Personale di Giuseppe Ferrara e incontro con il regista
MARTEDI' 5 FEBBRAIO 2008
ore 20:00 - NARCOS
Titolo Originale: NARCOS
Regia: Giuseppe Ferrara
Interpreti: Juan José Pinero, Adriana Sforza, Aldo Sambrell, Joel Maldonado
Durata: h 1.46
Nazionalità : Italia 1992
Genere: drammatico
Con la ricostruzione di questa storia vera, Ferrara illustra allo spettatore l'inaudito e tuttavia orrendamente naturale scenario nel quale un adolescente si trasforma in un assassino professionista, e porta l'intero pubblico alla scoperta dei fatti, delle ragioni e dei sentimenti che lo hanno condotto davanti a un giudice.
Jesus, Diego e Miguel sono tre ragazzi colombiani, le cui esistenze finiscono per incrociarsi sotto il segno del narcotraffico, piaga endemica, ed insieme fonte massima di redditi e attività criminose nel paese. Jesus ruba auto di lusso che rivende a tale Cruzero, legato ai narcos. Diego è assoldato nell'esercito privato di un boss della droga, e partecipa a rastrellamenti e vendette contro chi si oppone e per aver risparmiato un ragazzino finisce in un campo fabbrica all'interno. Miguel, oltre a spacciare droga, uccide a pagamento. Jesus e Miguel fanno amicizia, e tra quest'ultimo e la sorella di Jesus, Mercedes, nasce una simpatia. In seguito ad una retata della Polizia i due ragazzi, riusciti a fuggire, finiscono al campo di Casualito, dove affiancano Diego nell'esercito del boss. Un soldato sorpreso a farsi passare droga da un lavorante viene immediatamente giustiziato assieme al complice. Il campo viene "ceduto" alle forze dell'ordine, ed i ragazzi tornano in città . Qui vengono inseriti in una scuola di delitto, dove imparano a sparare dalla motocicletta a sagome di cartone: in seguito i "pupazzi" sono ignari passanti che si trovano nel posto dove le vittime designate verranno a transitare. L'uccisione di innocenti turba Jesus, ma un compagno lo rassicura dicendogli che è solo questione d'abitudine. I killer adolescenti hanno denaro, belle ragazze, e si sentono padroni della vita e della morte. Ma essendo anche testimoni scomodi, vengono, una volta usati, eliminati da altri ragazzi addestrati come loro, in un mortale giro di vite. Morto Miguel, attirato in un agguato e ucciso da un poliziotto, Jesus, Diego e un altro baby killer, Chico, fuggono dalla città . Ma alla fine decidono di costituirsi e confessano tutto al giudice Ramirez, un uomo integerrimo. Ma anche nell'hotel prigione i testimoni non sono sicuri e Diego e Chico una mattina spariscono. Jesus decide allora di fuggire, e si rifugia in un villaggio, abbandonando per sempre il narcotraffico.
"Non ho fatto della morte uno spettacolo, bensì un documento di verità . Questo film vorrei che servisse da monito".
"Tutte le mattine, in Colombia, centinaia di persone si svegliano avendo come unico scopo quello di uccidere qualcuno. Non credo si possa capire cosa sarà la mafia di fine secolo, una vera e propria 'Gestapo' del sottosviluppo, se non si scende nei bassifondi di Medellin [...], se non si indagano i legami fra potere legale e criminale" (G. FERRARA)
ore 22:15 - PANAGULIS VIVE
PANAGULIS ZEI (Panagulis vive)
Produzione: Cine 2000 per la RAI - Rete 2 Tv
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Piergiovanni Anchisi, Riccardo Iacona, Gianfrancesco Ramacci, con la collaborazione di Tanassis Valtinos
Regia: Giuseppe Ferrara
Direttore della fotografia: Silvio Fraschetti
Musica: Dimitri Nicolau (il disco ͨ stato stampato e distribuito dalla CGD Messaggerie Musicali. Cantano Lina Sastri e Maria Kannelou)
Durata: 110' versione cinema - 35 mm
4 episodi di 55' ciascuno, versione tv - 16 mm
Anno 1980
Distribuito dalla Sacis in Grecia, Germania, Francia, Urss
CAST: Stathis Giallelis, Pupella Maggio, Victor Cavallo, Adalberto Maria Merli, Marcella Michelangeli, Mike Morris, Paola Quattrini, Luigi Montini, Cristiano Censi, Daniele Dublino, Tonino Pulci
Grecia 1968: da una parte un gruppo di giovani democratici guidati dal poeta Alessandro Panagulis; dall'altra la dittatura militare che aveva abbattuto la democrazia. Il gruppo prepara un attentato contro il capo della giunta dei colonnelli, ma il piano fallisce: Panagulis e gli altri vengono catturati. Il processo, dopo 2 mesi e mezzo di sevizie nei confronti dell'imputato, si celebra senza alcun rispetto dei diritti della difesa. Dopo la sentenza di condanna a morte, l'indignazione mondiale trattiene la giunta dall'eseguire la sentenza. Da questo momento iniziano per il poeta 5 anni di atroci sofferenze e di torture programmate; Panagulis attua scioperi della fame e proteste scritte, compone poesie, tenta invano di evadere.
Il regime tenta in seguito la carta del rinnovamento: anche Panagulis ͨ amnistiato. Liberato, mentre a casa sua incontra gli amici, viene intervistato dalla giornalista Oriana Fallaci; tra i due inizia un rapporto di reciproca intesa.
In Italia Panagulis continua la sua attività politica. Entrato in crisi il potere dei colonnelli, Karamanlis prende il potere e ristabilisce le libertà formali. Panagulis rientra in patria: viene eletto deputato, testimonia al processo contro i colonnelli golpisti, partecipa a dimostrazioni e scioperi. In possesso di documenti segreti importanti, sta per presentare un'interrogazione quando muore in un incidente automobilistico che, fin dal primo momento, appare pieno di ambiguità . Una folla immensa partecipa al suo funerale. Molti gridano: "Panagulis vive!"
FESTIVAL
Selezionato per la sezione 'Controcampo italiano' al Festival di Venezia, 1980
Selezionato per il Festival di Mosca, 1980
Selezionato per il Festival cinematografico di Carrara, 1980
Selezionato per il Festival internazionale dell'attore (Montalcino), 1981
PREMI
Laceno d'oro per la regia al Festival di Avellino, 1981
Targa per un cinema migliore del Cineclub di Napoli, 1981
Premio Nazionale di Cultura Piazza Navona per la regia televisiva, 1982
MERCOLEDI' 6 FEBBRAIO 2008
ore 20:00 - GIOVANNI FALCONE
Regia: Giuseppe Ferrara
Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe Ferrara e Armenia Balducci
Direttore della fotografia: Claudio Cirillo AIC
Scenografo: Nino Formica
Costumista: Danda Ortona ASC
Fonico di presa diretta: Mario Dallimonti
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musica: Pino Donaggio
Prodotto da Giovanni Di Clemente per la Clemi Cinematografica
Anno 1993
CAST: Michele Placido, Anna Bonaiuto, Massimo Bonetti, Gianni Musy, Paolo Di Giorgio, Pietro Biondi, Gianfranco Barra, Marco Leto, Ivana Monti, Giancarlo Giannini
Palermo, inizio anni Ottanta: la mafia ha messo a segno i primi grandi delitti, uccidendo tre giudici, il responsabile della Mobile, il presidente della Regione, il prefetto; ha iniziato una sanguinosa guerra intestina con centinaia di morti per controllare il narcotraffico. Per chi, come il giudice Falcone, vuole ancora indagare, arrestare, emettere sentenze il rischio è altissimo. Eppure alla Mobile e alla Procura di Palermo soffia un vento nuovo: anche il collega di Falcone Paolo Borsellino e il commissario Cassarà , con alle spalle il capo della Procura Chinnici, sono i convinti propulsori di inchieste e processi sempre più stringenti. Moriranno tutti.
Il film è la ricostruzione fedele di questo ragionato (anche se tragico) tentativo di battere la mafia in un contesto sociale pieno di ambiguità , quello che alcuni giornalisti hanno voluto battezzare 'la palude' e che gli stessi inquirenti chiamavano 'la zona grigia'.
Il racconto segue l'attività di Falcone lungo un decennio: indagini, nuovi metodi di lavoro giudiziario, confessioni di boss pentiti, colpi di scena, telefoni senza controllo e un'idea precisa che il giudice porta avanti con tenacia: la mafia è un fenomeno criminale unitario, di gigantesche proporzioni, che quindi ha bisogno di una mole investigativa e giudiziaria altrettanto grande e unitaria.
ore 22:30 - IL CASO MORO
Produzione Yarno Cinematografica - Mauro Berardi
Regia: Giuseppe Ferrara
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Armenia Balducci, Robert Katz
AR: Terpsichori Kolosov
Assistente R: Franco Angeli
Direttore fotografia: Camillo Bazzoni
OP: Roberto Brega
Scenografia: Frigeri
Costumista: Laura Vaccari Ferrara
Aiuto Costumista: Annamaria Marsella
MO: Roberto Perpignani
Musica: Pino Donaggio
Anno 1986 - Durata 113' - Colore
CAST:Gian Maria Volontè, Margherita Lozano, Mattia Sbragia, Consuelo Ferrara, Enrica Maria Modugno, Bruno Zanin, Erica Rosso, Daniele Dublino, Piero Vida, Luciano Bartoli, Bruno Corazzari, Daniela De Silva, Maurizio Donadoni, Danilo Mattei, Umberto Rhao, Paolo Scalandro, Franco Trevisi
Roma, 16 marzo. E' mattina. Il presidente Aldo Moro saluta la sua famiglia senza sapere che non la rivedrà mai più. Deve raggiungere il Parlamento insieme alla scorta: qui il Governo che ha contribuito a mettere in piedi, guidato da Andreotti, è pronto al grande giorno: per la prima volta in Italia verrà sostenuto e affiancato anche dal Partito Comunista.
Un commando delle Brigate Rosse gli tende un agguato e lo rapisce, dopo aver ucciso i 5 uomini che lo proteggevano: per l'intera nazione è uno shock: Dopo 55 giorni di prigionia, i rapitori uccideranno Aldo Moro, sebbene avessero promesso di liberarlo.
Il film racconta dei giorni di detenzione, del dolore e dell'impegno vano della famiglia, della furia ideologica dei brigatisti contro il sistema, di un Aldo Moro che tenta di comunicare attraverso alcune lettere indirizzate al Papa, ai leaders della Dc, a Craxi, ad amici, che non viene creduto ed è anzi ritenuto folle o costretto a scrivere dai rapitori, abbandonato dagli amici, dai politici, dalle alte cariche dello Stato.
GiIOVEDI' 7 FEBBRAIO 2008
ore 20:00 - CENTO GIORNI A PALERMO
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Giorgio Arlorio e Piergiovanni Anchisi, Riccardo Iacona, Peppuccio Tornatore, William Laurent
Regia: Giuseppe Ferrara
Direttore della fotografia: Silvio Fraschetti
Scenografia: Antonio Visone
Montaggio: Mario Gargiulo
Musica: Vittorio Gelmetti
Costumi: Laura Vaccari Ferrara
Anno 1984 - 35 e 16 mm - Colore - Durata: 110' - Video 3/4''
Distribuzione cinematografica (fino al 1988): Titanus
Distribuzione all'estero: Cecilia, Parigi
CAST: Lino Ventura, Giuliana De Sio, Stefano Satta Flores, Adalberto Maria Merli, Lino Troisi, Arnoldo FoÍ , Accursio Di Leo
Il generale Dalla Chiesa, già distintosi nella lotta al terrorismo, viene nominato prefetto di Palermo perchè coordini la lotta alla mafia con speciali poteri che però gli vengono soltanto promessi. Le iniziative del prefetto, nonostante un ennesimo feroce delitto (l'assassinio dell'onorevole Pio La Torre) che nei propositi mafiosi intende intimorire il generale, danno uno stimolo deciso a tutte le forze dell'ordine e, avvicinando i cittadini, promuovono una coscienza popolare antimafiosa.
Dalla Chiesa, che intanto ha sposato una giovane e intelligente crocerossina che lo raggiunge a Palermo, diventa sempre più pericoloso per la mafia, che decide di ucciderlo: alcuni killers uccidono il generale e la moglie in via Carini, a Palermo, il 3 settembre 1982.
PREMI
Premio associazione Amici dello spettacolo 1984
Targa Cineforum e Assessorato servizi sociali di Messina 1984
Targa Associnema e Cineclub Napoli per un cinema migliore 1984
Airone Fedic al Festival di Montecatini 1984
Premio SIAE per la migliore colonna sonora nel periodo 1980-1984
ore 22:30 - SEGRETO DI STATO
Regia: Giuseppe Ferrara
Soggetto: Andrea Purgatori
Sceneggiatura: Andrea Frezza
Direttore fotografia: Claudio Cirillo
Scenografia: Antonio Formica
Costumi: Tiziana Mancini
Musiche: Pino Donaggio
Montaggio: Adriano Tagliavia
Organizzazione generale: Maurizio Pastrovich
Anno 1995 - Durata - Colore
CAST: Massimo Ghini, Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Tony Sperandeo, Isabel Russinova, Mariella Valentini, Adriana Russo, Giampiero Bianchi, Adalberto Maria Merli
Un' autobomba esplode nei pressi della Stazione di Milano, uccidendo una pattuglia della Polizia e due extra-comunitari. Mentre il SISDE arresta, dopo tre sole ore, un pregiudicato mafioso e accusa come mandante un uomo dello stesso SISDE, Peppe Fossati (che avvisato da un collega si defila), il ministro convoca (tramite il funzionario Carmine Muschio) Carlo Tommasi della DIA ad occuparsi delle indagini, coordinate dal giudice Francesca Savona. Poi il capo del SISDE, Ermes Ravidà , fornisce a costei un dossier su Fossati, compromettente ma inattendibile. Frattanto costui si incontra dapprima col collega che lo ha salvato, e poi elimina in una discarica un altro agente, Biondi, incaricato di "suicidarlo". Fossati, che ha una relazione con la giornalista Laura Melli, sa ora che a Ravidà interessano i dati di un dischetto che egli incarica di far spedire ad un fermo posta romano all'amica Calvesi. Mentre costei porta in Svizzera documenti compromettenti viene eliminata da alcuni killer che bruciano l'automobile. Ma Tommasi, che è scampato frattanto ad un attentato insieme al giudice Savona, recupera un foglio di carta dall'automobile dalla cui lettura comprende che i "fondi neri" sono alla base del complotto. Fossati, dopo che ha fatto irruzione a casa di Ravidà e gli ha sottratto un secondo dischetto, contatta Tommasi per un incontro a Roma, ma viene ucciso da un killer, a sua volta eliminato da Carlo che riesce a recuperare la chiave della cassetta dove si trovano i dischetti coi nomi dei corrotti, pagati con i "fondi neri" del SISDE, tra cui il ministro ed anche l'amico Muschio, al quale aveva confidato dell'incontro con Fossati. Ravidà viene arrestato, il ministro è incriminato e Muschio, sopraffatto dal rimorso, si uccide.
Venerdì 8 febbraio 2008
ore 20:00 - INCONTRO CON IL REGISTA GIUSEPPE FERRARA
"Il cinema cos'è, come si fa e come si vede".
A seguire proiezione dei cortometraggi Promovies "Mondomeraviglioso", "Anzgregovisna! Spasiba tabarish Joseph", "Lovers"
A seguire proiezione di:
GUIDO CHE SFIDO' LE BRIGATE ROSSE
Anno 2006
Origine ITALIA
Genere DRAMMATICO, POLITICO
Regia : Giuseppe Ferrara
Cast: Massimo Ghini (Guido Rossa ) - Gianmarco Tognazzi (Riccardo Dura ) - Anna Galiena (Silvia Rossa ) - Corrado Invernizzi (Operaio) - Giulio Buccolieri (Brigatista ) - Maria Rosaria Omaggio (Elsa Morante) - Mattia Sbragia
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Heidrun Schleef, Daniele Aliprandi
Fotografia: Riccardo Gambacciani
Musiche: Pino Donaggio
Montaggio: Adriano Tagliavia
Costumi: Barbara Molinari
All'alba del 24 gennaio 1979 in via Fracchia a Genova il brigatista rosso Roberto Dura è appostato con altri due compagni in attesa che il sindacalista e operaio dell'Italsider Guido Rossa esca di casa per andare al lavoro. Tre mesi prima Rossa ha denunciato un suo collega di lavoro, Francesco Berardi, per aver diffuso volantini delle BR all'interno della fabbrica. Arrestato e processato per direttissima, Berardi è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere. Per questo, la mattina del 24 gennaio, Rossa viene gambizzato come aveva stabilito il comitato esecutivo dei terroristi. Ma Dura ha un ripensamento. Torna indietro e uccide Rossa.
Le fabbriche si fermano e si formano spontaneamente cortei di protesta, la notizia viene proposta nei telegiornali nazionali, l'impressione, ovunque, è enorme.
Viene allestita la camera ardente nel teatro cral dell'Italsider, migliaia di persone vogliono rendere omaggio al coraggioso operaio, a colui che "ha sfidato del Brigate Rosse".
Tra le tante testimonianze di cittadini e autorità è toccante quella del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che rende omaggio alla salma, e gli pone su un cuscino la medaglia d'oro al valor civile. Dice Pertini: "Gli operai hanno compreso la necessità di difendere a tutti i costi questa Repubblica. C'è costata venti anni di lotta antifascista, di sacrifici, di morti. Non c'è stata regalata e va difesa a tutti costi".
Dalla fine del 1979 iniziò la dissoluzione della colonna brigatista genovese. Il 28 Marzo 1980 i carabinieri del Generale Dalla Chiesa assalirono il covo Br di Genova e ucciser Roberto Dura.
Guido ROSSA interprete Massimo Ghini
Operaio di origine veneta ma genovese d'adozione, iscritto al PCI e sindacalista della CGIL all'Italsider di Genova-Cornigliano, nell'ottobre del 1978 Rossa nota un uomo intento a nascondere volantini delle B.R. dietro a un distributore di bevande. L'operaio è Francesco Berardi, che cerca di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e subito si dichiara prigioniero politico. Viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa denuncia Berardi e testimonia al processo, nel quale Berardi, poi suicida in carcere, viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Per alcuni mesi il sindacato offre a Rossa una scorta, temendo una vendetta dei brigatisti, che arriva il 24 gennaio 1979. Rossa esce di casa e sale in macchina. Un commando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Gagliardo e Lorenzo Carpi lo attende e gli spara uccidendolo. Í la prima volta che le Brigate Rosse uccidono un iscritto al PCI e un sindacalista. La rabbia e l'indignazione è enorme. Al funerale, cui partecipano 250.000 persone, presenzia il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L'omicidio di Rossa segna una svolta nella storia delle Brigate Rosse, che da quel momento non riusciranno più a trovare alcun sostegno nel proletariato. Guido Rossa è anche ricordato per la sua attività di alpinista e il suo impegno nel Club Alpino Italiano
Riccardo DURA (Roberto) interprete Gian Marco Tognazzi
Ex militante di Lotta continua, membro di primo piano della leggendaria colonna genovese delle Brigate rosse, Riccardo Dura è l"uomo che il 19 gennaio 1979 uccide Guido Rossa. A sparare per primo è Vincenzo Guagliardo, l"altro membro del commando brigatista che, nei piani dell'organizzazione, deve "solo" ferire alle gambe l"operaio dell'Italsider, colpevole di aver denunciato e fatto arrestare Francesco Berardi. Dura, dopo che i colpi sparati da Guagliardo sono già andati a segno, decide di giustiziare Rossa "perché le spie vanno uccise". Riccardo Dura "Roberto" muore il 28 marzo 1980, in quella stessa strada di Genova, via Fracchia, dove poco più di un anno prima aveva ucciso Guido Rossa. Muore insieme ai compagni Lorenzo Betassa, Annamaria Ludman e Piero Panciarelli, tutti uccisi dal nucleo antiterrorismo di Dalla Chiesa in quella che è passata alle cronache come la strage di via Fracchia. Dura è l"unico che non viene subito identificato dai carabinieri; a farlo provvederanno le stesse Brigate rosse con una telefonata all'Ansa del 3 aprile 1980.
ORE 22:30 - I BANCHIERI DI DIO - IL CASO CALVI
Titolo originale: I banchieri di Dio - Il caso Calvi
Nazione: Italia
Anno: 2001
Genere: Storico/Drammatico
Durata: 130'
Regia: Giuseppe Ferrara
CAST: Omero Antonutti, Pamela Villoresi, Giancarlo Giannini, Alessandro Gassman, Rutger Hauer.
Produzione: Sistina Cinematografica
Distribuzione: Columbia Tristar
Data di uscita: 08 Marzo 2002 (cinema)
Il film inizia caduta del finanziere Sindona e con la richiesta di aiuto, da parte di questi al presidente del Banco Ambrosiano Veneto, Roberto Calvi (Omero Antonutti), che però rifiuta. E' questo l'inizio della fine. Dopo un po' Calvi stesso viene indagato, gli viene sequestrato il passaporto, quindi viene arrestato. La moglie del banchiere (Pamela Villoresi) cerca di aiutarlo con ogni mezzo...
MERCOLEDI' 13 FEBBRAIO 2008
ore 20:00 - IL SASSO IN BOCCA
Regia: Giuseppe Ferrara
SceneggiaturaGiuseppe Ferrara
Data di uscita1970
GenereDocumentario
CAST: Franca Sciutto, Bill Vanders, Benedetto Colajanni, Vito Zappala
Il "sasso in bocca" è lo sfregio che la mafia compie sul cadavere di un affiliato che ha rivelato segreti ad estranei. La mafia moderna ha le sue radici storiche e sociologiche nella nascita del capitalismo americano ai tempi dell'elezione di Roosvelt, mediante l'instaurazione di particolari rapporti tra la mala americana e zone mafiose della Sicilia. Le lotte sindacali, il proibizionismo, gangsterismo e potere politico, sono i poli che, negli Stati Uniti, risentono fortemente di analogie con la situazione italiana. Tale parallelismo è dimostrato dal viaggio in Sicilia di Mussolini, dai contatti dello stesso con Vito Genovese e dalle repressioni superficiali allora demandate alle forze di polizia. Lo sbarco degli Alleati nell'isola italiana trova un appoggio nella mafia, che se ne vale per imporre nell'immediato dopoguerra i movimenti separatisti, la lotta ai sindacati, la violenza religiosa, il banditismo e le coercizioni elettorali. Fallito il tentativo di condurre la mafia, mediante il separatismo, a potere legale, la meta viene raggiunta occultamente e di fatto con l'alleanza ad alto livello tra mafia e potere capitalistico. I metodi e le sottili ramificazioni della mafia divengono strumento di terrore e di potenza. Lo dimostrano le scoperte degli inquirenti in Sicilia e negli Stati Uniti: stessi sistemi, stessa omertà . "Cosa nostra", in America, domina dall'alto con Anastasia e Genovese; la mafia, in Sicilia, ha il suo potere nei mercati nell'edilizia, nella droga con esponenti come Calcedonio di Pisa e Angelo La Berbera.
ore 21:30 - IL CINEMA DOCUMENTARIO DI GIUSEPPE FERRARA
Documentari del periodo 1961-1972, in collaborazione con la Cineteca Comunale di Bologna
ore 22:30 - CONTRA-DICTION. Il caso Nicaragua
Regia e montaggio: Giuseppe Ferrara
Collaborazione alla regia: Tiziana Gagnor
Collaborazione al montaggio: Giuliana Zamariola
Assistente al montaggio: Andrea De Angelis
Aiuto regia e organizzazione in Nicaragua: Claudio Coronati
Lettura poesie: Lina Sastri e Mattia Sbragia (Fernando Rey nella versione spagnola)
Speaker: Adalberto Maria Monti
Direttore fotografia: Giacomo Testa
Fonico presa diretta: Gianni Sardo
Musica: Luciano e Maurizio Francisci
Organizzazione generale: Gianni Minello
Coordinamento: Carlo Bensi
Testi e interviste: Luigi Troiani
Anno: 1987 - Durata 100' (versione spagnola) e 90' (versione italiana)
Colore - Formati: 16 mm, cassette video VHS e 3/4
Il 'documentario' si propone non come un'inchiesta di tipo giornalistico-divulgativo, ma come un'opera d'autore.
Il film propone sequenze che mostrano la realtà presente, la quotidianità della gente, le mutilazioni della guerra e l'intensa volontà di pace, per poi prendere in considerazione il passato del Paese: dalla figura di Sandino, alla dinastia dittatoriale dei Somoza, ai suoi appoggi internazionali, alle feroci repressioni, alla fondamentale 'censura' del terremoto del '72, al maturare della lotta di liberazione, all'insurrezione, fino alla vittoria della rivoluzione sandinista.
Mantenere viva la memoria storica e illustrare le controversie del presente: queste le linee guida del lungometraggio, che illustra anche il laboratorio di un nuovo modello politico, la fondamentale partecipazione dei cristiani alla lotta di liberazione e al governo, la guerra diretta e indiretta, dalle azioni dei 'contras' all'embargo economico. E ancora il sottosviluppo del Paese e, in contrapposizione, le forze che nonostante tutto continuano a portare avanti un modello diverso: i giovani, le donne, i lavoratori. E i problemi legati alla questione etnica, la democrazia, la solidarietà internazionale.
Nel finale, accanto alle tragedie, alle contraddizioni, alla guerra, alla morte, esplode, oltre alla volontà di "No venderse ni rindirse" (non vendersi né arrendersi), un'altra caratteristica dello spirito 'nica': la "alegria", la sete di pace.
Partecipa alla serata Maurizio Tarantino autore della tesi di laurea "Il documentario d'inchiesta nel Sud Italia di Giuseppe Ferrara".
Giovedì 14 febbraio 2008
ore 20:00 - I BANCHIERI DI DIO - IL CASO CALVI
ORE 22:30 - GUIDO CHE SFIDO' LE BRIGATE ROSSE
Per ulteriori informazioni sulla Rassegna, si rinvia a: Fronte del Porto Filmclub 2008.