La Divina Commedia in Musica

La Divina Commedia in Musica

Uno spettacolare viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, accompagnati dai versi della Divina Commedia di Dante e da musiche che rendono ancora più coinvolgente il racconto, tra Caronte, Virgilio e gli altri personaggi. Si ha così la sensazione di divenire partecipe e non solo spettatore dell'universo fantastico della "Commedia".
La Compagnia Vita Nova dell'Associazione "Club degli Artisti" di Padova propone una rappresentazione dell'Opera in chiave moderna, accompagnata da musiche e canti, muovendosi tra alcune statue di terracotta che rappresentano l'ambiente dantesco, al fine di avvicinare il pubblico al piacere della Divina Commedia.

23 maggio 2004
ore 21.00
Sala dei Giganti al Liviano
Ingresso Libero

"€œ... E"€™ ancora possibile la poesia?"€
Nel discorso tenuto a Stoccolma, durante la cerimonia di consegna del premio Nobel, Montale si chiedeva proprio questo: la risposta era affermativa.
In effetti che la poesia "€œvinca di mille secoli il silenzio"€ ce lo conferma la stessa "€œCommedia"€ di Dante, letta da generazioni di studenti, non solo in Italia, ma nel mondo. ͈ affascinante, nuova e moderna perché la poesia, quando è grande, è sempre attuale e parla al cuore degli uomini rappresentando, descrivendo ciò che i comuni mortali spesso sentono e non sanno comunicare.
Il divino poeta ci presenta gli avvenimenti con tanta efficacia che a noi lettori dei suoi versi pare di viverli, quindi la scelta di Dante non è stata casuale.
In lui - oltre che al poeta capace di esprimere l"€™inenarrabile, creando quel "€œmonumentum"€ più perenne del bronzo e più alto della mole delle piramidi regali "€“ abbiamo visto un uomo pienamente attuale, che, se pur vissuto nel Medioevo, ha concepito e cantato sentimenti universali.
Jonathan Ruzzo


BRANI:
Inferno
"€œLa Selva oscura"€, Inf., I, 1-21
"Lacciate ogni speranza, voi ch"€™entrate"€, Inf., III, 1- 21
"Caron Demonio"€, Inf., III, 82"€“ 111
"Paolo e Francesca"€, Inf., V, 73"€“ 93
"€œFilippo Argenti"€, Inf., VIII, 25- 42
"€œLucifero"€, Inf., XXXIV, 53"€“ 90

Purgatorio
"€œL"€™angelo nocchiero"€, Purg., II, 25"€“ 45
"€œL"€™incontro con Beatrice"€, Purg., XXX, 55"€“ 75

Paradiso
"€œAl Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo... "€, Par.,XXVII, 1- 21
"€œVergine Madre"€, Par., XXXIII, 1"€“ 21
"L'incontro con Dio"€, Par., XXXIII, 121 "€“145


ESECUZIONE:
Introduzione: Jonathan Ruzzo
Musiche: Andrea Bezzon
Attore: Brunero Burbassi
Sculture: Romano Dini

Pianoforte: Andrea Bezzon
Violino: Jonathan Ruzzo
Percussioni: Paul Dabirè
Baritono: Paolo Fabbroni
Soprano: Rossana Damianelli


Informazioni:
Club degli Artisti
Via San Francesco, 145 - Padova
Tel. ++39 049 715328

Balletto Nazionale di Pechino

Balletto Nazionale di Pechino

La Cina è una delle più antiche civiltà  del mondo, celebre per la sua ricchissima cultura e per lo splendore delle sue arti. La danza tradizionale cinese, che, oltre al corpo umano, utilizza tre strumenti fondamentali, il ventaglio, la spada e le lunghe maniche o i nastri, ha seguito un percorso di continuo sviluppo e trasformazione come parte delle arti in generale.

E’ tuttavia impossibile per i contemporanei poter apprezzare di persona le autentiche melodie della musica tradizionale, come pure le rappresentazioni originali della danza tradizionale. Ciò in quanto la danza accompagnata da musica (yue wu), sviluppatasi durante le dinastie Qing, Han, Shui e Tang, può essere studiata solo attraverso la letteratura e le arti figurative dei tempi antichi.
L’opera tradizionale cinese, che nasce e si sviluppa durante le dinastie Song, Yuan, Ming e Ching, ha raggiunto nei secoli vere e proprie vette di perfezione come forma di opera-balletto. Ma qui la danza esiste solo come mera appendice dell’opera.
Nel corso di mezzo secolo, il Comitato Scientifico dell’Accademia di Pechino ha esplorato i territori sia della danza tradizionale con accompagnamento musicale e sia della danza nell’opera classica cinese, facendo opera di ricostruzione e aprendo nuove prospettive con un approccio moderno che ha reso la danza tradizionale completamente autonoma rispetto all’opera. Questo lavoro si è svolto, sostanzialmente, lungo tre direttrici fondamentali che costituiscono le tre componenti della danza cinese come la conosciamo oggi:
- codificazione dei movimenti di base e elaborazione delle posizioni, quali risultano dalle fonti letterarie e figurative, secondo gli schemi del balletto classico, in particolare russo;
- utilizzo dell’espressività  plastica tipica della danza contemporanea e del ritmo nel movimento (body rythm);
- applicazione ed elaborazione delle tecniche e delle figurazioni delle arti marziali cinesi.
Si può, quindi, affermare che si tratti sia di danza tradizionale operata con spirito moderno, anche per soddisfare il gusto estetico dello spettatore odierno, sia di coreografie contemporanee espresse in linguaggio tradizionale, in accordo alla massima: “Far emergere il nuovo passando attraverso il passato”.
Nel repertorio, che comprende anche balletti completi, si alternano danze liriche e danze acrobatiche, a tematica storico-nazionale. Vi si possono ritrovare sia danze di antica tradizione, ispirate a personaggi della storia e della letteratura cinesi, sia danze delle diverse etnie che popolano il grande Paese asiatico, sia danze militari, sia, infine, danze basate sulle arti marziali, dal Wu Shu (arte delle armi) al Ba Gua (arte marziale degli Otto Diagrammi) e sulla filosofia classica cinese (Yin e Yang).

Balletto Classico dell'Opera di Stato di Tuchia

Balletto Classico dell'Opera di Stato di Tuchia

La Compagnia è stata fondata nel 1992 su decisione del Ministero della Cultura e della Direzione Centrale dei Teatri dell’Opera di Turchia, paese che sta sostenendo molto attivamente e con grande impegno di risorse la diffusione della cultura occidentale, con particolare riguardo alla danza, alla musica e alla lirica.

Infatti, nell’arco di pochi anni, accanto ai tradizionali teatri di Ankara e Istanbul, sono stati aperti i teatri di Izmir, Mersin e Antalya, tutti con propri stabili corpi di ballo, orchestre, cori e solisti.
Considerando che tutti i teatri dipendono da un’unica Direzione Centrale, non deve stupire il fatto che la Compagnia proposta sia formata dai migliori solisti e ballerini, provenienti da teatri diversi. Né questo deve indurre a ritenere che ne soffra l’unicità  stilistica. Infatti, dal momento in cui venne presa la decisione di sviluppare la danza in Turchia, la Direzione Centrale dei Teatri dell’Opera ha affidato l’incarico di forgiare i quadri a consulenti tra i più quotati ed esperti, provenienti dall’ex-Unione Sovietica. Si può quindi affermare che tutti i corpi di ballo turchi sono di scuola rigorosamente russa. Considerazioni analoghe valgono per la politica di repertorio attuata, che è identica per tutti i teatri: se centralmente viene deciso di introdurre una nuova produzione, questa sarà  opera dello stesso coreografo in tutti i teatri del Paese.
Per quanto riguarda le tournées all’estero, vengono quindi selezionati i migliori artisti, provenienti dai diversi teatri di Turchia, in modo che possano rappresentare al meglio il volto culturale del Paese.

La direzione artistica della Compagnia è affidata a Nugzar Magalashvili. Diplomatosi con lode e speciale menzione nel 1973 presso l’Accademia del Bolshoy di Mosca, è stato, fino al 1989, primo ballerino del Teatro dell’Opera “Z. Paliashvili” di Tbilisi, in Georgia, dove ha danzato come Basilio in “Don Quichotte”, Solor ne “La Bayadère”, Romeo in “Romeo e Giulietta”, Lucien in “Paquita”, Shahriar ne “Le Mille e Una Notte”, Conrad ne “Il Corsaro”, ecc.
Laureato con diploma d’onore al Dipartimento di Coreografia del Conservatorio di San Pietroburgo, ha allestito, presso il Teatro dell’Opera di Tbilisi i seguenti balletti: “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Lo Schiaccianoci”, “Giselle”, “Arlequinade”, ecc.. Dopo aver insegnato coreografia e tecnica della danza all’Università  di Ankara, dal 1996 dirige il Balletto Classico dell’Opera di Stato di Turchia, dove ha prodotto “Don Quichotte”, “Romeo e Giulietta”, “Porgy e Bess”, “Carmen Suite”, “Il Corsaro”, “La Fontana di Bahcisaray”, “Giselle”, “Le Mille e Una Notte”, “La Signora delle Camelie”. Entro il 2003 verrà  allestito il balletto “Esmeralda o Notre Dame de Paris”.
MaÍ®tre de ballet e repétiteur principale, nonché aiuto coreografo, è Medea Magalashvili, allieva del celebre Vakhtang Chabukiani ed ex-prima ballerina del Teatro dell’Opera di Tbilisi, dove si è esibita, nel corso della sua carriera, nei ruoli di Odette-Odile, Paquita, Medora, Nikia (“La Bayadère”), Carmen, ecc..

Tra i solisti della Compagnia, citeremo soltanto:
Lali Kandelaki, Primo Premio e Medaglia d’Oro al Concorso Internazionale di Varna nel 2000;
Liudmila Vasilieva, Primo Premio e Medaglia d’Oro al Concorso Internazionale di Osaka nel 1994;
͖zlem Şenormanlilar, Premio di Stato “Ballerina dell’Anno” ad Ankara nel 2000;
Vasili Chichashvili, laureato al Concorso Internazionale di Varna nel 2000;
Irakli Bakhtadze, Premio Speciale della Giuria a Ankara 2000.

Diversamente Uguali

Diversamente Uguali

L'Associazione "Leo Club Padova Medoacense" organizza una serata di beneficenza, a favore dell'Associazione"Special Olympics" che promuove l'attività  sportiva promozionale delle persone diversamente abili. Durante la manifestazione verranno premiati gli elaborati di arte figurativa inviati dagli alunni dell'ultimo triennio delle scuole cittadine e avrà  luogo un'asta di beneficenza delle opere stesse. Per allietare la serata il settore Attività  Culturali del Comune di Padova propone un recital "omaggio a Carlo Goldoni interpretato da Glimo Bertolini.

Sabato 15 maggio 2004
dalle ore 20.30
Palazzo della Gran Guardia
Piazza dei Signori - Padova
Costo della serata: Euro 15.00

"Diversamente Uguali" è una proposta alle scuole perchè lavorare con insegnanti e bambini è un investimento su quella che potrà  essere la mentalità  di domani; una proposta alle scuole sulla "disabilità ", perchè una maggiore consapevolezza della disabilità  può spingere ad una più generale riflessione sull'identità  personale (e viceversa); una proposta alle scuole sulla "disabilità " e sulla "diversità ", per sottolineare e valorizzare quanto ciascuno di noi è diverso da tutti gli altri; una proposta di "incontro" perchè non propone qualcosa da "imparare", ma intende comunicare divertendo, facendo agire in prima persona, offrendo -semplicemente- un'occasione diretta di conoscenza.


Programma:
ore 20.30 - Ricevimento e registrazione ospiti con rinfresco;
ore 21.00 - Presentazione della serata e del concorso;
ore 21.30 - Recital "Goldoniano" con Daniela Boldrin Schiavon e Gilmo Bertolini;
ore 22.00 - Premiazione delle opere e messa all'asta;
La serata si concluderà  con un ricco bouffet.


Gilmo Bertolini
Si è formato alla "Scuola d'Arte Scenica del Teatro dell'Università  di Padova", diretta da Gianfranco De Bosio e Jaques Lecoq. Ha fatto parte del Teatro dell'Università  di Padova II Edizione, diretto da Costantino De Luca, e di varie formazioni professionistiche e amatoriali, svolgendo intensa attività . E' stato tra i promotori e soci fondatori dell'Associazione Ruzante (1987), che si prefigge lo scopo di una più intensa divulgazione delle opere di Angelo Beolco detto Ruzante. Dal 1979, a Voltabarozzo, presso il Centro Culturale, dove ha sede il gruppo, e in vari quartieri di Padova, tiene corsi di formazione per avviare i giovani al teatro.

Informazioni:
Leo Club Padova Medoacense
Tel.:++39 3292982110
Sito Internet
E-mail

Mazowsze

Mazowsze

Le prime rappresentazioni di questo spettacolare e straordinario balletto risalgono al 1948. Fu fondato da Tadeusz Sygietynski, compositore e studioso di folclore, e Mira Ziminska, una famosa attrice e cantante, in omaggio al popolo polacco, a tutela del proprio folclore, danze, costume e canti. Nel 1951, dopo diverse rappresentazioni in Polonia, il “Mazowsze”, composto di oltre ottanta ballerini, età  media sedici anni, effettua la sua prima esibizione fuori dei confini nazionali presentandosi al pubblico della città  di Mosca...

...e da quella volta ha calcato i più prestigiosi palcoscenici a livello internazionale, ottenendo critiche entusiastiche ed esaltanti. Il repertorio del Balletto Nazionale Polacco "Mazowsze" abbraccia tutto il folclore polacco che quando rappresentato da vita ad uno spettacolo di gran qualità  e dinamismo. Parte integrante e particolarmente importante dello spettacolo, sono i costumi. Creati dai migliori sarti e artigiani della Polonia, conservati con gran cura negli anni, sono realizzati in pura lana, tela, cotone e seta, ricamati a mano, ornati con decorazioni di paillettes, perle di corallo e lustrini. Alcune parti dei costumi hanno oltre cento anni. In ogni tournee il "Mazowsze" ha al proprio seguito oltre 500 costumi e, durante ogni singola rappresentazione, in pochi istanti, i ballerini cambiano il proprio costume da sette a nove volte. I ballerini sono tutti laureati in scuole di musica e balletto. Durante gli oltre 50 anni d’attività , intensa e ricca di successo, il “Mazowsze” ha al proprio attivo oltre 5.300 rappresentazioni in 46 paesi del mondo con una presenza complessiva di oltre quindici milioni di spettatori! Oltre 1.400.000 chilometri percorsi tra mare, aria e terra. Il “Mazowsze” si è esibito alla presenza di Capi di Stato, Re, Regine, presidenti delle organizzazioni internazionali più importanti: 1971 - nella sede dell’ONU; 1973 - Arthur Rubinstein in Spagna; 1975 - Presidente degli Stati Uniti d'America, G. Ford; 2000 - Papa Giovanni Paolo II a Roma con il concerto all’auditorium con oltre 70.000 presenze; in onore della regina dell'Inghilterra; 1958 – Regina Elisabetta II; 1963 - moglie del presidente del Messico. Durante l'anno 1982 il "Mazowsze" ha effettuato 144 concerti all'estero! Infiniti elogi, encomi, critiche entusiastiche: "i movimenti perfetti del balletto", "la fatata musicalità ", "la padronanza estrema delle prestazioni", "la più alta espressione del foclore", "il fascino, il vigore, la freschezza, il temperamento e l’allegria" - queste sono alcune delle innumerevoli definizioni utilizzate negli anni sul “Mazowsze”. I critici che hanno approfondito il segreto di questo fenomeno, enfatizzano le qualità  straordinarie del folclore polacco, che rendono unico il balletto, soprattutto per la tecnica raffinata, l’eleganza dei movimenti, i gesti ed i costumi, la bellezza e la grazia dei sui giovani ballerini.

I Fondatori:

Marianna Burzynska, nata il 22 febbraio 1901 a Plock, è cresciuta in teatro, dove i genitori lavoravano e, sin dall’infanzia ha manifestato innate doti vocali e di danzatrice. All'età  di sedici ha cominciato lavorare al Teatro Miejski (il teatro della città  natale) e in un secondo tempo a Radom. Durante questo periodo è stata segnalata al proprietario del teatro “Qui pro Quo" ed è stata invitata a Varsavia. Gli inizi della carriera furono molto difficili. Mira Ziminska, suo nome d’arte, ha affrontato diversi sacrifici per acquisire una propria esperienza professionale iniziando come interprete nelle operette e nelle commedie. Il teatro “Qui pro Quo" è stato un periodo di gran cambiamento e ha segnato l'inizio della sua effettiva carriera. La versatilità , il talento, la perseveranza e la sua forte personalità  iniziano a portare i primi risultati. In poco tempo diventa una delle stelle più acclamate in teatro e come interprete di film. Fra i suoi amici più vicini vi erano: Tuwim, Slonimski, Hemar, Galczynski, Dymsza e Tadeusz Sygietynski. Quest’ultimo divenne il compagno della sua vita. La seconda guerra mondiale è iniziata e mentre si nascondevano in uno scantinato di Varsavia durante i continui bombardamenti, Mira Ziminska e suo marito Tadeusz Sygietynski, si scambiavano la promessa che se fossero sopravvissuti, avrebbero fondato un balletto folcloristico. Terminata la guerra Mira Ziminska, nel 1948 ha incominciato ad organizzare il "Mazowsze" con Tadeusz Sygietynski. Dopo la morte di Tadeusz Sygietynski (1955) hanno assunto la direzione del balletto, n’è diventata il direttore artistico e si è totalmente dedicata ad esso. Ha preso parte alla realizzazione dei costumi, ha ampliato il repertorio del balletto, ha assunto nuovi ballerini provenienti da tutte le regioni della Polonia. Mira Ziminska ha dedicato oltre metà  della sua vita al "Mazowsze." ͉ stata insignita di numerose onoreficienze in diverse occasioni. Polskie Radio (la radio polacca) l’ha nominata "Donna del secolo". Mira Ziminska è morta il 26 gennaio 1997 a Varsavia, mentre il suo "Mazowsze" era in tournee negli Stati Uniti d’America e nel Canada.

Tadeusz Sygietynski è nato a Varsavia il 24 settembre 1896. Molti intellettuali, compositori, pittori e personalità  quali Chelmonski, Witkiewicz, Sienkiewicz ed altri, sono stati suoi amici. Sin dall’infanzia, Tadeusz Sygietynski ha manifestato un talento eccezionale per la musica. Ha cominciato a comporre all'età  di undici anni. Ha frequentato con successo la Scuola di Musica in Lwow, dove si trasferisce con la madre ed i fratelli. La difficile situazione finanziaria lo ha costretto ad iniziare a lavorare già  a quattordici anni in qualità  di assistente al Conservatorio ed al Teatro dell’Opera di Lwow. Nel 1911 è ritornato a Varsavia, dove ha ricevuto l’insegnamento dai più eminenti professori di musica, e continuava ad essere assistente al Instytut Muzyczny (l'Istituto di Musica). Successivamente ha continuato gli studi a Lipsk e Vienna. Nel 1913, una composizione di Tadeusz Sygietynski, intitolata "Kantata na setn rocznice œmierci Ksiecia Jozefa Poniatowskiego" (Cantata per il 100° anniversario della morte del Duca Jͳzef Poniatowski), è stata eseguita in pubblico per la prima volta. Nel 1920, ha diretto il Coro del Teatro dell’Opera in Iugoslavia e per un breve periodo ha lavorato a Dubrovnik. Al suo ritorno a Varsavia, ha cooperato con la Polskie Radio (la radio polacca) e con teatri di rivista, quali Wesoly Wieczͳr, Teatro Rozmaitooeci, Qui pro Quo, Teatr Letni, Ali-Babza. Durante la seconda guerra mondiale ha composto diversi concerti ed ha aiutato sua moglie Mira Ziminska durante le esibizioni. Inoltre, come progettato con la moglie ha iniziato a comporre musiche popolari, preparandosi assiduamente per il loro progetto, la creazione di un balletto. Dopo la guerra, in 1948 ha fondato il "Mazowsze", occupandosene costantemente. Tadeusz Sygietynski era un compositore e un arrangiatore eccezionale, un professore e un direttore eccellente, ma soprattutto un grande uomo, pieno di energia, di modestia e sensibilità . Ha composto musiche popolari, venti balletti folcloristici (più famosi sono "Trzy Tance Polskie" (tre danze polacche) e "Oberek" (Oberka) per orchestra sinfonica, opere ed il balletto "Rozdrou na Karczma" (la locanda in una strada), "Szkice mazowieckie” ed un Concerto per pianoforte “Capriccio”. Il professor Tadeusz Sygietynski è morto il 19 maggio 1955 a Varsavia.

Sukhishvili-Ramishvili

Sukhishvili-Ramishvili

Sukhishvili-Ramishvili

Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo. Questa compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. I suoi fondatori, Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, vincitori del “Premio di Stato dell’URSS”, sono stati insigniti del titolo di “Artisti del Popolo dell’URSS” a riconoscimento della loro indiscussa autorità  nella coreografia nazionale.

Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località  della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità  sulle punte dei piedi. I salti ed i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità  e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e “Lecuri”), per quella lirica delle donne (“Samaia”), per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze folcloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella contadina “Lazuri” ed altre, interpretando con intuizioni personali l’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà  ed il talento del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Ramishvili e Sukhishvili hanno creato una compagnia folclorica che per la sua originalità  e purezza non teme confronti” (“West Deutchland”). “I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La compagnia ha compiuto numerose tournées all’estero riscotendo un grande successo soprattutto per l’abilità , il vigore ed il forte temperamento abbinati all’eleganza delle composizioni coreografiche, all’espressività  dei movimenti delle braccia, alla tecnica impeccabile e alla bellezza dei costumi dai colori sgargianti ideati dal costumista S.Virsaladze, vincitore del “Premio Lenin”.

Wendy-Lewis

Wendy-Lewis

Wendy-Lewis

Cantante, compositrice, autrice e donna di spettacolo, Wendy Lewis non è una straniera dello stage. Nata negli Stati Uniti, nella provincia della città  del blues e del gospel, Wendy Lewis è cresciuta respirando la musica di Chicago. Dalla grande chiesa gospel, al jazz club, all’Orchestra Hall, Wendy ha sviluppato una conoscenza della musica immensa, spaziando dal blues alla lirica, dal jazz al musical, dal gospel a tutta la musica americana.

Originaria di Gary (Indiana) negli USA, Wendy D.Lewis è una cantante dotata di grande dinamica e raro senso del feeling. La sua voce è ricca di sfumature, potente e suadente al tempo stesso.

Cantante, compositrice, autrice e donna di spettacolo, Wendy Lewis non è una straniera dello stage. Nata negli Stati Uniti, nella provincia della città  del blues e del gospel, Wendy Lewis è cresciuta respirando la musica di Chicago. Dalla grande chiesa gospel, al jazz club, all’Orchestra Hall, Wendy ha sviluppato una conoscenza della musica immensa, spaziando dal blues alla lirica, dal jazz al musical, dal gospel a tutta la musica americana.
Nei festival jazz internazionali ha condiviso il palco con artisti storici come Earth Wind and Fire, Al Jarreau, Maceo Parker, Diane Reeves, Herbie Goins, Tuck and Patty e Herbie Handcock.

E’ co-compositrice e cantante principale del CD “Wendy Lewis: New Beginnings” di David Grausman, pianista di Norah Jones, che ha visto la partecipazione straordinaria di Keith Jarrett e Reggie Washington; inoltre è collaboratrice musicale del gruppo acid Jazz “Gothom” di John Arnold (figlio del compositore storico Hoagy Carmichael, compositore di “Georgia on my mind”).
In Italia ha collaborato con Ivana Spagna, Nek, Irene Grandi, Raf, Alexia e come solista con Mike Francis, nel gruppo “Mystic Diversions”. La regista Lina Wertmuller ha scelto Wendy Lewis come voce principale del suo nuovo show “Caligola” che terrà  nel 2004.

Spettacolo teatrale "Una strega nel Cinquecento"

Spettacolo teatrale "Una strega nel Cinquecento"

Spettacolo teatrale "Una strega nel Cinquecento"

Dal dramma originale di Daria Martelli è stato ricavato un monologo che segue in particolare la vicenda di Caterina, adolescente scontrosa e ribelle, che cerca un modo di essere donna diverso da quello tradizionale. Si darà  un'interpretazione psicologica e poetica della stregoneria.




La strega non risulterà  essere quella descritta da una lunga tradizione, bensì la saggia che, depositaria di un sapere trasmesso da una generazione femminile all'altra, cura con le erbe ma anche con la parola e con i poteri della mente.

Concerto del Coro Johann S. Bach

Concerto del Coro Johann S. Bach

Il Coro Johann S. Bach presenta l'opera: Die Sieben Worte Jesu Christi di Heinrich Schütz, portando in scena come direttore il Maestro Antonio Domenighini affiancato all'organo da Saverio Lo Martire.


Sabato 15 maggio 2004
Ore 21.00
Chiesa dei Servi-Padova
Ingresso libero

Programma:

Prima parte
Die sieben Worte Jesu Christi di Heinrich Schütz (1685-1672)
Due corali per organo di Johann S. Bach (1604-1673)

Seconda parte
"€œI Mottetti della famiglia Bach"€
Halt, was du hast di Johann Michael Bach (1648-1694)
Unser Leben ist ein Schatten di Johann S. Bach (1604-1673)
Ich lasse dich nicht di Johann Christoph Bach (1642-1703)
Das ist meine Freude di Johann Ludwig Bach (1677-1731)


Die Sieben Worte Jesu Christi
Gesù - Antonio Domenighini
Evangelista Soprano - Chiara Pierangelo
Evangelista Alto - Marina Meo
Evangelista Tenore - Gabriele Martinello
Evangelista basso - Nicola Rampazzo

Halt, was du hast
Alto - Chiara Muraro
Tenore - Gabriele Martinello
Baritono - Peter Paschke
Basso - Nicola Rampazzo

Unser Leben ist ein Schatten
Alto - Chiara Muraro
Tenore - Gabriele Martinello
Basso - Nicola Rampazzo

Irio De Paula

Irio De Paula

Irio De Paula è un eccezionale e dotatissimo chitarrista nato a Rio de Janeiro. La sua musica proviene dalla più pura e autentica eredità  brasiliana. Grandi cantautori di samba, di bossanova e degli altri stili della "Cidade Maravilhosa" hanno suonato con lui, come Baden Powell, Eumir Deodato, Astrud Gilberto, Chico Buarque, Gato Barbieri, Archie Shepp, Don Pullen and Chet Baker. Ovvero un "Mostro Sacro" per tutti coloro che apprezzano le calde e seducenti melodie sudamericane.

Aveva tre anni Roberto De Paula quando suo padre, Irio De Paula, allora in tour con la cantante Elsa Soares, decise di fermarsi in Italia, intraprendendo così una carriera di solista che gli avrebbe dato molte soddisfazioni. Dal 1970 la sua chitarra si è avventurata lungo le strade del jazz, accompagnando Gato Barbieri, Steve Grossman, Sal Nistico, ma ha anche scavato, da sola od alla testa di piccoli gruppi, i per lui più collaudati sentieri della musica popolare brasiliana. La stabile residenza italiana gli ha quindi consentito di frequentare i nostri migliori jazzisti, venendo rispettato da tutti per la sempre lucida creatività  e per un quasi naturale, mai debordante virtuosismo. Sono molte le testimonianze discografiche del suo originale talento, decine e decine di dischi pubblicati per lo più dalla Philology di Paolo Piangiarelli, uno dei suoi maggiori estimatori. In queste incisioni viene privilegiato il jazz"€“samba, genere che egli ama sviluppare alla testa di trii o quartetti, utilizzando per lo più la chitarra elettrica.
Ascoltando l'ultimo lavoro discografico, registrato da Irio con il figlio Roberto nel 2000 a Rio de Janeiro, si ha subito la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di speciale, un"€™incisione simile a quelle, peraltro non frequenti, effettuate in solitudine con lo strumento acustico, ma allo stesso tempo diversa. Sarà  forse per la presenza di un"€™altra chitarra, anche questa rigorosamente classica, sarà  forse che questa era suonata dal figlio Roberto "€“ che non incontrava da oltre un anno "€“ o forse che si trovava nella città  che l"€™ha visto nascere, ma la chitarra di Irio sembra qui più agile e calda che mai, a tratti incontenibile. Roberto "€“ che aveva suonato il basso nei gruppi del padre all'€™inizio degli anni "€™90 "€“ dimostra d"€™aver raggiunto un"€™originale cifra stilistica anche come chitarrista, per nulla intimorito dalla presenza di un padre così autorevole e famoso, non solo fornendo un prezioso contrappunto ai suoi pirotecnici voli solistici, ma prendendo a sua volta l"€™iniziativa. Chi lo aveva già  apprezzato nel disco «Retratto do Rio», lo ritroverà  qui musicista ancor più maturo e completo. All"€™interno del repertorio scelto per quest"€™incisione, davvero originale, viene eseguito per la prima volta un nuovo brano di Irio, Bate-papo, parola che non ha un equivalente nella nostra lingua ma che in Brasile sintetizza la spontaneità  ed il gusto d"€™incontrare gente. Diceva Vinicius De Moraes che "€œla vita è l"€™arte dell'€™incontro"€, bate"€“papo appunto...Incontro fra due chitarre (dois violoes), incontro fra padre e figlio: miglior titolo a quest"€™album non poteva esser trovato.

Irio De Paula, chitarra classica
Roberto De Paula, chitarra classica

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