Fotografie inutili

Fotografie inutili

Progetto di Luca Bortolato

Cosa può significare raccogliere e archiviare i ricordi personali di qualcun altro? Che valore possono assumere dei ritratti di famiglia una volta abbandonati e separati dal loro contesto originale?
Queste sono le domande che l’artista Luca Bortolato si pone nel suo progetto Fotografie Inutili. Archivio fotografico ciclo-diffuso, che indaga, attraverso lo sguardo dell’artista, il ruolo assunto dagli album familiari quando vengono considerati objet trouvè, e il suo significato nei processi di selezione, appropriazione e archiviazione come pratica incentrata sull’identità e sulla memoria.

Le “Fotografie Inutili” sono quelle acquistate da Bortolato ai mercatini delle pulci e provenienti da vecchi album di famiglia; esse si presentano come depositarie di memorie che si riferiscono ad un universo rizomatico di persone, luoghi, momenti, storie e che tuttavia non appartengono all’artista.

Fotografie Inutili è un progetto artistico in movimento; sarà realizzato in sella ad una vecchia bicicletta, anch’essa dimenticata e ritrovata in un polveroso garage in un viaggio che durerà tre mesi e 5600 km e le cui tappe saranno i musei, associazioni culturali e gallerie sparsi su tutto il territorio italiano. L’artista porterà con sé centinaia di Fotografie Inutili nella sua Boîte-en-valise duchampiana, trasformandola così in un archivio portatile, riscoperto grazie all’itinerario nomade dell’artista.
Negli spazi dedicati all’arte,diventati per l’occasione luogo di attraversamento e di incontro, i partecipanti saranno chiamati a scegliere, tra le tante immagini disponibili, una “Fotografia Inutile” dove l’artista apporrà un timbro e una firma che riporta la data e il luogo dell’evento. I ritratti assumeranno così un nuovo significante everranno donati ai nuovi proprietari.

Successivamente, l’archivio fotografico verrà diffuso tra il pubblico e il suo nomadismo moltiplicato.

Fotografie Inutili vuole aprire ad una riflessione in cui si ripensi l’archivio fotografico come metodo post-moderno, fonte di ispirazione per la realizzazione di opere che sono sia visive che critiche attraverso pratiche di appropriazione.
L’archivio viene così concepito come agente attivo che dà forma sia all’identità personale che alla memoria collettiva e culturale.

Informazioni

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