Cinema invisibile. "Elephant" di Gus Van Sant

Quinto appuntamento della Rassegna Cinema Invisibile 2010 e del suo "Fronte del Banco".

Proiezione del film:

ELEPHANT
di Gus Van Sant (USA 2003, 1h e 21')
Regia: Gus Van Sant
Cast: Alex Frost, Eric Deulen, Matt Malloy, Timothy Bottoms

Una bella giornata d'autunno, come tante, in un liceo di Portland, Oregon. Gli studenti sono impegnati nelle consuete attività  didattiche, sportive e ricreative tra aule, corridoi, palestre e biblioteche. Fino al risuonare del primo sparo...
E' una giornata qualunque in un liceo americano. Conosciamo dei ragazzi, li seguiamo, li ascoltiamo, e capiamo come ognuno affronti diversamente lo stesso ambiente. Una normale giornata di scuola, ma non per tutti.
Elephant è una riflessione sulla violenza nelle scuole americane, teatro negli ultimi anni di un numero crescente di stragi, compiute dagli studenti stessi (1999, strage del liceo di Colombine).
Sullo sfondo, l"€™intreccio di tutte le storie dei ragazzi che attraversano gli attimi precedenti l"€™incursione di Alex ed Eric, compresi i due omicidi praeter-intentionis: un adolescente che si occupa del padre troppo ubriaco per guidare, tre amiche anoressiche ed egoiche, la bruttina della scuola e i suoi problemi nell'€™ora di ginnastica, il giovane Elias che fotografa ogni cosa "€“ insomma la quotidianeità  della midland americana vista dagli occhi di teenager inquieti e freddi.
John, Elias, Michelle, Nate e Carrie, Brittany, Jordan, Nicole sembrano i teen-ager belli e svagati di Scream. Chi si salverà ? Chi troverà  la morte?
Il titolo riprende probabilmente quello di un documentario di Alan Clarke del 1989 per la BBC sui conflitti tra protestanti e cattolici nell'€™Irlanda del Nord, dove si fa riferimento alla parabola buddista de "l"€™elefante nella stanza" in cui un cieco cerca di risalire alle caratteristiche somatiche di un elefante toccandolo ma non riuscendo a individuare che parti, scambiando per esempio la proboscide per un serpente, una zampa per un albero, non arrivando quindi a un valido benchè immaginativo quadro d"€™insieme. La metafora dell'elefante giunge forse per descrivere l'incapacità  di comprendere un problema nella sua globalità , poiché più spesso ciascuno si sofferma sull'interpretazione limitata a quella parte che riesce a cogliere.
Non è possibile infatti individuare nel film facili chiavi di lettura: bisogna accantonare i pregiudizi e semplicemente fermarsi a guardare la realtà .


Per ulteriori informazioni sulla Rassegna, si rinvia a: Fronte del Banco. Cinema Invisibile 2010.