Spettacolo "Varichina e Melanina"
Da anni Giobbe Covatta è testimonial dell'AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca) l"associazione che aiuta lo sviluppo sanitario e sociale delle popolazioni dell'Africa. Questo suo profondo impegno in campo umanitario si esprime anche nel suo ultimo spettacolo:
"Varichina e Melanina" di Giobbe Covatta e Paola Catella, con Ugo Gangheri.
Padova, Arena Romana
Martedì 19 luglio 2005
(SPETTACOLO ANNULLATO)
Il nuovo lavoro del comico napoletano affronta, infatti, il problema della profonda distanza che divide i due mondi dell'Occidente e dell'Africa.
Nonostante il tema non sia affatto leggero, l'ironia e lo stile accattivante del comico accompagnano piacevolmente lo spettatore mentre gli mostrano il continente africano e l'occidente che si scrutano e si esaminano a vicenda.
In uno schermo sul palco compaiono le foto di due bambini, uno italiano e l'altro africano, e Giobbe mette a confronto la vita e le possibilità future dell'uno e dell'altro.
Le scene di Stefano Giambanco vedono invece sullo sfondo un gigantesco Monopoli. Per giocarci bisogna usare un dado particolare, le cui sei facce danno tutte lo stesso numero: l'uno. Con il "dado africano" è faticoso procedere ed è impossibile saltare le caselle dell'AIDS, del carcere per motivi politici, della fame, della sete, delle malattie, della morte infantile, delle guerre per il petrolio, delle scorie nucleari, della prostituzione da esportazione, dei dittatori. Al termine del gioco si trova invece la casella "Futuro", che in pochi riusciranno a raggiungere.
Così in due ore "Varichina e Melanina" torna a far presente tutti i problemi più scottanti che toccano l'Africa (cataclismi, epidemie, virus, guerre, mine antiuomo, turismo sessuale...) ma svela anche molti degli inganni che il mondo ricco compie ai danni del mondo povero.
Con il sorriso sulla labbra l'interprete e regista dello spettacolo rilegge la storia e la geografia dal punto di vista dei paesi non allineati e affronta temi delicati, senza tralasciare la guerra in Iraq e senza risparmiare i potenti USA né la classe dirigente italiana. Covatta fa ridere e fa riflettere i suoi spettatori e le sue parole sono un'accusa anche al nostro stile di vita, ai nostri sprechi, alla nostra indifferenza.
(L.Rep)
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