Trio Positiv di Novi Sad

Trio Positiv di Novi Sad

Il Trio Positiv, formato da Miroslav Fejdi al clarinetto, Ksenija Djukic al pianoforte e Ksenija Mijatovic al flauto, ha vinto il 1° premio del Concorso Internazionale dei Esecuzione Musicale "Città  di Padova" - sezione musica da camera.

Il Trio si è costituito nel 1997 alla prestigiosa "Art Academy" di Novi Sad sotto la guida dei professori Svetlana Bogino, Laura Levai-Askin e Nikola Srdic. Il Trio ha vinto numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali tra cui il rpimo premio assoluto all'International Chamber Music Festival di Subctica (Serbia) e il premio speciale per la miglior performance professionale. Si è distinto inoltre nella seconda edizione del Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale "Città  di Padova" risultando primo assoluto nella sua categoria. I tre musicisti hanno tenuto concerti nelle principali città  della Serbia (Belgrado, Novi Sad, Back a Palanca, Podgonica) e in Bosnia-Herzegovina (Banja Luka).

Yumi Tanahashi

Yumi Tanahashi

Yumi Tanahashi, nata a Gifu (Giappone) suona il pianoforte dall'età  di 6 anni. Ha ultimato i suoi studi a Kyoto (Giappone) presso il "Dshasha Women's College" in Kyoto, sotto la guida del prof. Akiko Sato.
 

Vincitrice di primi premi in Concorsi di esecuzione musicale in patria ("Piano Competition" in Gifu, "Kobe international Students Music Competition"), si è in seguito perfezionata al Conservatorio di Praga con il prof. Michal Rezek.

Watanabe Kentaroh

Watanabe Kentaroh

Watanabe Kentaroh

Kentaroh Watanabe, violoncellista, è il vincitore del 1° premio del Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale "Città  di Padova" 2004 - sezione solisti e Premio Virtuosité.





Kentaroh Watanabe, nato a Tokio nel 1981, suona il violoncello dall'età  di 7 anni. Ha iniziato lo studio dello strumento con il metodo Suzuki in Giappone; si è laureato alla Tokyo University of Fine Arts and Music con il M°Fumiaki Kono. In Europa si è perfezionato al Conservatorio Nazionale di Praga con il prof. Milosav Petras. Vincitore di Concorsi Internazionali in patria, si è distinto nella seconda edizione del Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale "Città  di Padova" 2004, ottenendo il primo premio nella sezione musica da camera, e, come già  detto, aggiudicandosi anche il premio"Virtuosité", riservato ai musicisti di maggior talento virtuosistico. E' dotato di una tecnica molto solida e di una musicalità  raffinata.

Grandi Eventi

Grandi Eventi

Il Settore Attività  Culturali - Grandi Eventi Popolari porta la grande musica italiana e internazionale a Padova e organizza per la città  manifestazioni di piazza con spettacoli pirotecnici in occasione di Ferragosto e di Capodanno.

Grandi Eventi Popolari
Tel. ++39 49 8205626
Fax ++39 49 8205605
Vicolo Pedrocchi 11 - 35100 Padova
E-mail:zellap@comune.padova.it

Per visualizzare il programma degli eventi clicca su continua

Biagio Antonacci
venerdì 11 marzo 2005
sabato 12 marzo 2005
Palasport San Lazzaro
Per ulteriori informazioni
Sito ufficiale di Biagio Antonacci

Sergio Cammariere
Sabato 19 marzo 2005
Palasport San Lazzaro
Sito ufficiale di Sergio Cammariere




Antonello Venditti
sabato 2 aprile 2005
Palasport San Lazzaro
Per ulteriori informazioni
Sito ufficiale di Antonello Venditti




Come raggiungere il Palasport. (pdf.)

Per ulteriori informazioni:
Grandi Eventi Popolari
E-mail:zellap@comune.padova.it

XXIII Stagione Lirica di Padova

XXIII Stagione Lirica di Padova

Anche quest'anno la Stagione Lirica presenta in cartellone due importanti produzioni: "La Grande Duchesse di Gérolstein", opera buffa scritta da Jacques Offenbach nel 1867 dal carattere brillante e ironico, presentata nel nuovo allestimento di Pier Luigi Pizzi; e "Lucia di Lammermoor", dramma tragico composto da Gaetano Donizetti nel 1835, proposta al pubblico nell’allestimento dell’Esplanade Saint-Etienne Opéra e la regia di Jaen-Louis Pichon. Nel cast, voci oggi considerate tra le più interessanti nel panorama lirico italiano.

Dal 10 settembre al 5 ottobre
Teatro Verdi - Padova

Il cartellone comprenderà  due importanti produzioni, rappresentate in tre
recite ciascuna al Teatro Verdi di Padova. Aprirà  la Stagione "Le Grande-Duchesse di Gérolstein", opera buffa scritta da Jacques Offenbach nel 1867 dal carattere brillante e ironico. Presentata nel nuovo allestimento di Pier Luigi Pizzi, tra i più importanti registi e scenografi, vedrà  sulla scena un ottimo cast in cui spicca la voce di Elena Zilio, conosciuta nei maggiori Teatri quali il Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera e la Scala di Milano, che interpreterà  il ruolo principale della Grande Duchessa.
Seguirà  "Lucia di Lammermoor", dramma tragico composto da Gaetano Donizetti nel 1835, proposta al pubblico padovano nell'allestimento dell'Esplanade Saint-Etienne Opéra e la regia di Jaen-Louis Pichon. Nel cast emergono Alla Simoni (Lucia), Francesco Meli (Edgardo) e Riccardo Zanellato (Enrico) le cui voci sono oggi considerate tra le più interessanti nel panorama lirico italiano.
Entrambe le produzioni saranno realizzate con il Coro e l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia.


La Grande-Duchesse De Gerolstein
di Jacques Offenbach
personaggi ed interpreti principali
Grande Duchessa Elena Zilio
Wanda Patrizia Cigna
Fritz Massimiliano Tonsini
Barone Puck Thomas Morris
Maestro concertatore e direttore Cyril Diederich
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
nuovo allestimento

Teatro Verdi - Padova
Venerdì 10 settembre 2004, ore 20.45 – Turno A
Domenica 12 settembre 2004, ore 16.00 – Turno B
Martedì 14 settembre 2004, ore 20.45 – Turno C



Lucia di Lammermoor
di Gaetano Donizetti
personaggi ed interpreti principali
Lucia Alla Simoni
Edgardo Francesco Meli
Enrico Alessandro Paliaga
Raimondo Riccardo Zanellato
maestro concertatore e direttore Manlio Benzi
regia e scene Jean-Louis Pichon
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
allestimento dell’Opéra Esplanade di Saint-Etienne

Teatro Verdi - Padova
Venerdì 1 ottobre 2004, ore 20.45 – Turno A
Domenica 3 ottobre 2004, ore 16.00 – Turno B
Martedì 5 ottobre 2004, ore 20.45 – Turno C

Prezzi Singoli Spettacoli:
Interi:
Platea: Euro 60,00
Posto in palco centrale: Euro 60,00
Posto in palco laterale: Euro 35,00
Galleria: Euro 20,00
Ridotti (*):
Platea: Euro 50,00
Posto in palco centrale: Euro 50,00
Posto in palco laterale: Euro 30,00
Galleria: Euro 20,00
Ridotti per Studenti (fino a 26 anni):
Platea: Euro 20,00
Posto in palco centrale: Euro 20,00
Posto in palco laterale: Euro 15,00
Galleria: Euro 10,00
(*) Riduzioni: Cral, Associazioni, Biblioteche, ProLoco, Anziani.

Prezzi Abbonamenti:
Interi:
Platea: Euro 90,00
Posto in palco centrale: Euro 90,00
Posto in palco laterale: Euro 60,00
Galleria: Euro 30,00
Ridotti (*):
Platea: Euro 80,00
Posto in palco centrale: Euro 80,00
Posto in palco laterale: Euro 50,00
Galleria: Euro 30,00
Ridotti per Studenti (fino a 26 anni):
Posto in palco laterale: Euro 25,00
Galleria: Euro 15,00
Acquistando un intero palco centrale o laterale si può aggiungere posti fino al massimo della capienza al prezzo di Euro 10,00/cad.
(*) Riduzioni: Cral, Associazioni, Biblioteche, ProLoco, Anziani


Prenotazioni e Informazioni:
Vendita Nuovi Abbonamenti e Biglietti: da giovedì 24 giugno 2004
Biglietteria presso il Teatro Verdi di Padova, orario: giovedì/venerdì/sabato dalle 15.00 alle 18.30.
(chiusura estiva dello sportello: dal 1 al 25 agosto - riapertura giovedì 26 agosto; il servizio di prenotazione e informazione telefonica è attivo anche durante la pausa estiva).

Prenotazioni:
Fax: ++39 49 8774711
E-mail: padovamusica@virgilio.it
Informazioni:
Tel: ++39 49 662552 - ++39 347 9471416
Sito Internet: http://www.teatrolafenice.it

Marco Strano Quartet

Marco Strano Quartet

Il quartetto del sassofonista padovano Marco Strano è composto anche da Alessandro Mozzi al pianoforte, Franco Lion al contrabbasso e Paolo Balladore alla batteria ed è attivo sulla scena jazz italiana da circa vent'anni.



Marco Strano ha conseguito il diploma "Riviera del Jazz 1989" del Thelonius Monk Instiute di Washington, e nel 1990 il diploma "Castelfranco Jazz" della Manhattan Jazz School (in quella occasione ha suonato con alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama jazzistico mondiale, come Curtis Fuller, Cameron Brown, Walter Bishop Jr., Lew Soloff, etc).
Tutt'oggi vanta collaborazioni con importanti musicisti, quali Claudio Fasoli, Franco d'Andrea, Flavio Boltro, Maurizio Caldura, Furio di Castri, Kenny Wheeler, etc. Nel 1984 ha fatto parte dell'European Music Orchestra con cui ha inciso "Guest" per la Soul Note, con ospiti importanti quali Kenny Wheeler, Claudio Fasoli, Aldo Romano. Nel 1995 con il quartetto di sassofoni "Sax Appeal" dopo una serie di concerti nei più importanti locali (Capolinea, Tag etc.), ha inciso il CD "Giotto", sempre per la Soul Note che ha visto anche la presenza del sassofonista internazionale Claudio Fasoli. Il Disco è stato recensito anche dalla prestigiosa rivista "Musica Jazz", con una annotazione personale. Sempre nel 1995 è entrato a far parte del gruppo gospel "Summertime" con il quale ha realizzato il CD "Seeds of Life". Nel 1996 ha inciso sempre con "Summertime" il disco "Joy" per la EMI International. In seguito con questo gruppo si è esibito in numerosi concerti e apparizioni televisive (Roxy Bar condotto da Red Ronnie, Festivalbar, Mio Capitano, I Fatti Vostri). Con i "Summertime" ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano condotto da Lorella Cuccarini e Red Ronnie, trasmesso in Mondovisione dalla Sala Nervi. Nel 1997 è uscito il suo primo CD come solista per la Velut Luna: "€œCaleidoscopio"€, di cui ha firmato la maggior parte delle composizioni. Il CD ha ricevuto entusiastiche recensioni delle riviste specializzate in musica Jazz e la segnalazione come disco del mese sulla rivista "Suono". Il 3 Novembre 1998 il Marco Strano Ensemble si è esibito all'interno del Padova Porsche Jazz Festival, manifestazione comprendente grossi nomi internazionali, quali Joe Lovano e Richard Galliano.

Omero non piange mai

Omero non piange mai

Omero non piange mai

Lo spettacolo "Omero non piange mai, racconti dall'Iliade", vuole essere un'analisi dell'opera omerica alla luce dell'attualità  ed una riflessione su come la "forza" domini l'uomo, che invece cerca di dominarla. Un ottimo Andrea Pennacchi ci condurrà  in tutto ciò raccontando le storie che si intrecciano nell'epico racconto.




Omero non piange mai
Racconti dall'Iliade
di e con: Andrea Pennacchi
musiche: Sergio Marchesini
canzoni composte da Francesco Basso e Andrea Pennacchi
collaborazione alla drammaturgia: Laura Curino

Alle medie credevo che la storia della guerra di Troia fosse raccontata nell'Iliade, mentre il ritorno di Ulisse stava nell'Odissea. E su sta ultima cosa non mi sbagliavo. Quando però ho comprato l'Iliade, obbligato dalla più cattiva professoressa di Italiano della storia, ho pensato che il libraio mi avesse fregato (magari ha visto la faccia da uno che non legge tanto...), il libro cominciava che l'assedio durava già  da nove anni, e non c'era nessun tallone e neanche un cavallo di legno, finiva con queste parole "così onorarono la sepoltura di Ettore, domatore di cavalli". Ettore, facile, era il principale difensore di Troia, ed era stato ucciso da Achille, il più forte dei Greci. Ma il Tallone? Il Cavallo di Legno? La mela?
Cosa rimane oggi dell'Iliade? Che storia ci racconta la prima epica scritta dell'uomo? Una risposta lucida e terribile l'abbiamo trovata nelle parole di Simone Weil: "Il vero eroe, il vero argomento, il centro dell'Iliade, è la forza. La forza adoperata dagli uomini, la forza che li piega. L'anima umana appare costantemente modificata dai suoi rapporti con la forza: travolta, accecata dalla forza di cui crede di disporre, si curva sotto l'imperio della forza che subisce... Chi aveva sognato che la forza, grazie al progresso, appartenesse ormai al passato, ha voluto vedere in questo poema un documento; chi sa vedere come la forza, oggi come ieri, sta al centro di ogni storia umana, vi trova il più bello il più puro degli specchi."
Da queste parole siamo partiti per raccontare le storie di Ettore e Achille, i due nemici per eccellenza, ma anche quelle di Priamo ed Ecuba, di Aiace, di Patroclo, di Nestore e Paride, di Menelao e Agamennone, e di Elena e Andromaca. Esseri umani in balia della forza, che cercano in tutti i modi di mantenere viva la propria gentilezza d'animo, la propria umanità .
Ed è così che abbiamo scoperto la bellezza dell'Iliade: i suoi protagonisti, tutt'altro che piatte figurine epiche, esseri umani che proteggono pochi preziosi attimi di vita dall'uragano della guerra. Abbiamo scelto il racconto, più vicino possibile a quello originario del primo grande narratore della storia, per permettere a ognuno degli spettatori di "vedere" nella propria mente, di riempire le parole del narrato con le immagini della propria esperienza e della fantasia.

Alice, una meraviglia di paese

Alice, una meraviglia di paese

Portare Alice in scena può voler dire intraprendere "un viaggio che somiglia più ad un cavaturaccioli che ad un sentiero", inseguendo tracce che non portano da nessuna parte, con regole fatte solo di eccezioni. Così potremo scoprire che anche il nostro mondo, come quello di Carroll, è solo un gioco illusorio di ombre e luci dove si può entrare attraverso una screpolatura dell'aria, un foro della terra o un'improvvisa debolezza nella superficie di uno specchio.





Alice in palcoscenico può significare allora coltivare programmaticamente il nonsenso, andando a "lezione di oblio" o frequentando la scuola della Finta Tartaruga che insegna a scrivere con "pinna e calamaro" e dà  ripetizioni di "Dissenno". Ma Alice è anche inseguire "una specie di speranza disperata" consapevoli che talvolta viviamo prigionieri dei sogni altrui e che la "meraviglia di paese" in cui viviamo spesso è nient'altro che un mondo odioso e sgarbato, popolato da re e regine malvagie e da ciclopi ipnotizzatori col volto a forma di monoscopio.
E se "pensare confonde le idee" o è consigliabile, come ci dice Alice, imparare a guardare ogni cosa con una sorta di strabismo mentale, sarà  forse utile (e divertente) attraversare pure i paradossi e i controsensi del mondo contemporaneo alla ricerca della follia e dell'insensatezza del nostro paese delle meraviglie, spesso troppo simile ad una partita a scacchi giocata da Re decerebrati e arroganti Cappellai Matti
Giorgio Gallione


Alice
una meraviglia di paese
con Lella Costa
regia di Giorgio Gallione


La domanda, inevitabilmente, è e sarà : perché? Perché Alice?
La risposta carrollianamente corretta potrebbe essere, ovviamente: "perché sì", o in alternativa "perché no?"
Ma questa Alice non viaggia soltanto nei paesi delle meraviglie e attraverso gli specchi della fantasia sfrenata e della totale libertà  d'invenzione linguistica; questa Alice non è soltanto la bambina bionda e appena un filo saccente, croce e delizia di un signore geniale e visionario dalla reputazione, ahimé, fatalmente ambigua: è anche altro.
E' il salvacondotto per ogni possibile esplorazione delle parole, del linguaggio e del metalinguaggio, del gioco e del metagioco, della musica in ogni accezione.
E' il simbolo di qualcosa, di tante cose che hanno popolato i sogni e i viaggi di tanti esploratori contemporanei; e di tante avventure.
E' la radio che da Bologna negli anni settanta raccontava in diretta il mondo che esplodeva. E' quella che si faceva il whisky distillando i fiori, che non abita più qui (se mai qui è stata), quella nel cui ristorante stasera nessuno è felice (e d'altra parte, nel suo ristorante si può avere tutto quello che si vuole, a parte lei, no?), quella che guarda i gatti e viaggia nelle città .
E' il nome che oggi si ritrovano addosso tante giovani donne che sono nate quando i loro genitori pensavano che il mondo si potesse cambiare, o almeno colorare in un altro modo.
E' il più visionario (e meno infantile) dei film di Walt Disney.
E' tutte noi ragazze che a ogni età  e in ogni situazione ci sentiamo vagamente a disagio, o fuori posto, troppo grandi o troppo piccole o magre o grasse, comunque inadeguate, comunque incapaci di scegliere la parte giusta del fungo, la cosa giusta da fare.
E' il nonsense, il surreale come sublime piacere del paradosso, ma anche come grimaldello per esplorare e raccontare alcuni luoghi dell'indicibile contemporaneo: per esempio il carcere, per esempio la sofferenza psichica.
Per accompagnare la mia Alice in questa meraviglia di paese ho chiesto l'aiuto sapiente di Giorgio Gallione, che la insegue praticamente da sempre, e di Antonio Marras, che crea poesia e ironia in forma di abiti. Per farla danzare, ho pensato a Stefano Bollani.
Non so se sono riuscita a spiegare il perché di questa scelta: ci proverò sul palcoscenico.
Adesso, per dirla con Tom Waits - e chi meglio di lui? - "all that I can think of is Alice"
Lella Costa

Il Grigio di Giorgio Gaber

Il Grigio di Giorgio Gaber

Il Grigio è uno degli spettacoli più applauditi di Giorgio Gaber, oltre che un testo straordinario, parte ormai della storia del nostro teatro. E anche senza la presenza di una sola canzone, lo stesso Gaber lo considerava il suo spettacolo più musicale.

Il Grigio
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
regia Serena Sinigaglia
scene Giorgio Gaber e Daniele Spisa, musiche Carlo Cialdo Capelli
luci Claudio de Pace
con Fausto Russo Alesi
e con dario Grandini (pianoforte) e Stefano Bardella(percussioni)

Nato nel 1988 dal sodalizio artistico con Sandro Luporini, Il Grigio è la storia di un uomo che decide di ritirarsi da tutto, dalla melmosa contemporaneità  dove non esistono più i nemici (e dunque nemmeno gli amici) per vivere in totale distacco dal mondo. Ben presto però il protagonista si accorge di non essere solo: un topo, il Grigio del titolo, lo spia. Falliti i tentativi di catturare l'intruso con metodi tradizionali, egli comincia un lungo duello con l'invisibile nemico. E in questa battaglia si trova a dover riflettere su tutte le sue scelte affettive e morali.
In un crescendo in cui si alternano una folle "tensione agonistica", sarcastica lucidità , momenti di abbandono e di irresistibile comicità , il protagonista supera il suo egocentrismo iniziale per raggiungere i toni di pietas laica su cui si conclude la storia de Il Grigio: "bisognerebbe essere capaci di trovare la consapevolezza e l'amore che dovrebbe avere un Dio che guarda".

La scelta di un giovane attore, Fausto Russo Alesi, vincitore del Premio della Critica Teatrale e del Premio Ubu 2002, e di una regista, altrettanto giovane, Serena Sinigaglia, risponde alla volontà  di confrontarsi con una sensibilità  nuova nel mettere in scena questo testo, che non è un ricordo, ma vive oltre il suo compianto autore.
Accanto a Fausto Russo Alesi, gli stessi musicisti che accompagnarono Gaber: Carlo Cialdo Capelli e Corrado Dado Sezzi. Le scene sono di Giorgio Gaber e Daniele Spisa.

Il Cielo degli Altri

Il Cielo degli Altri

Hassan scappa dall'Iraq, Kirom dall'Albania. Draid viene dal Libano, Ahmed dall'Algeria, mentre Ido è disperso in Bosnia. Alma cerca il marito, Amina parte insieme a Kirom. Nur, la promessa sposa, e Nazrim, la figlia piccola, restano a casa. Qualcuno scappa dalla guerra, qualcuno dalle persecuzioni, altri hanno sogni di ricchezza o fuggono dalla miseria. Si troveranno in un gommone, ricorderanno un viaggio che non finiranno mai, parleranno di un destino che altri vivranno al posto loro. Fuga, miraggio, sfruttamento, commiato, viaggio, nostalgia, attesa, delusione, prostituzione, lavoro, sogni, ritorno, naufragio, amicizie, incubi e speranze.

Una produzione Armunia, Castiglioncello
Compagnia Setaccio Teatro
"Il Cielo degli Altri"
testo e regia di César Brie
Attori: Isadora Angelini, Andrea Bettaglio, Serena Cazzola, Deborah Ferrari, Raffaella Tiziana Giancipoli, Alessandro Lucignano, Robert Mc Neer, Guillaume Moreau, Donato Nubile, Luca Serrani
Luci: Francesco Pace
Costumi: Giancarlo Gentilucci
Testo: César Brie, con frammenti del gruppo e di Nazim Hikmet
Regia: César Brie
Assistente alla regia: Viviano Vannucci
Assistenti ai costumi: Gabriella Nobile, Tea Primiterra, Pamela Rossi, Pamela Tuzi, Daniela Vespa

Questo progetto ha due radici. La prima è il lavoro pedagogico che mi viene spesso offerto e che per anni ho evitato. Non amo insegnare senza farmi carico delle conseguenze di questi insegnamenti. La condizione di chi oggi cerca di fare teatro fuori dai canoni del mercato e delle religioni, mi sembra quanto meno precaria. In questo "progresso" non c'è spazio nè per una manodopera in eccesso, nè per disagi culturali.
CosÍ­ ho deciso di prendere alcuni allievi e di portarli più lontano. Creare con loro un'opera. Ho posto delle domande - perché fuggiamo, verso dove, alla ricerca di cosa - abbiamo interrogato lo spazio scenico, cercando metafore, allegorie.
L'altra radice è l'indignazione. L'Italia, paese di emigranti, rifiuta gli immigrati. Si fa sugli altri lo stesso che si è subito in anni non tanto lontani. La povertà  si esportava, la ricchezza ce la teniamo stretta.
Avevo paura, nell'iniziare questo lavoro, di produrre una nuova esclusione: fare di un assente il soggetto dello spettacolo. Non volevo parlare soltanto della condizione dell'emigrante nè delle ragioni dell'emigrazione, ma cercare di scoprire la persona, rannicchiata, impaurita, accovacciata, dietro la definizione di emigrante.
Ho scritto delle storie, di tradimenti, lontananze, amori perduti, storie di uomini e donne le cui vite si dissolvono. Di qualcuno ne capiamo il destino, di altri svaniscono le tracce. Anche quello che dice di avercela fatta, che sfrutta i compagni di sventura e fa l'elogio dell'egoismo, abbandona sul bagnasciuga gli indumenti e gli oggetti che avrebbero sancito il suo successo.
CosÍ­ è nato "Il Cielo degli Altri".
L'emigrazione verso l'Europa di oggi assomiglia troppo, in forme appena differenti, all'esodo degli italiani verso l'America nel tardo ottocento e verso il nord Europa nella seconda metà  del novecento.
Nel cielo degli altri non riconosci le stelle che vedevi da bambino, quando avevi curiosità  e tempo per guardarle. Il cielo degli altri è il cielo della nostalgia, della solitudine, della perdita e dell'assenza.
Credo, malgrado tutto, che gli italiani abbiano memoria, che ci siano ancora persone generose, accoglienti, sensibili e solidali, che non sono ancora stanche della povertà  degli altri.
César Brie

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