Letture da Etty Hillesum

Letture da Etty Hillesum



Nell'ambito delle manifestazioni per la "Memoria" verrà  ricordata Etty Hillesum, giovane ebrea olandese uccisa dai nazisti nel campo di concentramento di Auschwitz. Nel suo diario emerge la forza del principio della tolleranza che era in lei fortissimamente radicato; ci si immerge nell'intimità  di Etty, quella stessa intimità  che lei considerà  le parte più importante e che lei associa alla Divinità  stessa.


Etty Hillesum nasce il 15 gennaio 1914 a Middelburg, Olanda.
Il padre, Louis Hillesum, ebreo laico, è un insegnante di lingue classiche; la madre, Rebecca Bernstein, era fuggita dalla Russia per scampare ai pogrom antiebraici.
Ha due fratelli: Mischa, uno dei maggiori pianisti olandesi di quegli anni, e Jaap, medico.
A 18 anni, terminata la scuola superiore, Etty si trasferisce ad Amsterdam; si laurea in Giurisprudenza e si iscrive alla facoltà  di Lingue Slave.
Per guadagnare qualche soldo da lezioni di russo, e si trasferisce subito prima della guerra da Han Wegerif, un commercialista vedovo di 62 anni, con il compito di gestire per lui la casa in cui abitavano 5 persone.
Tra Han e Etty nasce presto una relazione sentimentale.
Nel febbraio del 1941 Etty conosce Julius Spier, il fondatore di una nuova disciplina di psicoterapia, la psico-chirologia. Spier appartiene alla scuola di Carl Gustav Jung, diventa suo terapeuta, e molto probabilmente è lui che la spinge ad iniziare il suo"€œdiario"€.
Etty diventa sua assistente e in seguito sua amante e compagna intellettuale.
Lettrice raffinata di Rilke, il suo poeta preferito, così come della letteratura russa, dei mistici, di S. Agostino come del Corano, o del Tao The King o dell'€™antroposofo Rudolf Steiner e della Bibbia, Etty, scrive non solo come terapia, come lavoro introspettivo, ma anche come esercizio letterario, e successivamente come necessità  di lasciare memoria.Ebrea laica, vive in modo coerente sia un percorso psicologico d"€™introspezione profonda, sia un particolare percorso spirituale. La sua fede ha un respiro di libertà  che va al di là  della rigidità  di ogni chiesa. Etty segue un cammino assolutamente personale, si rivolge a Dio come a se stessa: -.... e questo me stessa - scrive nel suo Diario "€“ la parte più profonda e ricca di me in cui riposo, io la chiamo "€œDio"€.-

Nel periodo in cui Etty comincia a scrivere l"€™Olanda è sempre più stretta nella morsa del Terrore tedesco. I nazisti inaspriscono la repressione contro gli ebrei e cercano di trasferirli tutti a Westerbork, un campo di smistamento nella zona orientale dei Paesi Bassi, non lontano dal confine con la Germania.
Westerbork non è un campo di sterminio, ma di fatto è l"€™ultima tappa prima di Auschwitz.
Il 15 luglio 1942, grazie all'€™interessamento di alcuni amici, Etty trova lavoro come dattilografa in una delle sezioni del Consiglio Ebraico che ha sede in città . Questo lavoro la esenta dall'€™internamento a Westerbork. Ma, qualche settimana dopo essere stata assunta, è lei a chiedere di essere trasferita a Westerbork , in qualità  di "€œ assistente sociale; arriva al campo proprio nel momento in cui iniziano le deportazioni ad Auschwitz.
Il raggiungimento dell'€™obiettivo finale dei nazisti è : trasferire tutti gli ebrei nei campi di sterminio in Polonia senza eccessivi intoppi; e questo dipende anche, in buona parte, dalla collaborazione del Consiglio Ebraico.
Il Consiglio Ebraico è costituito da venti ebrei di elevata condizione sociale che hanno alle loro dipendenze diverse centinaia di funzionari. Questa organizzazione é nata dietro pressione dei tedeschi e fa da cuscinetto tra i nazisti e la massa degli ebrei.
Il Consiglio, mediante qualche trattativa, si illudeva di poter salvare gli ebrei dal peggio, in questo modo, invece, si trasforma in un"€™arma sottile nelle mani dei nazisti.
Ognuno cerca disperatamente di restare a Westerbork il più a lungo possibile. Ma a poco a poco scompaiono quasi tutti, compresi i membri del Consiglio Ebraico.
Dall'€™agosto del 42 fino al settembre del 43 Etty rimane a Westerbork e lavora all'€™ospedale locale; in quanto membro del consiglio Ebraico ha un permesso di viaggio che le consente di tornare di tanto in tanto ad Amsterdam per fare rifornimento di materiale sanitario e per portare notizie alle famiglie degli internati.
In questo periodo in cui le è ancora concesso di viaggiare, respinge ogni tentativo dei suoi amici di Amsterdam di procurarle un nascondiglio sicuro, e quando dopo il giugno del 43 non le è più possibile lasciare il campo, rifiuta qualsiasi proposta di aiuto per fuggire.
Il 7 settembre 1943 Etty, suo padre, sua madre e Mischa vengono caricati sul treno dei deportati; moriranno tutti ad Auschwitz .
Etty muore nel novembre del 1943.

"€œ...se anche non rimanesse che un solo tedesco decente, quest"€™unico tedesco meriterebbe di essere difeso contro quella banda di barbari, e grazie a lui non si avrebbe il diritto di riversare il proprio odio su un popolo intero."€
15 marzo 1941 "€œ Diario 1941-1942"€

"€œ Se noi salveremo i nostri corpi e basta dai campi di prigionia, dovunque essi siano, sarà  troppo poco. Non si tratta infatti di conservare questa vita a ogni costo, ma di come la si conserva. A volte penso che ogni situazione, buona o cattiva, possa arricchire l"€™uomo di nuove prospettive. E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare - se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione -, allora non siamo una generazione vitale."€
Dicembre 1942 dalle "€œ Lettere 1942-1943 "€

Film su Giacomo Turra

Film su Giacomo Turra


Mercoledì 17 marzo verrà  priettato gratuitamente presso il Multisala Pio X il film "Giustizia nel Tempo di Guerra" per ricordare la figura di Giacomo Turra, studente di Padova morto in Colombia nove anni fa. Sulle cause del decesso non è ancora stata fatta luce e questo film vuole evitare che il caso venga dimenticato, di modo che venga al più presto fatta giustizia.

Settembre 1995, Giacomo Turra, un ragazzo di Padova muore a Cartagena de Indias in Colombia. Il caso viene archiviato come overdose da cocaina, ma prove e autopsia rivelano un"€™altra storia: Giacomo Turra è stato brutalmente ucciso da 5 poliziotti. Giacomo Turra,24 anni, era un poeta e uno studente di antropolgia. Si trovava in Colombia per studiare le popolazione indigene della Sierra Nevada di Santa Marta. La complessa realtà  della Colombia viene osservata e commentata dalle poesie di Giacomo, dalla tenace lotta della famiglia Turra e dalla ricerca senza tempo di una vita pacifica e spirituale degli indios della Sierra Nevada.

La tragedia di Giacomo diventa l"€™inizio di un viaggio attraverso la Colombia: ̀lvaro Uribe, l"€™attuale presidente del paese, in connessione con gruppi paramilitari, promuove un nuovo modello di stato di polizia, la Guerra di più di 50 anni fra paramilitari e guerriglia sembra non aver fine. Nel tempo di guerra, come i Colombiani sanno troppo bene, la vita umana è solo il prezzo della vittoria. Giacomo Turra è soltanto uno delle molte persone ammazzate in Colombia dalla polizia e dall'€™esercito, ma forse è l"€™unico ad aver sopravvissuto l"€™anonimato. Ancora oggi, 8 anni dopo, giustizia non è ancora stata fatta.
Il film è il frutto di tre anni di lavoro del regista Fabrizio Lazzaretti e del produttore Vanni Gandolfo. Incredibilmente è stata possibile una co-produzione a livello internazionale che ha messo insieme alcuni dei più grossi broadcasters europei, tra cui la BBC, la Rai, ZDF (Germania), ARTE (Francia e Germania), Tv Ontario (Canada) ed ha ottenuto il supporto del Programma Media dell'€™Unione Europea (sia per lo sviluppo che per la distribuzione), nonché un prestigioso supporto del Sundance Institute

Fabrizio Lazzaretti: nato a Roma nel 1966. Dal 1986 al 1994 ha lavorato come cameraman free-lance a Londra, New York e Italia. Dal 1995 ha diretto e prodotto vari documentari in differenti paesi quali Syria, Iraq, Vietnam, Afghanistan. Il suo documentario Jung- in the land of the Mujaheddin co-diretto con Alberto Vendemmiati ha vinto diversi premi internazionali incluso il Silver Wolf all'€™ IDFA (International Documentary Festival Amsterdam) 2000. Ha diretto 16 episodi di giornalismo investigativo per Report. Fra 2001 e il 2003 ha diretto Afghanistan 1380, Socialmente Pericolosi e Giustizia - nel tempo di guerra.
I suoi film sono stati trasmessi dalle più importanti reti televisive internazionali fra cui BBC, PBS, HBO; RAI, ARTE, ZDF ed altre. Attualmente sta lavorando a due progetti di fiction e ad un nuovo documentario sulla realtà  italiana.

Vanni Gandolfo: nato a Padova nel 1974. Dal 1998 ha lavorato a Roma come produttore e produttore esecutivo per varie società  di produzione tra cui VIDEA Documentary e Doclab Productions. Negli ultimi anni ha prodotto vari documentari per le principali reti televisive nazionali e internazionali fra le quali BBC, ARTE, ZDF, NATIONAL GEOGRAPHIC CHANNEL INTERNATIONAL; TELE+, CANAL+ e RAI CINEMA. Tra i documentari prodotti:
- Giustizia "€“ nel tempo di guerra, regia di Fabrizio Lazzaretti;
- Tra Genova e Fez, regia di Vincenzo Mancuso;
- Capitali Coraggiosi, regia di Andrea Prandstraller;
- Ferie, regia di Gianfranco Pannone (57° Mostra Internazionale d"€™arte cinematografica di Venezia "€“ selezione ufficiale);
- Sogni-punto-com, regia di Daniele Cini.
- Gli Italiani e... , regia di Gianfranco Pannone, Andrea Prandstraller, Stefano Missino.

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