Una singolare installazione interamente realizzata con scarpe Puma dall'artista sudamericano Federico Uribe, giunto a Padova per questa importante occasione. Attraverso il suo linguaggio provocatorio quanto giocoso Uribe, artista internazionale e significativa voce della cultura artistica latino-americana, racconta se stesso, l"uomo, la natura e quanto lo circonda.
L"arte è per lui sfogo, ossessione, strumento liberatorio, veicolo di messaggi, grazie al quale può esprimere e svelare un grande amore per la natura e per la vita ma anche il dolore e l"angoscia che scaturiscono di fronte all'arroganza e alle follie autodistruttive di una umanità accecata dall'ansia di possesso e di potere.
L"artista crea utilizzando oggetti di uso comune, reinventandone la funzione, valorizzandone le proprietà estetiche, giocando con la forma, i colori e le possibilità percettive dell'occhio umano. Procede per accostamenti costruendo oggetti che, se da un lato volgono al classico e al figurativo, partendo da forme ben precise e chiaramente identificabili, dall'altro portano ad una realtà altra, artificiale e finta, in un"atmosfera pop e surreale insieme.
Nato a Bogotà , in Colombia, nel 1962 cresce nel complesso clima del tempo, vive un"atmosfera rigida, appesantita da una visione chiusa e bigotta della religione e nel timore incombente di possibili violenze e sequestri di persona. Diciannovenne trova la forza di lasciare la casa paterna per seguire il suo innato istinto creativo e studiare arte altrove. E" così a New York, Cuba, in Messico , in Inghilterra e quindi a Miami dove tuttora vive ed opera.
I suoi lavori giovanili, enormi tele sensuali e cupe, in cui è evidente l"attenzione verso grandi maestri della cultura occidentale quali Caravaggio, Tiepolo, Goya, Van Gogh, esprimono un senso di ansia, angoscia, disagio e paura, e rivelano il forte conflitto interiore che ha caratterizzato la sua giovinezza.
Uribe però presto avverte come l"influenza di questi grandi del passato sia diventata per lui quasi opprimente, condizionante, e non gli permetta di esprimere se stesso, intraprendere una strada personale e nuova, raggiungere personali e diversi obiettivi.
Decide quindi di dare una svolta alla sua vita e alla sua arte, getta il pennello e, attratto dalla bellezza solitamente trascurata di oggetti poveri utilizzati nella quotidianità , li osserva con attenzione, li raccoglie, li accosta, li mescola, li utilizza quali inconsueti strumenti di una nuova estetica, piena di colore, ironia e vivace giocosità .
Sono nato in Colombia, un paese che da decenni vive tra guerre e violenze. Una tensione da cui non ci si può sottrarre, che condiziona tutto e, ovviamente, anche il mio modo di lavorare. Per questo cerco di usare le mie capacità per opere che comunichino gioia, bellezza e amore", dice l"artista che interrompe l"attività pittorica e inizia a realizzare sculture fatte di oggetti strappati alla strada come chiodi, viti industriali, monete, matite, succhiotti, forchette, tasti del computer, strumenti da giardino, scarpe e altro...
Nascono così i famosi torsi, che ripropongono il più classico e tradizionale dei soggetti, ma con un linguaggio del tutto nuovo fatto dall'insieme di materiali che, accuratamente posti uno accanto all'altro, creano una superficie inedita, artificiale, le cui sfumature e colori, stupiscono e contrastano con la percezione chiara, diretta, pienamente percepibile del soggetto. Oggetti umili che, manipolati dall'artista, rivelano inaspettate potenzialità estetiche ed esprimono infinite possibilità di espressione creativa. Abbiamo quindi i Cactus, realizzati con mani di bambole dipinte o con picconi e spazzole metalliche, alberi fatti con badili e strumenti da giardino, maestose
palme costruite con rastrelli e tubature, fiori carnivori che nascono da straordinari assemblaggi di coloratissime forchette in plastica, giardini fantastici, espressioni di una natura verosimile quanto inventata e finta.
Uribe crea sculture che non sono scolpite ma costruite nei modi più diversi, curiose e imprevedibili; l"impianto è classico, figurativo, ma la resa è assolutamente inconsueta, bizzarra, di grandissima efficacia e comunicatività . La revisione estetica dell'oggetto compiuta da Uribe che, pur attingendo alle poetiche neodada e pop segue un percorso personale e autonomo, ci introduce nel mondo dell'artista, nella sua arte carica di simbolismo, di segni e di messaggi.
Human Nature (Natura Umana) è un"installazione che ripropone l"ambiente seducente ma nel contempo rischioso e intricato della foresta tropicale che Federico Uribe conobbe bene durante la sua infanzia.
L"opera è interamente realizzata utilizzando scarpe Puma, più di 1700 nell'edizione integrale (proposta per la prima volta a Miami nel 2006 ), offerte all'artista quale strumento creativo di cui disporre con assoluta libertà .
L"insieme può essere distinto in più scene, anche a se stanti, dove gli attori sono gli animali della giungla di cui viene ad essere messa in rilievo ora la natura predatoria ora quella di potenziale vittima o preda. C"è il coccodrillo con le fauci aperte ma con lo sguardo buono, la tigre furtiva e pronta ad attaccare, la pantera maculata e flessuosa, il serpente temibile che ostenta, offensivo, la lingua biforcuta, il pappagallo variopinto, la zebra mansueta e pensosa, lo struzzo che nasconde la testa per non vedere, il gorilla dagli occhi tristi, insetti e uccelli in volo; e quindi il cigno, l"anitra, il procione curioso o il coniglio in fuga che con la giungla nulla hanno a che fare ma che sono là , loro malgrado, malcapitati in un ambiente sconosciuto e ostile in cui non hanno alcuna possibilità di rimanere in vita.
I colori vari e intensi, le forme di un realismo disarmante, la resa espressiva di ogni animale che traduce reazioni e sensazioni del tutto umane catturano il fruitore che solo avvicinandosi scopre come ogni soggetto sia l"esito di un attento assemblaggio di suole, punte, lacci, gomme, plastiche, cotone.
"Quando iniziai a lavorare con le scarpe non potei evitare di pensare da dove queste provenissero e a tutti i materiali tratti dalla natura che noi utilizziamo per rendere confortevole la nostra vita. Di qui ho tratto l"idea di ricostruire la natura con questi stessi materiali, come tributo a ciò che la natura continuamente offre a tutti noi.
Se non posso dare vera vita alle mie creazioni, posso però dare loro un"eco di vita ed è ciò che l"arte può fare".
E" questo il motivo informatore di quest"opera, una denuncia, una condanna all'egoismo e all'arroganza umana, l"uomo che rapina, prende, distrugge senza ritegno alcuno la natura che lo circonda, a proprio uso, a proprio consumo, che non rispetta l"ambiente, il territorio, che infierisce sugli animali non riconoscendo loro alcun diritto, prepotente e ottuso, stupido carnefice destinato a diventare vittima di se stesso, della sua stessa crudeltà , insensibilità e mancanza di qualsiasi capacità di guardare oltre, oltre all'immediato, proteso solo a carpire il massimo, pauroso, vile e rapace insieme. Attraverso l"atto artistico il doloroso stupore di chi assiste impotente agli scempi compiuti dall'umanità viene sublimato, trova sfogo, diviene pacifica denuncia, supera l"odio, frena l"aggressività , trasformandosi in un grido di allarme, condanna, e in incisiva richiesta di aiuto.
La natura umana è spietata, predatoria, vorace e la giungla ben si presta a rappresentare la quotidiana lotta fra il forte e il debole, la vittima e il carnefice, fra chi sfrutta e viene sfruttato, l"impari lotta per la vita in cui prevale sempre chi è più forte, disincantato e astuto. La giungla è il nostro mondo dove l"uomo si fa predone o vittima, aggredisce o fugge, lotta, si difende, vince, perde, inganna, subisce, soffre ma intensamente vive la vita.
Il potente grido di allarme lanciato da Uribe, che poeticamente denuncia la situazione di continua minaccia in cui si trova il mondo animale e naturale, i suoi messaggi forti di alto valore morale e sociale arrivano al fruitore attutiti dalla giocosità delle soluzioni formali, dei linguaggi scelti, dove prevale il calore, la sensibilità e l"ironia dell'artista ....Mirella Cisotto Nalon
Info:+398204544-47-39
Orario 9:30 " 12:30 / 15:30 " 19:00, lunedì chiuso
Ingresso libero.