"7 minuti" di Stefano Massini
"7 minuti" di Stefano Massini
Stagione di Prosa 2014-2015 al Teatro Verdi
Secondo spettacolo in cartellone per la Stagione di Prosa 2014-2015 al Teatro Verdi di Padova.
Produzione Teatro Stabile dell'Umbria
presenta
7 MINUTI
di Stefano Massini
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
con: Ottavia Piccolo e Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Olga Rossi, Balkissa Maiga , Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Vittoria Corallo, Arianna Ancarani, Stella Piccioni
scenografia: Gianluca Amodio
costumi: Lauretta Salvagnin
light designer: Marco Palmieri
musiche originali: Pivio&Aldo de Scalzi
videografie: Marco Schiavoni
una produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile del Veneto
Lo spettacolo è basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese: parla di lavoro, di donne, di diritti, dando voce ed anima a undici operaie che raccontano le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà̀ lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento.
Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte diverse tra loro, ma capaci di raccontarci un’umanità̀ che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenterà̀, tra questi undici caratteri, la possibilità̀ di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di “madre coraggiosa” che tenta di indicare una via alternativa. Il teatro è luogo di denuncia di emozioni e di speranza.
Note dell'autore
Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, e ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell'Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d'Oltralpe: d'altra parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? La storia delle operaie di Yssingeaux mi ha dato la caccia per vari mesi. Non potevo aprire un quotidiano o cliccare su una web-page senza trovarmi di nuovo davanti quei visi femminili, assortiti di ogni età̀, impegnate in una difesa epica – antica eppure modernissima – della propria dignità̀ di lavoratrici. Ma in quale modo raccontare in teatro tutto questo? Il pretesto me l'ha fornito, come sempre, non il filone principale bensì uno dei tanti aneddoti di cui è costellata la drammatica trattativa di quei giorni: la lunga riunione del consiglio di fabbrica che doveva decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti acquisiti. Su quella riunione ho costruito tutto. E con grande passione, perché́ mi sembrava straordinario ritrarre in scena il mosaico estremo di quel conclave tutto di donne, chiamate a votare “sì o no” non solo alla propria sorte, ma anche a quella di chissà̀ quante altre fabbriche nell'Europa della grande crisi. Come in tante occasioni – di cui la Storia è piena – si ha davvero la sensazione che nel piccolo di quella riunione a Yssingeaux si sia realizzato il modello in miniatura del più tremendo dramma del nostro tempo: il dibattito fra quelle undici donne, diversissime, è in fondo il sismografo di un inizio secolo iper-contraddittorio in cui la bussola del lavoro sbanda impazzita, tirando nel vortice la stessa identità̀ del cittadino europeo moderno. Ecco perché́ ho ceduto alla pressante preghiera di quelle donne, che dalle foto dei giornali mi chiedevano di essere raccontate: la loro storia è una radiografia del presente, in ognuna di loro – nelle storie di ognuna di loro – c'è il paradigma di qualcosa che ci riguarda, ci tocca, e merita di comporre il mosaico di una narrazione contemporanea. E se nell'immediato dopoguerra, Reginald Rose utilizzò l'espediente geniale di una composita giuria per scandagliare i fondali limacciosi della società̀ americana, io sono convinto che un consiglio di fabbrica possa quanto mai servire, oggi, per indagare i movimenti tellurici dell'Europa dilaniata dagli spread. (Stefano Massini)
Informazioni
Biglietti e informazioni: QUI
Teatro Verdi - Teatro Stabile del Veneto
via dei Livello, 32 - 35139 Padova
telefono 049 8777011 - biglietteria 049 87770213
fax 049 8763751
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