Notturni d'arte 2009 - Padova tra arte e scienza

Notturni d'arte 2009 - Padova tra arte e scienza

Notturni d'arte 2009 - Padova tra arte e scienza


Il 30 luglio si alza il sipario sui Notturni d'arte 2009, manifestazione organizzata dall'Assessorato alla Cultura che con un ricco ventaglio di proposte accompagnerà  le serate estive dei padovani per oltre un mese.Giunta alla XXIII edizione, quest'anno la manifestazione, in omaggio all'Anno Internazionale dell'€™Astronomia e nell'ambito delle manifestazioni galileiane, prende il titolo: Padova tra Arte e Scienza, e presenta un programma che comprende 26 itinerari attraverso monumenti musei e prestigiose realtà  scientifiche della città  e della provincia.

Infatti il percorso di visite guidate, in orario serale, offrirà  la possibilità  di visitare raccolte a carattere scientifico ancora poco conosciute, come il Museo di Fisica, il Museo di Zoologia, il Museo di Paleontologia, Geologia e Mineralogia dell'€™Università , di visitare il nuovo Planetario, da poco inaugurato, di puntare i telescopi verso il cielo sotto la guida del Gruppo Astrofili di Padova, e di osservare pianeti e stelle gli stessi che sono stati rappresentati nei cicli di affreschi del Palazzo della Ragione, della Cappella degli Scrovegni e del Battistero del Duomo, fino ad arrivare ai miti e alle allegorie del Tempo e delle costellazioni nei raffinati affreschi delle ville del territorio circostante.



Scarica il programma

Programma spettacoli Planetario


Monologhi e Canzoni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

Monologhi e Canzoni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

Una serata di Poesia & Musica con due giovani artisti padovani: Jacopo De Santis mette in scena l'omaggio a Gaber e a Luporini; Filippo Quezel legge le sue inedite poesie ispirate alla beat generation.
Spettacolo dal vivo inserito nel cartellone di "Arena Romana Estate 2009".

JACOPO DE SANTIS
Omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Monologhi e canzoni


Sono trascorsi esattamente vent'anni da quella stagione 1988/1989 che vide il debutto de "Il grigio", il nuovo spettacolo con il quale Giorgio Gaber - a quattro mani con l'inseparabile pittore e coautore Sandro Luporini - tornava a scavare tra le macerie delle vite "normali", tra i sogni inariditi da una realtà impietosa, le disillusioni, le nevrosi e le ansie del quotidiano.
Jacopo De Santis, della compagnia Bel Teatro di Padova, ha appena ventidue anni, ma la sua esperienza di palcoscenico porta già una vivida impronta gaberiana, avendo preso parte sinora a più eventi legati al "Signor G" e avendo già  portato in scena due suoi lavori ("Il Dio bambino", oltre a questo).

FILIPPO QUEZEL
Caffè con panna
Poesie inedite ispirate alla beat generation

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Biglietti
Posto unico € 6.

Prevendite a Padova: Ufficio Turismo in Galleria Pedrocchi, Gabbia Dischi in via Dante,
Coin Ticketstore in via Zabarella, Alea al Centro

Per tutte le altre informazioni si rinvia a: Arena Romana Estate 2009. Cinema, teatro, musica

Nadia Decima - Racconti e Ricordi

Nadia Decima - Racconti e Ricordi

Questa mostra ha per soggetto l"€™acquerello, un aspetto particolare della produzionedell'artista padovana Nadia Decima. Soggetti a volte fantastici, ma ben delineati come nelle immagini fotografiche con cui documenta i numerosi viaggi in Italia, nei paesi del Mediterraneo e nell'€™Asia



prorogata fino al 12 settembre

La mano è leggera e veloce nella stesura dell'€™acqua intrisa di colore e i soggetti si concentrano sul paesaggio, rivelando una grande conoscenza del territorio veneto, dalla laguna ai monti attraverso la pedemontana, delle sabbie e delle acque delle terre straniere, affidando alla ricchezza cromatica e alla liquidità  del mezzo la descrizione di luoghi tanto diversi.

L"€™acquerello è per Nadia Decima un fatto emotivo e mentale. Con stesure cariche o lievi realizza le sue opere direttamente sulla tela, senza disegno. I pigmenti più usati sono l"€™oltremare francese, l"€™ocra e la gamma dei verdi, che compone a seconda dell'€™atmosfera desiderata. La sua è una ricerca continua nel mondo della "€œnatura"€ che si allontana dal mondo metropolitano, sempre suggerita dall'€™amore che nutre per essa.

Ha partecipato a concorsi, rassegne, mostre collettive e personali in Italia e all'€™estero, conseguendo premi e segnalazioni di merito.
Documentazione delle sue opere è conservata presso l"€™Archivio per l"€™arte italiana del Novecento del Kunsthistorisches Institut di Firenze.
Sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private in Italia al Centro Studi per la Grafica "€œL. Castellani"€ di Urbino, alla Pinacoteca dell'€™Acquerello di Albignasego (PD), all'€™estero negli Stati Uniti, Polonia e Libia.


Info:+39 0498204546
Orario: da Martedì a Sabato 9.00-20.30; lunedì 13.00-20.30, domenica chiuso

Attraversamenti - Carla Veronese

Attraversamenti - Carla Veronese


Carla Veronese polesana attiva a padova, presenta alla Galleria Samonà  trenta opere recenti. tre sono i nuclei dei suoi quadri - scultura , relaizzati con il legno,una materia viva con cui l'artista intrattiene un dialogo aperto. Tagli, levigature, assemblaggi, stesure di colore, in un compenetrarsi tra la coscienza umana e la forza vitale della natura.


Tre sono i nuclei dei suoi quadri-scultura, realizzati con il legno, una materia viva, con cui l"€™artista intrattiene un dialogo aperto. Tagli, levigature, assemblaggi, stesure di colore, in un compenetrarsi tra la coscienza umana e la forza vitale della natura.


Un primo gruppo di opere dalle forme fluide, in stilizzazioni pure. Un"€™esplosione di colori dalla forza dirompente, un gioco di segni netti e precisi, che tagliano, incidono, scavano la materia, ne rivelano il corpo, lo spessore, le danno volume.

Il secondo nucleo conduce in un viaggio esistenziale. ͈ il non conosciuto che si vuole indagare, per confrontarsi, capire, condividere. Si insinuano forme sgraziate, residui di materia grezza, profili taglienti, colori puri che si accostano a colori "€œsporchi"€ di realtà . Si apre il confronto con l"€™altro, l"€™altro da sé ma anche l"€™altro dentro di sé.

Il recupero di figure umane intere è il cuore dell'€™ultimo nucleo. Figure che raccontano disagi, incontri, rifiuti, incomprensioni. Si toccano i grandi temi delle giustizie e delle ingiustizie, dei pregiudizi, dei drammi individuali, dei modelli sociali e culturali. Le forme-figure escono dalla dimensione rassicurante del quadro-rilievo per entrare nello spazio della vita reale: installazioni in rapporto diretto con lo spettatore, come interrogativo e richiesta di incontro con e tra le persone.


Info:+ 39 049 8204537
Orario: dalle 10:00 alle 13:00/16:00 alle 19:30 - lunedì chiuso
ingresso libero

Il Malato Immaginario a Venezia

Il Malato Immaginario a Venezia

Arena Romana Estate 2009. Cinema, teatro, musica

L'opera di Molière, riadattata e diretta dall'attore Roberto Citran.
In questa inedita versione in lingua veneta, il realismo, la psicologia dei personaggi e il grande senso comico, costanti nella commedia dell'autore de "L'Avare", hanno trovato una collocazione naturale in quel mondo dove lo stesso Citran è cresciuto.

La Compagnia Sperimentale Errante presenta:

IL MALATO IMMAGINARIO A VENEZIA di Molière
adattamento di Roberto Citran

Commedia in 2 atti

Ruoli ed interpreti

Argan - BRIGUGLIO EMILIO
Antonia - SCARPA RAFFAELLA
Belina - COSSUTTA LAURA
Angelica - GUAITA ELENA
Cleante - FALASCO TIZIANO
Beraldo - MARCO LA FERLA
Professor Cagherai - D'€™ADDIO CARLO
Tommaso Cagherai - FRASSON FRANCESCO
Lisetta - GUAITA STEFANIA
Notaio - LA FERLA MARCO
Dottor Fecis - STECHELE LUCIANO

Regia di : ROBERTO CITRAN
Costumi e scenografia: ANTONIO PANZUTO

"Il malato immaginario a Venezia" narra le disavventure di Argan, un ipocondriaco signore di Venezia, padre della giovane Angelica, marito di Belina, donna opportunista e fedifraga. Argan promette la figlia in moglie ad un giovane dottorino di fresca laurea, in modo da potersi garantire un sereno futuro di consulti e ricette. L'ostilità della figlia, segretamente innamorata di Cleante, e la calcolata ingerenza della moglie, algida esecutrice di un piano truffaldino, finiscono per spingere il povero Argan in una fitta trama di inganni e burle giocati - per lo più - sulla sua stessa burbera ed inguaribile ingenuità. Su questa base scattano i meccanismi classici della commedia: una moglie avida, una figlia il cui amore è contrastato salvo poi trionfare, al momento buono, in un immancabile lieto fine, un gruppo di untuosi ed infidi dottori che si nascondono dietro grandi paroloni in "latinorum", un fratello savio e una cameriera fedele e astuta (Tonina) come vuole la tradizione.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Biglietti
Posto unico € 10 (più dir. prev.).

Prevendite a Padova: Ufficio Turismo in Galleria Pedrocchi, Gabbia Dischi in via Dante,
Coin Ticketstore in via Zabarella, Alea al Centro

Per tutte le altre informazioni si rinvia a: Arena Romana Estate 2009. Cinema, teatro, musica

Presentazione del libro I padri Eletti di Felice Comello

Presentazione del libro I padri Eletti di Felice Comello

"Ci tengo a dirlo: sono una persona assolutamente superficiale. Ovvio che non ne meni vanto anche perché sarebbe segno di una sottile, occulta profondità ".

Un industriale di un imprecisato ma riconoscibile Nordest racconta la sua biografia con lieve cinismo e amaro disincanto: la giovinezza moderatamente libertina, il matrimonio d'amore, le cure aziendali, un'amante rischiosa, l'assorto declino. Afflitto da un padre gravoso al quale vorrebbe sfuggire, incontra, nel corso della sua esistenza, figure paterne solide e bizzarre le cui avventure, narrate in capitoli a se stanti, diventano anche rappresentativi di storia italiana del ' 900.

Felice Comello è nato e vive a Padova. Ha pubblicato la ghost story Revenant per la casa editrice Solfanelli e un racconto, Pagine lascive, uscito sulla rivista Inonija; ha inoltre curato per Luni editrice, la traduzione e la prefazione di un testo sui vizi capitali di Evagrio Pontico, monaco del IV secolo d.C.: Gli otto spiriti malvagi.


Interviene Nicolò Menniti Ippolito
Presente l'autore



Info: 0498204537

Mostra documentaria 1509 - Dalla battaglia di Agnadello all'assedio di Padova

Mostra documentaria 1509 - Dalla battaglia di Agnadello all'assedio di Padova


Il 14 maggio 1509 è avvenuta la battaglia di Agnadello che si è risolta con la disfatta dell'esercito della Repubblica di Venezia contro la Lega di Cambrai, costituita da tutte le maggiori potenze europee del tempo: Francia, Impero, Spagna, Stati Pontifici e altri Stati italiani minori. Ne sarà  diretta conseguenza l'assedio di Padova che si risolverà  nel primo smacco per le forze della Lega e sopratutto per Massimiliano I d'Asburgo.


Per informazioni e organizzazione di visite guidate per gruppi e scuole contattare l'Associazione "Comitato Mura di Padova"
e-mail: comitatomura@virgilio.it, tel: 3406884564, web: www.muradipadova.it

Una scienziata di fama internazionale Lisa Randall a Padova

Una scienziata di fama internazionale Lisa Randall a Padova

Mercoledì 27 maggio ore 16
Centro Culturale Altinate/San Gaetano



Programma della giornata:

Ore 16,00 "€“ Cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria alla scienziata Lisa Randall

Ore 16,30 -"€œPassaggi curvi: esplorando le dimensioni nascoste dell'universo"€ Lezione "€“ conferenza della scienziata agli studenti delle scuole superiori di Padova e provincia

Ore 17,00 - Il Museo del Precinema di Padova presenta: "€œCompendium di astronomia del 1849"€
Rappresentazione con la Lanterna Magica : lanternista Laura Minici Zotti - attore Paolo Caporello


Cenni biografici
La Prof.ssa Lisa Randall è nata nel sobborgo di Queens, a New York, nel 1962. Il suo talento e' emerso fin dagli anni della scuola media, quando ha frequentato la prestigiosa Stuyvesant High School, compagna di classe dell'altro famoso fisico e divulgatore Brian Greene. Ha conseguito il dottorato presso l'Università  di Harvard a Boston nel 1987. Ha poi ricoperto posizioni post-dottorato a Berkeley e Harvard. E' stata Assistant Professor e poi Professore Associato al MIT, negli anni 1991-98. E' stata poi Professore a Princeton, al MIT e ad Harvard, dove si trova dal 2001.

Produzione scientifica e risultati:

I campi di attività  principali della Prof.ssa Randall sono la fisica teorica delle particelle e la cosmologia, con implicazioni che includono anche l'astrofisica. Nei primi anni della carriera ha dato importanti contributi allo studio delle verifiche di precisione del Modello Standard delle interazioni forti, elettromagnetiche e deboli (Il Modello Standard e' il paradigma teorico attuale per la descrizione della fisica delle particelle elementari). Ha anche prodotto importanti risultati in cosmologia, in particolare nello studio dei cosidetti modelli di "inflazione", in cui una fase di espansione accelerata dell'Universo primordiale viene introdotta per spiegare le proprieta' osservate dell'Universo attuale. Ha poi studiato le estensioni del Modello Standard caratterizzate da un particolare tipo di simmetria detto supersimmetria.

I due lavori che hanno reso la Prof.ssa Randall universalmente famosa, ben al di la' della ristretta comunita' dei fisici delle particelle, sono quelli scritti nel 1999 con il coetaneo e collaboratore Raman Sundrum, ora Professore alla Johns Hopkins University di Baltimora. L'impatto di questi ed altri lavori di quel periodo e' stato tale da renderla il fisico teorico piu' citato nella letteratura scientifica del quinquennio 1999-2004. Nei lavori di Randall-Sundrum si ipotizza che le dimensioni dello spazio (oltre al tempo che nelle teorie relativistiche ha caratteristiche simili) non siano soltanto tre, ma quattro, e che la debolezza della forza gravitazionale rispetto alle altre forze fondamentali (forte, debole, ed elettromagnetica) sia dovuta ad una particolare proprieta' della quarta dimensione spaziale detta "warping". Il "modello di Randall-Sundrum", come viene ormai comunemente chiamato nella letteratura scientifica, prevede l'esistenza di nuove particelle, legate all'esistenza di tale quarta dimensione, che potrebbero venire osservate all'acceleratore LHC del CERN di Ginevra, il cui programma sperimentale e' in fase di avvio.

La Prof.ssa Randall è estremamente attiva nella divulgazione scientifica, con frequenti contributi a quotidiani e riviste, apparizioni in programmi televisivi, conferenze pubbliche. E' autrice del libro di divulgazione "Passaggi curvi", pubblicato in Italia da Il Saggiatore ed inserito dal New York Times nell'elenco dei 100 libri memorabili del 2005.

Premi ed altri riconoscimenti:

Nel 2006 ha ricevuto il "Klopsted Award" dalla Societa' Americana degli Insegananti di Fisica. Nel 2007 ha vinto il Premio Lilienfeld della Societa' Americana di Fisica, per il suo lavoro in fisica delle particelle e cosmologia e per i suoi inesauribili sforzi nel coinvolgere sia gli specialisti che i non specialisti nei progressi raggiunti in questi campi. Nel 2007 e' stata anche insignita della Laurea ad Honorem dall'Universita' di Anversa.



Fedrico Uribe Human Nature E’ più pericoloso l’uomo o il coccodrillo?

Fedrico Uribe Human Nature E’ più pericoloso l’uomo o il coccodrillo?


Una singolare installazione interamente realizzata con scarpe Puma dall'€™artista sudamericano Federico Uribe, giunto a Padova per questa importante occasione. Attraverso il suo linguaggio provocatorio quanto giocoso Uribe, artista internazionale e significativa voce della cultura artistica latino-americana, racconta se stesso, l"€™uomo, la natura e quanto lo circonda.

L"€™arte è per lui sfogo, ossessione, strumento liberatorio, veicolo di messaggi, grazie al quale può esprimere e svelare un grande amore per la natura e per la vita ma anche il dolore e l"€™angoscia che scaturiscono di fronte all'€™arroganza e alle follie autodistruttive di una umanità  accecata dall'€™ansia di possesso e di potere.


L"€™artista crea utilizzando oggetti di uso comune, reinventandone la funzione, valorizzandone le proprietà  estetiche, giocando con la forma, i colori e le possibilità  percettive dell'€™occhio umano. Procede per accostamenti costruendo oggetti che, se da un lato volgono al classico e al figurativo, partendo da forme ben precise e chiaramente identificabili, dall'€™altro portano ad una realtà  altra, artificiale e finta, in un"€™atmosfera pop e surreale insieme.


Nato a Bogotà , in Colombia, nel 1962 cresce nel complesso clima del tempo, vive un"€™atmosfera rigida, appesantita da una visione chiusa e bigotta della religione e nel timore incombente di possibili violenze e sequestri di persona. Diciannovenne trova la forza di lasciare la casa paterna per seguire il suo innato istinto creativo e studiare arte altrove. E"€™ così a New York, Cuba, in Messico , in Inghilterra e quindi a Miami dove tuttora vive ed opera.
I suoi lavori giovanili, enormi tele sensuali e cupe, in cui è evidente l"€™attenzione verso grandi maestri della cultura occidentale quali Caravaggio, Tiepolo, Goya, Van Gogh, esprimono un senso di ansia, angoscia, disagio e paura, e rivelano il forte conflitto interiore che ha caratterizzato la sua giovinezza.



Uribe però presto avverte come l"€™influenza di questi grandi del passato sia diventata per lui quasi opprimente, condizionante, e non gli permetta di esprimere se stesso, intraprendere una strada personale e nuova, raggiungere personali e diversi obiettivi.
Decide quindi di dare una svolta alla sua vita e alla sua arte, getta il pennello e, attratto dalla bellezza solitamente trascurata di oggetti poveri utilizzati nella quotidianità , li osserva con attenzione, li raccoglie, li accosta, li mescola, li utilizza quali inconsueti strumenti di una nuova estetica, piena di colore, ironia e vivace giocosità .

Sono nato in Colombia, un paese che da decenni vive tra guerre e violenze. Una tensione da cui non ci si può sottrarre, che condiziona tutto e, ovviamente, anche il mio modo di lavorare. Per questo cerco di usare le mie capacità  per opere che comunichino gioia, bellezza e amore"€, dice l"€™artista che interrompe l"€™attività  pittorica e inizia a realizzare sculture fatte di oggetti strappati alla strada come chiodi, viti industriali, monete, matite, succhiotti, forchette, tasti del computer, strumenti da giardino, scarpe e altro...

Nascono così i famosi torsi, che ripropongono il più classico e tradizionale dei soggetti, ma con un linguaggio del tutto nuovo fatto dall'€™insieme di materiali che, accuratamente posti uno accanto all'€™altro, creano una superficie inedita, artificiale, le cui sfumature e colori, stupiscono e contrastano con la percezione chiara, diretta, pienamente percepibile del soggetto. Oggetti umili che, manipolati dall'€™artista, rivelano inaspettate potenzialità  estetiche ed esprimono infinite possibilità  di espressione creativa. Abbiamo quindi i Cactus, realizzati con mani di bambole dipinte o con picconi e spazzole metalliche, alberi fatti con badili e strumenti da giardino, maestose
palme costruite con rastrelli e tubature, fiori carnivori che nascono da straordinari assemblaggi di coloratissime forchette in plastica, giardini fantastici, espressioni di una natura verosimile quanto inventata e finta.

Uribe crea sculture che non sono scolpite ma costruite nei modi più diversi, curiose e imprevedibili; l"€™impianto è classico, figurativo, ma la resa è assolutamente inconsueta, bizzarra, di grandissima efficacia e comunicatività . La revisione estetica dell'€™oggetto compiuta da Uribe che, pur attingendo alle poetiche neodada e pop segue un percorso personale e autonomo, ci introduce nel mondo dell'€™artista, nella sua arte carica di simbolismo, di segni e di messaggi.

Human Nature (Natura Umana) è un"€™installazione che ripropone l"€™ambiente seducente ma nel contempo rischioso e intricato della foresta tropicale che Federico Uribe conobbe bene durante la sua infanzia.
L"€™opera è interamente realizzata utilizzando scarpe Puma, più di 1700 nell'€™edizione integrale (proposta per la prima volta a Miami nel 2006 ), offerte all'€™artista quale strumento creativo di cui disporre con assoluta libertà .

L"€™insieme può essere distinto in più scene, anche a se stanti, dove gli attori sono gli animali della giungla di cui viene ad essere messa in rilievo ora la natura predatoria ora quella di potenziale vittima o preda. C"€™è il coccodrillo con le fauci aperte ma con lo sguardo buono, la tigre furtiva e pronta ad attaccare, la pantera maculata e flessuosa, il serpente temibile che ostenta, offensivo, la lingua biforcuta, il pappagallo variopinto, la zebra mansueta e pensosa, lo struzzo che nasconde la testa per non vedere, il gorilla dagli occhi tristi, insetti e uccelli in volo; e quindi il cigno, l"€™anitra, il procione curioso o il coniglio in fuga che con la giungla nulla hanno a che fare ma che sono là , loro malgrado, malcapitati in un ambiente sconosciuto e ostile in cui non hanno alcuna possibilità  di rimanere in vita.

I colori vari e intensi, le forme di un realismo disarmante, la resa espressiva di ogni animale che traduce reazioni e sensazioni del tutto umane catturano il fruitore che solo avvicinandosi scopre come ogni soggetto sia l"€™esito di un attento assemblaggio di suole, punte, lacci, gomme, plastiche, cotone.
"€œQuando iniziai a lavorare con le scarpe non potei evitare di pensare da dove queste provenissero e a tutti i materiali tratti dalla natura che noi utilizziamo per rendere confortevole la nostra vita. Di qui ho tratto l"€™idea di ricostruire la natura con questi stessi materiali, come tributo a ciò che la natura continuamente offre a tutti noi.

Se non posso dare vera vita alle mie creazioni, posso però dare loro un"€™eco di vita ed è ciò che l"€™arte può fare"€.
E"€™ questo il motivo informatore di quest"€™opera, una denuncia, una condanna all'€™egoismo e all'€™arroganza umana, l"€™uomo che rapina, prende, distrugge senza ritegno alcuno la natura che lo circonda, a proprio uso, a proprio consumo, che non rispetta l"€™ambiente, il territorio, che infierisce sugli animali non riconoscendo loro alcun diritto, prepotente e ottuso, stupido carnefice destinato a diventare vittima di se stesso, della sua stessa crudeltà , insensibilità  e mancanza di qualsiasi capacità  di guardare oltre, oltre all'€™immediato, proteso solo a carpire il massimo, pauroso, vile e rapace insieme. Attraverso l"€™atto artistico il doloroso stupore di chi assiste impotente agli scempi compiuti dall'€™umanità  viene sublimato, trova sfogo, diviene pacifica denuncia, supera l"€™odio, frena l"€™aggressività , trasformandosi in un grido di allarme, condanna, e in incisiva richiesta di aiuto.


La natura umana è spietata, predatoria, vorace e la giungla ben si presta a rappresentare la quotidiana lotta fra il forte e il debole, la vittima e il carnefice, fra chi sfrutta e viene sfruttato, l"€™impari lotta per la vita in cui prevale sempre chi è più forte, disincantato e astuto. La giungla è il nostro mondo dove l"€™uomo si fa predone o vittima, aggredisce o fugge, lotta, si difende, vince, perde, inganna, subisce, soffre ma intensamente vive la vita.
Il potente grido di allarme lanciato da Uribe, che poeticamente denuncia la situazione di continua minaccia in cui si trova il mondo animale e naturale, i suoi messaggi forti di alto valore morale e sociale arrivano al fruitore attutiti dalla giocosità  delle soluzioni formali, dei linguaggi scelti, dove prevale il calore, la sensibilità  e l"€™ironia dell'€™artista ....Mirella Cisotto Nalon


Info:+398204544-47-39
Orario 9:30 "€“ 12:30 / 15:30 "€“ 19:00, lunedì chiuso
Ingresso libero.

Lo Scaffale degli Scrittori - Una serata con Daria Bignardi -

Lo Scaffale degli Scrittori - Una serata con Daria Bignardi -



Introduce Paolo Di Paolo


Giornalista e autrice di programmi televisivi, è nata a Ferrara. Conduce su Rai2 la trasmissione "€œL"€™Era Glaciale"€.
Presenta al pubblico di Padova il suo romanzo Non vi lascerò orfani (Mondadori). Un emozionante scavo nella memoria familiare, dove nulla va perduto; la storia di una figlia e di una madre; la rievocazione di ciò che nella vita lascia un segno e ci rende ciò che siamo.


DARIA BIGNARDI
Non vi lascerò orfani


IL LIBRO Questo libro, pur raccontando una morte, parla della vita.
E ci dice che è sempre meglio dare che non dare, anche quando si sbaglia. Perché in una famiglia l"€™unica cosa che fa davvero male è l"€™assenza, è il non dare, mentre il caos e il calore delle esperienze condivise rafforzano le nostre radici e la nostra identità . Attraverso il lessico famigliare, quel codice privato di parole e modi di dire che rende ogni famiglia unica, Non vi lascerò orfani racconta con registri sorprendenti che vanno dalla commozione all'€™ironia come può essere intensa una vita anche carica di ansie e insicurezze. La morte è quella di Giannarosa, la madre irruente e apprensiva: è lei l"€™insuperabile latinista che nel 1944, sotto i bombardamenti, incontra il giovane Ludovico. Tra loro è subito furentismo, un entusiasmo amoroso travolgente. Vico è un uomo d"€™altri tempi, ama divertirsi con gli amici, andare a caccia e fare il galante con le signore. Ed è innamorato delle due figlie femmine: la più piccola, Daria, e la maggiore Donatella, complici e sempre alleate. Daria Bignardi scava nella memoria dove nulla va perduto e dove tutto assume i contorni di storia individuale, di una famiglia, di un"€™epoca: in altre parole, tutto ha lasciato un segno e ci ha resi ciò che siamo. Ma, in fondo, ogni cosa gira intorno al rapporto complesso tra madre e figlia che è fatto di trasporto e identificazione ma anche di bisogno di separarsi, di quella necessità  di scrivere il proprio destino che il più delle volte sta alla base dei conflitti.



Pagine

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