Pan e Siringa

Ovidio, Metamorfosi (Libro I, 689 – 712)

Siringa ha in comune con Dafne la scelta della verginità, il fatto di essere tormentata da un dio e trasformata in un vegetale.
Pan, dio pastore e musicista, si innamora di Siringa, che per sfuggirgli scappa nei pressi di una palude fino alle sponde del fiume Ladone, dove invoca le Naiadi che la mutano in canne palustri. Nelle Metamorfosi si legge che "mentre Pan già è convinto di aver acchiappato Siringa, fra le mani si trova, invece del corpo di una ninfa, dei giunchi palustri" che, mossi da suo soffio, mandano una lieve musica. "Toccato da quella scoperta e dalla dolcezza del suono, dice il dio <Sarà questo il colluquio con te che mi resta>" e congiungendo con la cera un congegno di canne di diversa lunghezza costruì uno strumento musicale: la siringa.

Quadro:
Francesco Zugno (Venezia, 1709 – 1787)
Pan e Siringa
Padova, Musei Civici
Museo d'Arte Medioevale e Moderna
Inv. 1548

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