Cadere nel tempo


Di e con: Carla Stella

Tromba: David Boato
Tastiere, live electronics, chitarra orizzontale preparata: Alfonso Santimone
Batteria: Luca Bortoluzzi
Luci e fonica: Enrico Maso

La solitudine è comunque la stessa, stesse sono le vie d"€™uscita, stesso il braccare, stesse le predilezioni nel labirinto della letteratura e della storia, stesso il ruolo. Tre donne, tre poeti, la combinazione di strumenti e di esseri umani in un"€™unica persona. Una combinazione nella quale i primi, a poco a poco, prevalgono sui secondi fino a sostituirli. La sensazione di questo prevalere ne determina il timbro, la consapevolezza, il destino.
L"€™energia del monologo è tenuta assieme da una prosa autobiografica. Quasi un ritrarsi dalla realtà  verso l"€™infanzia, ma non l"€™infanzia candida del NON SI SA ANCORA NIENTE, bensì quella del SI SA GIA"€™ TUTTO, ma niente è cominciato. L"€™infanzia di tre donne che nel bel mezzo della loro vita sono state attraversate da un"€™epoca brutale. Tre tentativi ben riusciti, definitivamente: fame, successo, bellezza, concentrate in una sola cosa, la scrittura. Cercando disperatamente una responsabilità  leggera e un caricare basso contro il compromesso. E tuttavia sopravvivere, mangiare, autoironizzarsi, essere adolescenti, morire a contratto, pagate, sfamate, spettacolarizzate di vera morte. La concreta disponibilità  d"€™essere acqua, utero e sogno. Ed è dal sogno che inizio, dall'€™avventura che fa paura perché ci confronta con il problema della morte...aggiungendo che fa paura, perché ci confronta con il problema della vita. Fisiologicamente possibile con la leggerezza...e il suo peso specifico.


Per tutte le informazioni: Teatri delle Mura 2006