Appunti Foresti
Appunti Foresti è il riallestimento de Il Milione quaderno veneziano, in una versione in cui l'evocazione scenica è affidata solo alla parola dell'attore, che si fa musica, scena, racconto. Un monologo che attraversa tutta la storia di Venezia, lontano dai suoi aspetti cartolineschi. Appunti Foresti è uno spettacolo di e con Marco Paolini.
Appunti Foresti
di e con Marco Paolini
collaborazione alla drammaturgia di Francesco Niccolini
assistenza tecnica Marco Busetto
organizzazione e distribuzione Michela Signori
produzione Jolefilm
Al centro dello spettacolo i tanti "naufragi della città . Naufragi dolci.
E' un po' da ridere: aerei che scivolano in Laguna, barche in secca per una marea più bassa del normale... Cormorani troppo pesanti per decollare, piccioni 'fatti', gabbiani monogami e più delicati dei cavallini di Murano.
E' in questo panorama quasi surreale che si disvela la mappa/racconto disegnata da Campagne, uomo di terraferma, in barca con Sambo, misterioso personaggio, ricco d'esperienza della città -isola e dei suoi mille anni, dai pali delle prime palafitte a quelli della conterminazione e che a tutt'oggi delimitano il territorio fatto di acqua e terra di Venezia, delicato oggetto d'amore di questo spettacolo, praticamente mai citato direttamente nel testo ma sempre presente, centimetro dopo centimetro, nella tela tessuta da Campagne, che si fa al tempo stesso Rustichello da Pisa e Marco Polo, nel tentativo di dettare e trascrivere storie ed orizzonti: isole, paesi, mercati, caravanserragli, dall'isola alla Cina, passando per Mestre, Marghera e tutto il Nord Est, diventando emblematicamente "terra delle villette", al di là della Tangenziale e della linea Maginot dei Centri commerciali che separa Venezia dal resto del mondo.
Appunti Foresti, come prima Il Milione, è un intreccio di storie antiche e contemporanee, che segue arabeschi da tappeti orientali e strani personaggi: abusivi di terra e di mare, turisti di ogni parte del mondo, comitati antisfratti, le beghine di Venezia, più agguerrite di vecchi parà e maro', nel tentativo di dar dignità agli sforzi di chi ha deciso di continuare ad abitare nella città più scomoda d'Italia.