Mario Pirovano in "Mistero Buffo"

«Vivevo in Inghilterra da dieci anni. Una sera del 1983 sono andato a teatro a vedere il Mistero Buffo: fu una folgorazione. Sono tornato ogni sera a teatro per rivedere lo spettacolo e conoscere finalmente Dario Fo e Franca Rame».Così Mario Pirovano descrive i suoi esordi nell'opera originale di Dario Fo che influenzò molti autori, venendo considerata un modello per il genere del teatro di narrazione.

Riproposto dal 1969 ad oggi in oltre 5000 allestimenti in Italia e all'€˜estero, MISTERO BUFFO è il testo più celebre e significativo di Dario Fo sulle radici del teatro popolare, quello dei giullari e della commedia dell'€™arte. Il titolo stesso rivendica questo legame: i misteri erano le rappresentazioni dei temi sacri che gli attori comici del Medioevo mettevano in scena non per dissacrare ma per smascherare e denunciare il potere.
Il termine "€œmistero"€ è usato già  nel II°, III° secolo dopo Cristo per indicare uno spettacolo, una rappresentazione sacra. Un mistero buffo è dunque uno spettacolo grottesco. Chi l' ha inventato, è stato il popolo.
Fin dai primi secoli dopo Cristo il popolo si divertiva, e non era solo divertimento, a muovere, a giocare, come si diceva, spettacoli in forma ironico-grottesca. Il teatro infatti, specie il teatro grottesco, è sempre stato il mezzo primo di espressione popolare, di comunicazione, ma anche di provocazione e di agitazione delle idee. I giullari recitavano nei mercati, nei cortili e qualche volta addirittura dentro le chiese.
Sono loro, insieme ai comici dell'arte, gli inventori del grammelot, termine di origine francese coniato dai buffoni-clown-giullari. I comici dell'arte usavano il grammelot a piene mani perché costretti sia dalla situazione di viaggiatori in mezzo a lingue diverse, sia dalle leggi censorie che imponevano loro di non recitare in lingua: potevano al massimo mimare ed articolare suoni senza senso compiuto. Dalla tradizione dei comici dell'arte sono giunte a noi storie di esibizioni di grandi interpreti del grammelot.

Le quattro giullarate che Mario Pirovano ci presenta, sono tra le più appassionanti del "Mistero Buffo". La ricchezza del testo e le sue capacità  istrioniche riescono a trasportarci nella dimensione delle farse medievali provocatorie e dissacranti, e nella comicita' viva della Commedia dell'Arte.

"La fame dello Zanni" racconta la storia di una fame atavica attraverso sproloqui e contorsioni da funambolo.
"La Resurrezione di Lazzaro" è la descrizione parodistica del miracolo più popolare del Nuovo Testamento, vissuto come grande happening del tempo.
"Il Primo Miracolo di Gesù Bambino" costituisce il poetico racconto tratto dai Vangeli apocrifi: come il piccolo Jesus, che fa volare gli uccellini di argilla fatti dai compagni, reagisce alla prepotenza di chi glieli distrugge.
"Bonifacio VIII" ci presenta il Pontefice prima nella magnificenza della sua vestizione, poi nel suo incontro-scontro con Gesù. Classico anacronismo medioevale, teso a sottolineare l'immensa differenza tra i due.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Biglietti
Posto unico "‚€ 10 (più dir. prev.).
Prevendite: a Padova: Ufficio Turismo in Galleria Pedrocchi, Gabbia Dischi in via Dante,
Coin Ticketstore in via Zabarella, Alea al Centro Giotto; nel Veneto: filiali Unicredit Banca (800-323285) e circuito Box Office (041-2719090).

Per tutte le altre informazioni si rinvia a: Arena Estate 2008. Cinema, teatro, musica - Ia parte.