Fermenti culturali. Intervista a Riccardo Rismeni.

Uno sguardo affettuoso alle sale cinematografiche come luogo della memoria: l'intervista che vi proponiamo questa settimana è al tempo stesso un viaggio nei ricordi personali di un giovane regista, al suo primo lungometraggio, e in quelli di una città , che ha perso più di dieci cinematografi.




Chi è
Intervista





Chi è


Riccardo Rismeni è un videomaker indipendente. Nato a Padova nel 1975, ha realizzato finora quattro cortometraggi: "Rapporto con l'altro" (2002), "Consumo e disgusto" e "Salutations" (2003), "Centoventidue" (2004). Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio, il documentario "Storie di cinemi" di cui ci parla in quest'intervista.
Dal 1999 è presidente dell'associazione YFile, che promuove la diffusione della cultura cinematografica attraverso l'organizzazione di cineforum e di un servizio di videoprestito gratuito.

L'associazione YFile ha sede presso il Punto Giovani Toselli. Per informazioni sulle attività  dell'associazione scrivere a puntotoselli@comune.padova.it.


Intervista



"Mantenere il significato profondo dell'opera vuol dire, prima che rispettare la stessa, rispettare la collettività  a cui è diretta, che la deve fruire nella sua totalità , nella sua pienezza di valori materiali"
Quirino De Giorgio
architetto, ha progettato gli edifici dei cinema Altino, Mignon e Quirinetta




Sei nato nel 1975. Quanti cinema c'erano in quell'anno a Padova?

C'è una sequenza nel mio documentario in cui mi reco alla biblioteca civica a leggere il Gazzettino di quando sono nato. Girando quella sequenza ho scoperto che in quell'anno c'erano a Padova 20 cinematografi. Erano l'Altino, Ariston, Biri, Concordi, Arcobaleno, Ducale, c'era il Marconi, il Corso, il Cristallo, l'Eden, il Mignon, l'Astra, l'Eldorado, il Roma, l'Olimpico, La Quirinetta, il Supercinema, il CinemaUno, l'Arcella, il Lux. Queste erano le sale, mentre ieri ho letto il giornale e mi sono accorto che ce n'erano 18.

Quali di quei cinema hanno chiuso?

I cinema che hanno chiuso sono Ariston, Arcobaleno, Marconi, Corso, Eden Eldorado, Roma, Olimpico, Quirinetta, Supercinema, Arcella. Il Cinemauno adesso non ha più una sede fissa, una volta ce l'aveva.

Erano tutte in centro città ?

Quasi tutte o comunque vicine al centro, tranne l'Arcella che era in quartiere, e l'Olimpico, in Prato della Valle.

Hai ricordi d'infanzia sul cinema?

Sì, c'è qualche ricordo. Per esempio quando ero piccolino sono andato a vedere i Gremlins con mio padre, che è un film di paura, e quando sono uscito è stato bellissimo perchè fuori nevicava, quindi sembrava che il sogno continuasse. C'è n'è qualcuno nel mio documentario di questi ricordi, messi in bocca ai miei attori o ai personaggi intervistati. L'unica cosa è che quando sei piccolo non puoi sceglierti i film, poi per fortuna da grande sì: alcuni film, come Bingo Bongo, Rocky, non sarei mai andato a vederli! Anche se non rinnego niente...

C'è un cinema a cui oggi sei più affezionato?

Beh, forse sì, ce n'è uno ed è la Quirinetta. Più che altro perchè da piccolo avendo poco il senso dell'orientamento non riuscivo mai a capire dov'era questo cinema, mi ci portavano ed ero perso e non sapevo la prossima volta come avrei fatto ad arrivarci. Ma sono affezionato anche al Concordi, all'Altino, dove quando avevo sui 15 anni andavo con i miei amici a vedere i film, scegliendoli! Però La Quirinetta è il ricordo più forte, perchè questo senso di spaesamento che mi dava mi piaceva.

La Quirinetta però ha chiuso.

Sì, oggi è chiuso ed è diventato il Qbar, un locale dove fanno musica dal vivo. Mi hanno detto che è molto elegante, io non ci sono ancora entrato, ho fatto le riprese prima che diventasse Q.

Perché hai deciso di girare un documentario sulle sale cinematografiche della tua città ?

Intanto perchè era una cosa che non aveva ancora fatto nessuno, e questo un po' mi scandalizzava. A me piacciono le cose nuove e ho deciso di fare questo lavoro perchè m'interessava. Poi ho scoperto il libro di Morbiato, Cinema ordinario, che mi ha dato una scossa in più e degli input per continuare questo documentario. Il libro è una storia delle sale cinematografiche di Padova dall'inizio del secolo fino a quasi i giorni nostri, con qualche accenno alle altre sale nel Veneto. Può sembrare un argomento didattico, io l'ho trattato in maniera più leggera, addolcendolo con canzoni emusiche suonate davanti a questi edifici chiusi.

Cos'hai scoperto girando il tuo documentario?

Ho scoperto tantissime cose. Molta gente per esempio non sapeva che nel suo quartiere c'era un cinema. Poi ho trovato persone interessanti che mi hanno fatto conoscere tante cose, come il prof. Morbiato e il prof. Brunetta che mi hanno raccontato molti aneddoti. Ho conosciuto persone che mi hanno arricchito molto, oltre a conoscere particolari delle sale cinematografiche.

Ci racconti uno di questi aneddoti?

Mi è successo in un cinema di periferia dove adesso c'è un'impresa funebre. Ho chiesto un po'là  intorno e nessuno sapeva che c'era un cinema.

Ogni sala cinematografica ha una sua storia, e infatti il tuo documentario si chiamerà  "Storie di cinemi": ce ne racconti qualcuna?

Una storia che mi ha incuriosito molto, che però poi non ho inserito nel mio documentario, mi è stata raccontata dal prof. Morbiato. Parla del cinema Vittoria, che si è chiamato Ariston dal 1971. Si trovava in via Manin, dove adesso c'è una cartoleria. Quel cinema era molto popolare, frequentato da gente un po'... era un cinema poco raccomandabile, ecco. Questo mi ha incuriosito, e anche fatto un po' sorridere.

Cosa rappresenta per te la chiusura di un cinema?

La chiusura di un cinema è sicuramente triste. Non l'ho sentito dire da persone che ho intervistato, ma per me è veramente la fine di un'epoca. Questo cinema che poi non c'è più...mi rende triste questa cosa. E' un peccato mortale, dovrebbe essere l'undicesimo comandamento "non chiudere nessuna sala cinematografica"! Scherzi a parte, la chiusura di un cinema è la morte della memoria collettiva per me. E' un delitto.

Videocassette e DVD aiutano il cinema oppure lo uccidono?

Premetto che ammiro Nanni Moretti, ma non condivido del tutto il suo giudizio negativo su videocassette e forse anche sui dvd. A me ha dato molto questo formato, perchè non avendo mai molti soldi ho potuto comunque fruire di diversi film, vedere un sacco di video, anche scambiandoli. Possono aiutare il cinema di sicuro. Non so se i diritti delle cassette vendute o noleggiate vadano anche al regista o solo ai produttori, agli esercenti: in questo senso non so se aiutano gli autori. Però di sicuro chi ama il cinema può apprezzarli, soprattutto i dvd che hanno dei contenuti speciali, come le interviste al regista, che possono farti capire meglio l'opera mentre al cinema queste cose non ci sono. Non è un punto in sfavore del cinema, è un punto in più per i dvd che però non fa certamente concorrenza se uno ama il cinema.

Quali sono le difficoltà  principali nell'organizzazione di un cineforum?

La prima è senz'altro mettersi d'accordo sui film da far vedere. Per quello noi dell'associazione guardiamo film tutti assieme, diamo un giudizio e poi decidiamo. Ci prendiamo circa 20-25 film per sceglierne poi 8-10. Altre difficoltà  che mi vengono in mente sono la pubblicità  e il posto. Non avendo un cineclub, un posto fisico fisso dove proiettare, bisogna sempre cercare qualcosa. L'ultimo cineforum l'abbiamo organizzato in una sala parrocchiale, ma si possono noleggiare anche altre sale, da trasformare poi in sale cinematografiche con uno schermo e un videoproiettore.

Arianna Pellegrini