Spettacoli del Teatro Popolare di Ricerca

Spettacoli del Teatro Popolare di Ricerca


Spettacolo
Don Chisciotte della Mancia
di M. de Cervantes

Lo spettacolo nasce dallo studio effettuato dal TPR e dagli allievi del Laboratorio Teatrale in lingua spagnola, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue Romanze dell'€™Università  di Padova.
Gli spunti iniziali sono la prima parte del romanzo originale e il testo Morir cuerdo y vivir loco di F. F. Gomez, un"€™opera teatrale nata per festeggiare i 400 anni dalla prima pubblicazione del Don Chisciotte.
Alternando la lingua spagnola a quella italiana, lo spettacolo rivive e ripercorre le gesta del più grande sognatore di tutti i tempi: il cavaliere dalla Triste Figura don Chisciotte della Mancia.
La messa in scena utilizza linguaggi e segni moderni, grazie ai quali lo spirito comico e grottesco della storia assume aspetti inaspettati...


Spettacolo
I Comici
ovvero storia di avventure e di maschere

Punto di riferimento importante è stata la storia della Compagnia di comici I Gelosi, così come la racconta Vito Pandolci nel suo romanzo Isabella Comica Gelosa, dalla quale sono stati tratti alcuni canovacci di farse originali della Commedia dell'€™Arte.
Queste brevi rappresentazioni caratterizzano un piano dello spettacolo nel quale, secondo lo schema del teatro nel teatro, si affronta sul palcoscenico il problema della Commedia dell'€™Arte così come doveva essere, con la sua teatralità  a tratti violenta, comica, volgare, ma arguta.
Sul piano che si estende fisicamente per tutto lo spazio non-scenico a disposizione, la drammaturgia si allarga ai comici come artisti e come uomini, con le loro scelte, il loro modo di vivere, i loro rapporti con il pubblico e con il potere, necessariamente visto attraverso i nostri occhi, di comici d"€™oggi. La forma espressiva non è più quella classica della Commedia, ma è la nostra, quella che si è sedimentata attraverso gli anni di attività  del gruppo.

Spettacoli del Teatro Popolare di Ricerca

Spettacoli del Teatro Popolare di Ricerca


Spettacolo
Don Chisciotte della Mancia
di M. de Cervantes

Lo spettacolo nasce dallo studio effettuato dal TPR e dagli allievi del Laboratorio Teatrale in lingua spagnola, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue Romanze dell'€™Università  di Padova.
Gli spunti iniziali sono la prima parte del romanzo originale e il testo Morir cuerdo y vivir loco di F. F. Gomez, un"€™opera teatrale nata per festeggiare i 400 anni dalla prima pubblicazione del Don Chisciotte.
Alternando la lingua spagnola a quella italiana, lo spettacolo rivive e ripercorre le gesta del più grande sognatore di tutti i tempi: il cavaliere dalla Triste Figura don Chisciotte della Mancia.
La messa in scena utilizza linguaggi e segni moderni, grazie ai quali lo spirito comico e grottesco della storia assume aspetti inaspettati...


Spettacolo
I Comici
ovvero storia di avventure e di maschere

Punto di riferimento importante è stata la storia della Compagnia di comici I Gelosi, così come la racconta Vito Pandolci nel suo romanzo Isabella Comica Gelosa, dalla quale sono stati tratti alcuni canovacci di farse originali della Commedia dell'€™Arte.
Queste brevi rappresentazioni caratterizzano un piano dello spettacolo nel quale, secondo lo schema del teatro nel teatro, si affronta sul palcoscenico il problema della Commedia dell'€™Arte così come doveva essere, con la sua teatralità  a tratti violenta, comica, volgare, ma arguta.
Sul piano che si estende fisicamente per tutto lo spazio non-scenico a disposizione, la drammaturgia si allarga ai comici come artisti e come uomini, con le loro scelte, il loro modo di vivere, i loro rapporti con il pubblico e con il potere, necessariamente visto attraverso i nostri occhi, di comici d"€™oggi. La forma espressiva non è più quella classica della Commedia, ma è la nostra, quella che si è sedimentata attraverso gli anni di attività  del gruppo.

Racconti da: "Le mille e una notte"

Racconti da: "Le mille e una notte"


A cura di: Maria Grazia Mandruzzato

Fiabe, leggende, canti e poesie della tradizione orale persiana, araba e indiana
riscoprendo il piacere di ascoltare e di narrare

Voce narrante: Maria Grazia Mandruzzato
Musica persiana e canti: Mohssen Kasirossafar
Collaborazione: Maria Antonia Pingitore


Le mille e una notte è una vasta antologia di racconti di autori ignoti di origine persiana, araba e indiana, redatta nel corso di svariati secoli e composta di fiabe, aneddoti, poesie e leggende di tradizione orale. Inizia come una tragedia, una tragedia di tradimento e vendetta omicida che oppone uomini e donne. Il sultano Shahriyar, scoperta l"€™infedeltà  della moglie, le taglia la testa e decide di prendere ogni sera una nuova sposa e farla uccidere il giorno seguente. Benché conosca le intenzioni del sultano, Shahrazad accetta di sposarlo, decide di sacrificarsi e affrontarlo. Ha un piano che si rivela vincente, dato che sopravvive: intesse, la prima notte, l"€™incanto di una storia che cattura il re abbastanza da volerne ascoltare un"€™altra.
Con questo stratagemma, Shahrazad riesce a incatenare l"€™attenzione di Shahriyar, per mille e una notte.

Quattro serate di racconti, di storie diverse e concatenate; ogni serata ha una autonomia di narrazione. Si narra, cantando, suonando, storie di tradimenti, di donne cattive, di streghe, ma anche di donne che si sacrificano, storie d"€™amore con bellissime poesie e momenti di erotismo; storie per adulti lievi e ironiche in cui identificarsi, vedere, riflettere.

Racconti da: "Le mille e una notte"

Racconti da: "Le mille e una notte"


A cura di: Maria Grazia Mandruzzato

Fiabe, leggende, canti e poesie della tradizione orale persiana, araba e indiana
riscoprendo il piacere di ascoltare e di narrare

Voce narrante: Maria Grazia Mandruzzato
Musica persiana e canti: Mohssen Kasirossafar
Collaborazione: Maria Antonia Pingitore


Le mille e una notte è una vasta antologia di racconti di autori ignoti di origine persiana, araba e indiana, redatta nel corso di svariati secoli e composta di fiabe, aneddoti, poesie e leggende di tradizione orale. Inizia come una tragedia, una tragedia di tradimento e vendetta omicida che oppone uomini e donne. Il sultano Shahriyar, scoperta l"€™infedeltà  della moglie, le taglia la testa e decide di prendere ogni sera una nuova sposa e farla uccidere il giorno seguente. Benché conosca le intenzioni del sultano, Shahrazad accetta di sposarlo, decide di sacrificarsi e affrontarlo. Ha un piano che si rivela vincente, dato che sopravvive: intesse, la prima notte, l"€™incanto di una storia che cattura il re abbastanza da volerne ascoltare un"€™altra.
Con questo stratagemma, Shahrazad riesce a incatenare l"€™attenzione di Shahriyar, per mille e una notte.

Quattro serate di racconti, di storie diverse e concatenate; ogni serata ha una autonomia di narrazione. Si narra, cantando, suonando, storie di tradimenti, di donne cattive, di streghe, ma anche di donne che si sacrificano, storie d"€™amore con bellissime poesie e momenti di erotismo; storie per adulti lievi e ironiche in cui identificarsi, vedere, riflettere.

Spettacolo: "L'assedio"

Spettacolo: "L'assedio"


A cura di: Carichi Sospesi

Pièce teatrale in atto unico ispirata al Deserto dei Tartari di Dino Buzzati

Regia e ideazione: Stefano Razzolini
Interpreti: Carla Vitantonio, Silvio Barbiero
Musiche e azioni sceniche: Paolo Tizianel
Video art: Sm"€™ArT ViSiOn

La messinscena nasce dall'€™osservazione del luogo architettonico che la accoglierà . La porta ed il bastione S. Croce si situano come memoria storica contestualizzata nel tessuto urbano di Padova. Pur avendo perso funzione logistica e difensiva/offensiva rimangono un filtro tra diverse aree urbane della città . Sanciscono ancor oggi l"€™inizio del centro storico. Restano come simulacro e baluardo davanti alla naturale dilatazione della comunità .
Per questo assolvono alla funzione di monumento e in quest"€™ottica abbiamo pensato di renderli oggetto di un progetto teatrale che ne esalti e rispetti l"€™antica funzione militare.
Lo spettacolo nasce dall'€™osservazione dalla struttura a pianta circolare delle porte di Padova, impianto architettonico che ritroviamo nel cortile interno del bastione S. Croce. Da qui l"€™idea dell'€™assedio. Assedio della città  come organismo permeabile, linea di frontiera. Il romanzo di Buzzati esplicita questo pensiero di assedio vissuto dall'€™interno della struttura delegata a difendere (La fortezza Bastiani).
Il progetto ruota sull"€™idea di segnare e far percepire al pubblico la sensazione di isolamento attraverso la "€œreclusione"€ all'€™interno del bastione e all'€™interno di questa suggestione far cogliere la fragilità  di un sistema che tende a conservare piuttosto che scoprire.

Spettacolo: "L'assedio"

Spettacolo: "L'assedio"


A cura di: Carichi Sospesi

Pièce teatrale in atto unico ispirata al Deserto dei Tartari di Dino Buzzati

Regia e ideazione: Stefano Razzolini
Interpreti: Carla Vitantonio, Silvio Barbiero
Musiche e azioni sceniche: Paolo Tizianel
Video art: Sm"€™ArT ViSiOn

La messinscena nasce dall'€™osservazione del luogo architettonico che la accoglierà . La porta ed il bastione S. Croce si situano come memoria storica contestualizzata nel tessuto urbano di Padova. Pur avendo perso funzione logistica e difensiva/offensiva rimangono un filtro tra diverse aree urbane della città . Sanciscono ancor oggi l"€™inizio del centro storico. Restano come simulacro e baluardo davanti alla naturale dilatazione della comunità .
Per questo assolvono alla funzione di monumento e in quest"€™ottica abbiamo pensato di renderli oggetto di un progetto teatrale che ne esalti e rispetti l"€™antica funzione militare.
Lo spettacolo nasce dall'€™osservazione dalla struttura a pianta circolare delle porte di Padova, impianto architettonico che ritroviamo nel cortile interno del bastione S. Croce. Da qui l"€™idea dell'€™assedio. Assedio della città  come organismo permeabile, linea di frontiera. Il romanzo di Buzzati esplicita questo pensiero di assedio vissuto dall'€™interno della struttura delegata a difendere (La fortezza Bastiani).
Il progetto ruota sull"€™idea di segnare e far percepire al pubblico la sensazione di isolamento attraverso la "€œreclusione"€ all'€™interno del bastione e all'€™interno di questa suggestione far cogliere la fragilità  di un sistema che tende a conservare piuttosto che scoprire.

Spettacolo: "Omero Odissea. Canto per oggetti e voce"

Spettacolo: "Omero Odissea. Canto per oggetti e voce"


A cura di: A. Panzuto e A. Tognon

Figure e macchine: Antonio Panzuto
Voce recitante: Giancarlo Previati
Suoni e regia: Alessandro Tognon

L'Odissea è il poema del viaggio e della nostalgia.
E' la storia di Ulisse, eroe astuto e valoroso, ma enormemente infelice, perché, desideroso di ritornare in patria, è spinto continuamente lontano dall'odio di un Dio. E' costretto ad affrontare avventure affascinanti e pericoli terribili: dai mangiatori di loto, la pianta che fa dimenticare il ritorno, al Ciclope mostruoso, crudele e beffardo, dalla maga Circe, bellissima, che trasforma in porci i compagni di Ulisse, al canto delle Sirene, dal vento di Eolo a Scilla e Cariddi. Omero è inimitabile narratore, pacato e maestoso e dimostra ovunque le sue capacità  drammatiche e la virtù trasfigurante della sua poesia, capace di creare, tra continue metafore e similitudini, un mondo fiabesco, irreale, onirico. Come è immediato essere catturati dal racconto, così questa versione dell'Odissea, canto per oggetti e voce, vuole trascinare con se chi guarda, attraverso la continua trasformazione della scena. Sculture plastiche in movimento, e figure, macchine sceniche sofisticate, giocattoli tradizionali, come il Lego e il Meccano, oggetti d'uso quotidiano, ispirati all'iconografia greca, vengono utilizzati per accompagnare il racconto, narrato da una voce quieta che enfatizza i passaggi emotivi, ma che, come un canto fluisce, tranquilla come un sogno. La scena è come il mare che segue e si oppone sempre ad Ulisse, si apre e si chiude, si trasforma per la lotta e si modifica per il viaggio. Così alla parola si oppone il gesto silenzioso, al racconto la forza espressiva degli oggetti, ai silenzi i delicati colori della luce. Parole e immagini si aiutano e si fondono assieme senza mai illustrarsi a vicenda, si seguono e si suggeriscono, correndo su binari espressivi differenti ma paralleli, spinte dal vento della poesia.

Spettacolo: "Omero Odissea. Canto per oggetti e voce"

Spettacolo: "Omero Odissea. Canto per oggetti e voce"


A cura di: A. Panzuto e A. Tognon

Figure e macchine: Antonio Panzuto
Voce recitante: Giancarlo Previati
Suoni e regia: Alessandro Tognon

L'Odissea è il poema del viaggio e della nostalgia.
E' la storia di Ulisse, eroe astuto e valoroso, ma enormemente infelice, perché, desideroso di ritornare in patria, è spinto continuamente lontano dall'odio di un Dio. E' costretto ad affrontare avventure affascinanti e pericoli terribili: dai mangiatori di loto, la pianta che fa dimenticare il ritorno, al Ciclope mostruoso, crudele e beffardo, dalla maga Circe, bellissima, che trasforma in porci i compagni di Ulisse, al canto delle Sirene, dal vento di Eolo a Scilla e Cariddi. Omero è inimitabile narratore, pacato e maestoso e dimostra ovunque le sue capacità  drammatiche e la virtù trasfigurante della sua poesia, capace di creare, tra continue metafore e similitudini, un mondo fiabesco, irreale, onirico. Come è immediato essere catturati dal racconto, così questa versione dell'Odissea, canto per oggetti e voce, vuole trascinare con se chi guarda, attraverso la continua trasformazione della scena. Sculture plastiche in movimento, e figure, macchine sceniche sofisticate, giocattoli tradizionali, come il Lego e il Meccano, oggetti d'uso quotidiano, ispirati all'iconografia greca, vengono utilizzati per accompagnare il racconto, narrato da una voce quieta che enfatizza i passaggi emotivi, ma che, come un canto fluisce, tranquilla come un sogno. La scena è come il mare che segue e si oppone sempre ad Ulisse, si apre e si chiude, si trasforma per la lotta e si modifica per il viaggio. Così alla parola si oppone il gesto silenzioso, al racconto la forza espressiva degli oggetti, ai silenzi i delicati colori della luce. Parole e immagini si aiutano e si fondono assieme senza mai illustrarsi a vicenda, si seguono e si suggeriscono, correndo su binari espressivi differenti ma paralleli, spinte dal vento della poesia.

Spettacolo: "JetJ"

Spettacolo: "JetJ"

A cura di: Terra di Bucsi

Tratto da: La signorina Giulia di A.Strindberg

Regia: Gianluca Barbieri
Con: Maria Novella Papafava Dei Carraresi e Giuseppe Savio
La voce di Kristina è di: Paolo Franciosi
Allestimento scenografico: Davide Valvo


"Ho evitato la simmetria matematica del dialogo, ma ho lasciato che i cervelli funzionassero a capriccio." A. S.

Tutto accade in una notte, e tutto è già  accaduto quella notte.
In un flusso di pensieri e azioni, lo spettatore nel bastione esplora e rivive le tecniche di attacco e difesa della nostra mente, della nostra straordinaria e intoccabile quotidianità .

Spettacolo: "JetJ"

Spettacolo: "JetJ"

A cura di: Terra di Bucsi

Tratto da: La signorina Giulia di A.Strindberg

Regia: Gianluca Barbieri
Con: Maria Novella Papafava Dei Carraresi e Giuseppe Savio
La voce di Kristina è di: Paolo Franciosi
Allestimento scenografico: Davide Valvo


"Ho evitato la simmetria matematica del dialogo, ma ho lasciato che i cervelli funzionassero a capriccio." A. S.

Tutto accade in una notte, e tutto è già  accaduto quella notte.
In un flusso di pensieri e azioni, lo spettatore nel bastione esplora e rivive le tecniche di attacco e difesa della nostra mente, della nostra straordinaria e intoccabile quotidianità .

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