Concerti del Centro d'Arte degli Studenti dell'Università  di Padova

Il Centro d'Arte degli Studenti dell'Università  di Padova organizza fin dagli anni '50 rassegne jazz cui hanno partecipato importanti musicisti e alcuni dei nomi che hanno fatto la storia di questo genere musicale. Dal 1992, dopo qualche anno di silenzio, sono riprese tali rassegne e anche nel 2006 i Concerti del Centro d'Arte proporranno le esibizioni di maestri del jazz italiano e diversi protagonisti del variegato panorama jazz internazionale.

Calendario:

27 gennaio 2006 - Piccolo Teatro: Happy Apple
Erik Fratzke- chitarra e basso
Michael Lewis- sassofoni
David King- batteria, oggetti da percuotere
Un trio americano al di là  d'ogni classificazione. Solisti giovani e spregiudicati che condividono un medesimo background, che può andare dall'hardrock al jazz classico, dalla fusion al free, sull'esempio delle migliori band postmoderne. Lewis è componente stabile dei gruppi di Bill Carrothers, David King è uno dei nuovi astri della batteria, di ruolo anche nei più noti The Bad Plus.
Da qualche tempo incidono per la Universal, dopo anni di produzioni indipendenti.

13 febbraio 2006 - Auditorium Pollini: Gaetano Partipilo Urban Society
Gaetano Partipilo - sax alto e soprano
Mirko Signorile - piano e fender rhodes
Giorgio Vendola - contrabbasso
Pasquale Bardaro - vibrafono
Vincenzo Bardaro - batteria
Uno dei talenti più straordinari del giovane jazz italiano, Partipilo fa parte della nuova scuola pugliese, ricca di situazioni interessanti. Il sassofonista ha studiato a New York, a fianco di artisti come Greg Osby, ed ha immesso quella linfa funky-urbana nelle sue composizioni, del tutto imprevedibili ritmicamente. Un gruppo che sta crescendo e che è giusto promuovere di più.

22 febbraio 2006 - Auditorium Pollini: Terry Riley e Amelia Cuni
Un grande ritorno per il Centro d'Arte: in occasione del 70° compleanno, il maestro del minimalismo mondiale regala un unico concerto italiano dopo il recital di Parigi.
Ancora un flusso senza barriere stilistiche al pianoforte, che ha influenzato decine di artisti più giovani anche in ambito pop, e che unisce in un dialogo alla pari cultura occidentale e orientale. A Padova si esibirà  con Amelia Cuni, cantante di Dhrupad, il genere più antico della musica colta indostana. Il Dhrupad affonda le sue origini nella musica rituale dei templi dell'€™India del 1300, divenuto in seguito musica di corte degli imperatori Mogul. Tale tradizione si è preservata sino ai giorni nostri all'€™interno di famiglie d"€™arte, con cui Amelia Cuni ha studiato intensivamente durante la sua decennale permanenza in India, divenendo anche in quel paese una delle più apprezzate interpreti del genere.

1 marzo 2006 - Auditorium Pollini: Marc Ribot
Tra le diverse traiettorie della chitarra contemporanea, quella di Marc Ribot è la più zig-zagante.
Dalle radici soul-blues, Ribot è emerso nella band di Tom Waits come il chitarrista più ruvido in circolazione. Ingaggiato poi da Elvis Costello, Marianne Faithfull e mille altri, trova il suo habitat naturale nel giro downtown Manhattan: nei gruppi di Zorn e nei suoi Rootless Cosmopolitans ed ora Los Cubanos Postizos. Il suo stile mischia impro di chitarra elettrica, canzoni di lotta e frammenti di ogni genere.





28 marzo 2006 - Auditorium Pollini: Elliott Sharp Terraplane
Elliott Sharp - chitarre, sax tenore
Eric Mingus - voce
Alex Harding - sax baritono
Curtis Fowlkes - trombone
David Hofstra - basso tuba, contrabbasso
Lance Carter - batteria
Elliott Sharp rivolge al blues uno sguardo nuovo, che non è revival e riesce ad essere un episodio freschissimo di vero legame con la tradizione. La formazione di Terraplane orchestra le sonorità  gravi e potenti del r&b anni "€˜50 con il sax baritono di Alex Harding, il trombone di Curtis Fowlkes e la voce di un musicista dal cognome importante, Eric Mingus, che sa ammiccare in modo molto raffinato alla tradizione dell'€™enfasi espressiva ed esibizionistica dei grandi bluesman. Con loro David Hofstra alla tuba e al basso, Lance Carter alla batteria, e Sharp stesso, qui nella veste soprattutto di chitarrista. Le composizioni originali trattano la forma del blues espandendola a dismisura senza mai distruggerla con la tipica spregiudicatezza + coscienza della tradizione della scena avant newyorkese

21 aprile 2006 - Auditorium Pollini: Steven Bernstein Diaspora Hollywood
Steven Bernstein, tromba, flicorno
Pablo Calogero - sassofoni, clarinetti, flauto
DJ Bonebrake - vibrafono
David Piltch - contrabbasso
Danny Frankel - batteria, percussioni
Il leader dei Sex Mob (già  a Padova nel 2003) lancia una formazione che indaga sui legami tra i compositori cinematografici dell'epoca d'oro e la cultura ebraica.
Musica nostalgica ed evocativa, arrangiamenti lussuosi, tra
exotica e jazz mood, un altro capolavoro di stile per Bernstein.

3 maggio 2006 - Auditorium Pollini: Big Satan
Tim Berne - sax alto
Marc Ducret - chitarra elettrica
Tom Rainey - batteria
Tim Berne è tra gli ospiti più frequenti dei concerti del Centro d"€™Arte. Suona per la prima volta a Padova nel 1980 e da allora le sue presenze sono cicliche. Il trio BIG SATAN è organico cooperativo, che vede sullo stesso piano il sassofonista, il chitarrista Marc Ducret, il batterista Tom Rainey. Nato per l"€™omonimo disco realizzato nel "€™97, il trio va in tournèe saltuariamente, essendo uno dei tanti progetti che coinvolgono questo nucleo di artisti, spesso associati anche in altri gruppi e nelle incisioni della etichetta indipendente Screwgun. In BIG SATAN, l"€™empatia condivisa dalle tre individualità  si esalta in una straordinaria riuscita sonora, fatta di temi affilati, elaborazioni strumentali apertissime, repentini cambiamentidi ritmo. La consueta costruzione a sequenze in evoluzione, tipica della musica di Berne, viene irrobustita dalla chitarra sulfurea di Ducret "€“ autore anche di parte del repertorio "€“ e dalla sottigliezza percussiva di Rainey, con cui ormai si è stabilizzato un sodalizio di lunga data.

2 giugno 2006 - Auditorium Pollini: The Hub
John Bischoff, Chris Brown, Scot Gresham-Lancaster, Tim Perkis, Phil Stone, Mark Trayle
The Hub è formato da sei musicisti attivi da circa trent'anni ed è nato come
associazione di compositori/ricercatori nell'ambito dell'informatica
musicale che sono allo stesso tempo progettisti e costruttori dei loro strumenti. La particolarità  di The Hub è quella di essere stato il primo ensemble stabile a esplorare le potenzialità  delle reti informatiche come mezzi per comporre ed eseguire musica. Nelle loro performances i sei di The Hub agiscono individualmente ma il risultato musicale che offrono all'€™ascolto è determinato da loro "€˜essere rete"€™: la rete è concepita come un
complesso strumento musicale interattivo che collega macchine musicali programmate in modo indipendente, ma in cui i flussi dei dati si strutturano in un"€™architettura autonoma, producendo musica spesso imprevedibile, e generalmente superiore alla somma delle sue parti.

(L.Rep)

INFORMAZIONI:

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Ridotti "‚€ 10
Studenti dell'Università  di Padova "‚€ 8

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