Anche il Ritratto della sorella di Umberto Boccioni torna a Padova dopo cent"anni.
La mostra "Boccioni prefuturista.Gli anni di Padova" che ricostruisce il segmento meno noto e più lungo della biografia dell'artista, si arricchisce di un nuovo quadro: il ritratto della sorella Amelia che Boccioni dipinse durante il più lungo soggiorno (oltre sei mesi) nella città del Santo a casa della madre. Nell"ultima settimana di apertura della mostra avrà luogo una serata speciale martedì 22 gennaio: dalle ore 18 alle ore 22 con ingresso libero. L"assessore Monica Balbinot e la curatrice della mostra Virginia Baradel incontreranno il pubblico per condividere riflessioni sulla mostra che si è rivelata per la città un vero evento, un punto di non ritorno per la sua storia del novecento.
Con questa mostra la città di Padova si riappropria di un"illustre memoria in parte nota agli studiosi, ma ignorata sia dagli stessi padovani che dal grande pubblico degli amatori d"arte.La mostra ricostruisce il contesto cittadino nel quale acquistano plastica evidenza, sia narrativa che espositiva, quei soggetti che hanno attraversato la vicenda padovana dell'artistai a partire dalle presenze fondamentali della madre, della sorella, dell'amata Ines e della cugina pittrice Adriana Bisi Fabbri, ritratta da U. Boccioni in un celebre olio.
In verità proprio la ricerca condotta di recente dalla studiosa padovana Virginia Baradel, ha permesso di ricostruire puntualmente la biografia e gli intrecci di relazioni e di lavoro che Boccioni aveva in città , consentendo in tal modo di ritessere e dare nuova consistenza a quel tratto di vita dell'artista (1900-1907) diviso tra Roma e Padova, prima dell'ultima e definitiva parentesi milanese e futurista.
Boccioni (1882-1916) arrivò a Padova con la famiglia all'età di sette anni e ripartì con il padre, impiegato di Prefettura, per Catania (e poi per Roma) a sedici. La madre Cecilia Forlani e la sorella Amelia rimasero a Padova e in seguito, invece di ricongiungersi al padre com"era nei voti di Umberto, vennero da questi abbandonate poiché a Roma egli si unì alla giovane domestica della sorella che li aveva ospitati, Colomba Procida. Boccioni tornò a Padova ogni anno a trovare le congiunte che amava profondamente, e nell'autunno del 1906, di ritorno dal suo primo soggiorno a Parigi e dal viaggio in Russia, si fermò sei mesi, dipinse soprattutto ritratti e iniziò il suo fondamentale diario, detto appunto "padovano".
Lo scenario della città veneta dei primi anni del secolo era piuttosto vivace anche in campo artistico e pur non annoverando nomi capitali, poteva vantare le geniali istantanee di Ugo Valeri, le prime prove di uno studente di Giurisprudenza di nome Felice Casorati e gli esordi di un suo più giovane collega, Mario Cavaglieri.
La mostra ricostruirà il contesto cittadino nel quale acquisteranno plastica evidenza, sia narrativa che espositiva, quei soggetti che hanno attraversato la vicenda padovana di Umberto Boccioni a partire dalle presenze fondamentali della madre, della sorella, dell'amata Ines e della cugina pittrice Adriana Bisi Fabbri, ritratta da Umberto in un celebre olio, che visse con la madre e la sorella dell'artista dal 1900 al 1905. A queste quattro donne si uniscono, sullo sfondo, le due signore milanesi Baer e Ruberl (destinate a diventare madre e moglie di amici e collezionisti di Boccioni) con cui Boccioni manterrà sempre rapporti affettuosi sino alla fine.
In questa ricostruzione Padova appare veramente "città materna", votata agli affetti e alle presenze femminili. Nella sfera più pubblica e lavorativa Boccioni intrecciò, invece, rapporti non superficiali con affermati professionisti cittadini che ritrasse in un originale versione di post- impressionismo, energico e fortemente espressivo, circoscritto a quel periodo: l"avvocato Gopcevich che si fece ritrarre durante il viaggio a Parigi, il dottor Tian che lo salvò da una fatale broncopolmonite contratta durante il viaggio in Russia, i fratelli Brocchi (Virgilio scrittore e Valerio scultore) socialisti di lungo corso e il cavalier Tramello, funzionario della banca d"Italia, vissuto a lungo a Roma. Il contenuto della mostra e i testi in catalogo ricostruiranno relazioni, intrecci e scenari presentando materiali e contributi inediti.
Oltre ai quadri che l"artista dipinse a Padova, provenienti da importanti collezioni pubbbliche e private, ci sarà in mostra un"accurata selezione di tempere commerciali di gusto liberty che Boccioni dipinse tra il 1903 e il 1906, oltre a numerosi disegni di formazione e un ricco materiale documentario costituito da fotografie, oggetti, lettere, documenti.
I tre artisti attivi a Padova in quegli stessi anni, Ugo Valeri, Felice Casorati e Mario Cavaglieri, saranno presenti in mostra con sezioni mirate che presenteranno opere, disegni e testimonianze inedite relativi a quegli stessi anni compresi tra il 1902 e il 1907.
Il catalogo edito da Skira pubblicherà per la prima volta in modo esteso e documentato le novità emerse nelle ultime fortunate ricerche su Boccioni padovano e si comporrà per capitoli intesi come "ritratti" dei personaggi che animano lo scenario padovano intorno alla presenza, assai più consistente di quanto si pensasse fino ad oggi, di Umberto Boccioni. I documenti ritrovati (stato famiglia, registro della cresima, fogli di leva, domicilà®, articoli di giornale) consentono infatti di datare circostanze biografiche che mostrano come il pittore a Padova fosse di casa, come gli ambienti culturali cittadini fossero ben informati della sua presenza, nonché incuriositi dalla sua eccentricità , sia dal punto di vista esistenziale che artistico.
L"articolo sinora inedito pubblicato da Boccioni sul quotidiano cittadino "La Libertà . Giornale della democrazia" che esalta la "Sala del Sogno" alla Biennale del 1907 si colloca in questo contesto e si configura come il primo articolo di critica d"arte scritto e pubblicato da Boccioni: in esso l"artista esprime le sue idee sull"arte anticipando, nei toni e nei contenuti, lo spirito futurista.
L"evento padovano darà dunque idealmente l"avvio alle grandi manifestazioni futuriste previste nel biennio 2008-2009, diventando un punto di riferimento imprescindibile per la ricostruzione della vita del genio artistico dell'unica e più importante avanguardia storica italiana.
comunicato stampa
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