Approfondimenti Ruzanteo

Approfondimenti sugli spettacoli di Ruzante in programma alla Loggia Cornaro dal 9 al 18 luglio 2004, all'interno della rassegna Ruzanteo

Dialogo facetissimo et ridiculosissimo
9 - 10 - 11 luglio 2004
Il "Dialogo facetissimo et ridiculosissimo", indicato dal Lovarini come "Menego" dal nome del protagonista, può facilmente essere definito il dialogo della fame. Scritto nell'anno della grande carestia del 1528, questo testo ruota intorno al mondo contadino, a confronto con la perenne incertezza della vita e sempre in lotta per una difficile sopravvivenza. La ricerca della dignità , l'apparenza di una normalità , questi sono gli elementi che caratterizzano i contadini protagonisti di questo lavoro, fino al momento dell'incontro rivelatore con l'ultraterreno. Uno spirito (l'anima di Zaccarotto) invocato a un sedicente sacerdote di Diana (nelle intenzioni di Ruzante, presumibilmente, il Cornaro in persona) restituisce ai nostri eroi quella fiducia nel riscatto sociale, seppur postumo, che permetterà  loro di dimenticare il dramma del presente.
L'idea che sostenne Ruzante durante la scrittura del "Dialogo facetissimo et ridiculosissimo" fu certamente il pensiero relativo ad un immediato allestimento scenico dell'opera. All'interno dello sviluppo drammaturgico ritroviamo, infatti, mirabili spunti e suggerimenti per la costruzione degli eventi scenici e l'elaborazione degli stessi in forti momenti di teatro. La contemporaneità  della presenza di momenti drammatici e di quadri dalle tinte grottesche rendono questo dialogo quasi un esercizio di stile per gli attori che ci si avvicinino con il rispetto e la serietà  professionale che tutto il teatro del Beolco impone.


Tempus Fugit
12 luglio 2004
"Et hora gentile pubblico concedete che noi, in breve spazio, diamo esca alle forze dela vostra fantasia. Fate conto che entro questa abazia siano racchiuse storie del passato: amori, guerre, banchetti, donne e uomini, nobili cavalieri e signori dell'arte. Riempite le lacune con il vostro pensiero e create così di stanza in stanza nuovi e impossibili incontri con la historia. Con una nostra historia."
Le bellezze scivolano algide e silenziose tra le antiche scale di uno splendido palazzo cinquecentesco. Tra i riverberi di una notte silenziosa si aprono i movimenti di un forte segno coreografico, guizzante, interpretato dalle danzatrici della Naturalis Labor. La voce, potente e fiera, di Patricia Zanco evoca il suono di furibonde battaglie e gentili convivi, mentre il canto di armonioso e segreto della Soprano Elena Bertuzzi, accompagnata dal Maestro Errico pavese conduce il pubblico in un maondo principesco e lontano.
Uno spettacolo itinerante che permetterà  di scoprire un angolo della città  di Padova in un modo del tutto insolito. Un viaggio nel passato attraverso le magiche coreografie di Luciano Padovani, collaudato regista di eventi spettacolari legati ai luoghi e alla storiae la suggestiva ambientazione scenica curata da Rossella Favero con le proiezioni di antiche stampe realizzate dal fotografo Giuliano Francesconi.

Palladio Segreto
14 luglio 2004
E se Palladio, umile lapicida, dovesse il merito della sua veloce ascesa artistica ad un patto con il principe delle tenebre, alla stregua di un Faust padano? Partendo da questa fantasiosa ipotesi lo spettacolo si sofferma su alcuni eppisodi della vita del celebre architetto, che riaffiorano come ricordi e si dissolvono velocemente: dalle collaborazioni come scalpellino alla conoscenza del Trissino; dai primi studi ai viaggi a Roma; dai primi incarichi privati agli incarichi pubblici a Venezia, fino alla scrittura dei Quattro Libri. In questo viaggio onirico, l'intento è quello di suscitare, attraverso suggestioni fantastiche, l'interesse del pubblico per questo straordinario periodo storico, affiancando alle vicende legate alla costruzionedella Basilica vicentina alcuni importanti aneddoti, amene curiosità  e plausibili leggende sulla vita di Palladio, sulle sue collaborazioni con gli artisti dell'epoca, sui rapporti con i committenti e le loro famiglie e sulla realizzazione della sue pere. Tutta la rappresentazione ha il sapore di un sogno misterioso e pieno di segreti, e tutti itesti da cui si è preso spunto sono opera di illustri letterati, anche nostri concittadini.

Canzoni
16 - 17 luglio 2004
I Cantori di Marostica, da tempo impegnati nella ricerca ed interpretazione di autori musicali di diversa estrazione quanto a genere, stile ed epoca storica, non potevano esimersi dall'intraprendere un sia pur breve percorso nell'ambito della canzone "ruzantiana", inserita nel contesto più ampio della produzione profana del Quattro-Cinquecento. Sulla spinta ed incoraggiamento di Milosc Voutcinitch, grande promotore della cultura ruzantiana a Marostica, nonchè fondatore del Gruppo di Arti Sceniche, il coro ha inserito nel proprio repertorio tre canzoni attribuite a Ruzzante: "Bel Oselin", "Chi vuol aldir noelle" e "A piè d'un spin", la prima tradotta in musica dal compianto Gigi Giarett, le altre elaborate dalla prof. Enrica Omizzolo in tempi recentissimi. Tutti questi testi, nonostante siano stati riportati alla luce solo di recente , riescono comunque a trasfondere in chi li ascolta quel clima vivo e disincantato che caratterizza il mondo ruzantiano, pur permeato di ricorrenti sfumature colte e di rifarimenti alla classicità . Dello stesso periodo il coro propone, per le due serate padovane, anche alcune canzonette di Filippo Azzaiolo (1530 ca. - 1569) tratte dalle "Villotte del fiore" e altre composizioni di carattere giocoso e amoroso, che ben si addicono all'originalità  dell'universo ruzantiano.

Sonetti e Prima Oratione
18 luglio 2004
i Sonetti Ferraresi - L'autore, probabilmente più di uno, doveva conoscere molto bene il vivere civico della città  e far parte delle alte sfere dell'amministrazione pubblica. Da questa posizione di privilegio viene mossa una critica feroce al governo degli Estensi e al loro modo di amministrare la cosa pubblica. Fronda, opposizione, circolazione clandestina di versi e libelli satirici fatta da nobili, intellettuali e ricchi borghesi: in questo ambiente vengono conposti i sonetti. E' letteratura di opposizione e gli autori, assumono qui la voce dei contadini denunciando giudici, sbirri, malgoverno e signori. I sonetti sono tutti in forma di dialogo e ciò da loro la forza drammatica del teatro.
Sonetto de la Chiesa di S. Antonio - "Non sei stato a S. Antonio a Padova, dove son quelle cupole ricoperte di piombo, con quei bei campanili intagliati e quell'araldo così ben fatto? E' anche tutto lastricato di pietre unite a colori alternati, che ci si passa sopra con i piedi infangati, che, per i Santi benedetti da Dio, è un vero peccato. e non hai mai visto su quel sagrato l'umo che è tutto armato sopra quel cavallo, che ognuno dice esere il Gattamelata. E c'è un coro tutto intagliato che, in fede mia, lo giuro senza fallo, fare il paradiso degli angeli. E c'è un'arca lì, che profuma più di spezie e di muschio che non fanno le spezie di belsabò, che ognuno la tocca, annusa e sbaciucchia, che sembrano soldati che corrono all'assalto".
Prima Oratione - La "Prima Oratione" si rivela, alla prova scenica, un magistrale pezzo di teatro. Angelo Beolco, erettosi a vessillifero del contado padovano ne evidenzia e ne esalta qui le caratteristiche principali. Il padovano è come un paradiso terrestre dal punto di vista delle ricchezze naturali e busogna fare degli statuti per renderlo tale anche per gli uomini.
Le musiche - Le musiche di scena sono state scelte dopo un'accurata ricognizione della fonti a stampa e manoscritte di area veneta databili (tranne evidentemente le canzoni ruzantiane)attorno alla seconda metà  del '500. Per quanto riguardo invece i componimenti relativi alle parole ruzantiane, le musiche proposte sono d'epoca rinascimentale (Adrian Willaert) e composizioni contemporanee (Gigi Giaretta ed Enrica Omizzolo).