FONTOLAN

Dello spazio e dell'immaginazione

Inaugurazione: venerdì 19 dicembre ore 17.30

L'immaginazione ha bisogno di spazio e lo spazio dà luogo all'immaginazione.
Su queste due direttrici si colloca l'estetica di Federica Fontolan, artista alla quale l'Assessorato Cultura e Turismo dedica una personale allestita in Galleria Samonà dal 20 dicembre 2014 al 18 gennaio 2015.
La mostra, curata da Barbara Codogno, propone un percorso con 50 opere che raccontano lo sviluppo della sua poetica estetica e concettuale, sviluppato su tre filoni: “Metamorfosi della tela”, “Intersezioni” e “Parole tra lo spazio e il silenzio”. Tre vie che si susseguono ma anche si intrecciano, in un itinerario di ricerca che è un’interpretazione molto personale degli stimoli artistici, biografici ed esistenziali che Fontolan ha vissuto. Dagli studi al lavoro nel mondo della grafica pubblicitaria e della comunicazione, dall’esperienza come assistente artistica del maestro dell’arte cinetica Alberto Biasi fino alle piccole sorprese quotidiane.

Metamorfosi della tela
Un libro di origami incuriosisce Federica Fontolan.
L’utilizzo delle forme, la manipolazione del materiale, la sequenza ordinata di movimenti e piegamenti per ottenere piccoli oggetti. Tutto ciò è metabolizzato dall’artista, ma applicato a un materiale diverso: la tela. Ed è così che Fontolan taglia la tela, la piega, la torce. È la metamorfosi della tela e da questo nasce una figura semplice che va oltre i confini fra rappresentazione e astrattismo, e che fa nascere un oggetto nuovo, una pitto-scultura, come lo definisce la creatrice.
Su alcune di queste creazioni l’artista applica anche un piccolo motore che dà dinamismo all’opera, creando suggestivi effetti optical, illusioni prospettiche, ritmiche visive.
Ogni opera diventa quindi il filtro interpretativo attraverso il quale raccontare la realtà, la natura, omaggiare la tradizione artistica di Padova, ma anche appuntare emozioni, evocare ricordi, suggellare momenti.

Intersezioni
Il secondo filone in mostra trae ispirazione dal ritmo.
E sulle coordinate del ritmo, l'artista sviluppa un linguaggio essenziale e universale, che riprende le manipolazioni e le metamorfosi della tela e ne dà un’interpretazione ancora più radicale.
Lo spazio e il colore creano effetti cromatici naturali, velature e profondità, pattern e rimandi. Ma è proprio l’estrema sintesi il viatico che apre nuove strade all’immaginazione: è lo spettatore che, guardando, produce l’opera; è lui che ricostruisce nella percezione ciò che la tela suggerisce, che costruisce la realtà del quadro attraverso il suo campo visivo.

Parole tra lo spazio e il silenzio
Nel terzo filone in mostra, Federica Fontolan sviluppa le tecniche già approfondite con “Intersezioni” e dona loro una valenza semantica, oltre che comunicativa.
Le alternanze di pieno e vuoto sono ora portatrici di messaggi profondi, da svelare, da decodificare. Per questo è necessario un codice che riveli il significato, e Fontolan sceglie il codice Morse: antico protocollo di comunicazione, usato da marinai e soldati, che riesce a scavalcare le distanze e sconfiggere il silenzio. Qui diventa forma e contenuto, in un’operazione unica, che fa coincidere opera e titolo dell’opera, quasi a dichiarare che nulla è nascosto, ogni messaggio è chiaro, ma servono strumenti per capirlo. Avere – soprattutto – il coraggio e la volontà di decifrarlo.

Informazioni
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Gruppo ICAT
Tel. +39 049 8703296
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