Incontri con gli autori: Luchetti, Arslan, Ferrara

Tre importanti momenti di riflessione, tre incontri con la storia e gli eventi dolorosi che spesso la caratterizzano, per altrettante pellicole di grande spessore, presentate ed illustrate dai protagonisti: "Mio fratello è figlio unico" di Daniele Luchetti; "La Masseria della allodole" dei Fratelli Taviani; "Guido che sfidò le Brigate Rosse" di Giuseppe Ferrara.
Martedì 28 agosto 2007, ore 21.15
Proiezione del film:
MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO
Cast: Riccardo Scamarcio, Elio Germano, Anna Bonaiuto, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti
Regia: Daniele Luchetti
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Daniele Luchetti
Durata: 1:40
Data di uscita: Venerdì 20 Aprile 2007
Generi: Commedia, Drammatico
Distribuito da: WARNER BROS. ITALIA


Mio fratello è figlio unico - ambientato a Latina, Roma e Torino tra gli anni "€™60 e "€™70 - è la storia di due fratelli dominati da uno strano modo di volersi bene: a schiaffi, a spintoni, a pugni. Accio (Elio Germano) e Manrico (Riccardo Scamarcio) sono diversi in tutto, uno fascista e l"€™altro comunista, uno moderato e l"€™altro estremista, uno chiuso nel bozzolo di un"€™ideologia che gli impedisce di vedere il mondo come è, l"€™altro disponibile a ammorbidire la propria visione del mondo a favore di una vitalità  totale. A renderli vicini è una sorta di "€˜energia"€™ che li porta a battersi l"€™uno contro l"€™altro, un"€™energia che è giovinezza, voglia di esistere, di essere considerati, di essere amati. Infatti, in questa famiglia dove ci si accapiglia su tutto, c"€™è un nucleo affettivo misterioso, poiché quei due fratelli che crescono in perenne conflitto, senza comprendersi, in realta"€™ si amano disperatamente. E ci parlano di un Paese non riconciliato, non pacificato, ossessionato dalla ricerca di una identità  che non riesce mai a diventare ascolto dell'€™altro, confronto vivo con chi è altro da noi. Accio e Manrico finiscono per riconoscersi simili solo nel finale, proprio quando si rendono conto di essere radicalmente e per sempre diversi l'uno dall'altro. Solo allora realmente si "€œtoccano"€. E mentre si perdono eccoli lì che si ritrovano, irriducibili eppure, per la prima volta, davvero fratelli.

Con la presenza in sala del regista DANIELE LUCHETTI

Giovedì 30 agosto 2007, ore 21.15
Proiezione del film:

LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
Tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice Antonia Arslan

Regia: Paolo e Vittorio Taviani
Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani
Fotografia: Giuseppe Lanci
Musiche: Giuliano Taviani
Montaggio: Roberto Perpignani
CAST:Youssouf (Moritz Bleibtreu); Nunik (Paz Vega); Ismene (Angela Molina); Egon (Alessandro Preziosi)
Anno: 2006
Nazione: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 117'
Data uscita in Italia: 23 marzo 2007
Genere: drammatico


͈ la saga degli Arslanian, di due fratelli che con le loro scelte differenti hanno forgiato per i loro figli due destini tragicamente opposti, di vita e di morte.
Il fratello maggiore, Yerwant, lascia l"€™Armenia da ragazzo, studiando a Venezia e diventando medico di successo a Padova, dove sposa una nobildonna e ne ha due figli. Il fratello meno avventuroso e più legato alle tradizioni familiari, Sempad, rimane nel villaggio natale in Anatolia, dove riveste uno status preminente, facendo della sua farmacia una finestra sulle novità  occidentali. La sua numerosa famiglia incarna i valori e la cultura del popolo armeno, come l"€™ospitalità  festosa, l"€™intraprendenza mercantile, la religiosità  tollerante.
Dopo molti anni di lontananza, nel 1915 i due fratelli combinano una rimpatriata: Yerwant con la famiglia si accinge a tornare in Anatolia con due automobili, carico di doni e di nostalgia. Sempad arreda prestigiosamente la "€œmasseria delle allodole"€, la villa in campagna, preparando un"€™accoglienza memorabile. Ma lo scoppio della guerra spezza all'€™improvviso ogni progetto e consegna l"€™intero popolo armeno allo sterminio: i turchi, alleati dei tedeschi, attuano il mostruoso piano di eliminazione delle minoranze etniche.
Massacrati tutti i maschi, compresi i bambini, le donne armene, fra cui la moglie e le figlie di Sempad, saranno deportate e trasferite ad Aleppo in un esodo atroce e spietato, destinate a un"€™inesorabile "€œsoluzione finale"€. Grazie all'€™avventuroso intervento di amici fedeli, per le figlie di Sempad si apre in extremis una via di fuga e il romanzo, teso come un thriller ed emozionante come una storia d"€™amore, si conclude, in un salto temporale, con la voce della narratrice, la nipote Antonia, che intrecciando storia e poesia, colori, suoni e profumi, ha saputo incidere la sua vicenda familiare nella memoria collettiva.

La masseria delle allodole dei fratelli Taviani

di Michele Ossani

Sarà  presente in sala la scrittrice ANTONIA ARLSAN, autrice del libro da cui è tratto il film.

Sabato 1 settembre 2007 ore 21:15
Proiezione del film presentato in anteprima nazionale Padova:


GUIDO CHE SFIDO' LE BRIGATE ROSSE
Anno 2006
Origine ITALIA
Genere DRAMMATICO, POLITICO
Regia : Giuseppe Ferrara
Cast: Massimo Ghini (Guido Rossa ) - Gianmarco Tognazzi (Riccardo Dura ) - Anna Galiena (Silvia Rossa ) - Corrado Invernizzi (Operaio) - Giulio Buccolieri (Brigatista ) - Maria Rosaria Omaggio (Elsa Morante) - Mattia Sbragia
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Heidrun Schleef, Daniele Aliprandi
Fotografia: Riccardo Gambacciani
Musiche: Pino Donaggio
Montaggio: Adriano Tagliavia
Costumi: Barbara Molinari


Il film vuole ricordare la figura di Guido Rossa, operaio dell'acciaieria Italsider di Cornigliano, militante del Pci e delegato della Cgil, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse a Genova, il 24 gennaio 1979.
All'alba del 24 gennaio 1979 in via Fracchia a Genova il brigatista rosso Roberto Dura è appostato con altri due compagni in attesa che il sindacalista e operaio dell'Italsider Guido Rossa esca di casa per andare al lavoro. Tre mesi prima Rossa ha denunciato un suo collega di lavoro, Francesco Berardi, per aver diffuso volantini delle BR all'interno della fabbrica. Arrestato e processato per direttissima, Berardi è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere. Per questo, la mattina del 24 gennaio, Rossa viene gambizzato come aveva stabilito il comitato esecutivo dei terroristi. Ma Dura ha un ripensamento. Torna indietro e uccide Rossa.
Le fabbriche si fermano e si formano spontaneamente cortei di protesta, la notizia viene proposta nei telegiornali nazionali, l'impressione, ovunque, è enorme.
Viene allestita la camera ardente nel teatro cral dell'Italsider, migliaia di persone vogliono rendere omaggio al coraggioso operaio, a colui che "ha sfidato del Brigate Rosse".
Tra le tante testimonianze di cittadini e autorità  è toccante quella del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che rende omaggio alla salma, e gli pone su un cuscino la medaglia d'oro al valor civile. Dice Pertini: "Gli operai hanno compreso la necessità  di difendere a tutti i costi questa Repubblica. C'è costata venti anni di lotta antifascista, di sacrifici, di morti. Non c'è stata regalata e va difesa a tutti costi".
Dalla fine del 1979 iniziò la dissoluzione della colonna brigatista genovese. Il 28 Marzo 1980 i carabinieri del Generale Dalla Chiesa assalirono il covo Br di Genova e uccisero Roberto Dura.

Saranno presenti in sala il regista GIUSEPPE FERRARA e gli allievi della Scuola Permanente di Cinematografia di Padova-Promovies. Con la partecipazione degli attori: Anna Galiena e Gianmarco Tognazzi.

Guido ROSSA interprete Massimo Ghini
Operaio di origine veneta ma genovese d'adozione, iscritto al PCI e sindacalista della CGIL all'Italsider di Genova-Cornigliano, nell'ottobre del 1978 Rossa nota un uomo intento a nascondere volantini delle B.R. dietro a un distributore di bevande. L'operaio è Francesco Berardi, che cerca di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e subito si dichiara prigioniero politico. Viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa denuncia Berardi e testimonia al processo, nel quale Berardi, poi suicida in carcere, viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Per alcuni mesi il sindacato offre a Rossa una scorta, temendo una vendetta dei brigatisti, che arriva il 24 gennaio 1979. Rossa esce di casa e sale in macchina. Un commando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Gagliardo e Lorenzo Carpi lo attende e gli spara uccidendolo. ͈ la prima volta che le Brigate Rosse uccidono un iscritto al PCI e un sindacalista. La rabbia e l'indignazione è enorme. Al funerale, cui partecipano 250.000 persone, presenzia il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L'omicidio di Rossa segna una svolta nella storia delle Brigate Rosse, che da quel momento non riusciranno più a trovare alcun sostegno nel proletariato. Guido Rossa è anche ricordato per la sua attività  di alpinista e il suo impegno nel Club Alpino Italiano

Riccardo DURA (Roberto) interprete Gian Marco Tognazzi

Ex militante di Lotta continua, membro di primo piano della leggendaria colonna genovese delle Brigate rosse, Riccardo Dura è l"€™uomo che il 19 gennaio 1979 uccide Guido Rossa. A sparare per primo è Vincenzo Guagliardo, l"€™altro membro del commando brigatista che, nei piani dell'€™organizzazione, deve "€œsolo"€ ferire alle gambe l"€™operaio dell'€™Italsider, colpevole di aver denunciato e fatto arrestare Francesco Berardi. Dura, dopo che i colpi sparati da Guagliardo sono già  andati a segno, decide di giustiziare Rossa "€œperché le spie vanno uccise"€. Riccardo Dura "€˜Roberto"€™ muore il 28 marzo 1980, in quella stessa strada di Genova, via Fracchia, dove poco più di un anno prima aveva ucciso Guido Rossa. Muore insieme ai compagni Lorenzo Betassa, Annamaria Ludman e Piero Panciarelli, tutti uccisi dal nucleo antiterrorismo di Dalla Chiesa in quella che è passata alle cronache come la strage di via Fracchia. Dura è l"€™unico che non viene subito identificato dai carabinieri; a farlo provvederanno le stesse Brigate rosse con una telefonata all'€™Ansa del 3 aprile 1980.

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