dell’antica cultura dei regno di Chu, le danzatrici utilizzano lunghe piume indossate sul capo, che esprimono, al tempo stesso, una gamma di emozioni: la vibrazione indica soddisfazione, la caduta vuol dire amore, l’innalzamento significa orgoglio.

Il Fascino dei Tamburi
Al calare del sole risuonano i tamburi e si sprigiona una esuberante danza, fatta di movimenti flessuosi ed energici al tempo stesso che sono espressione materiale della grande vitalità  della nazione. La musica è tratta dal film “I Guerriglieri della Ferrovia”.

Ideogramma
“Dall’alto in basso, da sinistra a destra”, i complessi movimenti, che stilizzano quelli del dragone e della fenice, tracciano nell’aria immaginari ideogrammi, dove la perfezione e l’eleganza esecutiva ben si associano all’idea di un’opera calligrafica, forma artistica tenuta in grande considerazione in Cina.

Cambridge Addio
“Parto in silenzio, come in silenzio sono venuto, e in silenzio le rosee nubi saluto nel cielo a occidente”. Sono i primi versi del poema di Zhu Ximo, celebre poeta cinese che studiò a Cambridge, cui è dedicato questo a solo maschile contemporaneo.

Il Canto di Ta
Danza femminile di gruppo dell’etnia Yilan, popolare nel periodo compreso tra le dinastie del Nord e del Sud (420 – 589 d.C.), esprime l’emozione romantica e l’entusiasmo della giovinezza delle donne cinesi attraverso l’approccio tradizionale di “danzare cantando”. Il brano è stato ricreato come simbolo della rinascita della danza cinese grazie ad antiche immagini e alle descrizioni, contenute nelle poesie classiche cinesi.

Spirito Eroico
Danza con spade che sottolinea l’abilità  e il valore nelle arti militari, lo spirito di abnegazione e di sacrificio dei guerrieri cinesi. Ispirata ad un episodio di guerra avvenuto nel 202 a.C. presso Gaixia, rappresenta la strenua difesa delle truppe di Xiang Yu assediate dall’armata di Liu Bang. Sottolineando la plastica maschile, fa risaltare il tragismo dell’obbedienza al dovere attraverso l’uso del vocabolario della danza classica cinese, su musica dell’antico brano anonimo “Xiang Yu il Conquistatore”.

Le Attrici dell'Opera Cinese
Danza femminile di gruppo, ispirata alla eleganza e alla bellezza delle attrici dell’opera tradizionale di Sichuan, dove i ricchi costumi, decorati di piume e i movimenti esperti creano un’atmosfera di giovanile felicità .

L'Imperatore Qin passa in rassegna le Truppe
Danza maschile dedicata alla memoria dell’imperatore Qin, il tiranno che, dal 221 al 207 a.C., unificò la Cina e del quale i successori dinastici immortalarono la memoria, seppellendo nella sua tomba il celebre Esercito di Terracotta. La danza mostra l’ardimento dei Cinesi utilizzando la tecnica d’abilità  e l’espressività  della danza tradizionale cinese, con movimenti unici al ritmo incalzante della musica popolare “I Grandi Tamburi di Jiangzhou”.

Rouge
“Ho aspettato spasmodicamente per lungo tempo e senza via d’uscita. Sono ritornata nel mondo per cercare il vero amore. In questa ricerca senza fine mi sono sentita terribilmente persa e sto ancora aspettando. Così ho continuato”. Una struggente danza, su musiche tratte dai film “Ruan Lingyu” e “Il Tempo dei Fiori” e da uno splendido a solo del celebre violoncellista Yo Yo Ma, dedicata a Ruan Lingyu, la “Greta Garbo cinese”, famosissima attrice che raggiunse l’apice della celebrità  negli anni ’30. Con un’infanzia difficile alle spalle e una vita sentimentale infelice, finì tragicamente suicida nel 1935.

Il Fiume Giallo
Danza di gruppo su musica di un celebre concerto per pianoforte e orchestra su motivi de “La Cantata del Fiume Giallo”, dedicata al Fiume-Madre, culla della civiltà  cinese. Esprime lo sforzo di liberazione delle masse contadine della Cina dal giogo straniero e l’orgoglio della costruzione di una nuova e libera Cina.

Danza Antica con Spirito Moderno
Danza di gruppo che riassume le tecniche fondamentali della danza tradizionale cinese, con le sue posizioni fondamentali, il suo fascino ritmico, le lunghe maniche e le spade, riallestita con gusto neo-classico, a sottolineare la bellezza estetica delle tecniche di forza e abilità .

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo

Il Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo ha presentato nel luglio 2004 al Teatro Verdi lo spettacolo: Il Lago dei Cigni.



Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo:
Direttore Artistico: Konstantin Rassadin

Il Balletto Statale sul Ghiaccio è stato fondato nel 1967 dal celebre coreografo Konstantin Boyarski e, dal 1980, è diretto dall’attuale direttore artistico e primo coreografo, Konstantin Rassadin, Artista Emerito di Russia ed ex solista del Teatro Kirov – Marinski. La compagnia è, pertanto, degna continuatrice delle tradizioni della scuola pietroburghese del balletto classico russo.
Anche la direzione musicale è affidata ad un artista di tutto rilievo, il direttore Leo Korkhin, musicista di grande esperienza e talento, che in passato ha diretto celebri orchestre, tra cui la gloriosa Orchestra Sinfonica “D. Shostakovich” della Filarmonica di San Pietroburgo.
Nel corso della sua esistenza, il Balletto sul Ghiaccio ha potuto annoverare tra i propri artisti i più famosi campioni di pattinaggio su ghiaccio, tra cui i più volte campioni d’Europa e del Mondo, due volte campioni olimpici Ljudmila Belousova e Oleg Protopopov, il più volte campione d’Europa e del Mondo, campione olimpico Aleksei Ulanov, la medaglia d’oro ai Campionati del Mondo di Pattinaggio, Ljudmila Smirnova.
Ma questo non deve far pensare che la compagnia presenti uno spettacolo in forma di “show on ice” o di rassegna di evoluzioni, sia pure virtuosistiche, dei campioni olimpici. In realtà , il Balletto sul Ghiaccio di San Pietroburgo si caratterizza come l’unica compagine di questo genere che porta sul ghiaccio, per prima al mondo, interi balletti del repertorio classico, restando fedele, nella coreografia come nella drammaturgia musicale, alla grande tradizione accademica russa.
Neppure si deve pensare che la compagnia necessiti, per esibirsi, di palazzi del ghiaccio, patinoires o palazzi dello sport: il balletto nasce e vive nei teatri ed è in essi che questa splendida formazione opera, adottando una propria particolare tecnologia di produzione del ghiaccio, assolutamente sicura per le persone e le strutture ospitanti, con un risultato straordinariamente spettacolare.
Le ultime produzioni realizzate, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Lo Schiaccianoci”, “Romeo e Giulietta”, “Cenerentola”, sono state presentate nei migliori teatri di Stati Uniti, Canada, Olanda, Germania, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda. Ovunque il successo di pubblico e di critica è stato strepitoso.

Allestito per la prima volta nel 1877 presso il Teatro Bolshoy di Mosca con la coreografia di Reisinger, il “Lago dei Cigni”, considerato oggi il massimo capolavoro della coreografia classica, che ha appassionato e continua ad appassionare generazioni di spettatori, nasce sotto cattivi auspici, all’insegna di asperrime critiche all’indirizzo del compositore e del coreografo. Successivamente riallestito da Hansen, non migliora le proprie posizioni nel gradimento del pubblico e della critica del tempo. Occorrerà  attendere ben 18 anni affinché, nel 1895, con la nuova coreografia di Lev Ivanov e Marius Petipa, realizzata al Teatro Marinski di San Pietroburgo e ritenuta fondante della “tradizione”, lo spettacolo ottenesse il successo che lo ha, da allora in poi, sempre accompagnato.
Delle versioni di Reisinger e Hansen non è rimasto nulla, mentre Ivanov e Petipa hanno lasciato ai posteri immortali pagine coreografiche, quali il secondo atto, o atto bianco, con il suo struggente lirismo, le danze di carattere del terzo atto, che si succedono in un coinvolgente crescendo di emozioni, fino a sfociare nel celebre passo a due del Cigno Nero, con la sua ammaliante seduzione.
A partire da quel momento, generazioni di coreografi si cimenteranno con il capolavoro ciaikovskiano, ciascuno fornendone una propria lettura e arricchendone la realizzazione scenica con contributi propri.
La versione presentata da Konstantin Rassadin per il Balletto sul Ghiaccio di San Pietroburgo (in due atti e quattro quadri, che rispecchiano i tradizionali quattro atti) costituisce un originale adattamento della versione tradizionale di scuola e gusto pietroburghesi alla tecnica e alle particolari possibilità  sceniche del pattinaggio su ghiaccio. A parte i suggestivi effetti visivi creati dal ghiaccio, con giochi di luci, brillantezza e riflessi non altrimenti ottenibili, si rivela altrettanto interessante l’esecuzione in base ad una tecnica, imposta dalle lame dei pattini e da una superficie che non garantisce aderenza, sostanzialmente differente da quella della danza classica (punta e mezza punta), con un risultato, per certi aspetti, più spettacolare.

Libretto:

Atto Primo
Primo Quadro – Nel parco del castello si festeggia il compleanno del Principe Sigfrido. I saluti e gli auguri degli amici si alternano agli scherzi del buffone di corte, quando, annunciata dalla servitù, la Regina Madre entra per salutare il figlio. Regalatagli una balestra, gli ricorda che ormai la maggiore età  gli impone di scegliersi una sposa e che questo dovrà  avvenire in occasione del ballo del giorno dopo. Al crepuscolo, gli ospiti se ne vanno e Sigfrido resta solo in preda ad oscuri presentimenti. Avvistato uno stormo di cigni in volo verso il vicino lago, Sigfrido si precipita alla loro ricerca.
Secondo Quadro – Nel folto della foresta, i cigni approdano alla riva del lago e si trasformano in fanciulle. Sigfrido depone la balestra, colpito dal fascino e dalla straordinaria bellezza della regina dei cigni. Odette gli spiega che le ragazze-cigno sono vittime di un incantesimo ad opera del malvagio Rotbarth che solo un atto di supremo e totale amore può rompere. Sigfrido giura eterno amore a Odette, ma l’alba è ormai vicina e i cigni ritornano nelle acque del lago. Odette e Sigfrido si dicono addio.

Atto Secondo
Terzo Quadro – E’ la sera del ballo al castello. Una dopo l’altra, le più belle ragazze vengono presentate a Sigfrido, ma nessuna sembra interessargli: nel suo cuore c’è posto solo per Odette. Squilli di tromba annunciano l’arrivo di Rotbarth e di sua figlia Odile. Sigfrido rimane stupefatto dalla straordinaria somiglianza di quest’ultima con Odette. Odile non gli dà  tregua, lo seduce, lo incalza fino a fargli dichiarare il suo amore e a proporle di divenire sua sposa. Il perfido Rotbarth esulta: il giuramento d’amore di Sigfrido è rotto e nessuna forza può più contrastare il suo potere. Sigfrido, guardando il lago, si rende improvvisamente conto di essere caduto vittima di un tremendo inganno e corre via, a cercare la sua Odette.
Quarto Quadro – E’ notte. Sulla riva del lago, Odette racconta alle sue amiche dell’astuzia di Rotbarth e del tradimento di Sigfrido. Il principe, trafelato, la raggiunge e la prega di perdonarlo, ma cigni neri inviati dal malvagio stregone, cercano di separare i due innamorati. Sigfrido, cui l’amore dona una straordinaria forza, ingaggia una furiosa lotta con Rotbarth e lo uccide. E’ la fine del regno del male e i raggi del sole che sorge portano vita, amore e felicità …

Massimo Carlotto

Massimo Carlotto

Massimo Carlotto


Massimo Carlotto è uno scrittore di gialli che sta raccogliendo premi e riconoscimenti in tutta Europa.

Massimo Carlotto: classe 1956, nato a Padova ora vive a Cagliari. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo "Il Fuggiasco", pubblicato dalle edizioni E/O e vincitore del "Premio del Giovedì" 1996. Per la stessa casa editrice ha scritto poi numerosi romanzi noir (con protagonista il detective Alligatore) e reportage, coi quali si è aggiudicato prestigiosi premi come il "Dessì" del 1999 e il "Premio Scerbanenco" nel 2003. I suoi libri sono tradotti in vari Paesi (Spagna, Francia, Inghilterra, Germania). Massimo Carlotto è anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti. Tra gli spettacoli teatrali vanno citati "Polvere" (incentrato sulle morti da Amianto a Monfalcone) e "Terre" (che racconta una serie di storie di luoghi e popoli attraverso le esperienze di uno scrittore, di un attore e di un musicista). Di recente ha pubblicato il suo ultimo romanzo intitolato "L'oscura immensità  della morte" che ruota intorno alla vicenda di un rapimento e omicidio.

Spettacolo del Balletto Nazionale della Georgia

Spettacolo del Balletto Nazionale della Georgia

Spettacolo del Balletto Nazionale della Georgia

Il Balletto Nazionale della Georgia, considerato tra i gruppi coreografici e acrobatici più grandi nel mondo, si è esibito al Teatro Verdi nel luglio 2004. Un cast di 60 artisti, celebri per i virtuosismi maschili che hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso), quella di danzare ed effettuare acrobazie sulle punte dei piedi. Famosi in tutto il mondo i numeri con i pugnali e le sciabole, i funambolici intrecci e piroette con giochi di gambe e di braccia, uniti all'eleganza e allo sfarzo dei costumi della tradizione georgiana.

Programma di danze folcloriche causcasiche su musiche di autori anonimi del X e XII secolo

Prima Parte:

Danza Girotondo “Partza”
Una delle più antiche danze georgiane

Danza Nazionale “Kartuli”
Danza eseguita in base a regole precise, espressione della cortesia cavalleresca dei georgiani nei confronti delle loro donne, trattete con il massimo rispetto. Durante questa danza all’uomo non è permesso toccare la donna neppure con il bordo del proprio vestito, atteggiamento che richiede una straordinaria abilità 

Danza di Guerra “Khorumi”
Una delle danze georgiane più famose che risale al periodo delle guerre eroiche contro gli eserciti degli invasori turchi e mongoli. Si compone di quettro parti: la ricerca di un luogo adatto per il guerriero dell’esercito ribelle; l’avvistamento del nemico; la battaglia; la sconfitta

Danza del Kazbek
Danzata da sei uomini. Tradizionale delle popolazioni che vivono tra le montagne del Kazbek

Adjaruli
Danza di festa della regione del Mar Nero

Jeirani
Danza georgiana fiabesca

Suite di Khevsuri
La danza inizia con l’ingresso di una coppia di innamorati. Entra in scena un secondo uomo e ne nasce un litigio che ben presto si trasforma in un duello con le sciabole. La donna, temendo per la sorte del suo fidanzato, invoca aiuto. La danza termina con una mischia interrotta al suo apice, quando la donna si toglie il copricapo e lo getta tra i contendenti

Danza Samara
Danza lirica femminile. Eseguita da tre fanciulle per celebrare le nozze. La compagnia ha realizzato in concreto la copia vivente di un affresco rinvenuto nella cattedrale di Mtskheta, antica capitale della Georgia. La danza ha antiche origini orientali

Karachokheli
Antica danza cittadina di Tbilisi. Con il termine Karachokheli o “giubbe nere” erano designati coloro che svolgevano un lavoro manuale. Uomini onesti, giusti e patrioti

Danza Davluri
Danza di gruppo, lenta, eseguita da coppie di uomini e donne. Davluri, in georgiano, sta ad indicare un passo lento da cerimonia. Ebbe origine nel periodo feudale e fu la danza per eccellenza dell’aristocrazia georgiana, come il minuetto lo fu nei secoli XVII e XVIII di quella europea

Danza Kintouri
Danza comica degli artigiani di Tbilisi

Simd
Antica danza nuziale ancora in uso in Ossetia. Si compone di tre parti. I tempi nella prima e nella terza parte sono gli stessi e formano un contrasto con quelli della seconda. I costumi maschili neri, con lunghe maniche e copricapo colorati, formano un netto contrasto con quelli candidi delle donne

Competizione
Gli uomini danzano sulle punte con stivali morbidi. Uno spettacolo straordinario che richiede non solo lunghi anni di allenamento, ma anche una buona dose di coraggio


Seconda Parte:

Danza “Lasharoba”
Danza di festa

Nanila
Danza sul tema di un’antica ninna-nanna

Danza “Svanuri”
Danza rituale della regione montuosa della Svanetia, eseguita sulla punta dei piedi

Samani
Danza delle amazzoni

“Ajameti”
Danza dei cavallerizzi

“Uchrkhresti”
Danza ritmica delle donne caucasiche

Gadi Gamodi
Eseguito dall’orchestra

Danza in stile moderno “Zekari”
Nuova danza georgiana su movenze tradizionali georgiani

Danza “Ilouri”
Danza in ricordo dei fondatori del complesso: Nino Ramishvili ed Iliko Sukhishvili

Juta
Danza dei montanari del Causaso

Spettacolo del Balletto Nazionale Polacco

Spettacolo del Balletto Nazionale Polacco

Nel luglio 2004 il Balletto Nazionale Polacco "Mazowsze" si è esibito al Teatro Verdi con una serie di balletti di grande maestria capaci incantare il pubblico e trasmettere la magia di mondi incantati, attraverso una serie di danze folcloristiche e acrobatiche. Questa compagnia ha al proprio seguito oltre 500 costumi che, in pochi istanti, i ballerini cambiano da 7 a 9 volte per ogni singola rapprersentazione. Creati dai migiori sarti e artigiani della Polonia sono tutti ricamati a mano e alcuni realizzati da oltre cento anni.

Durante i 50 anni di attività , intensa e ricca di successo, il "Mazowsze" ha al proprio attivo oltre 5300 rappresentazioni in 46 paesi del mondo.

Programma:
Prima Parte
Seconda Parte

Prima Parte:

Danza "Piekna Nasza Polska Cala"
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala
E’ una danza che viene ballata in occasione di nozze e ricorrenze varie. Inizia proprio con una festa e rappresenta una forma espressiva del rispetto che si deve agli ospiti anziani


Oberek dalla regione di Opoczno
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Eugeniusz Paplinski
E’ una delle più popolari danze nazionali polacche. Vivace, è
caratterizzata da un ritmo veloce, offre agli interpreti possibilità  d esibizioni individuali


Danze dalla regione di Lublin
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala
Antologia di balli popolari della regione di Lublin: una fantastica girandola di “Valzer”, “Polka di Podlasie”, “Oberek”


Danze di Sieradz
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Michal Jarczyk
Alcune tipiche danze: mazurca “Kadzioleczka” (la piccola filatrice), danza con gli sgabelli, e “Polka di Sieradaz“


Danze di Szczawnica
Elaborazione musicale di M. Domanski
Coreografia di Witold Zapala
Canzoni e acrobazie dei giovani prima di partire per il servizio militare


Danze di Szamotuly
Elaborazione musicale di Stanislaw Wysocki
Coreografia di Witold Zapala
Danze nuziali: “Evviva”, “L’antenato”, “Danza a tre”,
“Polka” ed “Evviva l’adorazione” (danza maschile)


Il carnevale di Wilamowice
Elaborazione musicale di Mieczyslaw Piwkowski
Coreografia di Witold Zapala
Maschere e danze eseguite nel periodo di carnevale in un paesino dei dintorni di Cracovia


Kujawiak
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Zbigniew Kilinski
Danza nazionale polacca che da un movimento lento, suggestivo, mesto e sentimentale passa ad un ritmo più rapido che in realtà  è un “oberek” vivace e passionale


Corteggiamento in Krzemieniec
Elaborazione musicale di Mieczyslaw Piwkowski
Coreografia di Michal Jarczyk
Danza grottesca narra il racconto di un insignificante ragazzo di bassa statura che voleva “far colpo” sulle belle ragazze, ma tutte quante erano innamorate di giovani ed aitanti ragazzi



Krakowiak (Danza Cracoviana)
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Elwira Kaminska
E’ la più caratteristica e la più famosa danza polacca


Seconda Parte:

Polacca
Musica di Karol Kurpinski
Coreografia di Zbigniew Kilinski
Danza dall’incedere lento e nobile con la quale di solito si aprono le danze. Deriva da un’antica danza popolare chiamata “Chodzony” (camminata) ed è la danza nazionale per eccellenza


Mazurka
Musica di Karol Kurpinski
Coreografia di Witold Zapala
Danza nazionale dal ritmo allegro e vivace


Polka e Mazurka di Varsavia
Musica di Leopold Lewandowski
Coreografia di Witold Zapala
Danza popolare della seconda metà  del XIX secolo


Bamberki
Elaborazione musicale di Mieczyslaw Piwkowski
Coreografia di Witold Zapala
Danze della Regione di Wielkopolska, vicino alla città  di
Poznań


Danze di Wilanͳw
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala
Canti e balli tipici della regione di Varsavia


Danze e divertimenti dei Pastori di Jurgͳw
Elaborazione musicale di Stanislaw Wysocki
Coreografia di Witold Zapala
Danza della regione di Podhale. Un pastore è in montagna con il suo
gregge. Le ragazze lo attendono intrecciando danze. In lontananza
risuona lo scampanellio delle pecore, mentre altri pastori danzano
con i loro bastoni


Danze di Zywiec
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala
Danze della buona borghesia della città  polacca: valzer, polacche e il “ballo del fazzoletto”. Eseguite con grande fierezza


Scherzi e danze di Podegrodzie
Elaborazione musicale di Stanislaw Wysocki
Coreografia di Witold Zapala
Ragazzi cantano divertenti canzoni d’amore e mostrano la loro abilità 
eseguendo acrobazie. Sono interrotti dalle ragazze che scelgono i
migliori ballerini e danzano con loro


Lowiczanka („La ragazza di Lowicz”)
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala


Mazurka, Oberek di Sanniki e Finale
Musica di Tadeusz Sygietynski
Coreografia di Witold Zapala
Suite di danze della regione di Lowicz, provincia che diede i natali a
F. Chopin: piccoli valzer, mazurke, oberek e galop

Spettacolo teatrale "Il Magico Circo di Sir Formifante"

Spettacolo teatrale "Il Magico Circo di Sir Formifante"

Ladies and gentleman, Dami i Gospodà , Madame e Messier, Damen und Herr, Signore e signori, siamo lieti ed orgogliosi di presentarvi il Magico Circo di Sir Formifante. Un circo di caratura internazionale che annovera tra le sue file artisti provenienti da ogni dove. Tra i tanti come non citare Cascador Birillo, un clown spagnolo vero maestro di cadute: egli è capace di cadere di lato, di sbieco, davanti e di dietro, sempre riuscendo a limitare i danni. E ancora Suzù il mimo che eredita dagli artisti francesi le sue abilità  nel giocare con l"€™Invisibile...

Si esibiranno inoltre gli abilissimi coniugi Karamazov, acrobati russi capaci di numeri al limite dell'€™equilibrismo e l"€™uomo più forte del mondo OmÍ r Medì Terrà n, capace di ingerire catene d"€™acciaio e digerire discretamente.
Numeri di alta magia, acrobazie, gag clownesche, prove di forza bruta e numeri invisibili! Il tutto sotto lo sguardo attento del padrone e direttore del Circo, Mago Romeo discendente diretto della nobile famiglia di circensi: i Formifante.
E allora venghino siore e siori! Il magico circo di Sir Formifante è in città !
Interpreti: Susi Danesin, Cristiano Rossetto e Gaetano Ruocco Guadagno.

Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni nasce a Milano nel 1943 da genitori napoletani, è sposato ed ha quattro figli. Nel '68 si laurea in lettere antiche all'Università  Cattolica di Milano dove resterà  per due anni come assistente di storia delle religioni proseguendo poi per trent'anni la sua attività  di insegnante di greco e latino nei licei classici.

Ha raggiunto l'età  pensionabile come docente universitario presso l'Università  di Torino dove per tre anni ha insegnato "Forme di poesia in musica". La sua attività  nel mondo musicale inizia molto presto, negli anni '60, quando comincia a scrivere canzoni per artisti affermati (Vanoni, Mina, Zanicchi, Cinquetti). Nel 1971 si propone come interprete delle sue canzoni e nel '73 partecipa al Festival di Sanremo con "L'uomo che si gioca il cielo a dadi". Il successo di pubblico arriva nel '77 con l'album "Samarcanda" al quale seguiranno "Robinson" (1980), "Milady" (1989), "Per amore mio" (1991), "Camper" (1992) - che gli fa vincere il Festivalbar con il singolo più ascoltato dell'anno "Voglio una donna" -, "Blumùn" (1993), "El Bandolero Stanco" (1997), "Il lanciatore di coltelli" (2002).
Ha composto in tutto 25 album superando i 6 milioni e mezzo di copie vendute. Nel '74 vince con "Il re non si diverte" il premio della critica discografica italiana per il migliore disco dell'anno e nel 1983 è il vincitore del Premio Tenco.
Vecchioni è anche autore di alcuni libri: nel 1983 ha pubblicato "Il Grande Sogno", libro di poesie, racconti e testi per canzoni, edito dalla Milano Libri e nel 1996 "Viaggi del tempo immobiloe", libro di racconti edito da Einaudi. Nel 1998 ha curato la voce sulla canzone d'autore dell'Enciclopedia Treccani. Nel maggio del 2000 ha pubblicato sempre per Einaudi il suo primo romanzo "Le parole non le portano le cicogne", una coinvolgente avventura nel mondo della parola e dei suoi significati. Ancora per Einaudi nel mese di aprile 2004 è uscito "Il libraio di Selinunte" ispirato ad una delle canzoni dell'ultimo album "Rotary club of Malindi". Roberto è anche impegnato sul fronte della divulgazione culturale della musica: nel 1999 è stato relatore in un ciclo di incontri culturali e musicali sulla canzone d'autore in diverse università  francesi e in una sola stagione scolastica (1999-2000) ha promosso oltre 40 appuntamenti con le scuole superiori e le università  italiane incontrndo oltre 50 000 studenti sul tema "Musica e poesia", illustrando l'evoluzione storica della canzone d'autore e impegnandosi a diversi livelli per il riconoscimento pieno della canzone come forma poetica.

Orquesta Imperial de Buenos Aires

Orquesta Imperial de Buenos Aires

Orquesta Imperial de Buenos Aires

L'Orquesta Tipica sorse nell'epoca d'oro del tango come una delle formazioni più evolute della musica popolare. L' "Orquesta Tipica Imperial" riprende questa formazione costituita da tre bandoneones, tre violini, viola, contrabbasso e pianoforte.



L' "Orquesta TÍ­pica Imperial" è costituita dal luglio 1999. Insieme ad altre orchestre ha fondato il movimento culturale chiamato La MÍ¡quina Tanguera.
Nel anno 2000 è stata nominata membro del Quadro Giovane dell'Accademia Nazionale del Tango.
L' "Orquesta TÍ­pica Imperial" interpreta i propri arrangiamenti, sia strumentali che vocali, di tangos tradizionali e altri di composizione propria. La sua musica è influenzata dal grande maestro Osvaldo Pugliese e il suo lavoro strumentale trasmette la forza e la tempra del sentimento del RÍ­o de la Plata. L’Orquesta si è esibita in numerosi palcoscenici, quali: Festival "Viva el Tango" di Montevideo, omaggio a Osvaldo Pugliese, Festival de Tango de Buenos Aires 2001 y 2002, Salà³n Dorado de la Casa de Cultura de Buenos Aires, Centro Cultural San Martà­n, Centro Cultural Adà¡n Buenosayres, Centro Cultural del Sur, Parque Sarmiento, auditorios de la Universidad de Buenos Aires, Colegio de Escribanos de la Ciudad de Buenos Aires, Milonga del Parakultural, Milonga de la MÍ¡quina Tanguera, Milonga del Centro Cultural Defensa, Milonga El Beso, Milonga Pasional, Café Tortoni, tra altri.
Nella primavera del 2003 si è svolta la prima tournée europea con concerti e milongas in Italia, Germania, Svizzera, Olanda, Danimarca e Luxemburgo.

Orquesta Imperial de Buenos Aires:
Marisol Canessa - violino
Pablo Borghi - violino
Karina Martinelli - violino
Mariano Laplume - viola
Matilde Vitullo - bandoneon
Carlos Pugliese - bandoneon
Eva Wolff - bandoneon
Gerardo Martinez Argibay - pianoforte
Cristian Basto - batteria

Giancarlo Marinelli

Giancarlo Marinelli

Giancarlo Marinelli

Autore di romanzi, editorialista di testate giornalistiche, regista televisivo e cinematografico, autore di drammaturgia contemporanea, sceneggiatore, giurato in numerosi festival di letteratura, ecc... Così si può riassumere la brillante carriera di Giancarlo Marinelli.







Nato a Vicenza nel 1973, vive attualmente a Este (Padova) ed è autore del romanzo “Dopo l’amore”, che nel 2002 ha fatto man bassa di premi e riconoscimenti, dal Premio Letterario “Il Campiello” dove ha ottenuto ben 64 preferenze, al Premio "Scrivere per amore". Il romanzo narra le crude vicende amorose di quattro giovani di Scardovari, piccola comunità  veneta di pescatori sul Delta del Po e per scriverlo Marinelli si è ispirato al grande regista Federico Fellini, ma anche al lirismo evocativo ed allucinato di Carax, alla disperata intimità  dei volti di Garrell, e al senso e al flusso circolare del racconto di Godard.
Come scrittore vanno ricordati inoltre: “La Russia e il destino dell’Occidente. Dostoevskij, Solov’ev, Rozanov, Sestov” (Studium 1994); “Amori in stazione” (Guanda 1996); “Pigalle” (Guanda 1998); Garota D., Marinelli G.: “Léon Bloy. Diario. La fede, l’impazienza, il povero, il soprannaturale” (EMP 2001).
Oltre ad essere autore di romanzi, Marinelli ha diretto spettacoli teatrali come “Faurè notte 13”, scritto da lui stesso, ispirato liberamente a "Viaggio nell'inferno della vita in forma di poesia" di Gian Antonio Cibotto e dedicato "alla perversa ed insieme cristallina intelligenza, alla furente passione, alla tersa fantasia delle donne"; ha scritto e interpretato inoltre la pièce teatrale “Il sogno di un’ombra”, tratto da “L’ Ivroigne”, un progetto in lettera di Charles Baudelaire, un monologo che vuole essere una riflessione sull’ossessione dell’amore , della morte e del teatro, come moltiplicatore impazzito della fasulla verità  dell’esistenza.
L’ultima fatica teatrale è “Croce del mio cuore”, da lui scritta e diretta con la partecipazione in veste di attori di Pierluca Donin e Debora Caprioglio.
Di recente si è dedicato alle riprese del film “Cuore sdraiato” che vede il ritorno alla scene di Flavio Bucci e a un nuovo romanzo che parla di sogni e di ombre, “Il sogno di un'ombra”.
Attualmente ricopre diversi incarichi di prestigio: è Presidente della Commissione Consultiva per il Teatro del Dipartimento dello Spettacolo per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e si occupa del settore teatro per RaiSat Show, il canale tematico della RAI dedicato allo spettacolo, per il quale ha recentemente proposto una serie di sedici monologhi celebri girati come minifilm da cinque registi (tra cui lui stesso) e interpretati da attori giovanissimi.

Jazz Band di Campagna Lupia

Jazz Band di Campagna Lupia

La Jazz Band di Campagna Lupia è un'orchestra di oltre 40 elementi diretti dal Maestro Daniele Trincanato.

La storia della Jazz Band di Campagna Lupia è legata alla figura del suo fondatore, Adelino Marchiori (1923-1995). Egli si è diplomato in tromba presso il Conservatorio Musicale "Benedetto Marcello" di Venezia sotto la guida del Maestro Maggiolini. Ha collaborato con numerose orchestre lirico-sinfoniche tra le quali l'orchestra dell' "Angelicum" di Milano e l'orchestra del teatro "La Fenice" di Venezia. Ha svolto un'intensa attività  musicale con la storica Banda cittadina di Venezia fino al 1981. Nel 1945 ha assunto la direzione della Banda musicale di Campagna Lupia trasformandola con tenacia e dedizione nell'attuale Banda Jazzistica di cui è stato direttore fino alla sua scomparsa. Grazie al suo impegno nell'insegnamento nei corsi di orientamento bandistico, molti giovani sono entrati in contatto con il mondo della musica e alcuni di loro hanno poi frequentato il Conservatorio e intrapreso la professione di musicisti. Da sempre uno degli obiettivi più importanti della Jazz Band di Campagna Lupia è quello di presentare la musica jazz ad un pubblico più vasto possibile. A tale scopo da alcuni anni collabora assiduamente con la cantante jazz Cheryl Porter. Impegnata spesso in concerti per beneficenza, l'orchestra si esibisce in uno spettacolo comprendente brani tratti dalla classica Big Band Era (Duke Ellington, Benny Goodman, Glen Miller, ecc.) fino ad arrivare ad arrangiamenti più moderni del jazz contemporaneo (Lenny Stack, Gordon Goodwin, Jarry Gray, ecc.).

La Jazz Band di Campagna Lupia è composta da una cantante, 11 clarinetti, 15 sassofoni, 9 trombe, 4 tromboni e basso tuba, 2 chitarre, 1 contrabbasso, 3 batterie e percussioni.

Pagine