Stagione Concertistica del Centro d'Arte

Il Centro d'Arte degli Studenti dell'Università  di Padova propone una serie di concerti jazz con interpreti di altissimo livello. Una nuova stagione all'insegna della grande musica con un occhio di riguardo a ciò che di meglio offre il panorama internazionale.

Dal 29 settembre al 19 novembre 2004
Sala dei Giganti al Liviano e Teatro Antonianum


Programma



Mercoledì 29 settembre 2004- ore 21.00
Sala dei Giganti al Liviano
Sopra le nuvole
Markus Stockhausen, tromba
Stefano Scodanibbio, contrabbasso
Tara Bouman, clarinetti
Fabrizio Ottaviucci, pianoforte

Venerdì 29 ottobre 2004 - ore 21.00
Teatro Antonianum
Arto Lindsay Band
Arto Lindsay, voce, chitarra
Micah Gaugh, tastiere, elettronica, sax
Melvin Gibbs, basso

Venerdì 19 novembre 2004 - ore 21.00
Sala dei Giganti al Liviano
Extreme Guitar Project
Marco Cappelli, chitarre


Gli spettacoli


Sopra le Nuvole
György Kurtà¡g
Rückblick (Hommage Í  Stockhausen)
Sette pezzi per tromba e contrabbasso
Markus Stockhausen
Tara per corno di bassetto
Stefano Scodanibbio
Only Connect per pianoforte (2001)
Sotto lnuvole (improvvisazione)
Markus Stockhausen - Tara Bouman
Dialogo per clarinetto basso e flicorno
Fabrizio Ottaviucci
Geografia amorosa per contrabbasso solo (1994)
Sotto le nuvole (improvvisazione)

Il brano iniziale è una selezione di tutti i pezzi per duetto di tromba e contrabbasso dal ciclo Rückblick, che György Kurtà¡g compose nel 1994 per due gruppi di tastiere con tromba e contrabbasso, e che dedicò a Karlheinz Stockhausen e ai figli Markus e Majella.
Al 2001 risale il brano che Markus Stockhausen ha scritto per la moglie Tara Bouman, che ne è stata anche la prima interprete; da allora è stato eseguito numerose volte. Tara, per corno di bassetto (o clarinetto contralto) si articola in sei movimenti:
1. Energetic, male
2. Female, tender, very quiet
3. Childlike, cheerful
4. The bear
5. Angry! conciliatory
6. Tara"€™s flight.

Only Connect di Stefano Scodanibbio è la prima composizione per pianoforte dopo oltre vent"€™anni di quasi esclusiva frequentazione di strumenti a corde. Il brano "€“dichiara l"€™autore"€“è costruito seguendo «una serie di associazioni libere, un po"€™ come in un trattamento psicanalitico, come se tutto quello che era stato finora per me il pianoforte si fosse prepotentemente liberato con effetti imprevedibili e incontrollabili. Possibilità  che si spalancavano, proliferazioni selvagge, accostamenti liberi e anche un po"€™ libertini, accumuli, significati disparati, appropriazioni, rimandi, echi, schegge, riflessi, trasformismi. Impossibile resistere, e allora niente mi sono negato e a tutto mi sono concesso. Il pezzo è stato scritto in poco più di una settimana in un periodo di intensa lettura di Fratelli d"€™Italia di Alberto Arbasino, a cui è profondamente debitore».
Basato su una semplice serie di dodici note, Dialog è un brano che va eseguito intuitivamente. I due musicisti sono separati l"€™uno dall'€™altro, di fronte o attorno al pubblico, e comunicano con suoni misteriosi, usando anche microfoni.
Parte di una più ampia composizione intitolata Geographica, il pezzo scritto nel 1994 da Scodanibbio scava nelle potenzialità  ritmico-percussive del contrabbasso che, anche in questo territorio, si rivela "€˜strumento delle meraviglie"€™ convogliando in sé le acquisizioni della tradizione degli archi e le innovazioni, le inquietudini, le aperture della musica "€˜extracolta"€™.
A conclusione di ciascuna delle due parti del programma sono le improvvisazioni collettive Sotto e sopra le nuvole, momenti di «musica intuitiva», concetto ideato da Karlheinz Stockhausen sul finire degli anni Sessanta, e che si può intendere come una sorta di composizione istantanea dove grande importanza è data all'€™ascolto reciproco in funzione di costruzioni sonore di ampio respiro.


Arto Lindsay Band

Una singolare unione di irruenza e tenerezza, di audacia e saggezza, qualcosa come un intenso trash-bossa"€. E"€™ di Marcello Lorrai questa azzeccata definizione della musica di Arto Lindsay, improvvisatore, compositore di pop-songs, chitarrista e vocalist, produttore, sonorizzatore ambientale.
Coniugare infatti l"€™estremismo sonoro e la carezzevole ambiguità  della bossanova è stata l"€™idea vincente che Lindsay ha realizzato alla fine degli anni 90, trovando una collocazione del tutto originale sulla scena musicale contemporanea.
Arto Lindsay, americano di nascita brasiliano di formazione artistica, torna a New York dopo aver vissuto da vicino le esperienze "€œtropicaliste"€. Il suo non-stile chitarristico fa scalpore all'€™interno del gruppo DNA (trio con Ikue Mori e Tim Wright), quando nel 1978 Brian Eno (altro celebre "€œnon musicista"€..) inserisce nel 33 giri "€œNo New York"€ alcune tracce incise dal gruppo. Da allora, Arto Lindsay diventa un punto di riferimento per la scena "€œno wave"€. E"€™ nella formazione originale dei Lounge Lizards, nei Golden Palominos, a fianco di Kip Hanrahan, John Zorn, in mille contesti di musica radicale.
Il suo interesse per la forma canzone lo porta però a correggere il tiro. Insieme al tastierista Peter Scherer, Lindsay dà  vita ad Ambitious Lovers, dove convergono la sua cultura brasiliana, il funk, la dance, sempre commentati da una chitarra-caos, volutamente anti-melodica.
Il lato "€œpop"€ di Lindsay prende sostanza quando l"€™artista produce uno dei dischi capolavoro di Caetano Veloso, "€œEstrangeiro"€. In seguito molti altri autori brasiliani (Gal Costa, Marisa Monte, Carlinhos Brown) si affidano al suo talento di regista sonoro, tanto da spingere lo stesso Arto a comporre canzoni in portoghese. Nasce "€œO Corpo Sutil / The Subtle Body"€, primo di una serie di cd che individuano in Arto Lindsay uno tra i più intelligenti autori del nostro tempo. Composizioni brevi, elettro-acustiche, dove convivono temi melodici obliqui e ritmiche ossessive, dolcezza e aggressione elettrica: sono il contenuto anche dei successivi "€œMundo Civilizado"€, "€œNoon Chill"€, "€œPrize"€, "€œInvoke"€ e del recente "€œSalt"€.
Nell"€™ultimo organico portato di recente in tournèe, Lindsay si fa aiutare dal fidato Melvin Gibbs al basso (ex solista a fianco di Ronald Shannon Jackson e Bill Frisell, Rollins Band, Harriet Tubman, Marc Ribot ecc.) e da Micah Gaugh al sassofono e alle tastiere elettroniche.

Extreme Guitar Project

"New York è uno dei cuori pulsanti del mondo,
un luogo dove, spesso, il futuro è già  accaduto"
(Paul Auster)
Nei mesi di Maggio e Giugno 2002 Marco Cappelli trascorre un periodo a New York in occasione di tre concerti solistici (New York University ed Istituti Italiani di Cultura di New York e Washington) nei quali presenta il suo CD "Yun Mu" (TDS 012007 RS).
Nel campo della musica, uno dei movimenti più conosciuti, che ha dato e che sta cercando di dare espressione al postmoderno, è sicuramente quello dell'avanguardia newyorkese, che si raccoglie intorno alla cosiddetta "scena di Down Town".
Durante la sua permanenza entra in contatto con il circolo di musicisti di Down Town, nel quale convivono compositori / improvvisatori provenienti tanto dalla musica colta che dal jazz d'avanguardia e dalla sperimentazione legata al rock, legati dalla comune cifra di un linguaggio musicale assolutamente disinibito da ogni sorta di compartimentazione in categorie. Nasce cosi` l'idea di fotografare una realta` musicale rappresentativa di tanti aspetti della contemporaneita` attraverso la commissione di brani per chitarra. Per un concetto allargato ed estremo di chitarra.
Stimolati dalle possibilita` inedite offerte dalla tecnica di Marco Cappelli (che utilizza una chitarra classica da lui modificata con l'aggiunta di 8 corde di risonanza,amplificata e predisposta per il controllo MIDI) e dalla possibilita` di sperimentare una scrittura mista - suscettibile di esprimersi sia strutturandosi rigorosamente che liberandosi in modelli aleatori ed informali con ampio uso dell'improvvisazione - hanno scritto per lui Elliott Sharp, Otomo Yoshihide , Ikue Mori, Marc Ribot, David Shea, Anthony Coleman, Nick Didkovsky, Mark Stewart, Erik Friedlander, Annie Gosfield
La prima esecuzione dell' EXTREME GUITAR PROJECT ha avuto luogo a Napoli il 27 Novembre 2003 per conto del' Associazione Alessandro Scarlatti, che ne ha finanziato le commissioni insieme con l'Associazione Ti con Zero di Cagliari. EGP e` stato successivamente replicato a New York il 30 e 31 Gennaio 2004, presso la Issue Project Room, alla presenza di tutti i compositori.
Marco Cappelli riassume in se` i connotati del musicista del XXI secolo.
Dopo studi accademici di ottime referenze (Conservatorio di S. Cecilia di Roma e successivamente Musik Akademie di Basilea con Oscar Ghiglia), e `ormai da anni protagonista di un singolare percorso artistico, che lo vede passare con disinvoltura dall'€™esecuzione della scrittura musicale più rigorosa alla pratica dell'€™improvvisazione.
Dalla rosa delle sue collaborazioni (Han Bennink, Anthony Coleman, Michel Godard, Claudio Lugo, Franco Piersanti, Jim Pugliese, Enrico Rava, Marc Ribot, Giovanni Sollima, Giorgio Tedde, Bruno Tommaso) emerge il respiro internazionale e trasversale della sua attivita` concertistica, che lo vede regolarmente protagonista sia in stagioni concertistiche di musica classica e contemporanea che da festival di jazz e di improvvisazione tanto come solista che in diverse combinazioni di ensemble.
Ha attualmente al suo attivo due cd per chitarra sola (incisi per l"€™etichetta TDS) e numerose collaborazioni discografiche.
Parallelamente al concertismo affianca un"€™ intensa attivita` didattica presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo e come "€œguest professor"€ presso prestigiose scuole come la Julliard School e la NYU di New York o il DIM di Citta` del Messico.