Conferenze sui Padovani Benemeriti

Conferenze sui Padovani Benemeriti

Il dott. Pietro Galletto presenta due illustri padovani dell'Ottocento, Andrea Cittadella Vigodarzere e Antonio Tolomei. Entrambi, seppur tra loro differenti, contribuirono, nel mirabile periodo che fu il Risorgimento, a preservare Padova nella propria magnificenza artistica e importanza politica. Personaggi di spicco e di importanza notevole nel contesto non solo locale, riuscirono ad entrare anche nelle più alte sfere del Regno Sabaudo dopo l'unità  d'Italia.
Mercoledì 5 maggio: "€œAndrea Cittadella Vigodarzere, un nobile padovano dell'€™800"€.
Mercoledì 12 maggio: "€œAndrea Cittadella Vigodarzere, il ricco evangelico"€.
Mercoledì 19 maggio: "Antonio Tolomei, patriota e letterato".
Mercoledì 26 maggio: "€œAntonio Tolomei, il più benemerito Sindaco di Padova ottocentesca"€.
Sala Anziani di Palazzo Moroni, ore 17.00
INGRESSO LIBERO

Andrea Cittadella Vigodarzere, discendente da antica nobile famiglia padovana, nasce a Treviso il 15 luglio 1804, figlio del conte Giorgio, funzionario amministrativo di quella provincia sotto il Governo austriaco. La madre Margherita Zacco appartiene pure a nobile famiglia, che diede molti membri prestigiosi all'€™Accademia patavina.

Si laurea nel 1829 in legge; fa pratica presso lo studio dell'€™avvocato Giambattista Pivetta, e come "€œascoltante"€ presso il tribunale di Padova. Nel 1835, alla morte del conte Antonio Vigodarzere, fratello della nonna paterna, Andrea, adottato qualche mese prima, diventa erede di un patrimonio cospicuo. Nel 1839 sposa Arpalice Papafava, del conte Francesco Papafava dei Carraresi. Degli otto figli si affermerà  Gino, letterato e parlamentare veneto.
Dal "€™40 inizia ad impegnarsi in argomenti scientifici, occupandosi molto di agraria; ma la passione dominante è la poesia. Ricordiamo i poemetti "€œIl liuto"€, "€œIl lago di Como"€, "€œI viaggi"€, "€œL"€™eremo del Monte Rua"€. Il suo ultimo pensiero sociale si avvicina al Corporativismo cattolico, elaborato nell'€™ultimo ventennio dell'€™Ottocento.
Dal 15 al 19 settembre 1842 presiede la "€œIV Riunione degli Scienziati italiani"€ svoltasi a Padova, per suo merito riuscita splendidamente. Durante tale riunione, evita di suscitare l"€™anelito all'€™indipendenza dell'€™Italia non per mancanza di amor patrio, ma per impedire una eventuale azione repressiva dell'€™Austria. Di qui parte la malevola insinuazione di debole patriottismo, favorita anche dalla nomina a "€œConsigliere intimo dell'€™Imperatore"€.
Nel "€™46 è uno dei fondatori della "€œSocietà  d"€™Incoraggiamento"€, ente che ha lo scopo di promuovere la cultura con particolare riferimento all'€™economia e alle scienze agrarie. Presidente e benefattore dei principali istituti filantropici, promuove tenacemente l"€™istituzione degli asili per l"€™infanzia.
Nella primavera del "€™48 si prodiga in ripetute occasioni per evitare violenze. Assumendo il comando della Guardia Civica alla vigilia del ritorno degli austriaci, nella notte dal 12 al 13 giugno salva il centro storico dal saccheggio, opponendosi ad un"€™orda di oltre trecento facinorosi. Al mattino del 14 affronta assieme ad Achille de Zigno le ire del generale D"€™Aspre rientrante in Padova.
Convinto che l"€™unità  nazionale sia ancora lontana, collabora sul piano amministrativo più che politico, ottenendo di mitigare dure condanne e di rendere più accettabile la vita sotto lo straniero. Si dimostra favorevole al tentativo dell'€™Arciduca Massimiliano di rendere il Lombardo Veneto autonomo da Vienna, sostenendo che dall'€™autonomia all'€™unione con gli atri Stati italiani il passo non sarebbe stato difficile. Tale comportamento e tali idee favoriscono ulteriormente l"€™accusa ingiusta di austriacante, soprattutto nel "€™57, anno in cui diviene Deputato Centrale di Venezia e riceve il titolo di Maggiordomo di Carlotta del Belgio, moglie di Massimiliano d"€™Austria.Nel "€™66, nonostante sia combattuto da forte campagna avversa, riesce eletto deputato nel collegio di Cittadella. Nell"€™agosto del "€™67 vota contro la legge sull"€™incameramento dell'€™asse ecclesiastico. Centottanta elettori pretendono un manifesto pubblico con le sue dimissioni; ma il galantuomo Andrea non si dimette, cosciente di avere compiuto il suo dovere. All"€™inizio del "€™68 riceve la nomina a senatore.
Il 19 marzo 1870 muore a Firenze, dove si era trasferito con la famiglia per l"€™attività  parlamentare. Impressionante il cordoglio del popolo. Luigi Formentoni nelle "€œPasseggiate Storiche"€ lo definisce "€œil ricco evangelico"€ .



Antonio Tolomei nasce a Loreggia (Padova) il 23 agosto 1939 da Giampaolo, professore di diritto all'€™Università , e da Elisabetta Gennari.
Si laurea in lettere e filosofia. Nello stesso anno si sposa con la cugina Paolina Gennari.
Dopo il Trattato di Villafranca, va esule in Piemonte; e nel "€™61 si laurea in legge a Modena. Nel "€™64 ritorna a Padova, dove fa parte del "€œComitato Segreto veneto"€ per la liberazione dell'€™Austria.In questo periodo istituisce con Emilio Morpugno una scuola serale per il popolo; fonda il periodico "€œIl Comune"€ , bimestrale e poi settimanale, con celati intenti risorgimentali.
Poeta sullo stile di Giovanni Prati, al quale si lega per profonda stima e devota amicizia, è anche traduttore eccellente di Lucrezio.
Numerose le sue pubblicazioni su problemi sociali ed economici, ma anche su argomenti d"€™arte e di letteratura con particolare riguardo all'€™epigrafia.
Nel "€™74 è deputato del Collegio di Montebelluna. In seguito alla caduta della destra storica si ritira dalla vita parlamentare per dedicarsi ad una intensa opera di amministrazione comunale.
Nell"€™81 è sindaco di Padova, carica che lascerà  nell'€™85 per ragioni di salute. Moltissime le sue benemerenze, ma su tutte emerge quella del salvataggio della Cappella degli Scrovegni e dei resti dell'€™Arena Romana.
Nella vita famigliare fu provato dalla morte prematuradella moglie contagiata dal morbillo curando i figlioletti, e da quella di tre figli, di cui uno a diciotto anni, che ha voluto assistere come infermiere durante tutta la lunga sofferenza.
Si spegne il 22 ottobre 1888, dopo dolorosissima malattia.


Pietro Galletto, nato a Treviso nel 1929, si trasferisce a Padova nel 1938, dove compie tutti i suoi studi. Unita alla professione di medico ha coltivato la passione per la narrativa e per la storia. La sua produzione letteraria di narratore è stata studiata in sede universitaria con una tesi "la civiltà  rurale veneta nella narrativa di Pietro Galletto".
Le sue opere:
"Mio Padre", 1963
"Il Dono di Brunella", 1965
"La Firma", Romanzo storico e di costume, 1977
"La Ruota", Romanzo storico e di costume, Premio nazionale "Vittoria Quarenghi" 1986, ex aequo con "La Città  della Gioia" di Dominique La Pierre, 1984
"Soldi o Acquasanta?", Premio Nazionale dei Giovani Costantino Pavan, 1992, 1989
"Galantuomini Padovani dell'€™Ottocento", 1992
"Come lo Scricciolo", Racconti brevi, 1994
"I Due Ritorni", Romanzo storico 1919-1945, 1995
"Fine e Rinascita della Repubblica di San Marco (1797-1848)", 1997
"Alberto Cavalletto (1813-1897)", Una vita per la Venezia e l"€™Italia, 1997
"Antonio Tolomei", Biografia a ricordo della sua opera a salvezza del Giotto degli Scrovegni, 1998
"La Vita di Daniele Manin e l"€™Epopea veneziana del 1848-49", 1999
"La Resistenza in Italia e nel Veneto", 2000
"Dai Comuni Medievali alla Repubblica Italiana", 2001

Letture da Etty Hillesum

Letture da Etty Hillesum



Nell'ambito delle manifestazioni per la "Memoria" verrà  ricordata Etty Hillesum, giovane ebrea olandese uccisa dai nazisti nel campo di concentramento di Auschwitz. Nel suo diario emerge la forza del principio della tolleranza che era in lei fortissimamente radicato; ci si immerge nell'intimità  di Etty, quella stessa intimità  che lei considerà  le parte più importante e che lei associa alla Divinità  stessa.


Etty Hillesum nasce il 15 gennaio 1914 a Middelburg, Olanda.
Il padre, Louis Hillesum, ebreo laico, è un insegnante di lingue classiche; la madre, Rebecca Bernstein, era fuggita dalla Russia per scampare ai pogrom antiebraici.
Ha due fratelli: Mischa, uno dei maggiori pianisti olandesi di quegli anni, e Jaap, medico.
A 18 anni, terminata la scuola superiore, Etty si trasferisce ad Amsterdam; si laurea in Giurisprudenza e si iscrive alla facoltà  di Lingue Slave.
Per guadagnare qualche soldo da lezioni di russo, e si trasferisce subito prima della guerra da Han Wegerif, un commercialista vedovo di 62 anni, con il compito di gestire per lui la casa in cui abitavano 5 persone.
Tra Han e Etty nasce presto una relazione sentimentale.
Nel febbraio del 1941 Etty conosce Julius Spier, il fondatore di una nuova disciplina di psicoterapia, la psico-chirologia. Spier appartiene alla scuola di Carl Gustav Jung, diventa suo terapeuta, e molto probabilmente è lui che la spinge ad iniziare il suo"€œdiario"€.
Etty diventa sua assistente e in seguito sua amante e compagna intellettuale.
Lettrice raffinata di Rilke, il suo poeta preferito, così come della letteratura russa, dei mistici, di S. Agostino come del Corano, o del Tao The King o dell'€™antroposofo Rudolf Steiner e della Bibbia, Etty, scrive non solo come terapia, come lavoro introspettivo, ma anche come esercizio letterario, e successivamente come necessità  di lasciare memoria.Ebrea laica, vive in modo coerente sia un percorso psicologico d"€™introspezione profonda, sia un particolare percorso spirituale. La sua fede ha un respiro di libertà  che va al di là  della rigidità  di ogni chiesa. Etty segue un cammino assolutamente personale, si rivolge a Dio come a se stessa: -.... e questo me stessa - scrive nel suo Diario "€“ la parte più profonda e ricca di me in cui riposo, io la chiamo "€œDio"€.-

Nel periodo in cui Etty comincia a scrivere l"€™Olanda è sempre più stretta nella morsa del Terrore tedesco. I nazisti inaspriscono la repressione contro gli ebrei e cercano di trasferirli tutti a Westerbork, un campo di smistamento nella zona orientale dei Paesi Bassi, non lontano dal confine con la Germania.
Westerbork non è un campo di sterminio, ma di fatto è l"€™ultima tappa prima di Auschwitz.
Il 15 luglio 1942, grazie all'€™interessamento di alcuni amici, Etty trova lavoro come dattilografa in una delle sezioni del Consiglio Ebraico che ha sede in città . Questo lavoro la esenta dall'€™internamento a Westerbork. Ma, qualche settimana dopo essere stata assunta, è lei a chiedere di essere trasferita a Westerbork , in qualità  di "€œ assistente sociale; arriva al campo proprio nel momento in cui iniziano le deportazioni ad Auschwitz.
Il raggiungimento dell'€™obiettivo finale dei nazisti è : trasferire tutti gli ebrei nei campi di sterminio in Polonia senza eccessivi intoppi; e questo dipende anche, in buona parte, dalla collaborazione del Consiglio Ebraico.
Il Consiglio Ebraico è costituito da venti ebrei di elevata condizione sociale che hanno alle loro dipendenze diverse centinaia di funzionari. Questa organizzazione é nata dietro pressione dei tedeschi e fa da cuscinetto tra i nazisti e la massa degli ebrei.
Il Consiglio, mediante qualche trattativa, si illudeva di poter salvare gli ebrei dal peggio, in questo modo, invece, si trasforma in un"€™arma sottile nelle mani dei nazisti.
Ognuno cerca disperatamente di restare a Westerbork il più a lungo possibile. Ma a poco a poco scompaiono quasi tutti, compresi i membri del Consiglio Ebraico.
Dall'€™agosto del 42 fino al settembre del 43 Etty rimane a Westerbork e lavora all'€™ospedale locale; in quanto membro del consiglio Ebraico ha un permesso di viaggio che le consente di tornare di tanto in tanto ad Amsterdam per fare rifornimento di materiale sanitario e per portare notizie alle famiglie degli internati.
In questo periodo in cui le è ancora concesso di viaggiare, respinge ogni tentativo dei suoi amici di Amsterdam di procurarle un nascondiglio sicuro, e quando dopo il giugno del 43 non le è più possibile lasciare il campo, rifiuta qualsiasi proposta di aiuto per fuggire.
Il 7 settembre 1943 Etty, suo padre, sua madre e Mischa vengono caricati sul treno dei deportati; moriranno tutti ad Auschwitz .
Etty muore nel novembre del 1943.

"€œ...se anche non rimanesse che un solo tedesco decente, quest"€™unico tedesco meriterebbe di essere difeso contro quella banda di barbari, e grazie a lui non si avrebbe il diritto di riversare il proprio odio su un popolo intero."€
15 marzo 1941 "€œ Diario 1941-1942"€

"€œ Se noi salveremo i nostri corpi e basta dai campi di prigionia, dovunque essi siano, sarà  troppo poco. Non si tratta infatti di conservare questa vita a ogni costo, ma di come la si conserva. A volte penso che ogni situazione, buona o cattiva, possa arricchire l"€™uomo di nuove prospettive. E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare - se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione -, allora non siamo una generazione vitale."€
Dicembre 1942 dalle "€œ Lettere 1942-1943 "€

Film su Giacomo Turra

Film su Giacomo Turra


Mercoledì 17 marzo verrà  priettato gratuitamente presso il Multisala Pio X il film "Giustizia nel Tempo di Guerra" per ricordare la figura di Giacomo Turra, studente di Padova morto in Colombia nove anni fa. Sulle cause del decesso non è ancora stata fatta luce e questo film vuole evitare che il caso venga dimenticato, di modo che venga al più presto fatta giustizia.

Settembre 1995, Giacomo Turra, un ragazzo di Padova muore a Cartagena de Indias in Colombia. Il caso viene archiviato come overdose da cocaina, ma prove e autopsia rivelano un"€™altra storia: Giacomo Turra è stato brutalmente ucciso da 5 poliziotti. Giacomo Turra,24 anni, era un poeta e uno studente di antropolgia. Si trovava in Colombia per studiare le popolazione indigene della Sierra Nevada di Santa Marta. La complessa realtà  della Colombia viene osservata e commentata dalle poesie di Giacomo, dalla tenace lotta della famiglia Turra e dalla ricerca senza tempo di una vita pacifica e spirituale degli indios della Sierra Nevada.

La tragedia di Giacomo diventa l"€™inizio di un viaggio attraverso la Colombia: ̀lvaro Uribe, l"€™attuale presidente del paese, in connessione con gruppi paramilitari, promuove un nuovo modello di stato di polizia, la Guerra di più di 50 anni fra paramilitari e guerriglia sembra non aver fine. Nel tempo di guerra, come i Colombiani sanno troppo bene, la vita umana è solo il prezzo della vittoria. Giacomo Turra è soltanto uno delle molte persone ammazzate in Colombia dalla polizia e dall'€™esercito, ma forse è l"€™unico ad aver sopravvissuto l"€™anonimato. Ancora oggi, 8 anni dopo, giustizia non è ancora stata fatta.
Il film è il frutto di tre anni di lavoro del regista Fabrizio Lazzaretti e del produttore Vanni Gandolfo. Incredibilmente è stata possibile una co-produzione a livello internazionale che ha messo insieme alcuni dei più grossi broadcasters europei, tra cui la BBC, la Rai, ZDF (Germania), ARTE (Francia e Germania), Tv Ontario (Canada) ed ha ottenuto il supporto del Programma Media dell'€™Unione Europea (sia per lo sviluppo che per la distribuzione), nonché un prestigioso supporto del Sundance Institute

Fabrizio Lazzaretti: nato a Roma nel 1966. Dal 1986 al 1994 ha lavorato come cameraman free-lance a Londra, New York e Italia. Dal 1995 ha diretto e prodotto vari documentari in differenti paesi quali Syria, Iraq, Vietnam, Afghanistan. Il suo documentario Jung- in the land of the Mujaheddin co-diretto con Alberto Vendemmiati ha vinto diversi premi internazionali incluso il Silver Wolf all'€™ IDFA (International Documentary Festival Amsterdam) 2000. Ha diretto 16 episodi di giornalismo investigativo per Report. Fra 2001 e il 2003 ha diretto Afghanistan 1380, Socialmente Pericolosi e Giustizia - nel tempo di guerra.
I suoi film sono stati trasmessi dalle più importanti reti televisive internazionali fra cui BBC, PBS, HBO; RAI, ARTE, ZDF ed altre. Attualmente sta lavorando a due progetti di fiction e ad un nuovo documentario sulla realtà  italiana.

Vanni Gandolfo: nato a Padova nel 1974. Dal 1998 ha lavorato a Roma come produttore e produttore esecutivo per varie società  di produzione tra cui VIDEA Documentary e Doclab Productions. Negli ultimi anni ha prodotto vari documentari per le principali reti televisive nazionali e internazionali fra le quali BBC, ARTE, ZDF, NATIONAL GEOGRAPHIC CHANNEL INTERNATIONAL; TELE+, CANAL+ e RAI CINEMA. Tra i documentari prodotti:
- Giustizia "€“ nel tempo di guerra, regia di Fabrizio Lazzaretti;
- Tra Genova e Fez, regia di Vincenzo Mancuso;
- Capitali Coraggiosi, regia di Andrea Prandstraller;
- Ferie, regia di Gianfranco Pannone (57° Mostra Internazionale d"€™arte cinematografica di Venezia "€“ selezione ufficiale);
- Sogni-punto-com, regia di Daniele Cini.
- Gli Italiani e... , regia di Gianfranco Pannone, Andrea Prandstraller, Stefano Missino.

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