Bach e Haydn con...estro. Concerto dell'Estro Armonico del Pollini


Programma

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
Concerto in Re minore BWV 1043 (1720 circa) per due violini e orchestra
Vivace - Largo, ma non tanto - Allegro

Catalina Spataru,
Davide De Ascaniis
violini solisti

JOSEPH HAYDN (1732-1809)
Concerto in Do maggiore Hob. VII b n. 1 (1761-1765) per violoncello e orchestra
Moderato - Adagio - Finale (Allegro molto)

Davide Bernardi violoncello solista

JOHANN SEBASTIAN BACH
III Concerto Brandeburghese in Sol maggiore BWV 1048 per tre violini, tre viole, tre violoncelli e continuo
(Allegro) - Adagio - Allegro

Orchestra d'archi L'ESTRO ARMONICO del Conservatorio Pollini di Padova
Cecilia Baesso, Francesco Cavallin, Davide De Ascaniis, Karen Granieri, Irene Russo, Catalina Spataru (violini)
Enrico Carraro, Pietro Gori, Giovanni Simeoni (viole)
Davide Bernardi, Manuela De Luca Valente, Irene Zatta (violoncelli)
Filippo Andrisani (contrabbasso)
Alessandro Perin (clavicembalo)

Il Concerto per due violini in Re minore è l'unico doppio concerto di Bach pervenutoci nella versione originale, e non attraverso le rielaborazioni per due cembali che Bach stesso approntò durante l'ultimo periodo della sua vita trascorso a Lipsia. Il concerto risale, come la maggior parte della sua produzione strumentale profana, al periodo in cui Bach prestava servizio come maestro di Cappella alla corte di Köthen, e fu composto espressamente per i due violinisti Joseph Spiess e Friedrich Markus, anch'essi in servizio a Köthen.
I movimenti sono tre: un Largo, ma non tanto di grande lirismo, in cui i due violini concertanti dialogano tra loro nello stile della sonata a tre, o delle arie per voce con strumento obbligato (vedi per esempio nella Passione secondo Matteo), è incorniciato dai due movimenti estremi "€“ un Vivace ed un Allegro "€“ caratterizzati da grande energia ritmica e da un serrato gioco contrappuntistico.
Il Concerto in Do maggiore per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn fu composto probabilmente tra il 1761 ed il 1765: Haydn stesso lo cita in un catologo delle sue opere, redatto proprio nel 1765. In seguito questo Concerto si credette perduto, per essere poi riscoperto negli anni sessanta del novecento dal bibliotecario del Museo nazionale di Praga, in una raccolta di manoscritti del XVIII secolo.
La prima esecuzione in tempi moderni ebbe luogo nel 1962, e da quel momento il Concerto ha sempre avuto una grande popolarità  fra interpreti e pubblico, al fianco del compagno in Re maggiore, dello stesso autore. Si crede che il Concerto sia stato composto per Joseph Weigl, violoncellista dell'orchestra di corte dei principi Esterhazy. Al servizio degli Esterhazy Haydn trascorse infatti gran parte della sua vita, prima di assaporare con il trasferimento a Londra degli ultimi anni, il successo e la fortuna di compositore "€œlibero professionista"€œ.
Il Concerto si compone di tre
movimenti, un Moderato dal carattere pomposo ed aristocratico, un Adagio di grande lirismo, con una bellissima melodia affidata al violoncello solista, un Finale pieno di vitalità , di brio e di brillante virtuosismo.
L'organico orchestrale è di soli archi, che possono essere accompagnati ad libitum da due oboi e due corni.
Il celeberrimo ciclo dei Concerti Brandeburghesi raccoglie una serie di composizioni, sei per la precisione, scritte per organici strumentali molto vari e in stili molto diversi tra loro. Gli studiosi bachiani sono unanimemente convinti che non si tratti dunque di un ciclo concepito da Bach in maniera unitaria, ma di una raccolta riunita "€œa posteriori"€ e composta di concerti scritti in momenti diversi e per varie occasioni. Bach riunì con ogni probabilità  tutti i
concerti in un unico manoscritto per farne poi omaggio al margravio Christian Ludwig del Brandeburgo, il dedicatario da cui presero poi il nome con cui sono universalmente noti.
Il Terzo dei Brandeburghesi è l'unico della raccolta, assieme al Sesto, scritto per un organico di soli archi: tre violini, tre viole, tre violoncelli e basso continuo (contrabbasso e cembalo). La scrittura molto omogenea e "€œcompatta"€ "€“ priva dello spicco solistico che caratterizza per esempio il Quarto o il Quinto dei Concerti "€“ fa pensare ad un modello compositivo più arcaico. Si tratta forse del riutilizzo "€“ operazione peraltro piuttosto frequente nell'ambito della produzione bachiana, e caratteristica della prassi dell'epoca "€“ di una Sinfonia giovanile scritta originariamente come introduzione ad una Cantata.
Altra caratteristica del Terzo Brandeburghese è la sua brevità : il Concerto si compone di due movimenti
veloci, separati tra loro non da un terzo movimento lento, ma semplicemente da... due accordi! Si tratta con ogni probabilità  di uno spazio da riservare ad una libera improvvisazione, altra caratteristica che ci riporta alla prassi esecutiva dell'epoca.

Per tutte le altre informazioni si rinvia a: I sabati del conservatorio - X edizione.