Victor Ullate e il Victor Ullate Ballet

Victor Ullate e il Victor Ullate Ballet

Nato a Saragozza, inizia gli studi di balletto classico sotto la guida di Maria de Avila. Notato - appena quindicenne - da Antonio Ruiz Soler, danza nella sua compagnia per quattro anni. In seguito, grazie a Maurice Béjart, entra a far parte del Ballet du XXème Siècle dove resterà  dal 1964 al 1980 e nel quale interpreta subito ruoli importanti.

Balla infatti in "Romeo e Giulietta" (1966), "Né fiori né corone" (1967), "Actus tragicus - Cantata 51" (1969), "Offrande chorégraphique" e "L'uccello di fuoco" (1970), "Nijinsky, clown de Dieu" (1971), "Per la dolce memoria di quel giorno" (1974, dai "Trionfi" del Petrarca), e in altri balletti tra cui i riallestimenti della "Sacre du Printemps". In più occasioni, oltre che interprete, è anche coreografo dei suoi ruoli. Un successo continuo che raggiunge l'apice nel 1978 quando Béjart - che considera Victor Ullate "uno dei suoi ballerini più completi" - crea appositamente per lui il balletto "Gaité parisienne", basato sulla propria biografia, dove l'artista interpreta il ruolo dello stesso Béjart.
Nel 1979 il Ministero della Cultura spagnolo gli affida la formazione di una compagnia classica, il Ballet Clasico Nacional. Per quattro anni Ullate dirige la compagnia.
Nel 1983 porta a termine il suo incarico e fonda una scuola privata di danza, dove crea giovani ballerini; con un gruppo di questi partecipa per due anni ad un programma di danza per bambini trasmesso dalla Televisione spagnola. La stampa dà  rilievo a questa iniziativa così il Ministero della Cultura propone a Ullate di coordinare un gemellaggio culturale con la Cina.
Il 28 Aprile 1988 al Teatro Arriaga di Bilbao la Compagnia fa il suo debutto riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica.
In Spagna sono sempre esistite piccole compagnie di danza ma è la prima volta che una Compagnia privata mantiene collaboratori artistici, tecnici ed amministrativi con continuità . La Compagnia e la Scuola sono due elementi strettamente legati.
Dal 1988 al 1996 la Compagnia gode del sostegno del Ministero della Cultura e nel 1997 viene nominata Ballet de la Comunidad de Madrid.
Attualmente la Compagnia è composta da 50 ballerini per un totale di 64 persone fisse e 10 collaboratori esterni.
Il bilancio dopo i primi 10 anni è straordinariamente positivo: il prestigio della Compagnia si è consolidato sia in ambito nazionale che internazionale.
La Compagnia ha un repertorio molto ampio e differenziato che va dallo stile classico a quello contemporaneo oltre naturalmente alle coreografie create da Victor Ullate. In particolare alcune di queste hanno segnato delle tappe importanti per la compagnia:
"€œArraygo"€ con la quale è iniziato un nuovo movimento.
"€œArrayan Daraya"€ che ha conquistato il mercato straniero.
"€œEl Amor brujo"€ che ha ottenuto il maggior successo d"€™incassi.
"€œGiselle"€ replicato per 70 recite nel 1996.
"€œDon Quijote"€, recente creazione, ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico, è stato considerato un"€™opera nella quale Victor Ullate ha saputo ridare bellezza e creatività  ad un balletto ritenuto dai più obsoleto.
Victor Ullate ha formato non solo ballerini, ma anche insegnanti che lavorano nella Scuola, e tecnici che seguono il lavoro della Compagnia da ormai 10 anni.
Victor Ullate ha ottenuto il Premio Nazionale di danza nel 1989 e nel 1996 gli è stata conferita la Medaglia d"€™Oro delle Belle Arti.

Sito ufficiale del Victor Ullate Ballet

Victor Ullate e il Victor Ullate Ballet

Victor Ullate e il Victor Ullate Ballet

Nato a Saragozza, inizia gli studi di balletto classico sotto la guida di Maria de Avila. Notato - appena quindicenne - da Antonio Ruiz Soler, danza nella sua compagnia per quattro anni. In seguito, grazie a Maurice Béjart, entra a far parte del Ballet du XXème Siècle dove resterà  dal 1964 al 1980 e nel quale interpreta subito ruoli importanti.

Balla infatti in "Romeo e Giulietta" (1966), "Né fiori né corone" (1967), "Actus tragicus - Cantata 51" (1969), "Offrande chorégraphique" e "L'uccello di fuoco" (1970), "Nijinsky, clown de Dieu" (1971), "Per la dolce memoria di quel giorno" (1974, dai "Trionfi" del Petrarca), e in altri balletti tra cui i riallestimenti della "Sacre du Printemps". In più occasioni, oltre che interprete, è anche coreografo dei suoi ruoli. Un successo continuo che raggiunge l'apice nel 1978 quando Béjart - che considera Victor Ullate "uno dei suoi ballerini più completi" - crea appositamente per lui il balletto "Gaité parisienne", basato sulla propria biografia, dove l'artista interpreta il ruolo dello stesso Béjart.
Nel 1979 il Ministero della Cultura spagnolo gli affida la formazione di una compagnia classica, il Ballet Clasico Nacional. Per quattro anni Ullate dirige la compagnia.
Nel 1983 porta a termine il suo incarico e fonda una scuola privata di danza, dove crea giovani ballerini; con un gruppo di questi partecipa per due anni ad un programma di danza per bambini trasmesso dalla Televisione spagnola. La stampa dà  rilievo a questa iniziativa così il Ministero della Cultura propone a Ullate di coordinare un gemellaggio culturale con la Cina.
Il 28 Aprile 1988 al Teatro Arriaga di Bilbao la Compagnia fa il suo debutto riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica.
In Spagna sono sempre esistite piccole compagnie di danza ma è la prima volta che una Compagnia privata mantiene collaboratori artistici, tecnici ed amministrativi con continuità . La Compagnia e la Scuola sono due elementi strettamente legati.
Dal 1988 al 1996 la Compagnia gode del sostegno del Ministero della Cultura e nel 1997 viene nominata Ballet de la Comunidad de Madrid.
Attualmente la Compagnia è composta da 50 ballerini per un totale di 64 persone fisse e 10 collaboratori esterni.
Il bilancio dopo i primi 10 anni è straordinariamente positivo: il prestigio della Compagnia si è consolidato sia in ambito nazionale che internazionale.
La Compagnia ha un repertorio molto ampio e differenziato che va dallo stile classico a quello contemporaneo oltre naturalmente alle coreografie create da Victor Ullate. In particolare alcune di queste hanno segnato delle tappe importanti per la compagnia:
"€œArraygo"€ con la quale è iniziato un nuovo movimento.
"€œArrayan Daraya"€ che ha conquistato il mercato straniero.
"€œEl Amor brujo"€ che ha ottenuto il maggior successo d"€™incassi.
"€œGiselle"€ replicato per 70 recite nel 1996.
"€œDon Quijote"€, recente creazione, ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico, è stato considerato un"€™opera nella quale Victor Ullate ha saputo ridare bellezza e creatività  ad un balletto ritenuto dai più obsoleto.
Victor Ullate ha formato non solo ballerini, ma anche insegnanti che lavorano nella Scuola, e tecnici che seguono il lavoro della Compagnia da ormai 10 anni.
Victor Ullate ha ottenuto il Premio Nazionale di danza nel 1989 e nel 1996 gli è stata conferita la Medaglia d"€™Oro delle Belle Arti.

Sito ufficiale del Victor Ullate Ballet

"Burka", "I tu ... ?bailas?", "Sola" e "Before night fall"

"Burka", "I tu ... ?bailas?", "Sola" e "Before night fall"

Lo spettacolo a cui la compagnia di Victor Ullate darà  vita si scompone in quattro parti, quattro diverse tematiche affrontate, per una riflessione sulla vita e sulla danza.



Programma dello spettacolo:

Burka (durata 30"€™)
I tu ... ?bailas? (durata 10"€™)
Sola (durata 10"€™)
Before night fall (durata 27"€™)

Burka

Coreografia: Eduardo Lao
Musica: Dead can dance

Credo che l"€™essere umano possieda un tesoro innato, del quale suole dimenticarsi: finché non ne viene privato: ed è la libertà  di scelta.
Immaginiamo per un momento come ci sentiremmo se ci rubassero questo tesoro o, per dire meglio, mettiamoci nei panni di chi, senza averlo scelto, è nato in un luogo dove questa situazione è un"€™imposizione.
A tutte queste persone dedico "Burka"€.
Eduardo Lao

I tu ... ?bailas?

Coreografia: Victor Ullate
Musica: W.A.Mozart - Andante Piano Concerto n. 21

Sola

Coreografia: Victor Ullate
Musica: Arvo Pärt
Prima rappresentazione 10 maggio 2001, Madrid Teatro Albéniz

Quanto è bella la solitudine volontaria, e quanto triste quella non desiderata. Tutti siamo passati per entrambe gioendo e piangendo, per colpa sua. Tuttavia, siamo noi gli unici in grado di fare di questa allegria o disperazione un momento bello, nell'€™incontrare qualcuno capace di condividere questa solitudine, e attraverso l"€™amore rendere questa doppia solitudine una "€œsola"€: e in questo caso la danza riflette ed esprime la bellezza del sentimento di due persone.
In fondo la danza è una professione individuale e solitaria, in cui a dispetto del pubblico e della gran quantità  di persone che si muovono attorno al ballerino, è infine questo, nella sua assoluta solitudine, a trasmettere a questo pubblico ciò che è necessario in ciascun momento o coreografia.
Ci sono sempre certi tipi di solitudine con le quali noi ci identifichiamo maggiormente o con cui siamo capaci di partecipare più facilmente. Uno di questi momenti condivisi con Trinidad ha avuto come epilogo la creazione di SOLA, essendo qualcosa di bello e profondo che soprattutto noi due comprendiamo, e che Trinidad fa capire con la sua danza con la più assoluta chiarezza e trasparenza.
Victor Ullate

Before night fall

Coreografia: Nils Christi
Musica: Bohuslav Martinu

Svettanti incontri di gruppo e teneri passi a due alla maniera dei grandi teorici Balanchine e Kylian

"Burka", "I tu ... ?bailas?", "Sola" e "Before night fall"

"Burka", "I tu ... ?bailas?", "Sola" e "Before night fall"

Lo spettacolo a cui la compagnia di Victor Ullate darà  vita si scompone in quattro parti, quattro diverse tematiche affrontate, per una riflessione sulla vita e sulla danza.



Programma dello spettacolo:

Burka (durata 30"€™)
I tu ... ?bailas? (durata 10"€™)
Sola (durata 10"€™)
Before night fall (durata 27"€™)

Burka

Coreografia: Eduardo Lao
Musica: Dead can dance

Credo che l"€™essere umano possieda un tesoro innato, del quale suole dimenticarsi: finché non ne viene privato: ed è la libertà  di scelta.
Immaginiamo per un momento come ci sentiremmo se ci rubassero questo tesoro o, per dire meglio, mettiamoci nei panni di chi, senza averlo scelto, è nato in un luogo dove questa situazione è un"€™imposizione.
A tutte queste persone dedico "Burka"€.
Eduardo Lao

I tu ... ?bailas?

Coreografia: Victor Ullate
Musica: W.A.Mozart - Andante Piano Concerto n. 21

Sola

Coreografia: Victor Ullate
Musica: Arvo Pärt
Prima rappresentazione 10 maggio 2001, Madrid Teatro Albéniz

Quanto è bella la solitudine volontaria, e quanto triste quella non desiderata. Tutti siamo passati per entrambe gioendo e piangendo, per colpa sua. Tuttavia, siamo noi gli unici in grado di fare di questa allegria o disperazione un momento bello, nell'€™incontrare qualcuno capace di condividere questa solitudine, e attraverso l"€™amore rendere questa doppia solitudine una "€œsola"€: e in questo caso la danza riflette ed esprime la bellezza del sentimento di due persone.
In fondo la danza è una professione individuale e solitaria, in cui a dispetto del pubblico e della gran quantità  di persone che si muovono attorno al ballerino, è infine questo, nella sua assoluta solitudine, a trasmettere a questo pubblico ciò che è necessario in ciascun momento o coreografia.
Ci sono sempre certi tipi di solitudine con le quali noi ci identifichiamo maggiormente o con cui siamo capaci di partecipare più facilmente. Uno di questi momenti condivisi con Trinidad ha avuto come epilogo la creazione di SOLA, essendo qualcosa di bello e profondo che soprattutto noi due comprendiamo, e che Trinidad fa capire con la sua danza con la più assoluta chiarezza e trasparenza.
Victor Ullate

Before night fall

Coreografia: Nils Christi
Musica: Bohuslav Martinu

Svettanti incontri di gruppo e teneri passi a due alla maniera dei grandi teorici Balanchine e Kylian

Conferenza Spettacolo "Isadora Duncan: la rivoluzione del corpo-anima"

Conferenza Spettacolo "Isadora Duncan: la rivoluzione del corpo-anima"

La conferenza, pensata per un pubblico vasto e non specializzato, che possa essere avvicinato con piacere alla storia e ai miti dell'arte affascinante della danza, presenta un racconto animato con musiche e immagini d'epoca o ricostruite delle danze e dei loro protagonisti, che farà  rivivere i pensieri e le parole degli artisti nell'interpretazione di attori e offrirà  brevi dimostrazioni danzate di tecniche e stili.

La danza libera della leggendaria Isadora Duncan, che, a piedi nudi e in tuniche alla greca, sconvolge il mondo dell'arte, facendo del corpo danzante la manifestazione vivente dei moti dell'anima umana, è al centro e all'inizio di una nuova cultura del corpo e di una rigenerata visione della danza come arte individuale. La sua opera e la sua vita pionieristiche e anticonformiste, segnate dal successo e dalla tragedia, si impongono, all'alba del XX secolo, come punto di svolta senza ritorno verso l'affermazione di una danza e di una donna nuove, profondamente moderne.
Sulla sua persona si è creato un mito, che ha offuscato spesso la verità  storica e le intuizioni geniali del suo pensiero. Oggi, alla luce di più serie ricerche, è possibile renderle pienamente giustizia e ripercorrere il suo cammino, tenendo conto della verità  storica, ma senza rinunciare all'emozione, non solo estetica.

Di e narrato da: Eugenia Casini Ropa
Danza d'epoca: Paola Testoni
Omaggio a Isadora: Margherita Pirotto, coreografia Laura Pulin
Musica dal vivo: Daniele Roi
Interpretazione testi: Elena Scolaro, Fabio Tumiati
Elaborazione immagini: Symballein

Eugenia Casini Ropa
Eugenia Casini Ropa, è docente di Storia della danza e del mimo al corso DAMS dell'Università  di Bologna e presidente del corso di laurea specialistica in Discipline teatrali. Studiosa, in particolare, della danza del Novecento, ha pubblicato saggi e volumi tra cui si ricordano "La danza e l'agitprop" e "Alle origini della danza moderna". E' direttrice di collane editoriali sulla danza e presidente dell'€™Associazione Nazionale Danza Educazione Scuola (D.E.S.), che promuove la danza in ambito educativo.

Conferenza Spettacolo "Isadora Duncan: la rivoluzione del corpo-anima"

Conferenza Spettacolo "Isadora Duncan: la rivoluzione del corpo-anima"

La conferenza, pensata per un pubblico vasto e non specializzato, che possa essere avvicinato con piacere alla storia e ai miti dell'arte affascinante della danza, presenta un racconto animato con musiche e immagini d'epoca o ricostruite delle danze e dei loro protagonisti, che farà  rivivere i pensieri e le parole degli artisti nell'interpretazione di attori e offrirà  brevi dimostrazioni danzate di tecniche e stili.

La danza libera della leggendaria Isadora Duncan, che, a piedi nudi e in tuniche alla greca, sconvolge il mondo dell'arte, facendo del corpo danzante la manifestazione vivente dei moti dell'anima umana, è al centro e all'inizio di una nuova cultura del corpo e di una rigenerata visione della danza come arte individuale. La sua opera e la sua vita pionieristiche e anticonformiste, segnate dal successo e dalla tragedia, si impongono, all'alba del XX secolo, come punto di svolta senza ritorno verso l'affermazione di una danza e di una donna nuove, profondamente moderne.
Sulla sua persona si è creato un mito, che ha offuscato spesso la verità  storica e le intuizioni geniali del suo pensiero. Oggi, alla luce di più serie ricerche, è possibile renderle pienamente giustizia e ripercorrere il suo cammino, tenendo conto della verità  storica, ma senza rinunciare all'emozione, non solo estetica.

Di e narrato da: Eugenia Casini Ropa
Danza d'epoca: Paola Testoni
Omaggio a Isadora: Margherita Pirotto, coreografia Laura Pulin
Musica dal vivo: Daniele Roi
Interpretazione testi: Elena Scolaro, Fabio Tumiati
Elaborazione immagini: Symballein

Eugenia Casini Ropa
Eugenia Casini Ropa, è docente di Storia della danza e del mimo al corso DAMS dell'Università  di Bologna e presidente del corso di laurea specialistica in Discipline teatrali. Studiosa, in particolare, della danza del Novecento, ha pubblicato saggi e volumi tra cui si ricordano "La danza e l'agitprop" e "Alle origini della danza moderna". E' direttrice di collane editoriali sulla danza e presidente dell'€™Associazione Nazionale Danza Educazione Scuola (D.E.S.), che promuove la danza in ambito educativo.

Il viaggio di girafe

Il viaggio di girafe

Il Teatro d'artifico presenta uno spettacolo, che, sotto una tenda di 6 metri per 4 con un piccolo pubblico di 40 spettatori, racconta la verissima storia della giraffa che nel 1824 viaggiಠper due anni dal Sudan a Parigi passando altresì da Alessandria d"€™Egitto, il Mediterraneo e Marsiglia.

«eccomi signori son qui per mostrarvi una vera rarità .
è una Girafa Camelopardalis,
un po"€™ sciupata a dire il vero ma unica e specialissima.
ma intanto vogliate ascoltare le storia la mia la sua e le altre»

La storia
Lo spettacolo racconta una sorprendente avventura che ha per riferimenti storici e geografici Napoleone e la Restaurazione, la nascita dell'€™egittologia e i difficili equilibri politici del Mediterraneo orientale, tra Grecia, Albania, Turchia e nord Africa. Protagonisti della storia il pasciÍ  d"€™Egitto, Memet, e il suo consigliere privato, Bernardino Drovetti, piemontese, ex soldato napoleonico e console francese al Cairo.
Coinvolti in una brutta vicenda diplomatica, i due escogitano un sorprendente regalo "€˜riparatore"€™ per Carlo X, re della Francia restaurata post rivoluzionaria e post napoleonica, una giraffa, regalo di immenso valore, simbolico e scientifico: in Europa, prima di re Carlo, soltanto Giulio Cesare nell'€™antichità  e i Medici nel Rinascimento ne avevano posseduta una. E cosa meglio di una giraffa per assecondare il nascente gusto esotico e meraviglioso dell'€™Europa dei salotti e dei primi reportages scientifici e archeologici?
Inizia così, nel 1824, la rocambolesca avventura di Bernardino Drovetti e dei suoi aiutanti, Hassan e Atir, che catturano in Sudan il prezioso animale neonato (ma già  alto quasi un metro e mezzo) e poi lo trasportano fino a Parigi con un viaggio degno di Giulio Verne: prima legata su di un cammello, poi lungo il Nilo su una feluca; quindi, ad Alessandria d"€™Egitto, la imbarcano su di un piroscafo italiano, sul quale sono costretti a inventarsi un apposito ricovero (con tanto di buco sul pontile...) per la giraffa che, nel frattempo, ha superato i tre metri di altezza.
Il viaggio prosegue nel Mediterraneo sulla nave che porterà  l"€™originale convoglio fino a Marsiglia, dove la giraffa (Zarafa, come la chiamano in Egitto) comincerà  a diventare una celebrità  assoluta: passato l"€™inverno sotto la protezione del Prefetto della città , a fine primavera la giraffa, al guinzaglio, al ritmo di venti chilometri al giorno, viene condotta fino a Parigi. Ogni giorno una tappa e ogni tappa un arrivo trionfale: le città  della Francia si contendono l"€™evento, fino al tripudio parigino del Jardin des Plantes e l"€™incontro con sua maestà  in persona. ͈ il 1827, sono passati tre anni da quando tutto era iniziato, e in Francia, ormai, siamo in piena "€œmoda della Giraffa"€

Lo spettacolo
Il nipote di Bernardino e la sua improbabile truppa, in tutto e per tutto simile a quella della spedizione del 1824, stanno riportando Zarafa in Africa: se ne sono impossessati non si sa come e, come se fosse la cosa più normale del mondo, hanno deciso di riportare l"€™animale da dove è venuto. Hanno l"€™aria molto dimessa di un piccolo circolo sgualcito che sfrutta l"€™occasione per raccontare le avventure della giraffa e per tirar su qualche spicciolo, forse per il viaggio, più probabilmente per campare. ͈ un piccolo circo senza grandi numeri, ma ricco di nostalgie: di casa, dell'€™Africa, della biblioteca di Alessandria d"€™egitto e soprattutto di poesia. Poeti africani, europei, versi sul Mediterraneo, sul viaggio e molto altro finiscono per diventare il vero tessuto emotivo di questo spettacolo che oscilla sempre fra la risata e il sorriso, la meraviglia e l"€™invenzione. Pavese, Rimbaud, Ungaretti, Brauquier, Caproni, Orsenna e molti altri autori e poeti entrano in questo caravanserraglio ambulante, che "€“ anche grazie agli oggetti immaginari di Roberto Abbiati e la sua verve da rockstar "€“ per poco meno di un"€™ora incanta e diverte.

I temi
L"€™Africa e il Mediterraneo, Alessandria e Marsiglia sono i grandi protagonisti dello spettacolo, che si dipana come avventura interetnica ante litteram, ottocentesca, con tutte le difficoltà  del caso, grazie soprattutto ai traffici di un italiano che diventa console francese in Egitto e si arricchisce vendendo ai Parigini mummie e reperti archeologici; ed il pasciÍ  d"€™Egitto, albanese d"€™origini, che commercia in schiavi, armi e... giraffe; cacciatori d"€™animali, viaggiatori, scienziati e poeti completano il quadro...
Molte le linee di lettura possibili e i conseguenti approfondimenti:
- la geografia d"€™Africa: il Nilo, dalle sorgenti alla foce, via Sudan ed Egitto
- la storia di un mammifero anomalo e speciale come le giraffe
- la vita in Africa: miti, verità  e leggende
- la storia di Alessandria d"€™Egitto e della sua biblioteca
- le rotte del Mediterraneo e il valore del mare nel sistema afro-europeo
- la poesia e la musica
- la storia d"€™Europa da Napoleone a Carlo X
- la Francia, la scienza, l"€™egittologia e i cabinet de curiosités

una produzione: Armunia e il Carro di Jan
una collaborazione tra il Teatro d"€™artificio e Andante mosso
regia: Carlo Rossi
drammaturgia: Francesco Niccolini
luci e direzione tecnica: Silvio Martini
scelte musicali: Fabio Besana
scenografie costruite nel laboratorio scenotecnico di Armunia
tensostruttura fornita da CSC Milano
traduzione francese: Sara Rossi

Il viaggio di girafe

Il viaggio di girafe

Il Teatro d'artifico presenta uno spettacolo, che, sotto una tenda di 6 metri per 4 con un piccolo pubblico di 40 spettatori, racconta la verissima storia della giraffa che nel 1824 viaggiಠper due anni dal Sudan a Parigi passando altresì da Alessandria d"€™Egitto, il Mediterraneo e Marsiglia.

«eccomi signori son qui per mostrarvi una vera rarità .
è una Girafa Camelopardalis,
un po"€™ sciupata a dire il vero ma unica e specialissima.
ma intanto vogliate ascoltare le storia la mia la sua e le altre»

La storia
Lo spettacolo racconta una sorprendente avventura che ha per riferimenti storici e geografici Napoleone e la Restaurazione, la nascita dell'€™egittologia e i difficili equilibri politici del Mediterraneo orientale, tra Grecia, Albania, Turchia e nord Africa. Protagonisti della storia il pasciÍ  d"€™Egitto, Memet, e il suo consigliere privato, Bernardino Drovetti, piemontese, ex soldato napoleonico e console francese al Cairo.
Coinvolti in una brutta vicenda diplomatica, i due escogitano un sorprendente regalo "€˜riparatore"€™ per Carlo X, re della Francia restaurata post rivoluzionaria e post napoleonica, una giraffa, regalo di immenso valore, simbolico e scientifico: in Europa, prima di re Carlo, soltanto Giulio Cesare nell'€™antichità  e i Medici nel Rinascimento ne avevano posseduta una. E cosa meglio di una giraffa per assecondare il nascente gusto esotico e meraviglioso dell'€™Europa dei salotti e dei primi reportages scientifici e archeologici?
Inizia così, nel 1824, la rocambolesca avventura di Bernardino Drovetti e dei suoi aiutanti, Hassan e Atir, che catturano in Sudan il prezioso animale neonato (ma già  alto quasi un metro e mezzo) e poi lo trasportano fino a Parigi con un viaggio degno di Giulio Verne: prima legata su di un cammello, poi lungo il Nilo su una feluca; quindi, ad Alessandria d"€™Egitto, la imbarcano su di un piroscafo italiano, sul quale sono costretti a inventarsi un apposito ricovero (con tanto di buco sul pontile...) per la giraffa che, nel frattempo, ha superato i tre metri di altezza.
Il viaggio prosegue nel Mediterraneo sulla nave che porterà  l"€™originale convoglio fino a Marsiglia, dove la giraffa (Zarafa, come la chiamano in Egitto) comincerà  a diventare una celebrità  assoluta: passato l"€™inverno sotto la protezione del Prefetto della città , a fine primavera la giraffa, al guinzaglio, al ritmo di venti chilometri al giorno, viene condotta fino a Parigi. Ogni giorno una tappa e ogni tappa un arrivo trionfale: le città  della Francia si contendono l"€™evento, fino al tripudio parigino del Jardin des Plantes e l"€™incontro con sua maestà  in persona. ͈ il 1827, sono passati tre anni da quando tutto era iniziato, e in Francia, ormai, siamo in piena "€œmoda della Giraffa"€

Lo spettacolo
Il nipote di Bernardino e la sua improbabile truppa, in tutto e per tutto simile a quella della spedizione del 1824, stanno riportando Zarafa in Africa: se ne sono impossessati non si sa come e, come se fosse la cosa più normale del mondo, hanno deciso di riportare l"€™animale da dove è venuto. Hanno l"€™aria molto dimessa di un piccolo circolo sgualcito che sfrutta l"€™occasione per raccontare le avventure della giraffa e per tirar su qualche spicciolo, forse per il viaggio, più probabilmente per campare. ͈ un piccolo circo senza grandi numeri, ma ricco di nostalgie: di casa, dell'€™Africa, della biblioteca di Alessandria d"€™egitto e soprattutto di poesia. Poeti africani, europei, versi sul Mediterraneo, sul viaggio e molto altro finiscono per diventare il vero tessuto emotivo di questo spettacolo che oscilla sempre fra la risata e il sorriso, la meraviglia e l"€™invenzione. Pavese, Rimbaud, Ungaretti, Brauquier, Caproni, Orsenna e molti altri autori e poeti entrano in questo caravanserraglio ambulante, che "€“ anche grazie agli oggetti immaginari di Roberto Abbiati e la sua verve da rockstar "€“ per poco meno di un"€™ora incanta e diverte.

I temi
L"€™Africa e il Mediterraneo, Alessandria e Marsiglia sono i grandi protagonisti dello spettacolo, che si dipana come avventura interetnica ante litteram, ottocentesca, con tutte le difficoltà  del caso, grazie soprattutto ai traffici di un italiano che diventa console francese in Egitto e si arricchisce vendendo ai Parigini mummie e reperti archeologici; ed il pasciÍ  d"€™Egitto, albanese d"€™origini, che commercia in schiavi, armi e... giraffe; cacciatori d"€™animali, viaggiatori, scienziati e poeti completano il quadro...
Molte le linee di lettura possibili e i conseguenti approfondimenti:
- la geografia d"€™Africa: il Nilo, dalle sorgenti alla foce, via Sudan ed Egitto
- la storia di un mammifero anomalo e speciale come le giraffe
- la vita in Africa: miti, verità  e leggende
- la storia di Alessandria d"€™Egitto e della sua biblioteca
- le rotte del Mediterraneo e il valore del mare nel sistema afro-europeo
- la poesia e la musica
- la storia d"€™Europa da Napoleone a Carlo X
- la Francia, la scienza, l"€™egittologia e i cabinet de curiosités

una produzione: Armunia e il Carro di Jan
una collaborazione tra il Teatro d"€™artificio e Andante mosso
regia: Carlo Rossi
drammaturgia: Francesco Niccolini
luci e direzione tecnica: Silvio Martini
scelte musicali: Fabio Besana
scenografie costruite nel laboratorio scenotecnico di Armunia
tensostruttura fornita da CSC Milano
traduzione francese: Sara Rossi

Fratello Piccolo

Fratello Piccolo

Lo spettacolo, presentato dal Teatro Valdoca, è un progetto speciale per il Bastione Alicorno di Padova, creato nell'€™ambito di Prospettiva Danza Teatro 2005, di cui Mariangela Gualtieri ha creato i testi, che lei stessa reciterà .



La poesia vuole essere detta, vuole respiro, saliva, corpo e voce. Vuole uscire dalla polvere della pagina scritta, dalla letterarietà , dalla camera chiusa del pensiero, sbavarsi in una bocca che porta bene impressa la terra in cui è nata, il pane che ha mangiato, il vino che ha bevuto. La poesia vuole diventare musica. E' culto festivo: se si è in tanti ad ascoltarla allora diventa la festa di tanti, una festa del dire e dell'udire.

testi e voce recitante: Mariangela Gualtieri
organo: Dario Giovannini
movimento: Marianna Andrigo, Silvia Calderoni, Muna Mussie
regia: Cesare Ronconi

Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammarturga.
Fra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, Milano 1992), Fuoco Centrale (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1995), Nessuno ma tornano (Centro Editoriale Università  degli Studi della Calabria, Cosenza 1995), Sue Dimore (ed. Palazzo dell'€™Esposizioni di Roma, Roma 1996), Nei Leoni e nei Lupi (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1996), Parsifal (ed. Teatro Valdoca, Cesena 2000), Chioma (ed. Teatro Valdoca, Cesena 2000).
E"€™ da poco uscita la raccolta dei suoi scritti teatrali, FUOCO CENTRALE e altre poesie per il teatro, presso la Casa Editrice Einaudi. In preparazione, sempre per Einaudi, la raccolta dei versi inediti.

Fratello Piccolo

Fratello Piccolo

Lo spettacolo, presentato dal Teatro Valdoca, è un progetto speciale per il Bastione Alicorno di Padova, creato nell'€™ambito di Prospettiva Danza Teatro 2005, di cui Mariangela Gualtieri ha creato i testi, che lei stessa reciterà .



La poesia vuole essere detta, vuole respiro, saliva, corpo e voce. Vuole uscire dalla polvere della pagina scritta, dalla letterarietà , dalla camera chiusa del pensiero, sbavarsi in una bocca che porta bene impressa la terra in cui è nata, il pane che ha mangiato, il vino che ha bevuto. La poesia vuole diventare musica. E' culto festivo: se si è in tanti ad ascoltarla allora diventa la festa di tanti, una festa del dire e dell'udire.

testi e voce recitante: Mariangela Gualtieri
organo: Dario Giovannini
movimento: Marianna Andrigo, Silvia Calderoni, Muna Mussie
regia: Cesare Ronconi

Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammarturga.
Fra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, Milano 1992), Fuoco Centrale (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1995), Nessuno ma tornano (Centro Editoriale Università  degli Studi della Calabria, Cosenza 1995), Sue Dimore (ed. Palazzo dell'€™Esposizioni di Roma, Roma 1996), Nei Leoni e nei Lupi (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1996), Parsifal (ed. Teatro Valdoca, Cesena 2000), Chioma (ed. Teatro Valdoca, Cesena 2000).
E"€™ da poco uscita la raccolta dei suoi scritti teatrali, FUOCO CENTRALE e altre poesie per il teatro, presso la Casa Editrice Einaudi. In preparazione, sempre per Einaudi, la raccolta dei versi inediti.

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