Con il romanzo "La masseria delle allodole" Antonia Arslan ha fatto conoscere al grande pubblico un popolo e la sua tragedia storica. Per chi vuole saperne di più sull'Armenia, il popolo armeno e la sua cultura proponiamo un elenco di titoli curato dell'associazione Italiarmenia.
L"associazione Italiarmenia si trova in via Altinate 114.
Gli armeni
Storia degli armeni
L"Armenia e gli armeni
La spiritualità armena " Gregorio di Narek
Del Veneto dell'Armenia e gli armeni
Del Veneto dell'Armenia e gli armeni (la memoria dell'integrazione)
Dal Caucaso al Veneto " Gli armeni tra storia e memoria
L"Ararat e la gru " Studi sulla storia e la cultura degli armeni
Viaggio in Armenia
Metz Yeghèrn " Breve storia del genocidio degli armeni
Storia del genocidio armeno
Gli armeni - 1915/1916 Il genocidio dimenticato
Hushèr: La memoria " Voci italiane di sopravvissuti armeni
Voci nel deserto. Giusti e testimoni per gli armeni
Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915 immagini e testimonianze
Hayastan " Diario di un viaggio in Armenia
Pietre sul colore
La roccia e il melograno
La croce e la mezzaluna
I quaranta giorni del Mussa Dagh
Il canto del pane
La masseria delle allodole
Gli armeni
AA.VV. Jaca Book Collection, Milano 1999
Una pubblicazione molto significativa, corredata da bellissime immagini e foto, in cui vengono sintetizzate, ad opera dei maggiori studiosi dei diversi settori, la storia, l"arte, l"architettura, la spiritualità , l"evoluzione linguistica, l"ambiente naturale dell'Armenia di ieri e di oggi.
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Storia degli armeni
di Gérard Dédéyan
Ed. Guerini e Associati, Milano 2002
Un"opera completa, di amplissimo campo d"indagine, frutto dello studio dei massimi armenisti italiani e stranieri. Percorre tutta la storia del "popolo dell'Ararat", dalle origini fino all'epoca sovietica e alla questione del Karabagh. Ogni tema è ampiamente documentato e, nello stesso tempo, al rigore scientifico si accompagna una scorrevolezza della lettura non facile da trovare in testi specialisti.
L"edizione italiana è a cura di Antonia Arslan e Boghon Levon Zekiyan.
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L"Armenia e gli armeni
di Boghon Levon Zekiyan
Ed. Guerini e Associati, Milano 2000
Una raccolta di saggi ad opera di uno dei più autorevoli armonisti a livello internazionale, che trattano diverse problematiche relative alla storia del popolo armeno, dalle sue lontane e non ancora del tutto chiarite origini, al conflitto per il Nagorno Karabagh, dai rapporti tra gli armeni e l"occidente " Venezia e l"Italia in particolare " all'emigrazione oggi. Inoltre una parte è riservata ad un approfondimento sulla spiritualità armena e sulla religione.
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La spiritualità armena " Gregorio di Narek
di Boghon Levon Zekiyan
Ed. Studium, Roma 1999
Ad una prima parte introduttiva inerente le caratteristiche salienti della spiritualità armena, percorrendone la storia dalle origini fino alle riflessioni sulla situazione odierna, segue la traduzione dell'opera di San Gregorio di Narek "Il libro della lamentazione". Vissuto tra il 950 e il 1010 durante lo splendore della città di Ani, è uno dei santi più venerati dai fedeli armeni. L"autore lo definisce un "genio assoluto", nella cui opera confluiscono le tradizioni culturali bizantina, siriana, araba proprie delle aree confinanti. Non solo la sua arte poetica è una pietra miliare nella storia della cultura armena, ma la sua figura di grande mistico è stata assunta a portavoce di una umanità dolente, inchiodata alla propria fragilità e nello stesso tempo attratta dalla luce del divino.
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Del Veneto dell'Armenia e gli armeni
di Baykar Sivazliyan
Canova Editrice, Treviso 2000
Venezia e il Veneto sono storicamente sempre stati terra di incontro tra popoli ed etnie diversi. La presenza armena ha radici lontanissime, testimoniate dalle relazioni commerciali tra la Serenissima e il popolo armeno. C"è San Lazzaro, l"Isola degli Armeni, non lontana da San Marco, dove ha sede dal 1717 la Congregazione Mechitarista: qui è conservata una delle più importanti raccolte di manoscritti miniati del mondo, un vero patrimonio per l"umanità . Questo piccolo fazzoletto di terra rappresenta inoltre un faro di riferimento per tutti gli armeni sparsi nel mondo. A Venezia fu stampato il primo libro in caratteri armeni, nel 1512. A Venezia tanti giovani armeni hanno trovato ospitalità ed opportunità di studio al Collegio Moorat Raphael. Nel Sestriere di San Marco, non lontana dal continuo caotico andirivieni dei turisti, nascosta in un piccolo guscio di tranquillità , alla fine di una stretta calle, possiamo trovare la Chiesa di Santa Croce degli Armeni, tutt"oggi aperta al culto.
Infine, a Venezia e nel Veneto, vivono da generazioni famiglie di origine armena: queste si sentono parte integrante di questa regione. Alcune non hanno mai rinunciato a custodire gelosamente la propria "amenità ", altre l"hanno recuperata, con orgoglio e amore.
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Del Veneto dell'Armenia e gli armeni
(La memoria dell'integrazione)
di Baykar Sivazliyan
Canova Editrice, Treviso 2003
A continuazione e complemento del primo volume, l"autore si sofferma in particolare sulla storia del collegio armeno Moorat-Raphael di Venezia, dove tanti studenti ed intellettuali armeni hanno creato le basi della loro formazione culturale: una formazione che ha consentito loro di conservare salde le radici della propria amenità e nello stesso tempo di aprirli all'integrazione nel contesto italiano.
A tale proposito è stato dato ampio spazio a testimonianze ed interviste ad armeno veneti. Un capitolo è inoltre dedicato al tema dell'Armenia e del Cristianesimo, mentre in conclusione viene tracciato un quadro attuale della Repubblica d"Armenia.
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Dal Caucaso al Veneto " Gli armeni tra storia e memoria
di B.L.Zekiyan, A. Arslan, A. Ferrari
Societas veneta per la storia religiosa. Casa di Cristallo. ADLE Ed. Padova
Questa raccolta di testi redatti per una ricerca seminariale organizzata nel 2002 dalla Societas veneta per la storia religiosa, tratta sostanzialmente tre tematiche relative alla storia armena.
Boghos Levon Zekiyan traccia una panoramica sulla storia e sull"identità armena: in tale contesto vengono in particolare illustrati i periodi di pacifica e feconda convivenza con il mondo islamico, convivenza drammaticamente annullata dal genocidio. A tal proposito il relatore pone chiaramente l"accento sulle reali cause delle stragi, alla cui base non vi è il fattore religioso, bensì il nazionalismo turco propugnato dal governo dell'epoca fino alle più estreme conseguenze.
Antonia Arslan illustra le tappe e le modalità con cui il genocidio è stato portato a termine. Non viene tralasciato un preciso riferimento alle responsabilità e ai silenzi delle potenze occidentali dell'epoca. Silenzi che, a supporto del negozianismo turco, sono continuati e che tuttora pesano sugli animi di tanti armeni di oggi, i quali soffrono di una sorte di "sindrome" da cancellazione di un passato ancora vivo nella memoria collettiva,
Aldo Ferrari ricorda i profondi legami commerciali e culturali che fin dal medioevo e dai fasti della Serenissima legano l"Italia e Venezia agli Armeni. Spazio particolare è dato alla storia dell'Isola di San Lazzaro, che dal 1717 ad oggi svolge un ruolo guida per la conservazione e trasmissione del grande patrimonio culturale armeno.
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L"Ararat e la gru " Studi sulla storia e la cultura degli armeni
di Aldo Ferrari
Ed. Mimesis, Milano 2003
L"autore, russiste ed armonista, in questo libro prende in considerazione diversi momenti della storia e della cultura millenarie degli armeni. In particolare i rapporti con il mondo islamico e con la Russia.
Tenacemente fedeli alla loro tradizione nazionale, gli armeni sono stati anche capaci di stabilire intensi rapporti con le colture con cui hanno dovuto interagire. Se il monte Ararat esprime da sempre il forte legame degliarmeni con la loro terra di origine, le migrazioni della gru simboleggiano il destino diasporico di questo popolo.
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Viaggio in Armenia
di Osip Mandel"stam
a cura di Serena Vitale
Ed. Adelphi, Milano 1988
In questi taccuini di viaggio, il poeta russo Mandel"stam ci trasmette la sua visione di un mondo cui si sente molto attratto e che visita tra il 1931 e il 1932. Sono pennellate lasciate da un poeta, piene di stupore e spesso intrise di affettuosa ironia. "Non c"è nulla di più istruttivo e gioioso dell'immersione in una comunità di esseri umani di tutt"altra razza, razza che si rispetti, con cui simpatizzi, di cui vai fiero pur non appartenendole. La pienezza vitale degli armeni, la loro rude affabilità , le loro nobili ossa lavoratrici..." così annotava Mandel"stam e l"immagine poetica che vede l"Armenia "Regno delle pietre urlanti", verrà da tanti ripresa, per alludere alla splendida asprezza del paesaggio e alla storia tanto travagliata di questa terra.
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Metz Yeghérn - Breve storia del genocidio degli armeni
di Claude Mutafian, trad. it. a cura di Antonia Arslan
Ed. Guerini e Associat, Milano 2001.
"Metz Yeghérn" il "Grande Male: così gli armeni definiscono e ricordano il genocidio che li devastò nel 1915. In questo breve ma esauriente lavoro, l"autore analizza il contesto storico e politico in cui fu perpetrato il primo genocidio del XX° secolo e ne illustra le fasi in cui fu scientificamente pianificato e portato a termine. Vi si affronta anche il problema del nagazionismo e questo genocidio viene associato alla Shoah e a pulizie etniche molto più recenti.
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Storia del genocidio armeno
di Vahakn N. Dadrian
Guerrini e Associati, Milano 2003
Questo saggio, opera di uno dei più autorevoli specialisti del settore, dimostra, attraverso un vasto numero di documenti ufficiali sia turchi ottomani sia della Germania e dell'Austria imperiali, alleate politiche e militari della Turchia durante la Prima Guerra Mondiale, l"irrefutabile volontà genocidaria del governo turco. Tradotto molto recentemente in italiano, consente al nostro Paese di avere una fonte informativa tra le più dettagliate ed esaustive sull"intera questione, collocando il Metz Yeghérn in una analisi storica che parte dai conflitti d"interesse tra le Grandi Potenze, preludio della Prima Guerra Mondiale, fino a concludersi con un capitolo dedicato alla comparazione tra il genocidio armeno e al Shoah.
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Gli armeni "1915/1916 Il genocidio dimenticato
di Yves Ternon
Ed. Rizzoli, Milano 2003
In questo libro, pubblicato in Francia già nel 1977, ma solo oggi tradotto in italiano, l"autore non solo ricostruisce la storia della persecuzione di questo popolo, ma fa riflettere il lettore su quanto pericolosi per la storia futura di ogni popolo possano essere i silenzi sulle violazioni dei diritti umani, quanto il voltare la testa dall'altra parte, per far prevalere la ragion di Stato spiani la strada al perpetrarsi di analoghi catastrofi taciute ed impunite.
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Hushér: La memoria " Voci italiane di sopravvissuti armeni
a cura di Antonia Arslan e Laura Pisanello
Ed. Guerini e Associati, Milano 2001
"Hushér" in lingua armena armena significa "Memoria". Memoria di un passato che non si vuole venga cancellato e negato. Le autrici hanno raccolto una serie di testimonianze tra armeni della diaspora che vivono in Italia, sopravvissuti al genocidio, o tra i loro figli, che hanno conservato l"eredità della preziosa e sofferta memoria dei loro cari. Ricordi di una catastrofe che si abbattè su di loro giovanissimi, ancora bambini, incapaci di comprenderne le ragioni. In queste testimonianze emergono però tanto coraggio, amore per la vita e, quel che più colpisce, assenza di odio nei confronti del popolo turco. C"è infatti la capacità di distinguere tra il progetto criminale di un manipolo di governanti e tanta gente comune, senza il cui coraggioso aiuto molti non sarebbero sopravvissuti, conservando la fiducia verso gli altri e la vita.
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Voci nel deserto. Giusti e testimoni per gli armeni.
di Pietro Kuciukian
Ed. Guerini Associati, Milano 2000
Troviamo qui ampiamente documentate le esperienze di undici giusti per il popolo armeno. Anche a questi " come ai giusti per gli ebrei " è stato conferito un riconoscimento per quanto hanno operato al fine di esser stati "testimoni attivi" del genocidio armeno o per aver salvato cittadini armeni dalle stragi. I loro nomi sono impressi sul Muro della Memoria che, attiguo al Monumento al Genocidio, si erge sulla Collina delle Rondini a Erevan.
Armin Wegner, Henry Morghentau, Giacomo Gorrini, Franz Werfel, Giovanni Lepsius " forse i più noti tra gli occidentali - Naim Sefa e Ali Souad " giusti di nazionalità turca " hanno cercato di fare tutto quanto era in loro potere per rendere giustizia agli armeni che "nel deserto del nulla", come scrisse A. Wegner, "morirono di tutte le morti della terra, le morti di tutti i secoli".
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Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915 Immagini e testimonianze
Ed. Guerini Associati, Milano 1996
La vita di Armin T. Wegner, le foto che egli scattò in Anatolia a documento del "Grande Male", le lettere inviate a persone care, in cui racconta la sua grande angoscia nel sentirsi impotente dinanzi a tanto dolore. Le note, storiche lettere al Presidente americano Woodrow Wilson e a Hitler, in cui invoca, inascoltato, giustizia per gli armeni e per gli ebrei. Tutto ciò con note storiche e bibliografiche, fanno di quest"opera un testo fondamentale per la conoscenza non solo del genocidio armeno ma anche di una esemplare figura di uomo giusto, che con straordinario coraggio ha sempre lottato per la verità e la giustizia, ben sapendo che avrebbe pagato, per questa scelta, un prezzo molto elevato
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Hayastan " Diario di un viaggio in Armenia
di Alice Tachdjian Polgrossi
Ed. Del Girasole, Ravenna 1998
L"autrice, figlia di armeni, nata in Francia e residente in Italia, visita per la prima volta la terra delle sue origini. È un viaggio attraverso un"Armenia da poco indipendente, che ancora soffre le conseguenze di una recentissima guerra e di un devastante terremoto, ma la cui popolazione si dimostra forte, coraggiosa, con lo sguardo volto al futuro. È un viaggio intriso di storie personali, in cui tuttavia il racconto si arricchisce di informazioni, curiosità sui luoghi, sulle consuetudini, sulla cucina, sulle feste, su quanto di antico gli armeni di oggi continuano a conservare, nonostante il fuggire della storia.
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Pietre sul cuore
di Alice Tachdjian
Ed. Sperling & Kupfer, Milano 2003
Il libro è costituito dai diari di Varvar, che all'età di sei anni vede, nell'estate del 1915, in pochi giorni, distrutti la propria famiglia e il proprio universo per sempre. Scampata al genocidio, dopo lunghe peregrinazioni Varvar approda in Francia. Qui si costruisce una nuova vita irta di difficoltà , da apolide.
Varvar è la madre dell'autrice, che, traducendone i diari, ha donato a tutti lettori un"eredità tanto preziosa. Scelta immaginiamo non facile, ma si intuisce, forse, dettata dalle parole della stessa Varvar che scrive: "Ma perché Dio ha voluto che noi bambini sopravvivessimo? Perché siamo stati risparmiati dalla furia omicida? Forse noi fummo dispersi per il mondo come una manciata di semi in cerca di terra fertile per testimoniare, ricordare e indicare ai nostri figli la via impervia e dolorosa del perdono".
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La roccia e il melograno
di Franca Feslikenian
Ed. Mursia, Milano 2000
L"autrice percorre, tra storia vera e propria e leggenda, laddove ci si allontana sempre più nel tempo, le origini delle famiglie dei propri genitori. Un racconto fluido e ricco di stimoli, per volerne sapere di più. Tra le figure descritte, non può non aver il posto centrale quella del padre Aram. Valente medico, scampato al genocidio e divenuto punto di riferimento per gli armeni della diaspora residenti a Milano, è, assieme alla nonna, il perno della crescita spirituale di Franca. Li perderà entrambi prematuramente, ma rimaranno sempre presenti nella sua vita. È una storia di donne coraggiose e tenaci, che hanno affrontato le avversità della vita con energia. Il racconto è tutt"altro che cupo, ma costellato da tante immagini ricche di humour e ironia.
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La croce e la mezzaluna
di Manug Khanbeghian
Ed. Anna Maria Mungo, Milano 2001
Un romanzo che narra, attraverso personaggi trasfigurati dalla fantasia dell'autore, la storia di un villaggio e di una famiglia spazzati via dalle stragi del 1915.
È soprattutto una storia di donne, che tenacemente sanno resistere alla propria terra e, pur defraudate di tutto, riescono a sopravvivere con dignità e a mantenere vive le proprie tradizioni e la propria cultura. Molto utile, a completamento della pubblicazione, un"appendice sulla geografia e la storia dell'Armenia.
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I quaranta giorni del Mussa Dagh
di Franz Werfel
Ed. Corbaccio, Milano 1997
Questo ampio romanzo, ispiratosi a fatti storici realmente accaduti, narra la tragica e strenua resistenza di circa cinquemila armeni che, per fuggire alla persecuzione dei turchi, nel luglio 1915, si rifugiano sul massiccio del Mussa Dagh, a nord di Antiochia. Qui tutti, uomini, donne e bambini, si organizzano per combattere e difendersi, fino alla fine. Dopo esser riusciti a resistere fino ai primi di settembre, quando ormai cibo e munizioni scarseggiano e le malattie e gli stenti stanno decimando la piccola comunità , arriva provvidenziale una nave francese che, ricevuto un segnale da parte degli eroici messaggeri armeni, riesce a trarre in salvo i superstiti.
All"interno di questa epopea corale, vivono tante storie individuali, frutto della creatività dell'autore. Incontriamo però anche personaggi storici, come Giovanni Lepsius, pastore tedesco responsabile della Missione Tedesco-Orientale, che cerca invano di indurre il triumvirato turco a desistere dai suoi progetti di sterminio. Il capitolo del romanzo relativo all'incontro tra Lepsius e Enver PasciÍ è basato su quanto storicamente documentato.
Nella recentissima pubblicazione La vera storia del Mussa Dagh, di Flavia Amabile e Marco Tosatti (Ed. Guerini e Associati, Milano 2003), vengono riportati, per la prima volta tradotti in italiano, documenti storici e testimonianze su questa pagina della storia armena cui F. Wernel si è ispirato.
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Il canto del pane
di Daniel Varujan
a cura di Antonia Arslan
Ed. Guerini e Associati, Milano 1992
Il canto del pane è una raccolta di poesie, rimasta incompiuta. Iniziata negli anni 1913-14, fu interrotta dalla morte del poeta che, assieme all'élite armena di Costantinopoli, fu arrestato nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915. Varujan verrà poi ucciso a colpi di pugnale il 26 agosto dello stesso anno, a soli 31 anni.
Il canto del pane uscirà postumo, a Costantinopoli nel 1921, dopo che il manoscritto viene fortunosamente recuperato, eludendo le maglie della censura turca.
Poeta poco conosciuto in Italia, Varujan è considerato uno dei maggiori artefici della lirica armena. In questa raccolta i versi trasmettono immagini della propria terra, della vita contadina: immagini apparentemente semplici, ma in realtà intrise di simboli. I colori, accesi, sono anch"essi allusivi e simbolici. Il legame con la terra e i suoi cicli vitali, si fonde con la figura femminile: entrambe portatrici di vita. In questi versi ogni essere vivente appare immerso nell'armonia del creato, ma la pace è apparente, poiché compaiono segnali minacciosi, presagi di distruzione e di morte. Le stragi del 1896 non potevano non aver lasciato una profonda ferita nella sensibilità del poeta.
In Varujan riscontriamo anche una religiosità profonda, in cui Dio accoglie il popolo tra le sue infinite braccia e in cui Maria è innanzitutto madre, di tutte le creature.
(sempre di Varujan si veda la raccolta Mari di grano, Ed. Paoline 1995, a cura di A. Arslan).
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La masseria delle allodole
di Antonia Arslan
Ed. Rizzoli, Milano 2004
Il primo romanzo per l"autrice di tanti saggi sulla letteratura italiana e sulla cultura armena. Sia pure trasfigurati dalla fantasia, i personaggi riaffiorano dalle memorie di famiglia, dai racconti sentiti da bambina, da vecchie foto di parenti di cui conosce le vicende lontane.
Il protagonista nel 1915 è stato studente al collegio armeno di Venezia, ma è in procinto di tornar a far visita ai familiari rimasti in Armenia. Il suo viaggio sarà impedito dall'entrata in guerra dell'Italia. Nel frattempo in Armenia si compie la tragedia. Protagoniste soprattutto le donne, madri, figlie, sorelle, che nella marcia verso il nulla, riescono a sopravvivere, nel fisico e nello spirito, fino a raggiungere, dopo una lunga serie di rocambolesche avventure, il loro congiunto in Italia.
Una storia scritta non solo con grande arte narrativa, ma soprattutto con amore, con l"amore verso quei personaggi-persone vere che hanno chiesto di essere ricordati.
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