"Il seme della violenza" di Richard Brooks

"Il seme della violenza" di Richard Brooks

Cinema Invisibile 2010.

"Fronte del Banco" apre con la pellicola "IL SEME DELLA VIOLENZA", di Richard Brooks (USA 1955). La storia è più che mai attuale, in un momento così delicato e controverso in cui si dibatte la Scuola italiana.
Il cinema come "€œfronte"€, i banchi come trincee per cercare di rimettere in discussione le scelte della politica, che risultano in taluni frangenti contradditorie e anacronistiche. Un modo per mettere ancora una volta la scuola al centro delle attenzioni di tutti e per ribadire la necessità  di scelte che vadano oltre a logiche ragionieristiche, e che sostengano gli investimenti in risorse e competenze.

IL SEME DELLA VIOLENZA di Richard Brooks
Cast: Sidney Poitier, Glenn Ford, Anne Francis, Vic Morrow, Louis Calhern, Richard Kiley, Warner Anderson, Emile
Meyer, John Hoyt
Genere: drammatico
Durata: 101 min. B/N
USA - 1955

Un reduce assunto come insegnante in una scuola professionale della periferia povera di New York si conquista, a caro prezzo, il rispetto di una scolaresca turbolenta (neri, irlandesi, italiani, ebrei, portoricani). Conta per le qualità  morali (sincerità , coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l"€™irrealismo ingannatore delle sue proposte. Tratto da un romanzo di Evan Hunter (alias Ed McBain), è importante storicamente: il 1° film in cui fu usata la musica rock (Bill Haley e i Comets). (Il Morandini - Dizionario dei Film).
Tratto da un romanzo di Evan Hunter, più noto come scrittore con lo pseudonimo del giallista Ed Mc Bain, Il seme della violenza è un film molto importante sotto diversi punti di vista: si apre sulle note "rivoluzionarie" di Rock around the Clock e vede il giovane professore progressista interpretato da Glenn Ford vincere la sua battaglia contro l'ostilità  e la violenza, "scandalosa" per il cinema di quegli anni, di una High School degli slums newyorkesi.
Tra i suoi alunni c'è il giovanissimo Sidney Poitier. La pellicola battezzò ufficialmente il rock 'n' roll come musica dei teen agers degli anni '50, anche se conferì a tale musica il marchio improprio di musica violenta e degenere che facilitava il consumo di alcool e una amoralità  contrastante con l'innato puritanesimo della America tanto cara a Roosevelt ed Eisenhower.

Per ulteriori informazioni sulla Rassegna, si rinvia a: Fronte del Banco. Cinema Invisibile 2010.
 

"Coco" di Bernard-Marie Kòltes

"Coco" di Bernard-Marie Kòltes

Arti Inferiori VII Edizione 2009-2010

Settimo appuntamento dell'edizione 2009-2010 di "Arti Inferiori. Stagione teatrale".
Teatrino Giullare
presenta

COCO
Tre frammenti di un testo rimasto in stato di progetto
di Bernard-Marie Kòltes
Musica originale di Arturo Annecchino

Per la prima volta in Italia una performance sul testo incompiuto che l'autore francese ha dedicato a Coco Chanel.
Una performance interpretata e diretta da Teatrino Giullare. Tre frammenti di un testo rimasto in stato di progetto di Bernard-Marie Koltès. Traduzione di Luca Scarlini e musica originale di Arturo Annecchino, Piccola messa da requiem senza parole eseguita in scena dall'autore.
Protagonista è Gabrielle Chanel, in arte Coco, fascino e temperamento, personalità  che è stata capace con la sua opera di rivoluzionare il concetto di femminilità  e di imporsi come figura fondamentale della cultura popolare del XX secolo; in scena le si oppone la domestica Consuelo che la accompagna nei suoi ultimi istanti di vita.
Una pièce incentrata sulla solitudine, uno dei temi principali di Koltès, sviluppato con umorismo e forza dialettica.
«Coco» con un ultimo soffio di energia si confronta con la sua domestica in un dialogo sospeso tra cielo e terra, in una messinscena di grande suggestione basata sul ruolo espressivo della luce, dell'ombra, degli oggetti che prendono vita.
Tre scene diverse tra loro per atmosfera e tecniche in cui le presenze femminili si rivelano in maniera sorprendente: il gioco di specchi con cui Consuelo si impone, apparizioni, sparizioni.

Musica originale di Arturo Annecchino piccola messa da requiem senza parole eseguita in scena dall'autore.

INFORMAZIONI
Biglietti e abbonamenti
Abbonamento intero: € 80,00; abbonamento ridotto (studenti): € 60,00
(Gli abbonamenti saranno in vendita presso l'MPX-Multisala Pio X tutti i giorni, dalle ore 18 alle ore 20)
Biglietto intero € 12,00; ridotto studenti € 10,00

Prevendita
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Vendita Il giorno dello spettacolo dalle ore 16.00 ad inizio spettacolo

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Premio Letterario Galileo 2010. La cinquina finalista

Premio Letterario Galileo 2010. La cinquina finalista

Il 22 gennaio 2010 presso la Sala Paladin, Palazzo Moroni, la Giuria Scientifica presieduta dal Prof. Paolo Rossi, emerito di Storia della Filosofia dell'Università  di Firenze, ha selezionato la cinquina delle opere finaliste che saranno votate dalla Giuria popolare formata dagli studenti di 110 scuole italiane (una per ogni provincia) e dalla Scuola Militare di Milano.

Queste le opere selezionate:

Gabriele Milanesi, I Geni altruisti. Come il DNA può essere usato per migliorare la nostra vita-Mondadori 2009

Rino Rappuoli-Lisa Vozza, I vaccini dell'era globale -Zanichelli 2009

Antonio Ambrosetti, Il Fascino della matematica. Un viaggio attraverso i teoremi -Bollati Boringhieri 2009

Leonard Susskind, La guerra dei buchi neri-Adelphi 2009

Keith Devlin, La lettera di Pascal. Storia dell'equazione che ha fondato la teoria della probabilità -Rizzoli 2008

Il premio all'opera vincitrice del concorso sarà  consegnato a Padova, Palazzo della Ragione, il prossimo 5 maggio, ore 16 durante una cerimonia ufficiale alla presenza di una giuria popolare di studenti appartenenti agli istituti superiori di ogni provincia d'Italia.

(foto di Moreno Rocco Segafredo)




Scarica il Comunicato stampa

Per tutte le informazioni relative all'edizione 2010, si rinvia a: Premio Letterario Galileo 2010.

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Pensando Pittura

Pensando Pittura

Gli anni Settanta

Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri,Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini
L"€™Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, con Anfiteatro Arte e grazie al supporto dell'€™Archivio Claudio Olivieri e della Fondazione Zappettini, dedica un omaggio a un raffinato movimento artistico che ha segnato gli anni Settanta col ritorno della pittura in Italia e nel mondo.


Prima ancora della Transavanguardia, movimento artistico che ha caratterizzato gli anni Ottanta, gli artisti che hanno aderito ai movimenti analitico-pittorici oggetto della mostra hanno avuto il merito di ricondurre l"€™attenzione della critica, del pubblico e delle gallerie al quadro e alla pittura. L"€™opera d"€™arte diviene un punto di arrivo di un lungo processo che non può prescindere dall'€™analisi, dalla riflessione e dalla riduzione ai minimi termini del processo percettivo-comunicativo attraverso la pittura. "€œCavalletto e intelletto"€ per fornire una concreta alternativa all'€™Arte Concettuale e all'€™Arte Povera, mostrando che la pittura può sopravvivere andando oltre alla crisi dell'€™arte gestuale e informale, rinascendo proprio nell'€™atto di azzerarsi, grazie all'€™uso delle svariate declinazioni del monocromo.


Una mostra su un momento storico più che su un vero e proprio movimento artistico, visto che non c"€™è mai stato un gruppo firmatario di un manifesto, né un vero e proprio accordo nemmeno sul nome del movimento. Si è parlato principalmente di Pittura Analitica e di Pittura Pittura, ma altre denominazioni sono state comunemente usate come: Nuova Pittura, Fare pittura, Pittura fondamentale, Pittura progettata, Astrazione Analitica, Pittura Radicale, Pittura pura, Pittura di superficie.

Molteplici sono stati gli artisti che hanno partecipato alle mostre collettive del movimento, alcuni occasionalmente, altri dedicando l"€™intera carriera alle ricerche analitiche. La mostra Pensando Pittura propone alcuni tra i principali esponenti italiani protagonisti di quelle ricerche, tra cui opere di Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.

La rassegna, curata da Alberto Mugnaini e Mattia Munari, è articolata in due momenti e in due spazi espositivi distinti, propone dal 27 gennaio al 27 febbraio 2010 presso la Galleria La Rinascente di Padova una ventina di opere realizzate esclusivamente negli anni Settanta, opere storiche che testimoniano il nascere del movimento analitico, col suo rigore e la sua forza. Dal 18 febbraio al 24 aprile 2010 presso la Galleria Anfiteatro Arte di via Ognissanti 33 in Padova, viene invece proposto uno spaccato del percorso che questi artisti hanno avuto dagli anni Settanta ad oggi, a volte cambiando e a volte riconfermando il loro modo di fare arte. Per la realizzazione di questo progetto la Pubblica Amministrazione di Padova ha scelto di collaborare con una galleria privata avendo in comune l"€™interesse del cittadino e il miglioramento virtuoso dell'€™offerta culturale.

Il catalogo della mostra Pensando Pittura, con presentazione a cura di Alberto Mugnaini, sarà  disponibile dal 18 febbraio 2010 presso la sede di Anfiteatro Arte in via Ognissanti 33, Padova.

La prima parte della mostra "€œPensando Pittura "€“ Gli anni Settanta"€ resterà  aperta al pubblico presso la Galleria La Rinascente di Padova dal 27 gennaio al 27 febbraio 2010. Orari: lunedì lunedì h.13- 20
mart./giov. h.9- 20 - ven./sab. h.9- 21
Ingresso libero.



Anfiteatro Arte inaugurerà  la seconda parte della mostra "€œPensando Pittura "€“ Dagli anni Settanta ad oggi"€ il giorno giovedì 18 febbraio 2010 dalle ore 18.30, via Ognissanti 33 Padova. Fino al 24 Aprile 2010. Orari: da martedì a sabato 9.30/12.30, 15.30/19.30 chiuso la domenica e il lunedì.

Casa Savoia, Padova e l'Unità d'Italia

Casa Savoia, Padova e l'Unità d'Italia

La mostra Casa Savoia, Padova e l"€™Unità  d"€™Italia, promossa dall'€™Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e dall'€™Associazione Principe di Venezia, pone in evidenza i legami tra la Casa reale che realizzò l"€™Unità  d"€™Italia e la città  del Santo. Un percorso espositivo in cui ritroveranno luce oggetti personali dei Re e delle Regine d"€™Italia, tra cui straordinarie collezioni di quadri, gioielli, porcellane e argenterie, documenti storici. Un"€™ampia parte della mostra è dedicata a Padova e al suo sviluppo dal 1866 in avanti; in questa sezione troveranno spazio tanti documenti ed oggetti patavini che portano alla memoria questo glorioso passato.
 

Ricordiamo i principali avvenimenti che condussero all'€™Unità  d"€™Italia.
Il 17 Marzo del 1861 viene proclamato il Regno d"€™Italia, l"€™Italia è Unita. Non del tutto in realtà , mancano ancora aree sotto il dominio straniero, come le Venezie, e sotto l"€™autorità  del Papa come lo Stato della Chiesa. Per Padova la nascita del Regno d"€™Italia significa molto, un traguardo frutto di sforzi notevoli e di perdita di vite umane nelle tante battaglie risorgimentali, culturali e non solo, che hanno preso vita in città . Simbolica è la giornata dell'€™8 Febbraio 1848 in cui le truppe imperiali fecero fuoco sulla folla di studenti radunati davanti al Caffè Pedrocchi per protestare contro la tirannia austriaca inneggiando all'€™Unità  d"€™Italia. Ci furono un morto e molti feriti. Anche nei moti del 1820/1821 Padova ebbe un ruolo determinante, grazie a personalità  eccellenti come Niccolò Tommaseo, e nei moti del 1848 confermò questa volontà  anche grazie al terribile episodio che colpì gli studenti dell'€™Università . In quel periodo dobbiamo ricordare un padovano illustre, Alberto Cavalletto, che molto fece per la libertà  dei veneti. Inizia così il percorso risorgimentale di Padova, un percorso che la rende protagonista del Risorgimento e che culmina con l"€™ingresso in città  delle truppe italiane il 12 Luglio 1866.

Il 1° Agosto del 1866 Re Vittorio Emanuele II entra in Padova da Porta Santa Croce, procede fino a Prato della Valle dove prende dimora in uno dei palazzi nobiliari affacciati sulla piazza che ne ricorda la permanenza con una lapide. A Padova il Re d"€™Italia volle il suo Quartier Generale e sempre a Padova arrivò lo storico telegramma di Garibaldi: «Obbedisco».
Con il plebiscito del 21 e 22 Ottobre 1866, che sancisce la volontà  popolare di adesione al Regno d"€™Italia, Padova entra ufficialmente nello Stato Unitario. Una lapide in Piazza delle Erbe, affissa alla facciata del Municipio, ricorda quello storico evento:

EPOCHE MEMORANDE / 1866 / 12 LUGLIO / PADOVA LIBERATA / 1 AGOSTO / INGRESSO DI VITTORIO EMANUELE II / 21-22 OTTOBRE / PLEBISCITO/ DOPO QUATTORDICI SECOLI / ITALIA UNITA

Le Venezie fanno finalmente parte dell'€™Italia Unita, proclamata con il Regno d"€™Italia nel Marzo 1861, il giogo straniero è finalmente spezzato.

Una bella lapide su Porta Santa Croce celebra l"€™ingresso di re Vittorio Emanuele II a Padova.
La cittadinanza volle inoltre erigere una statua al primo Re d"€™Italia: si trova nell'€™Esedra di Via Cadorna, poco distante da Prato della Valle, che nel 1867 venne rinominato Piazza Vittorio Emanuele II.
Il rapporto tra Padova e Casa Savoia nasce in questa occasione anche se in realtà  sappiamo da documenti storici che risale al lontano XVI secolo, quando il Duca Emanuele Filiberto, detto Testa di Ferro, soggiornò in città  lungamente, e si protrae nei secoli con attive collaborazioni.

Padova diviene un punto di riferimento per il Regno d"€™Italia, non solo per la storica Università , ma soprattutto come luogo privilegiato per la politica liberale sabauda, che sperimenta nuove applicazioni nell'€™ambito del territorio agricolo delle Venezie, della rete ferroviaria, della rete industriale, delle illuminazioni pubbliche, delle scuole, degli ospedali. Padova in pochi decenni divenne una delle maggiori città  del Regno.

Si giunge quindi all'€™ultimo capitolo della fase risorgimentale, la Prima Guerra Mondiale, che fu per l"€™Italia anche l"€™ultima guerra d"€™indipendenza per unire al Regno d"€™Italia Trento e Trieste.
Tra la fine del 1916 e la fine del 1918 Padova diviene Capitale d"€™Italia al Fronte.
Re Vittorio Emanuele III vuole stabilire la sua residenza a Lispida di Monselice nella Villa Corinaldi, ora Castello di Lispida, e in città  viene spesso ospitato presso Palazzo Giusti del Giardino in Via San Francesco. Da Padova si sposta quotidianamente al Fronte, sull"€™Altipiano di Asiago, sul Pasubio, sulle Dolomiti. La Regina Elena attiva numerosi ospedali all'€™interno dei palazzi del centro storico, si prodiga con i bisognosi, cuce bandiere con le nobildonne padovane.

In quei giorni di guerra fanno visita a re Vittorio Emanuele III e alla regina Elena i Reali del Belgio, Alberto I ed Elisabetta. Con loro c"€™è la giovane principessa Maria Josè, proveniente da Firenze, che scende alla stazione di Battaglia con il marchese Solaro del Borgo e viene accolta dall'€™aiutante di campo di Vittorio Emanuele III. Si reca a Lispida dove, nella serata, incontra per la prima volta il suo futuro marito, il giovanissimo Principe di Piemonte Umberto di Savoia. Trascorrono una settimana insieme tra Padova, dove visitano il Santo ed i monumenti della città , Venezia, Cittadella, Monselice, Este. E"€™ il 1917.

Il 3 novembre del 1918 la guerra viene vinta e finalmente Trento e Trieste sono italiane. A Padova, nelle sale di Villa Giusti, si compie l"€™ultimo atto dell'€™Unità  d"€™Italia.
Sono quindi molti i motivi per cui Padova entra di diritto tra le città  italiane che celebrano i 150 Anni dell'€™Unità  d"€™Italia. Un anno di Celebrazioni Ufficiali dal Marzo 2010 al Marzo 2011.

A Padova si può quindi tracciare un percorso dell'€™Unità  d"€™Italia, in cui sono protagonisti i luoghi della memoria che legano indissolubilmente la città  euganea con la storia della Patria Unita:
- lo Stabilimento Pedrocchi: ritrovo dei moti risorgimentali
- Il Museo del Risorgimento e dell'€™Età  Contemporanea: tempio della memoria storica unitaria
- L"€™Università 
- Porta Santa Croce, dove entrò in Padova Re Vittorio Emanuele II nel 1866
- Villa Giusti, dove nel 1918 venne siglato l"€™Armistizio che sancì l"€™italianità  di Trento e Trieste.

Info:049 8752747
Orario mostra: 10.00-19.00, lunedì chiuso
Biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro. Presentando il biglietto della mostra si ha diritto all'€™entrata ridotta al Museo del Risorgimento e viceversa.

 

Luigi Bernardi Immobile solitudine

Luigi Bernardi Immobile solitudine

Luigi Bernardi esprime, attraverso la sua attività  artistica, il conflitto, oggi più attuale che mai, tra la realtà  delle cose, così come appaiono, e la conoscenza della loro natura più profonda. Le sue opere non intendono, infatti, evadere la realtà  ma piuttosto registrarne i ritmi, accogliere il senso nascosto delle pause, dei silenzi, delle tensioni della materia e delle sue trasformazioni: mirano a individuare i segni della presenza umana e delle abrasioni operate dallo scorrere delle stagioni e del tempo, ma anche a fissare le alterazioni che si verificano sia negli elementi e nelle componenti proprie della materia e del mondo naturale, sia in quelli in cui si nota l"€™intervento più o meno arbitrario dell'€™uomo che li trasforma e li deturpa.

L"€™artista vicentino sa ben rendere nei suoi dipinti il senso acuto della precarietà  di ciò che esiste, delle abrasioni e dell'€™instabilità  di quanto l"€™uomo si impegna a elaborare. Ne consegue che ciascun soggetto rappresentato risulta parte integrante di un disegno più complesso ed è chiamato a esprimere il netto principio della necessità  e della rivelazione interiore. Il suo dipinto su Venezia, per esempio, bene risponde a questa idea di una bellezza armoniosa che tuttavia reca in sé i segni palesi della precarietà  e del lento ma inesorabile disfacimento.

Ogni tinta pare raccolta da un tempo di memorie, dal silenzio che consuma, dal raggio che attraversa persone e oggetti dimenticati, o solo accantonati, sfatti.

Ogni cosa sembra velata di fatica e di solitudine, nella vaghezza di incontrare un"€™orma che sollevi ricordi di passate emozioni, di segni antichi, di una crepa nascosta, custode inattesa. E"€™ lo stupore lo spirito motore della pittura di Luigi Bernardi che si unisce all'€™ascolto dell'€™anima, che guida le plastiche dita quali strumenti espressivi di un rinnovato racconto di mute cicatrici dai solchi graffiati e poi coperti, di taciti bagliori, presto lacrime di cenere.
Curatore Andrea Marcialis.

Info: 049 8751105;0498204546
Orario: 10.00 "€“ 13.00 / 15.00 "€“ 18.30, lunedì chiuso. Ingresso libero.

Premio Letterario Galileo 2010. Selezione cinquina finalista

Premio Letterario Galileo 2010. Selezione cinquina finalista

Con la selezione della cinquina finalista entra nel vivo il Premio Letterario Galileo 2010, giunto quest'anno alla IV edizione. Il 22 gennaio 2010, infatti, presso la Sala Paladin, Palazzo Moroni, la Giuria Scientifica presieduta dal Prof. Paolo Rossi, emerito di Storia della Filosofia dell'Università  di Firenze, selezionerà  le opere finaliste che saranno votate poi dalla Giuria popolare formata dagli studenti di 110 scuole superiori italiane (una per ogni provincia) e da una Scuola Miltare di Milano.

Il premio all'opera vincitrice del concorso sarà  consegnato a Padova, Palazzo della Ragione, il prossimo 5 maggio, durante una cerimonia ufficiale alla presenza di una giuria popolare di studenti appartenenti agli istituti superiori di ogni provincia d'Italia.
L'adesione di prestigiose istituzioni pubbliche e private e il coinvolgimento di tutte le provincie italiane, contribuisce a dare respiro nazionale a questo ambizioso progetto divenuto ormai un appuntamento importante e consolidato nel programma culturale italiano.

Per tutte le informazioni relative all'edizione 2010, si rinvia a: Premio Letterario Galileo 2010.

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Luca Zingaretti legge "La sirena"

Luca Zingaretti legge "La sirena"

Arti Inferiori VII Edizione 2009-2010

Accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti, Luca Zingaretti ci conduce in un percorso tra la carnalità  del presente e la spiritualità  dell'€™Antichità , la ricchezza della poesia della terra siciliana su cui sembra palpitare quella melensa e liquorosa stasi del vivere che connota gran parte dei paesaggi e degli uomini.
Sesto appuntamento dell'edizione 2009-2010 di "Arti Inferiori. Stagione teatrale".

LUCA ZINGARETTI
legge
LA SIRENA


dal racconto "Lighea" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
drammaturgia di Luca Zingaretti
con musiche dal vivo composte da Germano Mazzocchetti

Siamo a Torino, nel 1938. In un caffè, tramite un fortunato incidente, due uomini, ambedue siciliani, s'incontrano. Sono un giovane giornalista, Corbera, unico discendente di un'antica famiglia siciliana, e l'apparentemente arcigno, ex senatore ed esperto ellenista La Ciura.
Paolo Corbèra è nato a Palermo, giovane laureato in Giurisprudenza, lavora come redattore de La Stampa. Rosario La Ciura è nato ad Aci Castello, ha settantacinque anni, ed oltre ad essere senatore, è il più illustre ellenista del tempo. I due a poco a poco, entrano in una garbata e cordiale confidenzan e trascorrono il tempo conversando di letteratura, di antichità , di vecchie e nuove abitudini di vita.
Superficialmente hanno vite non simili, ma sono in realtà  animati dalle stesse passioni e soprattutto dalla stessa solitudine che, fatalmente, li avvicina.
Dalle pagine del racconto "Lighea" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ambientato nella fredda Torino, emerge invece con vigore la calda Sicilia.

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Per ulteriori informazioni si rinvia a: Arti Inferiori. Stagione Teatrale 2009-2010.

Giulio Casale, La Canzone di Nanda

Giulio Casale, La Canzone di Nanda

Arti Inferiori VII edizione stagione teatrale 2009-2010

Quinto appuntamento dell'edizione 2009-2010 di "Arti Inferiori. Stagione teatrale".

GIULIO CASALE
presenta

LA CANZONE DI NANDA

di e con Giulio Casale
dai Diari 1917-1973 di Fernanda Pivano
scenografia e immagini di Lucio Diana
regia di Gabriele Vacis

Lo spettacolo ripercorre le tappe di un' €™avventura lunga quasi un secolo attraverso i Diari 1917-1973 e i racconti originali che Fernanda Pivano ha fatto al suo caro amico Giulio Casale negli anni della loro frequentazione, dando così vita ad un affresco poetico ricco di immagini e melodie.
La narrazione è accompagnata da immagini inedite e sottolineata da momenti musicali che attraverseranno le tappe più importanti degli artisti legati alla Beat Generation e dei loro più significativi eredi evocati attraverso le parole di Fernanda Pivano, la Nanda. Uno spettacolo toccante a pochi mesi dalla morte della scrittrice, allieva prediletta di Cesare Pavese, che tradusse, per prima in Italia l'€™Antologia di Spoon River e diffuse i grandi romanzi della disperata generazione Beat.
Giulio Casale, scrittore, autore e "€œcantattore"€ di grande talento, negli ultimi anni ha saputo farsi apprezzare dal pubblico portando in teatro spettacoli che si collocano a pieno merito nel genere del "€œteatro canzone"€. La regia dello spettacolo è affidata all'€™arte di Gabriele Vacis, considerato uno dei più importanti registi italiani. La scenografia e l'€™elaborazione delle immagini sono affidate a Lucio Diana, apprezzato ed eclettico artista multimediale.

Per ulteriori informazioni si rinvia a: Arti Inferiori. Stagione Teatrale 2009-2010.

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