L'antica Napada (2500 a.c.)

L'antica Napada (2500 a.c.)

Giornata di studio

Le origini della cultura urbana nella Siria nord-orientale: Tell Beydar a metà  del terzo millenio a.c.
Presiede Yacub Aslo, presidente di Amis - Ass.ne di Amicizia Italia Siria
Relatore Lucio Milano Univ. Ca Foscari Dipartimento Scienze dell'Antichità 
Interventi di Talal Bakdounes - Pres. Comunità  Araba Siriana ed Elias Salloum Ass.ne Benessere e società  Onlus

Zachor - Ricorda

Zachor - Ricorda

Zachor è una parola ebraica che significa ricorda. E con questa mostra si vuole appunto ricordare e testimoniare la Shoah con immagini dal forte impatto.
Una galleria di oltre cento foto ripercorre gli anni più bui della nostra storia dall'ascesa del nazionalsocialismo alla guerra e alla soluzione finale. La mostra si avvale di reperti fotografici del Museo Yad Vashem di Gerusalemme e dell' Holocaust Memorial Museum di Washington.

Zachor, in ebraico significa "€Ricorda"€. Ricordare è uno dei massimi precetti biblici. L"€™ebraismo stesso si fonda su questo precetto e sul tramandarsi i ricordi di padre in figlio.
A sessant"€™anni dalla Shoah è dovere di ciascun uomo mantenere viva la memoria di quegli orrori e tramandarli alle future generazione affinché non si ripetano
.
La parte centrale della mostra é costituita da sette pannelli disposti in modo da formare una "€œMenorah"€ : i pannelli costituiscono le candele, le corda i bracci di questa.
L"€™uso della simbologia della Menorah, oltre ad un richiamo alla storia e alla cultura ebraica, vuole anche ricordare i sette milioni di uomini, donne, bambini che la barbarie nazista ha sterminato nel lucido tentativo di cancellare dal mondo ebrei, zingari, disabili, Testimoni di Geova, oppositori politici....
In questa sezione una selezione di fotografie di persone, di sguardi innocenti di bambini, di oggetti, di immagini dal forte impatto vuole parlare direttamente a colui che osserva. Dietro ogni immagine si nasconde un mondo, la cui scoperta é lasciata alla sensibilità  del visitatore.
La parte restante della mostra é costituita da sezioni che ripercorrono la storia della Shoah, delle persecuzioni, dei massacri e del genocidio.
La mostra è organizzata dal Comune di Padova Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo in collaborazione con l'Ass.ne Shalom - promozione Cultura Ebraica di Firenze.

Le sezioni sono:

1 Ascesa dei fascismi;
2 Discriminazione e Leggi Razziali;
3 I Ghetti;
4 Le Deportazioni ;
5 I Campi;
6 La Liberazione;

Per rendere più esaustivi i pannelli sono inoltre presenti delle mini-brochure esplicative posizionate su supporti posti in prossimità  dei pannelli.

L"€™utilizzo dei materialiI

La mostra, in contrasto con l"€™argomento trattato utilizza materiali poveri e leggeri (stoffe, corde, cuscini). Le foto sono applicate sui pannelli per mezzo di corde sottili come il legame che ci unisce alla vita e alla memoria, ma allo stesso tempo robuste come il coraggio degli eroi che si sono battuti per la libertà , forti come la fede con cui gli ebrei affrontavano la morte.

Colori e simboli

I colori predominanti della Mostra sono il nero che sottolinea la gravità  dell'€™argomento trattato mettendo in risalto le immagini, ma anche il bianco e l"€™azzurro simboli del popolo d"€™Israele.
Oltre al già  citato simbolo della Menorah, la mostra usa frequentemente la forma della Stella di David, anche questa presa a prestito dalla simbologia ebraica, ma che rappresenta anche un richiamo alla tristemente famosa stella gialla, imposta agli ebrei come segno distintivo della loro inferiorità  sociale.
Il numero delle foto e la loro disposizione sui pannelli richiama infine simboli e numeri della Kabbalah (la mistica ebraica).

Orario: aperta tutti i giorni dalle10:00 alle 19:00
Ingresso libero
Info: +390498204537 - 4546

Il Giorno della Memoria - 2007

Il Giorno della Memoria - 2007

In occasione del Giorno della Memoria 2007 il Comune di Padova propone una serie di iniziative che convolgeranno il pubblico e le scuole di Padova e Provincia.

Mostre, dibattiti, performance teatrali, cinema, letture.

La storia del genere umano ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini. Quello attuato in Europa nel Novecento contro gli ebrei differisce dagli altri per le sue caratteristiche di radicalità  e scientificità . Mai era accaduto, ad esempio, che persone abitanti nell'€™isola di Rodi o in Norvegia venissero arrestate per essere deportate in un luogo (Auschwitz) appositamente destinato ad assassinarle con modalità  tecnologicamente evolute. Per questo si parla di "€œunicità "€ della Shoah; definizione che pertanto costituisce il risultato di una comparazione storica, e non un pregiudiziale rifiuto di essa.


Calendario delle iniziative


vedi mostra Zachor

Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica

Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica

Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica

Sulla scia della grande tradizione scientifica che da sempre la connota, la città  di Padova ha avviato, in questi ultimi anni, una serie di iniziative e di eventi volti a valorizzare e a diffondere il sapere scientifico e le attività  ad esso collegate e si appresta a celebrare l"€™atteso anniversario galileiano del 2009, dichiarato dalle Nazioni Unite, su proposta dell'€™Unesco, Anno Internazionale dell'€™Astronomia.

E"€™ in questo contesto che s"€™inserisce anche l"€™importante premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica - quest"€™anno alla sua prima edizione - che vanta una giuria scientifica di altissimo livello, composta da studiosi di ambiti disciplinari diversi, giornalisti di settore, critici, cultori e presieduta dal prof. Umberto Veronesi, sensibile e attento alla promozione e diffusione di una mentalità  scientifica consapevole e positiva, anche attraverso l"€™attività  della Fondazione che porta il suo nome.

Promossa dal Comune di Padova, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività  Culturali e il Ministero della Pubblica Istruzione, l"€™Università  degli Studi di Padova, la Regione del Veneto, la Provincia di Padova, l"€™Anci, l"€™Upi e Turismo Padova Terme Euganee, l"€™ambiziosa manifestazione segue nella strutturazione la formula del Premio Campiello e si avvale del patrocinio della Fondazione Il Campiello e dell'€™Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti in Padova e del sostegno del Consorzio Venezia Nuova e di Banca Amro Antonveneta.


Accanto alla giuria scientifica che seleziona i 5 finalisti, ci sarà  quindi una giuria popolare, formata da 103 classi IV di Licei e Istituti Superiori rappresentative di tutte le province italiane, cui spetterà  il compito di votare il libro vincitore.


L"€™opera premiata sarà  dunque selezionata, alla fine, da circa 3000 studenti.

La sfida della divulgazione scientifica è divenuta in questi anni questione fondamentale per lo sviluppo della società  e per una partecipazione consapevole alle scelte sul futuro del pianeta e dell'€™umanità .
E Padova, città  che da sempre svolge un ruolo di primo piano sia nella ricerca che nella formazione - dove proprio con Galileo Galilei (che insegnò nell'€™ateneo patavino per 18 anni) nasce la scienza moderna - sente con crescente convinzione l"€™esigenza di contribuire ad un"€™ampia diffusione della conoscenza, in tutti i campi del sapere scientifico e tecnologico.


I libri segnalati, tra i quali selezionare la rosa dei finalisti, dovevano essere dunque opere di divulgazione, centrate sia sull"€™attualità  sia sulla ricostruzione storica, dirette a diffondere tra un vasto pubblico i portati della scienza moderna e delle sue molteplici applicazioni; libri pubblicati in lingua italiana per la prima volta tra l"€™1 settembre del 2005 e il 30 settembre del 2006 e regolarmente in commercio, i cui autori risultino viventi alla data della riunione di selezione. (leggi il regolamento)

L"€™incontro della giuria scientifica per la selezione delle cinque opere finaliste sarà  pubblico e si terrà  a Padova, presso la Sala Paladin di Palazzo Moroni, il 9 febbraio 2007. ( i risultati saranno visibili il giorno 10 febbraio)
Nel corso della seduta, verranno espresse le scelte, con l"€™enunciazione delle motivazioni, da parte di ciascun giurato e dunque si assisterà  alle votazioni finali.


Le opere che otterranno il maggior numero di voti e, in ogni caso, almeno i voti della metà  dei giudici più uno, saranno dunque inviate agli studenti delle classi selezionate (sono le Amministrazioni Provinciali ad indicare alla segreteria del Premio, ogni anno, una IV classe da inserire nella giuria), perché vengano lette e votate.
E nel maggio 2007, a Padova, grande cerimonia finale di premiazione dell'€™opera vincitrice, alla quale parteciperanno almeno un migliaio degli studenti che hanno preso parte alle votazioni.

Info:+39 0498205626-5627-5630

Marzia Gallinaro - Le ragazze sono asine Girls are Asses

Marzia Gallinaro - Le ragazze sono asine Girls are Asses

Un progetto ispirato dall'opera shakespeariana Sogno di una notte di mezza estate si compone in due parti: una espositiva delle opere pittoriche e una performativa dal titolo L'asina S-posa

Il progetto nasce dal fascino esercitato sull"€™artista da una celebre scena del shakespeariano Sogno di una notte di mezz"€™estate - quella in cui Titania, regina delle fate, risvegliandosi dall'€™incantesimo si innamora di Bottom, trasformato in asino.

Nel cedere a Titania il significato simbolico della figura di Bottom, Marzia non compie una semplice operazione di scambio dei ruoli, ma propone una percezione dell'€™universo femminile rendendola collettiva.
Caratteristica delle "€œAsine"€ è di essere immediate nel richiamo all'€™identità  di ognuna. Opere al femminile che si rivolgono indistintamente ad entrambi i sessi. Le Asine seducono chi sta di fronte a loro grazie a un appeal immediato, per il quale ritroviamo in ogni rappresentazione una declinazione dell'€™essere femminile che ci appartiene.


E"€™ la loro doppiezza costitutiva e intrinseca a innescare un movimento di attrazione e repulsione, che ci coinvolge perché fa diretto riferimento a quell"€™intimo che siamo ma che non riconosciamo. D"€™altra parte l"€™ibrido si presta ad un confronto-scontro con la natura del nostro essere. Le ragazze Asine mettono in scacco i nostri timori, dicendoci amorevolmente chi siamo e con quanto piacere potrebbero esistere nel nostro percepito.


L"€™artista gioca ironicamente con i significanti partendo dall'€™incantamento e dalla seduzione, attraverso un percorso che tenta di costruire un"€™architettura tra emozione e cognizione, che vuole ricomporre uno spazio emozionale e ideale (di idee), di riflessioni e rappresentazioni.
Così l'autrice descrive e imposta il progetto che anima la mostra: "€œIl lavoro si sviluppa su due versanti che si intrecciano continuamente in un gioco di rimandi a sfondo sessuale e politico (in senso ampio). Privato, ovvero autoironico, intimo, di riconoscimento/disconoscimento. Di confronto con l"€™immagine ancestrale della donna animale. La forza sensuale/sessuale della rappresentazione del corpo-animale. L"€™accettazione del lato "€œoscuro"€ della banalità  oggettiva. La ricerca/espressione di una diversa realtà  di soggetto.


Pubblico, ovvero ludico-comunicativo. L"€™identificazione o il rifiuto dei modelli dell'€™immaginario collettivo. La rappresentazione del gruppo. Sentirsi parte di una visione accomunante o confrontarsi politicamente e ironicamente con la rappresentazione dell'€™ovvio culturale"€.

Nell"€™esposizione padovana il progetto si sviluppa attraverso due forme: l"€™iconografia, come primo livello di riconoscimento simbolico-mediatico, e la performazione, come secondo livello di coinvolgimento rituale, esistenziale, pubblico.

Sul piano iconografico lo spazio espositivo è animato da venti grandi lavori di uguali dimensioni, leggeri e luminosi, realizzati su carta da pacchi con smalti e colori acrilici particolarmente brillanti. Uguali eppure diversi nel raccontarci un travestimento/metamorfosi che coglie, con esatta e perfida allegria, il lato cangiante dei comportamenti.
Nei lavori di Marzia Gallinaro l"€™ambiguità , la voglia di ibridazione, di trasformazione, molto spesso soffocata per ragioni sociali o di convenienza, esplode con una libertà  ludica e per nulla ripetitiva, anzi in mille sfumature.

Nella performance una giovane ragazza vestita da sposa, bianca, con la testa di asina dai lunghi capelli neri, si muove in una sorta di danza propiziatoria sulla musica della classica marcia nuziale, portata al massimo stravolgimento.
L"€™aspetto ritmico è stato lungamente elaborato per crescere, creando un climax intenso nella zona centrale della composizione, alternando bit ossessivi e rituali, anche asincroni, per destabilizzare in maniera attiva l"€™ascoltatore. Tutto questo disegna un"€™ipnotica spirale sonora che si avvolge su se stessa e poi si dipana tornando all'€™origine.

Biografia

Marzia Gallinaro vive e lavora a Padova dove ha frequentato l"€™Istituto d"€™Arte "€œPietro Selvatico"€, prima di iscriversi all'€™Accademia di Belle Arti di Brera e diplomarsi in Scenografia.
La sua attività  artistica si è sviluppata nell'€™ambito cinematografico - come scenografa e assistente scenografa in produzioni nazionali e internazionali, e in campo teatrale. Ha realizzato allestimenti scenici per locali ed eventi culturali e si è occupata di progettazione grafica, di illustrazione e di interior decoration, tutte cose che continua a fare. La sua ricerca si avvale dell'€™utilizzo di pittura, video, performance e senza timori sperimenta le diverse possibilità  di "€œcomunicazione"€. Per lei l"€™idea, il percetto in sé contiene il suo linguaggio più intrinseco. E"€™ attraverso la cura di questa sensibilità  nel cogliere che l"€™artista tenta di dar corpo e sostanza a ciò che si definisce astrattamente realtà : tempo/spazio, corpo/ pensiero.
Tra le varie mostre personali citiamo le più recenti: "€œQualcosa di personale"€ Donna Irene, 2005; Ovosodo,Vicenza 2005; Em"€™arte 2006 Livorno, 2° Premio a cura di R.M.Sateriale, Ecomuseo dell'Alabastro, Castellina M. Pisa, 2006; Saturarte, 11° rassegna d'arte contemporanea a cura di M.Napoli e M.Pepe, Genova 2006; Saturarte Premio Giovani 2006, Genova; Galleria A regolad'arte Mantova 2006; Segnalata (catalogo) Premio Celeste 2006. Presente nell'€™archivio virtuale "€œProgetto Maionese"€ di Galleria Civica En Plein Air, Pinerolo, Torino. Galleria Artlifefortheworld, Venezia, 2007.

(*) La performance verrà  ripetuta il 9 e 29 marzo 2007 alle ore 17.30

L"€™evento, organizzato dall'€™Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova e introdotto da Elio Armano e da Simonetta Gorreri, direttore artistico del Centro culturale "€œArtlife for the world"€ di Venezia, prevede l"€™esposizione di venti stazioni pittoriche e la presentazione in tre date della performance intitolata l"€™Asina in s-posa


Info: +39 049 8204529 4563
Orario : 10.00 "€“ 13.00 / 15.30 "€“ 18.30, lunedì chiuso. Ingresso gratuito.












































































































































































Info:
Orario: dal martedì alla domenica 10:00-13:00/15:00-18:00- chiuso lunedì
Ingresso: libero
Tel. +39 0498204529

Forma e colore - Fidapa

Forma e colore - Fidapa

Forma e colore - Fidapa


Prima mostra collettiva di pittura , grafica e fotografia delle artiste Fidapa del distretto del Nord Est, tesa a mettere in risalto il valore culturale di questa Associazione che sostiene il ruolo della donna nella società .

La mostra è un originale offerta di voci, proposte, figure che coinvolgono il pubblico in una comune riflessione: il bisogno di visibilità  della donna, peraltro giustificato dal fatto che il nostro è il tempo del visibile, non è vacuo palcoscenico dell'apparire, ma piuttosto necessità  di interrogarsi sul cambiamento. Un cercare istintivo e innato di dare senso alle cose, un saper fondere insieme esperienze diverse.
Info:
Orario: dal martedì al sabato 10:00 - 21:00 - lunedì 13:00 - 21:00
ingresso libero
tel. +39 049 8204522

Maurizia Manfredi - Umberto Menin Lo spazio della memoria

Maurizia Manfredi - Umberto Menin Lo spazio della memoria

In mostra l'ultima produzione dei due artisti. una quarantina di opere tra dipinti, sculture e disegni caratterizzate da una ricchezza di effetti materici e coloristici.


La mostra propone un vero e proprio percorso nello "€œspazio della memoria"€, sia personale dei due artisti sia collettiva.
Maurizia e Umberto vantano anni di ricerche e sperimentazioni su tecniche, compiute in vere e proprie "€œbotteghe d"€™arte"€, e una lunga militanza nel campo della grafica e in quello della pittura.

Il loro percorso artistico inizia intorno agli anni Ottanta quando partecipano ai primi concorsi ottenendo premi e pubblici riconoscimenti. Espongono in numerose mostre personali e collettive.
Il 1987 segna l"€™avvio di una nuova fase dedicata ai simposi artistici nazionali e internazionali.
Grazie a queste esperienze si realizzano, nel tempo, progetti espositivi, soprattutto a Parigi.
Diverse le esposizioni padovane: nel 1989 e 1993 presso la galleria d"€™arte "€œIl Sigillo"€; qualche anno più tardi, nella galleria civica di p.zza Cavour; mentre nel 1999 concludono, presso la "€œCattedrale"€ dell'€™ex Macello, il percorso espositivo che insieme ad altri artisti li ha visti impegnati in un progetto europeo.

Più volte la ricerca dei due autori si è intrecciata anche con il teatro, soprattutto quello di Scolari.
Maurizia Manfredi e Umberto Menin sono pittori che hanno incluso l"€™arte nella propria vita e viceversa. Facendo tesoro delle inevitabili contaminazioni che il legame affettivo e professionale ha prodotto, ciascuno si muove nell'€™ambito di una personale ricerca espressiva che per entrambi non può comunque prescindere dalla realtà  che li circonda.

Mauriza ManfrediI
All"€™inizio gli interessi artistici di Maurizia erano rivolti soprattutto alla scoperta della propria città , all'€™indagine dei suoi monumenti medioevali e rinascimentali, alla loro storia e alle relazioni che potevano avere con la sua esistenza.
Già  allora prediligeva le basi materiche che nel corso del tempo diventano gli elementi portanti della sua pittura.
Tra gli anni "€™80 e "€™90 si dedica alla serie "€œMuri e graffiti"€. I muri, con le loro scritte e le loro stratificazioni, da sempre affascinano Maurizia per la potenzialità  comunicativa in essi contenuta, che va al di là  di ciò che appare e diventa testimonianza. Frammenti di figure sembrano uscire dallo spessore di vecchi intonaci dove il vissuto è marcato da segni graffiti, da mozziconi di frasi che celano significati ora palesi ora oscuri. Il muro come palinsesto della storia, come stratificazione di passaggi-messaggi di esistenze.
Talvolta l"€™elemento figurativo scompare per lasciar spazio alle superfici materiche e alle possibili diverse composizioni: è da qui che nasce la serie dei "€œCieli"€, di cui abbiamo alcuni suggestivi esempi in mostra.
Dal 2000 Maurizia è tornata alla figurazione rendendo più manifesto ed esplicito il dialogo personale con la storia dell'€™arte.

Nella serie titolata "€œAntologiche"€, in parte esposte in mostra, Maurizia riprende e rielabora particolari iconografici da quadri di artisti famosi, oppure recupera vecchi dipinti o semplicemente esegue opere di piccolo formato, dei più svariati generi, utilizzando le tecniche tradizionali della pittura. Ne ricava "€œframmenti"€ segnati dal tempo, che colloca in un pannello più ampio, servendosi di alcuni elementi base quali tele, carte, colle, maltine, pigmenti e bitume.
La paziente "€œpesca archeologica"€ diviene il pretesto per affrontare alchimie compositive nello spazio grande e nel contempo piccolo del quadro. Ed ecco che la memoria riconduce al muro che attraverso le sue stratificazioni ci svela i segni del passato.

Umberto Menin
Umberto ha maturato da autodidatta una lunga pratica del mestiere di pittore che continua a svolgere con la stessa, grande passione, ponendo al centro dei suoi interessi il problema della forma. Egli, infatti, concepisce l"€™arte come un fare, un dar forma ad immagini concettuali, a pensieri ed emozioni.
La sua pittura parla dell'€™uomo e del suo contenitore: la città . La sfida che continuamente si pone è quella di conciliare la forma organica con la geometrica, la passione con la razionalità .

Se la città  è il frutto della razionalità  e soggetto ideale per la composizione geometrica, l"€™essere umano, al contrario, è il groviglio delle linee e delle passioni.
Dal 1987 Umberto è entrato in simbiosi con Calvino e l"€™opera le "€œCittà  invisibili"€, poiché ancora oggi, a distanza di tanti anni, esemplificano il suo modo di fare pittura: la città  è un simbolo complesso che offre le maggiori possibilità  di esprimere la tensione tra razionalità  geometrica e groviglio delle esistenze umane.
Alcune analogie le ritroviamo anche nella musica jazz in cui il motivo di partenza, smembrato e ricostruito, diventa qualcos"€™altro.

Ogni qualvolta il percorso artistico di Umberto sfiora l"€™astratto, egli si ferma e, spinto dall'€™inesauribile curiosità , ricomincia la ricerca.

Nelle opere dell'€™autore il punto di partenza è un soggetto riconoscibile, spesso ampio e complesso, sul quale compie successivi interventi di semplificazione formale fino alla definizione dell'€™elemento portante.
Umberto non libera la materia-colore dalla forma ora più tesa, come nei primi dipinti, ora più morbida come nella maggior parte delle opere esposte, realizzate negli ultimi due anni. Sebbene il quadro sia sempre sorretto da una solida struttura compositiva, i suoi frammenti sono diventati delle finestre su scorci avvolti in atmosfere evanescenti e silenziose.

Nell"€™ambito della manifestazione è previsto un incontro con i pittori che si terrà  venerdì 16 febbraio alle ore 17.30

Biografie

Maurizia Manfredi
Vive e lavora a Padova. Per dodici anni ha collaborato al Laboratorio d"€™arte Grafica in via Zabarella a Padova. Dal 1988 al 2000 ha tenuto corsi di pittura-disegno presso lo Studio "€œArtemisia"€.

Umberto Manin .
Vive e lavora a Padova: Dal 1980 al 1992 è stato titolare del Laboratorio di Grafica d"€™Arte in via Zabarella. Da 17 anni tiene corsi di pittura e disegno.

Alcune opere dei due artisti fanno parte della collezione del Museo d"€™Arte Moderna di Minsk (Bielorussia) e della Pinacoteca del Comune di Padova. Hanno partecipato a un centinaio di collettive e concorsi, ricevendo premi e riconoscimenti.


Info:+39 049 8204529
Orario: dalle ore 10.00 alle 20.00, il lunedì dalle ore 13.00 alle 20.00, domenica chiuso.
Ingresso gratuito.









Andrea Mantegna e Padova, 1445-1460

Andrea Mantegna e Padova, 1445-1460


Prorogata al 28 gennaio 2007.

Superati i 125.000 visitatori, afflussi record e da sabato 16 dicembre esposta anche la Sant'Eufemia del Museo di Capodimonte.
Un'esposizione certamente di respiro internazionale che ha catturato l'interesse delle testate più rappresentative di stampa radio e tv dei diversi paesi europei ed extraeuropei.
 

Sono molte le ragioni che rendono unico l'evento con cui Padova celebra il V centenario della morte di Andrea Mantegna. Innanzitutto l'eccezionalità  e la qualità  delle opere che saranno esposte nella mostra Mantegna e Padova 1445-1460 .Il lungo studio dei curatori documentato anche nel catalogo che accompagnerà  l'evento permette di riaffermare l'importanza di Padova nella formazione del Mantegna e nella definizione del suo innovativo linguaggio.

Mario Botta, architetto di fama internazionale allestirà  il percorso espositivo.

Un altro evento renderà  davvero eccezionale e unica la celebrazione di Mantegna a Padova, consentendo per la prima volta di "€œrileggere"€ l"€™effetto dirompente che ebbe l"€™arte del maestro nei primi anni della sua attività , riportando in vita il capolavoro assoluto e la sua opera più rivoluzionaria:


Sarà  infatti, possibile ammirare, dopo anni di studi e di indagini, il restauro della Cappella Ovetari - parte integrante del percorso espositivo - con la ricomposizione e la ricollocazione nel luogo d"€™origine di parte degli affreschi, bombardati e ridotti in frammenti (oltre 70.000) nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nonché una ricostruzione virtuale del ciclo pittorico, che rivestiva completamente l"€™interno della cappella stessa.

Le scoperte eccezionali per i visitatori della mostra patavina non sono finite.

Farà  per la prima volta la sua apparizione al pubblico - proprio a Padova in occasione delle celebrazioni mantegnesche - un inedito,

Un"€™opera straordinaria di collezione privata, che verrebbe ad integrare come autografo il catalogo del maestro patavino. E"€™ proprio in quest"€™ottica che a Palazzo Zuckermann - parte del complesso museale civico di Padova, e visitabile con il biglietto della mostra "€œMantegna e Padova 1445-1460"€ - dal 29 settembre 2006 sarà  possibile ammirare l"€™inedito dipinto nell'€™ambito di un progetto espositivo nuovissimo, per impostazione metodologica, e affascinante per quanti - studiosi e vasto pubblico - vorranno capire il lungo percorso d"€™indagine storico-documentaria filologica e scientifica che accompagna un"€™attribuzione di tale importanza.

In una Padova totalmente coinvolta nell'€™omaggio al suo grande artista e che per l"€™occasione propone anche numerosi itinerari tematici legati ai tempi del Mantegna, i visitatori avranno infine modo di "€œcuriosare"€ tra i documenti originali, normalmente celati e custoditi negli archivi della città , inerenti l"€™attività  artistica e la vita privata del maestro. Nella Loggia e Odeo Cornaro dal 29 settembre 2006, la mostra Omaggio ad Andrea Mantegna, curata dall'€™Archivio di Stato di Padova, si esporranno atti notarili, contratti autografi, testamenti, atti giudiziari ecc. riferibili al pittore patavino, per ricostruire uno spaccato di vita artistica e sociale della città  del Santo nel Quattrocento.
Itinerari Mantegneschi

La mostra a Padova
sito uficiale:Andrea Mantegna 1445-1460

Sono iniziati percorsi e laboratori didattici per scolaresche all'interno della mostra su Andrea Mantegna.

Nell'ambito del ciclo di conferenze organizzate dall'Associazione Amici dei Musei e Monumenti di Padova e Provincia il giorno 19 luglio Vittorio Sgarbi presenta in anteprima l'evento.
info 049650442 3487735785 ingresso libero fino a esaurimento posti.



Abbiamo fatto:

16 luglio 2006- Museo agli Eremitani Conferenza sull'evento Mantegna presentato da
Vittorio Sgarbi

Secondo ciclo di conferenze organizzato dall'Associazione La Torlonga
vedi programma

Anteprima su Mantegna
Un ciclo di conferenze dedicate ad Andrea Mantegna prepara il grande evento espositivo previsto per settembre in collaborazione con gli Amici dei Musei di Padova.


Andrea Mantegna a Padova. 1445 - 1460.
Alberta De Nicolò Salmazo, Università  degli Studi di Padova


Cappella Ovetari: vicende e recuperi.
Anna Maria Spiazzi, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico delle province di Venezia Padova Belluno Treviso


Padova e Venezia. La Pala d'altare tra Tardogotico e Rinascimento.
Davide Banzato, Direttore dei Musei Civici di Padova


La Mostra su Mantegna tra scienze,comunicazione e marketing.
Maurizio Cecconi, Amministratore delegato Villaggio Globale International


Info:
+39 049 650442
+39 348 7735785



dalle 9 alle 18, all'€™ingresso dei Musei Civici agli Eremitani sarà  allestito uno sportello postale temporaneo dove sarà  possibile acquistare le cartoline con l"€™immagine della mostra, specificatamente prodotte dalle Poste Italiane in collaborazione con il Comune di Padova, timbrate con lo speciale annullo filatelico dedicato alla mostra Andrea Mantegna e Padova 1445 "€“ 1460, il grande evento patavino che aprirà  il 16 settembre nelle sale dei Musei Civici agli Eremitani.

Serata sentimentale

Serata sentimentale

Maratona notturna di lettura testi da I Nuovi Sentimenti

Lettura integrale dei testi da parte degli autori: Marco Bellotto, Gianfranco Bettin, Romolo Bugaro, Umberto Casadei, Marco Covacich, Alberto fassina, Roberto Ferrucci, Marco Franzoso, Alberto Garlini, Marco Mancassola, Giulio Mozzi, Massimiliano Nuzzolo, Tiziano Scarpa, Vitaliano Trevisan, Gian Maria Villalta.

Pensieri Preziosi 3

Pensieri Preziosi 3

Assemblaggi, geometrie, mito e memoria nei gioielli di R.P.Cuyàs, D.Kruger, R. Peters, G. Visentin

Nuova rassegna di goiielleria contemporanea a partire da dicembre con la rassegna Pensieri Preziosi 3. Quattro artisti di fama internazionale quattro artisti europei,provenienti da Spagna,Germania, Olanda, Italia. Con i loro gioielli esposti circa 30 per artista viene ricostruito il loro percorso creativo.


 

Torna, con la terza edizione, la prestigiosa rassegna di gioielleria contemporanea Pensieri preziosi 3 che quest"€™anno proporrà  le opere di quattro artisti di fama internazionale come Ramon Puig CuyÍ s (Spagna), Daniel Kruger (Germania), Ruudt Peters (Olanda) e Graziano Visintin (Italia).
Attraverso i gioielli esposti, circa una trentina per autore, si potranno chiaramente ricostruire i percorsi creativi di questi grandi orafi che metteranno a confronto e in dialogo il loro ingegno e la loro creatività  . Il visitatore potrà  così scoprire mondi diversi, opere originali e raffinate, che si confronteranno in modalità  realizzative, forme, utilizzo dei materiali più vari e filosofie di pensiero.

In occasione della mostra l'Assessorato organizza una serie di incontri

Presentazione di Mirella Cisotto:


Sono Daniel Kruger (Germania), Ruudt Peters (Olanda), Ramon Puig Cuyàs (Spagna), Graziano Visintin (Italia), i protagonisti di questa terza edizione di Pensieri preziosi che delineerà , attraverso le opere esposte, il percorso creativo di questi grandi artisti, connotandone nettamente il profilo e la maturità  artistica raggiunta. Formatisi presso importanti Scuole che hanno condizionato lo sviluppo artistico del gioiello contemporaneo in Europa, questi sono ora stimatissimi docenti e continuano, con il loro insegnamento, quel processo iniziato negli anni cinquanta, che ha portato ad una nuova concezione del gioiello, visto non più come semplice ornamento, ma come libera e compiuta espressione artistica, come esito di un"€™idea, di un"€™emozione, di un progetto, di sperimentazione e capacità  tecniche non diversamente da una scultura o da un dipinto.


La scelta di artisti così differenti nella loro espressione creativa, docenti in importanti Scuole come l'University of Art and Design a Burg Giebichstein in Halle, la Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam, la Massana di Barcellona e l"€™Istituto Pietro Selvatico di Padova, prelude all'€™idea di presentare, nelle prossime manifestazioni, le più importanti Scuole europee di oreficeria per poter tracciare, alla fine, un quadro esauriente e aggiornato dell'€™evoluzione dell'€™oreficeria europea del secondo Novecento.

Estremamente diversi, come si avrà  modo di notare, sono i codici espressivi utilizzati, differenti le tecniche, le soluzioni, la scelta dei materiali; identica invece la valenza data all'€™oggetto gioiello, l"€™impegno progettuale, la sfida al rapporto gioiello"€“corpo, la convinzione che il lavoro in piccola scala non sminuisca l"€™apporto creativo ma richieda un"€™ulteriore attenzione al dettaglio, ai rapporti, alla forma nel richiamo di una relazione più intima tra artista e opera, tra opera e fruitore.


Nei gioielli esposti, esiti di un severo percorso di sperimentazione e di ricerca, s"€™intravedono da un lato il mito, il mistero, la magia, i riti, il ricordo, la nostalgia di viaggi in terre lontane, il fascino del mare, l"€™eco di antiche tradizioni tribali, dall'€™altro la ricerca della forma armonica e perfetta, di un programmato senso della modularità , e quindi lo stile, l"€™eleganza, l"€™equilibrio ritmico e secco della geometria. I materiali utilizzati sono molteplici ed estremamente vari: sono presenti metalli preziosi come l"€™oro, l"€™argento mescolati a pietre dure e semi preziose, lapislazzuli, crisoprasi, turchesi, ma ancora coralli, cristalli di rocca e materiali alternativi come vetro, plastica, tessuti (lino, seta), metalli poveri (nichel, rame, piombo, bronzo, ottone, stagno, ferro, cromo), legno, sassi, carta, gesso, pietra, osso, acrilici, paraffina, plastiche, stearina e poliestere.

Se Daniel Kruger dichiara di vedere il gioiello come semplice monile, ornamento per il corpo, nel contempo lo assurge a segno significante del momento estetico in cui è stato creato, del modo di essere e di vivere contemporaneo. I gioielli sono oggetti che più di ogni altra creazione artistica partecipano alla vita quotidiana , interagiscono con l"€™uomo, le sue esigenze, le sue pulsioni, i suoi desideri. Molteplici sono le sue fonti di ispirazione, da cose e fatti del passato ai più banali oggetti della quotidianità  che vengono rivisitati e interpretati con un forte senso del colore e della decorazione.

Affascinato dal passato, dalla storia, dall'€™archeologia e dalla geologia, saperi che ci portano alle origini per proiettarci più consapevoli al futuro, dà  ai suoi lavori un impulso del tutto personale e, pur tenendo intatti i canoni principi della tradizione (una collana è una collana, un anello è un anello) si volge a realizzazioni insolite e particolarissime. Queste vedono preziosi tessuti di minute perline fissarsi quali sacchi a parti dorate o argentate, frammenti di meteoriti emulare la classica collana di perle bianche, o ancora fili di seta di vario colore, spesso sfrangiati, far da corona a corpi metallici di chiara suggestione organica. Le sue composizioni rivelano il gusto per tutto ciò che è minuto, prezioso, intimo, una grande abilità  nel creare reti di perle o di pietre e nel contrapporre, con l"€™utilizzo di materiali tanto diversi, il chiaro allo scuro, il fisso al mobile, il morbido al rigido in un insolito gioco di luci e colori.
Ruudt Peters crea gioielli che ad un primo momento sconcertano, stupiscono, che attraggono e respingono, oggetti che non rientrano certo nel gioiello di tradizione e che, anche nella vivace Olanda, sono segno di un"€™inusuale ricerca e di un"€™insolita quanto originale creatività .

Le sue opere, i suoi titoli rivelano un"€™erudizione profonda, un"€™attrazione forte per quanto è simbolo, mito, magia, rito e religione, aspetti che trasudano dai suoi gioielli e ne fanno oggetti unici, ricchi di concetti, racconti, sensazioni. Pietre naturali, cristalli, paraffina, stearite, gesso, plastiche, argento formano oggetti che paiono esiti di procedimenti alchemici, dove pietre vengono polverizzate e ricostituite in altra forma, dove l"€™argento viene occultato da infiniti strati di poliuretano, dove forme plastiche racchiudono il vuoto, dove corpi cavi, concrezioni resinose, diventano bolle trasparenti in cui si innestano minuti frammenti di pietre e protesi d"€™oro. Ogni oggetto, che si può ascrivere ad un particolare gruppo tematico, va osservato, indagato e conosciuto a fondo; ne emergono elementi storici, biblici, letterari, astrologici, scientifici derivati da una profonda cultura fatta di ampie letture ma anche di viaggi, esperienze, conoscenze sempre nuove ed in fieri. Gioielli quindi in cui l"€™estetica non conta, gioielli "€œautonomi"€, non scevri da brio e da senso del colore, liberi di esprimere la mutevolezza e la complessità  della vita, di suscitare domande e, per chi intende scoprirne i significati reconditi, dare risposte.
I gioielli di Ramond Puig Cuyas sono una gioia dell'€™anima.
Realizzati con la tecnica dell'€™assemblaggio e con materiali "€œtrovati"€, per lo più poveri, con qualche concessione all'€™argento, essi diventano documenti, testi su cui leggere una storia, un"€™esperienza, un ricordo, un"€™emozione.


Rivendicando una assoluta libertà  creativa l"€™autore sceglie, fin dagli inizi, di creare un gioiello che poco abbia a che fare con la tradizione e che, nato da parti scartate, buttate, rifiutate, abbia una nuova e inedita preziosità . Sensazioni, emozioni intime, sogni, bisogni, desideri vivono nei suoi gioielli che diventano strumenti per scoprire meglio il proprio io e ciò che ci circonda, rendere visibile l'invisibile, indagare e scoprire nuovi e diversi orizzonti. Esperienze personali legate ai grandi temi dell'€™esistenza umana, proposti quali metafore, sono infatti il filo conduttore delle sue creazioni che possono distinguersi nei gruppi tematici rappresentati in mostra: Il Viaggio quale metafora del cammino, della conoscenza, della ricerca e della crescita spirituale, o Costellazioni, Arcipelaghi che rivelano l"€™interesse per il rapporto scienza e arte, e quindi Circuiti e Jardins Prohibidos, ossia spazi intimi, segreti, affascinanti ma anche pericolosi e dai quali è difficile uscire.


Le sue spille sono assieme pittura e scultura, il gioco cromatico è intenso, dominante, la composizione, che vede insieme i materiali più diversi, è calda, viva, ambiguamente infantile, in realtà  piena di suggestioni, evocazioni, messaggi. Il più forte è il richiamo alla vita, all'€™amore per il mare, per le stelle, per l"€™universo e poi per l"€™uomo, piccolo e grande protagonista dell'€™avventura del vivere.

Graziano Visintin è l"€™unico che pare percorra la via ortodossa dell'€™oreficeria, utilizzando l"€™oro e tecniche che rientrano nella tradizione del banco orafo quali battitura, saldatura, fusione, trafilatura, smalto e niello. Egli è un esteta e lavora per la bellezza. Ma la sua è una bellezza senza orpelli, è ricerca di equilibrio, di una forma "€œperfetta"€ data dall'€™uso disinibito di complessi rapporti matematici, di programmati rapporti spaziali, di precisi calcoli modulari, da un processo di smaterializzazione e alleggerimento della materia che lo porterà  ad essere, nella panoramica della produzione artistica padovana, il signore della linea e del minimalismo in oreficeria.


L"€™oro e la linea diventano i suoi privilegiati e straordinari strumenti espressivi; la geometria delle forme si allunga, si svuota, inventa disegni che giocano col corpo e con la luce. Elementi modulari sono aurei ricami alla base del collo, un semplice esagono si trasforma in collana, la studiata incidenza di segmenti dorati su triangoli, quadrati, tetraedri, crea eleganti spille, anelli, orecchini. La sua geometria, che non appare mai rigida, si adatta alla luce e si muove col corpo che la indossa. L"€™uso sempre più pittorico del niello e una spiccata sensibilità  nell'€™usare usare gli smalti lo portano alle forme più libere delle spille di quest"€™ultimo periodo, dove l"€™artista sembra maggiormente cedere all'€™emozione e alla forte seduzione che oro e colore hanno da sempre esercitato.




Info:
Orario: dal martedì alla domenica
9.30 "€“ 12.30 / 15.30 "€“ 19.00
lunedì chiuso
ingresso libero
info 049 8204527

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