Giulietta

Giulietta

Giulietta è una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull'identità  frammentata, sull'anima, raccontata con un tono vagamente infantile ed inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si apre e si chiude lo spettacolo e il racconto felliniano. Ma Giulietta è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, anche, almeno un poco; eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini in quegli anni un po' in tutta l'Italia.

Giulietta
di Federico Fellini
adattamento Vitaliano Trevisan
(dal racconto "Giulietta" di Federico Fellini ed. Il melangolo)
uno spettacolo di Valter Malosti
con Michela Cescon

scene Paolo Baroni
luci Francesco Dell'Elba
costumi Patrizia Tirino
marionette Gianni Busso
musiche originali Giovanni D'Aquila
macchinista Elena Sala
organizzazione Federico Alossa, Elisa Bottero
ufficio stampa Lucia Angelici
consulenza organizzativa Paolo Ambrosino
musiche di Nino Rota e Fatboy Slim
foto di scena Tommaso Le Pera
supporti tecnici Colas

una produzione Teatro di Dioniso
in collaborazione con:
Piccolo Regio di torino
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare

un progetto Residenza Multidisciplinare di Ivrea e del Canavese

si ringrazia il Teatro Petrella di Longiano

"...La donna è meravigliosa. La donna è l'universo. Forse questa è una concezione tantrica. La donna è la parte altrui dell'uomo, ma gli è superiore perché essa nasce adulta, antica..."
Fellini intervistato da Toni Maraini, in iMAGO appunti di un visionario, Semar, Roma 1994

E oltre alla parapsicologia, evidente in questo testo di Fellini è la sua vicinanza alla psicanalisi: un modo di convivere con i propri fantasmi che Fellini, dopo averlo maturato alla scuola junghiana di Ernest Bernhard, non abbandonò più.
Un circo, una pista da circo, in cui immagino Giulietta in qualche modo inchiodata, come una farfalla raccolta da un entomologo e li depositata. E intorno tutti i suoi fantasmi, gli spiriti, evocati dalla presenza di nude marionette e da una fittissima partitura di suono.
Un lavoro intimo, interiore.
Valter Malosti


Sto adattando un testo di Fellini, Giulietta. Perché non lo fai tu?
Ecco, é questo il vero inizio: Valter Malosti che rivolge all'autore una semplice domanda: Perché non lo fai tu? I pensieri precedenti vengono ora. Eppure, c'era qualcosa, un legame esterno: in fondo, avevo conosciuto il regista Malosti attraverso il cinema, avendo lavorato con Michela Cescon proprio a un film (Primo Amore, di Matteo Garrone), e ora, il cinema mi ritornava attraverso un uomo di teatro. Doveva esserci per forza qualcosa.
Il testo: Giulietta é l'unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata da Fellini, un'opera di cui lui stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l'editore svizzero Diogenes. Si tratta, ed é lecito crederlo anche alla luce delle parole di Fellini, della prima idea-soggetto di Giulietta degli Spiriti, un trattamento, tanto per usare un termine tecnico, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Non si trattava dunque di lavorare su un prodotto finito, il film, ma su un semi-lavorato, il trattamento; e anzi, dal confronto con il film, che Fellini stesso riteneva non completamente riuscito, e con la sceneggiatura, il trattamento risulta vincente, più ricco, con una sua spiccata autonomia. Non solo, ben altre sono le suggestioni che questo testo contiene, le analogie che da esso scaturiscono. Giulietta e Giorni felici, per esempio, come mi ha suggerito Valter Malosti: tutte e due, Giulietta e Winnie, molto borghesi; lo specchio; le atmosfere simili; la solitudine, l'uomo presente nella sua assenza, il fuoco; e tutte e due le opere sono dei primi anni sessanta. E poi la vita, che entra sempre nelle opere, in questo caso la vita di Fellini, che, per la moglie Giulietta, crea un personaggio di nome Giulietta, con tutto ciò che ne consegue. Del resto, anche questo sembra inserirsi più in una tradizione letterario-teatrale che cinematografica (l'autore pensa qui al già  evocato Beckett, a Strindberg, a Pirandello, a Dannunzio, e rispettive signore; tutti testi piuttosto scomodi, da recitare ancor più che da scrivere - ma é un'opinione personale).
Sinossi: Giulietta é il resoconto, narrato in prima persona, della presa di coscienza di una donna. Giulietta é sposata, e, dopo diversi anni di matrimonio, é ancora perdutamente innamorata del marito. Per lei la vita scorre tranquilla, senza troppe preoccupazioni, fino a quando, in modo del tutto casuale, non viene a scoprire che il marito la tradisce. L'indagine sul tradimento del marito diventa un percorso interiore, popolato di spiriti, che porterà  Giulietta a ritrovare quella parte di sé che lei stessa aveva tradito.
Lo spettacolo: interrata, é così che immaginiamo la povera Giulietta, proprio come Winnie; ma non in un'informe massa di rifiuti, no, nella pista di un circo piuttosto, fuori solo col busto; intorno a lei delle marionette-spiriti; sentiremo anche molte voci: quella di Casanova, di Iris e di tutti gli altri spiriti; e la voce di Michela Cescon, che interpreterà  Giulietta. Cerchiamo di immaginare anche quella, anche se sappiamo che é difficile dato che, una volta in scena, essa finisce sempre per sorprenderci.
Vitaliano Trevisan

Leggi gli articoli pubblicati riguardo allo spettacolo.

Parlamento Chimico

Parlamento Chimico

Parlamento Chimico, Storie di Plastica, è uno spettacolo teatrale che racconta la storia di Porto Marghera, dei suoi drammi e delle complicità  della politica e dell'ingordigia di chi non ha esitato a condannare la Laguna per il profitto personale a scapito della salute e del benessere della comunità . Lo spettacolo ripercorre la storia del polo chimico raccogliendo le testimonianze di chi lì vive e ben conosce il dramma.





Parlamento Chimico
Storie di Plastica
testi composti da Francesco Niccolini e Marco Paolini
con Marco Paolini
assistenza tecnica Marco Busetto
organizzazione e distribuzione Michela Signori
produzione Jolefilm
con la collaborazione di Armunia Festival Costa degli Etruschi

hanno collaborato alle ricerche:
Daniela Basso, Carlo Cavriani, Giuseppe Cederna

si ringraziano:
Gianfranco Bettin, Daniele Del Giudice, Alfiero Farinea, Paolo Rabitti, Enzo Tiezzi, l'Associazione Gabriele Bortolozzo e quanti tra gli operai, i loro famigliari e i residenti nella zona di Porto Marghera che hanno offerto testimonianze preziose.

Porto Marghera: nascita, sviluppo, ascesa, crisi e morte del capitalismo italiano.
Ottanta anni, perché questa storia inizia nel 1917: mentre gli Italiani crollano a Caporetto, il conte Volpi di Misurata riesce ad ottenere i permessi per costruire il nuovo porto di Venezia, a Marghera appunto, sognando di rinnovare lo splendore dell'antica Venezia grazie alla nuova città , futurista, solo industrie, ciminiere e velocità .
In 40 anni Porto Marghera - avvalendosi di leggi fatte ad hoc, complicità , giochi di potere ed una buona dose di intelligenza mista ad incoscienza - diventa un grande polo industriale dove dal dopoguerra con l'istallazione degli impianti petrolchimici si sviluppano le più avanzate produzioni della chimica italiana.
Oggi i principali protagonisti di quella storia sono tutti morti o all'estero: saltati per aria, suicidati, sotto processo o morti di cancro.
Oggi Montedison ed Enichem, i fiori all'occhiello della storia dell'industria chimica italiana, vivono nell'aula bunker di Mestre un processo che rischia di essere epocale, perché deve assolvere o punire la colpa di strage e disastro ambientale, obbligando a fare quello che su questa scala non è mai successo: risarcire il danno e risanare l'intera Laguna. Una Laguna che la lungimiranza della Serenissima Repubblica ha preservato per secoli, facendo prevalere sempre il senso del bene comune contro il bene del singolo, ma che un solo secolo di ingordigia ha trasformato in una palude semi-interrata, dove le maree non riescono più ad alternarsi naturalmente e dove i pesci portano dentro di sé i segni del tempo: cloro, mercurio, fosfati, piombo, alluminio, diossine, e altre sostanze tossiche.
Ma quelle migliaia di operai e di famiglie che da ottant'anni guardano con fierezza ed orgoglio a quella fonte di lavoro, emersa dalle acque come Venere, ma più indispensabile di ogni dea della bellezza? Come difendere il lavoro e salvare polmoni e fegato? Come non spremere fino in fondo quello che un tempo fu il più prezioso dei beni della collettività ? E chi lo deve decidere, amministratori delegati azionari di maggioranza nuove holding merchant bank e bamboline russe che giocano a nascondino con i nomi e con i debiti?

Può il teatro raccontare questa storia?
Tre anni di ricerche, un laboratorio permanente aperto ad ingegneri, chimici, esperti di finanza, giornalisti, sociologi, scrittori, storici. Fra di essi Gianfranco Bettin, prosindaco di Mestre e scrittore, Daniele Del Giudice, scrittore veneziano, Paolo Rabitti, perito del Pubblico Ministero Felice Casson nel processo contro Enichem e Montedison, ingegnere ed urbanista. E un narratore, Marco Paolini, alla ricerca di forme possibili per questo racconto lungo un secolo.

Appunti Foresti

Appunti Foresti

Appunti Foresti

Appunti Foresti è il riallestimento de Il Milione quaderno veneziano, in una versione in cui l'evocazione scenica è affidata solo alla parola dell'attore, che si fa musica, scena, racconto. Un monologo che attraversa tutta la storia di Venezia, lontano dai suoi aspetti cartolineschi. Appunti Foresti è uno spettacolo di e con Marco Paolini.

Appunti Foresti
di e con Marco Paolini
collaborazione alla drammaturgia di Francesco Niccolini
assistenza tecnica Marco Busetto
organizzazione e distribuzione Michela Signori
produzione Jolefilm

Al centro dello spettacolo i tanti "naufragi della città . Naufragi dolci.
E' un po' da ridere: aerei che scivolano in Laguna, barche in secca per una marea più bassa del normale... Cormorani troppo pesanti per decollare, piccioni 'fatti', gabbiani monogami e più delicati dei cavallini di Murano.
E' in questo panorama quasi surreale che si disvela la mappa/racconto disegnata da Campagne, uomo di terraferma, in barca con Sambo, misterioso personaggio, ricco d'esperienza della città -isola e dei suoi mille anni, dai pali delle prime palafitte a quelli della conterminazione e che a tutt'oggi delimitano il territorio fatto di acqua e terra di Venezia, delicato oggetto d'amore di questo spettacolo, praticamente mai citato direttamente nel testo ma sempre presente, centimetro dopo centimetro, nella tela tessuta da Campagne, che si fa al tempo stesso Rustichello da Pisa e Marco Polo, nel tentativo di dettare e trascrivere storie ed orizzonti: isole, paesi, mercati, caravanserragli, dall'isola alla Cina, passando per Mestre, Marghera e tutto il Nord Est, diventando emblematicamente "terra delle villette", al di là  della Tangenziale e della linea Maginot dei Centri commerciali che separa Venezia dal resto del mondo.
Appunti Foresti, come prima Il Milione, è un intreccio di storie antiche e contemporanee, che segue arabeschi da tappeti orientali e strani personaggi: abusivi di terra e di mare, turisti di ogni parte del mondo, comitati antisfratti, le beghine di Venezia, più agguerrite di vecchi parà  e maro', nel tentativo di dar dignità  agli sforzi di chi ha deciso di continuare ad abitare nella città  più scomoda d'Italia.

Fabrizio Ottaviucci

Fabrizio Ottaviucci

Fabrizio Ottaviucci si è brillantemente diplomato in pianoforte sotto la guida della prof. P. Mariotti presso il Conservatorio di Pesaro dove ha studiato Composizione e Musica Elettronica con i maestri F. Razzi e W. Branchi.
Ha seguito corsi di perfezionamento con T. Vasary. Ha tenuto centinaia di concerti nelle più importanti città  d'Italia, Austria, Germania, Inghilterra e tournée negli USA, Canada, India.

Di particolare importanza la sua attività  nella musica contemporanea, nella quale ha collaborato con partners di grande prestigio quali R. De Saram, S. Scodanibbio, M. Caroli, M. Stockhausen,con il quale collabora intensamente dal 1986 anche nei repertori tradizionali. Ha studiato con i compositori G. Scelsi, F. Razzi, F.Mencherini, T.Tesei l'esecuzione delle loro opere pianistiche.
Attivo nella musica da camera in varie formazioni si esprime anche in repertori solistici classico-romantici con i quali ha ottenuto premi e segnalazioni in vari Concorsi nazionali ed europei soprattutto in virtù di una particolare tensione emozionale e comunicativa insita nell'interpretazione.
Attivo anche sul piano della sperimentazione e dell'improvvisazione; ha tenuto concerti con il jazzista Gary Peacock; ha registrato per la ECM Monaco, CMP Koln, AMIATA Firenze, SPLASH Milano, WISTERIA Amsterdam, AKTIVRAUM Koln e per le radio-televisioni italiana, tedesca, inglese, americana. Vive ad Assisi dove dirige il laboratorio di musica intuitiva.

Markus Stockhausen

Markus Stockhausen

Markus Stockhausen trombettista e compositore, nato a Colonia nel 1957, figlio di Karlheinz Stockhausen. All"€™età  di 4 anni è apparso nel ruolo di "€œbambino"€ nella pièce teatrale del padre "Originals". A 6 anni ha ricevuto le prime lezioni di pianoforte e a 12 ha iniziato a suonare la tromba. Dal 1974 al 1982 ha studiato alla Scuola Superiore di Musica di Colonia: pianoforte con Klaus Oldemeyer, e in seguito tromba classica e jazz con R.Platt e M.Schoof.

Ha proseguito gli studi con P. Thibaud, C.Caruso, T.Stevens e C.Groth.
Nel 1974 anche il suo debutto con il gruppo Key alla Newcomer Jazz Festival di Francoforte e nello stesso anno ha iniziato una intensa collaborazione con il padre.
Molti i brani per tromba scritti appositamente per lui e da lui eseguiti in prima mondiale: "Sirius" 1975-76 (con Aries 1977); "Donnerstag aus Licht" 1978-81 (specialmente le grandi parti solistiche di Examen, Michaels Reise um die Erde, Drachenkampf, Vision); "Samstag aus Licht" (Oberlippentanz 1984); "Dienstag aus Licht" (Invasion, Pietà  1990-92).
Concerti e festivals con l"€™Ensemble del padre lo hanno portato in tutto il mondo.
Svolge un"€™intensa attività  come solista,con numerose formazioni jazz e grande è il suo interesse per la musica contemporanea, per nuovi linguaggi di improvvisazione musicale, per la musica intuitiva che trascende tutti gli stili musicali. Ha fatto parte del Quintetto Key (1974-79), del Rainer Brà¼ninghaus Group (1980-84), ha suonato con Kairos (1985-90), Aparis (1989-96), Possible Worlds (1995) e in duo col contrabbassista Gary Peacock, con l"€™organista Margareta Hürholz (1991), il pianista Fabrizio Ottaviucci (1987), e con la sorella Majella.
Collabora con il fratello Simon Stockhausen, nell'€™elaborazione di importanti progetti musicali e nella composizione di musiche da film e teatro.
Una ricca discografia, documenta la sua intensa attività  (ECM, Stockhausen-Verlag, CMP, ACT); dal 1992 collabora con EMI Classics.
Markus Stockhausen tiene regolarmente corsi estivi per trombettisti, e dal 1996 insegna alla Scuola Superiore di Musica di Colonia.

Patrizio Farisello "Jazz Project" Trio

Patrizio Farisello "Jazz Project" Trio

Il Patrizio Farisello "Jazz Project" Trio si compone di Patrizio Fariselli al pianoforte, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria; rappresenta un trio di elevatissimo livello creativo cui sottende un pensiero compositivo/musicale specifico. "Acqua liquida" non è solo il titolo di una Suite che il gruppo esegue in concerto, ma anche la giusta immagine per definire il "suono" di questo trio: musica che fluisce fresca, traslucida, capace di spunti brillanti, di grande energia e suggestive affabulazioni; acqua allo stato liquido, condizione irrinunciabile per lo sviluppo e il mantenimento della vita nel cosmo, ciò che ha permesso l"€™evoluzione di strane creature come i musicisti di Jazz ed i loro ascoltatori. Musica vitale, perché un concerto Jazz degno di questo nome è, sia per i musicisti che per gli ascoltatori, un"€™esperienza unica ed irripetibile.

Patrizio Fariselli, pianoforte
Nato a Cesenatico nel 1951, inizia lo studio del pianoforte a quindici anni presso il conservatorio di Pesaro. La sua carriera è legata indissolubilmente al gruppo degli Area, da lui fondato nel 1972 assieme a Demetrio Stratos, Victor Edouard Busnello, Giulio Capiozzo, Patrick Djivas e Paolo Tofani. Dal 1981 si occupa attivamente di cinema e teatro scrivendo e realizzando musiche per numerosi film tra i quali: "Fox trap" di Fred Williamsons, "Era una notte buia e tempestosa", "Zitti e mosca", "Benvenuti in casa Gori", "Caino e Caino", "Belle al bar", "Ritorno a casa Gori", "Ivo il tardivo", "I miei più cari amici" e "Un colpo al cuore" di Alessandro Benvenuti. Per il teatro "Gli uccelli" di Aristofane regia di Memè Perlini, "Andy & Norman", "Sete" e "Piume" per Zuzzurro e Gaspare, "Colchide" di Walter Valeri per "Quelli di Grock". Realizza le musiche per i balletti: "Itineraire bis" per "Le ballets jazz-art" di Parigi e "Tristano e Isotta" coreografia di A. Amodio. Dal 1990 al 1995, dietro lo pseudonimo di "Il maestro Fariselli", realizza le musiche per "L'albero azzurro", trasmissione televisiva per bambini in età  prescolare. Nel "€™96 vince il ciak d'oro per la migliore colonna sonora per il film "Ivo il tardivo". Nel "€™97 vince il 1° premio per la musica del cartone animato "The horseman" di Michel Fuzellier al "Holland animation film festival" di Utrecht indetto da MTV. Mantiene una costante anche se non intensa attività  nell'ambito del jazz collaborando tra gli altri con: Steve Lacy, Alberto Borsari, Curtis Fuller, Howard Johnson, Art Farmer, ecc. Nel 2000 Fonda l'ensemble Patrizio Fariselli Project con cui registra due album.

Paolino Dalla Porta, contrabbasso
Nato a Mantova nel 1956, è attivo dal 1978 sulla scena jazzistica italiana, in cui ha suonato e collaborato con numerosi musicisti e gruppi nazionali ed internazionali, partecipando a varie rassegne e festival in tutto il mondo. Con lo spettacolo multimediale "Far Away Wave" (Elena Ledda, Lester Bowie, Sandro Satta, ecc.), ha compiuto una tournée in Australia nel 1988, suonando a Sydney, Melbourne e Brisbane ed un tour negli USA nell'89, suonando al Symphony Space Theatre di New York e al World Festival di Atlanta. Nel 1995, con il quintetto di Alain Brunet, ha compiuto un tour nella Polinesia francese. Dal 1988 è anche leader di un quartetto (con Antonello Salis, Riccardo Luppi e Massimo Manzi), per il quale compone brani originali. Dal 1993 è docente di contrabbasso e musica d'insieme presso i corsi di perfezionamento musicale di Siena Jazz.

Massimo Manzi, batteria
Nato a Roma nel 1956, è considerato da tempo uno dei migliori batteristi Jazz europei. La lunga serie delle sue collaborazioni concertistiche e discografiche (oltre quaranta CD) comprende importanti musicisti come: Enrico Rava, Lee Konitz, Renato Sellani, Maurizio Giammarco, Bruno e Giovanni Tommaso, Eddie Henderson, Benny Golson, Massimo Moriconi, Patrizio Fariselli, Marco Tamburini, Tommaso Lama, Franco D'Andrea, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Jerry Bergonzi, Tiziana Ghiglioni, Gianni Basso, Phil Woods, Ares Tavolazzi, Fred Bongusto, Gloria Gaynor, Danilo Rea, Ray Mantilla, Mick Goodrick, Paolo Fresu, Tino Tracanna, Paolo Birro, Gianluca Petrella, Andrea Pozza, Achille Succi, Ralph Alessi, Andrea Dulbecco, Furio Di Castri, Richard Galliano (col quale nel '99 suona anche al "Blue Note" di Tokyo), Ian Anderson e molti altri.
Nel 2000 pubblica per la "WIDE" un CD a suo nome, "Quasi Sera", ben accolto dal pubblico e dalla critica, dove suona, tra gli altri, con Fabrizio Bosso e Paolo Di Sabatino. La sua intensa attività  professionale è completata da quella didattica, comprendente i seminari estivi di Siena Jazz ed il "Corso Sperimentale" tenuto al Conservatorio di Bologna.

Barbara Hofmann

Barbara Hofmann

Barbara Karoline Hofmann è originaria di Affoltern a/A (Zurigo), in Svizzera, è nata l/8 marzo 1962, ha studiato per specializzarsi in gestione aziendale e finanziaria. Dopo quasi sette anni di lavoro presso banche ed imprese internazionali, Barbara, nel 1989, si è trovata a Beira, in Mozambico, e ha deciso di dedicare la sua vita ai bambini di quella terra.

Da allora queste sono state le tappe che l'hanno portata a essere conosciuta e rispettata in tutto il mondo della cooperazione.
Nel 1990 Barbara elabora un progetto per realizzare un Centro per bambini a Beira.
Nel 1991 Barbara fonda Asem Svizzera, organizzazione non governativa no-profit, della quale diviene presidente Organizza anche la struttura a Beira e trova gli aiuti per farla conoscere a livello internazionale.
Nel 1992 continua a far crescere il suo progetto che amministra e dirige personalmente.
Nel 1995 fonda e organizza Asem Portogallo e asem New York.
Nel 1999 fonda e prganizza Asem Mozambique (della quale è Presidente del "Conselho Fiscal") ed è co-fondatrice dell'Asem Italia Onlus.
In tutti questi anni Barbara ha sempre lavorato al suo progetto e per le sue organizzazioni, e le ha fatte crescere aumentando gradualmente il numero dei bambini ospitati, che ora sono 250 nei due Centri di Manga e Mucurungo, in Beira, e 1500 nelle scuole gratuite dell'Asem per i bambini poveri.
Nel febbraio 2001 ha contratto la forma più grave di malaria celebrale che, pur risparmiandola, le ha danneggiato polmoni, fegato e reni, portandola vicino alla morte. Per miracolo, si è ripresa quasi completamente.
In questo momento barbara si occupa della ricerca dei fondi e pubbliche relazioni, rappresenta l'Asem in incontri e riunioni con enti governativi e non, sia a livello nazionale che internazionale, cura l'amministrazione finanziaria e la supervisione generale di tutte le strutture dell'Asem, per assicurare la futura autosufficienza economica alle attività  di Asem in Mozambico.
E' sata nominata "Donna dell'Anno" dal Consiglio Regionale della Valle d'Aosta nel dicembre 2002 e "Ambasciatrice dei Popoli" dal centro Internazionale per la Pace fra i Popoli nel Marzo 2003 ad Assisi.

Per maggiori informazoini: http://www.asemitalia.it/barbara.htm

Asem Italia Onlus

Asem Italia Onlus

Asem Italia Onlus

L'Asem, l'Associazione per i bambini del Mozambico fondata nel 1991 da Barbara Hofmann, negli ultimi tredici anni è riuscita ad aiutare e a offrire la scuola a più di seimila bambini, oltre a reintegrarne oltre cinquecento. Oggi nei centri di Macurungo e di Manga (Beira) vivono oltre duecentocinquanta ragazzi e vi studiano oltre millecinqucento studenti esterni, tutti provenienti da famiglie poverissime che non hanno i mezzi per mandare i figli in una scuola pubblica.


Grazie al sostegno dell'ASEM:
- i bambini hanno un luogo in cui trovano protezione, sicurezza, cibo, istruzione e soprattutto affetto;
- ogni giorno frequentano la scuola e ricevono gratuitamente il materiale scolastico (libri, quaderni, penne);
- mangiano insieme nel refettorio cibo preparato per loro dalle cuoche, anzicè elemosinarlo in strada o cercarlo tra la spazzatura;
- ricevono abiti, scarpe, biancheria e tutto quello di cui hanno bisogno per far fronte alle necessità  quotidiane;
- partecipano alle attività  ricreative e sportive organizzate dall'Asem, ritrovando anche attraverso il gioco e lo sport la serenità  che spetta loro;
- ricevono assistenza sanitaria, medicine e cure ogni volta che si renda necessario;

Per informazioni:
ASEM Italia Onlus
c/o Fondazione Italiana per il Volontariato
via Nazionale 339
00184 Roma
Tel: ++39 06 47481237
Fax: ++39 06 47481239
E-mail: info@asemitalia.it
Sito Internet: www.asemitalia.it
Per contatti a Padova:
Germana Muendane
Tel: ++39 049 8862877

Visibelli-Cappelletti Duo

Visibelli-Cappelletti Duo

Collaudata coppia di collaboratori, Arrigo Cappelletti e Giulio Visibelli si presentano in duo, proponendo la loro originale poetica, già  apprezzata in altri lavori a firma del pianista con altre formazioni. Centrali nel loro lavoro figurano le ispirazioni da un lato ad un universo cameristico - presenti soprattutto nel pianista - dall'altro all'improvvisazione dell'avanguardia jazzistica, soprattutto europea - tangibile in Visibelli, che pur con un timbro ben personale, allude ora all'opera di Lacy, ora a quella di Surman.

"Se il piano solo o il trio classico con pianoforte sono il luogo ideale per esprimere il proprio modo di essere e la propria poetica, il duo è il luogo dove due musicisti possono, senza vincoli e mediazioni, misurare il grado della loro affinità  in un contesto serrato e terribile". Queste parole dello stesso Cappelletti rendono con molta efficacia il contesto in cui è il caso di porsi per ascoltare un concerto come questo. La formula del duo è qui proposta con Arrigo Cappelletti al piano e Giulio Visibelli al sax o al flauto. Le composizioni, quasi tutte opera di Cappelletti, parlano la lingua di un jazz con strutture piuttosto solide, sostenute nei ritmi e in una struttura di buon corpo, con un'ambientazione di stampo europeo.

Arrigo Cappelletti - Pianista, compositore.
Nasce a Brunate (Como) il 12 febbraio 1949. Dopo una laurea in Filosofia e aver insegnato alcuni anni nei Licei, si è dedicato al jazz realizzando finora dodici dischi a suo nome di cui almeno tre (Samadhi, Reflections, Pianure) hanno avuto importanza nella definizione di una via italiana al jazz fatta di lirismo, introspezione e collegamenti con altri universi musicali.
Delle diverse rassegne cui ha partecipato ricordiamo qui: Como jazz meeting (1976, 1996), Festival di Rapallo (1984), Festival jazz in Italia al Capolinea di Milano (1986, 87, 89), VII Festival internazionale del jazz Città  di Milano (1988), Festival "I suoni del jazz"(Pavia, 1991), Rassegna jazz a Palazzo Butera (Palermo, 1991), Festival di Pori (Finlandia, 1991), Festival "Sanremo: l'altra musica" (1993), Festival Jazzitalia (Verona, 1994), Noto jazz festival (1996). Portogallo EXPO 98, Festival Sete Sois Sete Luas (Portogallo, 1999), Clusone jazz 2000.
In Italia ha suonato, tra gli altri, con Gianni Cazzola, Paolo Dalla Porta, Gianni Coscia. Con musicisti stranieri annovera collaborazioni con Barre Phillips, Lew Soloff, Mike Mossmann, Daniel Schnyder, Bill Elgart, Olivier Manoury, Steve Swallow.
Ha collaborato inoltre con la cantante Mia Martini e con l'orchestra nazionale di jazz di Giorgio Gaslini. Nel 1988 la rivista americana "Cadence" ha inserito il suo disco Reflections tra i dieci migliori dischi del'anno.
Ultimamente ha molto vissuto in Portogallo dove, insieme con alcuni dei più importanti musicisti portoghesi di fado come Custà³dio Castelo, Jorge Fernando, Alexandra, ha realizzato un suo progetto musicale di canzoni su testi di poeti portoghesi del '900: "Terras do risco".
Molto attivo nella didattica jazzistica, ha pubblicato per la casa editrice ESI (Napoli) un libro sull'improvvisazione jazzistica a metà  fra il didattico e l'autobiografico: 'Il profumo del jazz" e, oltre ai numerosissimi corsi e seminarii tenuti, ha insegnato jazz al CDM e alla Nuova Milano Musica di Milano, al Civico istituto Musicale "Brera" di Novara e al Conservatorio di Musica di Sassari. Attualmente tiene corsi di formazione e perfezionamento jazz presso l'Accademia Musicale Europea dell'Agimus di Varenna e provincia di Lecco.

Giulio Visibelli - sax soprano e flauto
Sassofonista e flautista senese, si diploma in flauto nel 1981 presso l'Istituto "P.Mascagni" di Livorno; studia sassofono con Claudio Fasoli e Gianluigi Trovesi ai "Seminari Nazionali di Musica Jazz" di Siena. Si diploma poi, alla fine del 1983, in Jazz Performance al "Berklee College of Music" perfezionandosi con John LaPorta, Joe Viola, Andy McGhee, George Garzone, Bill Pierce e Gary Burton. Studia inoltre con Joseph Allard e Jerry Bergonzi.
Partecipa nell'Orchestra diretta da Bruno Tommaso alla trasmissione "Un Certo Discorso" prodotta da RAI 3 nell'82, suona poi con il Quartetto di Stefano Battaglia ('86), Fabio Jegher "Atmospheres" ('86/'87), Quintetto di Gianni Coscia (dall'87), Arrigo Cappelletti New Latin Ensemble (dall'88), Trio di Tiziana Simona con Mal Waldron ('88/'89), Neji Trio (dall'89), Big Band di Gianni Basso & Tullio De Piscopo (dal '90), Paul Wertico Quartet ('92), Grande Orchestra Nazionale dell'AMJ (dal '95), Ensemble Garbarino ('95/'96), Sergio Caputo Quintet (dal'96), Giorgio Gaslini "Mister O" ('96), Civica Jazz Band (dal '98), Orchestra Jazz il Paese degli Specchi ('98). Suona in numerosi Festival sia come leader che come sideman, tra questi: Festival Jazz a Voghera (1987), Rassegna del Jazz Italiano a Siena (1989-1991-1997-1999), del Capolinea a Milano (1989), Leverkusener Jazztage (1989), International Jazz Meeting in Bergamo (1991), Rassegna Jazz in Piazza S. Stefano a Milano (1991-1992), Rassegna del Jazz Italiano a Palazzo Butera (1991), Clusone Jazz (1991), Tulle Festival in Francia (1991), Jazz Cocktail (1992), International Jazz Festival del Ciak (1990-1992), "Atlante-Musica Dal Mondo" a Valenza (1992), I Suoni del Tempo a Cesena XII edizione (1993), "The First International Festival" ad Hatra IRAQ (1994), Bergamo Jazz (1994), Vignola Jazz Festival (1995), Atelier Musicale del Ventesimo Secolo a Milano (1995/'96), Jazzitalia a Verona (1996), Varese Festival (1996-1999), Festival Jazz di ISEO (1998-1999), Orchestre Senza Confine (1998/"€™99-1999/"€™00), Bergamo Jazz (2000). Insegna attualmente ai "Corsi Civici di Jazz di Milano", al CDpM di Bergamo e ai Seminari Estivi di Siena Jazz.

Davide Sapienza

Davide Sapienza

Davide Sapienza

Nato in un giorno di fine giugno del 1963, l"€™anno in cui il mondo conobbe i Beatles, dal 1991 vive, sogna, si muove e immagina alle Falde della Presolana, Orobie Orientali. Ottenuta la maturità  scientifica sperimentale a Monza, si iscrive all'€™Università  di Lingue che abbandona dopo 12 esami in due anni: "€œla musica e le parole non potevano aspettare la burocrazia"€ dice.




L"€™attività  svolta dal 1984 al 1998 (anno del suo ritiro dal giornalismo per scrivere solo libri) per mensili e settimanali (specializzati e non), quotidiani, televisione e radio (tutto, insomma), trova la sua espressione più compiuta nella realizzazione di diversi volumi importanti e di successo legati alla musica rock. Oltre ad alcune "€œdivagazioni"€ di rilievo.
Attualmente fornisce una consulenza promozionale a Rykodisc International e a I.R.D. Spa, oltre a organizzare e presentare serate legate al mondo dell'€™avventura, della musica e della poesia. E"€™ coinvolto inoltre nel progetto di Gianni Maroccolo ACAU (con Battiato, Consoli, Donà , Jovanotti, Renga, Donà , Pelù, Agnelli etc) come "€œscrittore ufficiale"€ del progetto presentato a metà  aprile al Telecom Future Palce di Venezia.
Nel settembre 2004 è uscito il suo primo libro I Diari di Rubha Hunish (Baldini&Castoldi), nato da diverse avventure e immersioni nell'€™anima della terra tra montagne, distese d"€™Islanda, spazi di Norvegia, altezze di Perù, colori di Scozia, misteri di Isole Ebridi e ricerche dell'€™Immaginazione.

I Diari di Rubha Hunish
Lunedì 25 ottobre 2004, ore 21.30, Centro Porsche Padova
Affascinante reading di Davide Sapienza che, per presentare il proprio debutto in narrativa con "€œI Diari di Rubha Hunish"€ (Baldini Castoldi Dalai Editore), unisce le forze alla straordinaria voce di Cristina Donà , la cantautrice che italiana che ha appena pubblicato in tutto il mondo il suo album in inglese "€œCristina Donà "€ (Rykodisc).
Si tratta di una lettura presa dalle "€œjournal entries"€ del Diario che Sapienza ha unito sotto il misterioso nome di "€œRubha Hunish"€, rappresentato dall'€™ombra del viandante "€œin cammino per il mondo"€ rappresentato nella foto (dell'€™autore) sulla copertina del libro: Sapienza e la moglie, Cristina Donà , condividono da quindici anni l"€™amore per la musica, lui da ex critico musicale di successo, lei allora da aspirante cantautrice e oggi da affermata presenza nel panorama nazionale.
"€œIl suono del cammino"€ è il nome che la coppia ha voluto dare a questa speciale reading, che vedrà  la Donà  impegnata a "€œspiegare"€ le parole lette da Sapienza con la forza di una voce straordinaria e di canzoni del proprio repertorio unite a cover molto speciali la cui scelta è nata durante le prove dello spettacolo: le pagine del libro hanno ispirato la scelta dei brani e viceversa, sentire Cristina dal vivo ha ispirato Sapienza per sublimare il proprio viscerale legame con i suoni nelle descrizioni interiori e del rapporto tra Immaginazione e Territorio (un vero e proprio "€œstudio"€ sviscerato in questo volume).

Pagine