L'Africa nera fra Cristianesimo e Islam

L'Africa nera fra Cristianesimo e Islam

"L'Africa nera fra Cristianesimo e Islam. L'esperienza di Daniele Comboni (1831 - 1881)". Paolo Bettiolo, direttore del Dipartimento di Storia dell'Università  di Padova, presenta il libro di Gianpaolo Romanato. Sarà  presente l'autore.

Caffè Pedrocchi - Sala Rossini
martedì 20 aprile 2004 - ore 17:30

I Martedì del Pedrocchi

Il libro
Daniele Comboni è un sacerdote veronese che trascorse buona parte della sua vita in Sudan e dette prova di una grande sensibilità  per i problemi africani. Preparò un piano per la "rigenerazione dell'Africa", fondò nella sua città  natale un istituto per la formazione dei missionari, aprì scuole e ospedali, volle associare gli africani alle sue iniziative e fu, osserva Gianpaolo Romanato, un anticipatore del "terzomondismo". Ma trovò sulla sua strada un'altra grande religione monoteista, l'islam, che in quegli stessi anni si stava diffondendo con grande successo nelle stesse regioni. Mentre i trionfanti imperi europei cominciavano a dividersi il continente africano, la religione del decadente Impero Ottomano contrastava efficacemente la diffusione del cristianesimo. Daniele Comboni è stato beatificato nel 1997 e sarà  canonizzato nell'ottobre del 2003. Ma questo libro non è un'opera di edificazione religiosa. E un libro di storia dominato dalla singolare figura di un uomo che fu, come altri europei di quel periodo, un "empire builder", un costruttore di imperi. L'"impero", in questo caso, è quello della fede.

L'autore
Gianpaolo Romanato è nato a Rovigo e risiede a Padova, nella cui università  insegna storia della Chiesa. E' autore di molti saggi e di diversi libri. Fra questi Religione e potere (1981), insieme con lo storico delle religioni loan Petru Culianu; Cultura cattolica in Italia ieri e oggi (1980); Chiesa e società  nel Polesine di fine Ottocento. Giacomo Sichirollo (1991); Istituti e congregazioni religiose nel Veneto (1993); Diocesi di Adria-Rovigo (2002); Pio X La vita di papa Sarto (1992).


I Martedì del Pedrocchi
Ogni settimana presso la Sala Rossini del Caffè Pedrocchi un appuntamento culturale ad ingresso libero.
In una piacevole atmosfera si alterneranno presentazioni di libri, conferenze, reading, incontri con l'autore e con la poesia, con la possibilità  di conversare e confrontarsi con esponenti e personalità  del mondo della cultura.

La manifestazione è organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e Gli Amici del Pedrocchi.

Informazioni
tel. + 39 049 8205007 - 8204537

Letizia Pesaro Maurogonato, donna venezianamente patriottica

Letizia Pesaro Maurogonato, donna venezianamente patriottica

Mercoledì 14 aprile si terrà  la presentazione del libro "Il diario di Letizia (1866)": scritto da una giovane veneziana che a 15 anni vive la vicenda della terza guerra d'indipendenza, è un appassionato documento degli eventi del Risorgimento italiano.

Caffè Pedrocchi - Sala Rossini
mercoledì 14 aprile - ore 17:30

Il diario di Letizia (1866)
Stampa anastatica del manoscritto originale
Introduzione di Mario Isnenghi
Trascrizione a cura di Alberta Andreoli Padova
Verona, Edizioni NovaCharta ("Cimelia"), 2004.

Presentazione pubblica
Mercoledì 14 aprile ore 17:30
Caffè Pedrocchi - Sala Rossini

Intervengono: Mario Isnenghi, Vittoria Buzzacarini, Alberta Andreoli Padova
Coordina: Giuliano Pisani, Assessore alla Cultura

Ingresso libero





Aprile 1866
Il momento da noi tanto desiderato pare sia giunto. La guerra sta per incominciare. Ed io per quanto mel consenta l'animo agitato da questo avvenimento, ne andrò raccogliendo le memorie.


Letizia Pesaro Maurogonato



Letizia Pesaro Maurogonato nasce a Venezia nel 1851. Il padre, Isacco Maurogonato, è alto funzionario della Imperial Regia Privilegiata Compagnia di Assicurazioni Generali Austro-Italiche (antenata delle Assicurazioni Generali), poi ministro delle Poste e delle Finanze nella Repubblica veneta del 1848-49 e in seguito eletto deputato del Parlamento italiano, ormai stabilito a Roma. Lo zio materno è il grande linguista Graziadio Ascoli. Tra i frequentatori della casa paterna, anche Giorgio Manin, figlio di Daniele, che con Letizia commenta le vicende storiche. Appassionata di concerti e opere, si rivelerà  donna di spirito, di vivaci interessi intellettuali e cultura finanziaria, apprezzata anche dalla Regina Margherita. Muore a Roma nel 1912.

Una donna "che non ha fatto nulla di eccezionale": eccezionale è però il suo sguardo sulla Storia, testimonianza lucida e sincera, e l'intensità  dei suoi sentimenti, soprattutto l'affetto per il padre che sempre curò.

Un ritratto di Letizia Pesaro Maurogonato del 1901, ad opera di Giacomo Balla, si trova a Venezia presso la Galleria di arte moderna di Ca"€™ Pesaro.

Il diario



"E' un diario, da "Aprile 1866" al 4 Novembre (con allegati alcuni documenti d'epoca), non giornaliero, più fitto nei periodi cruciali dell'attesa, delle supposizioni, degli interrogativi volti a decifrare l'enigma che perdura sugli avvenimenti militari, l'ubicazione effettiva delle forze nazionali e straniere, il lavorio diplomatico internazionale in corso fra le quinte. Le chiama "memorie" perché, sin dalle prime righe, si mette nella prospettiva del futuro che riandrà  a quel "momento da noi tanto desiderato (che) pare sia giunto". E' l'incipit e la ragion d'essere perché l'eccezionale quindicenne si metta in posizione d'ascolto. Osserva, ragiona, salva episodi e stati d'animo. [...]. Scrive una cronaca su due piani, materiale e immateriale: di fatti e di stati d'animo individuali e collettivi, di sogni e via via - mentre prende forma e si stabilizza la coscienza delle due sconfitte di Custoza e di Lissa - di smarrimenti e di incubi".
(dall'introduzione di Mario Isnenghi)

Anche per Alberta Andreoli Padova, che ha curato per il libro un affettuoso ritratto di Letizia, "l'importanza di questo diario è la sua testimonianza spontanea ed immediata della volontà  dei veneziani di entrare a parte della nazione italiana e del riconoscimento di Vittorio Emanuele di Savoia come loro Re. Volontà  manifestata dai veneziani attraverso un plebiscito al quale il popolo è stato chiamato da un governo provvisorio: questo per dare il massimo della legalità  ad un avvenimento così vitale e così storico. Unità  che è doveroso ricordare oggi in un momento così confuso ed incerto, unità  al di sopra di ogni secessione".

Le case - Matteo Boato

Le case - Matteo Boato


"Scoprire l'anima della città  facendo rivivere gli edifici, antichi e non, facendo trasparire i pensieri, la vita, i sogni di coloro che vi hanno trascorso all'interno parte della loro esistenza": sulle tele di Matteo Boato le case si animano, si riempiono di colori, di suoni e di sensazioni.

Museo Civico di Piazza del Santo. Fino al 12.04.04

Informazioni

Antico e nuovo si mescolano nella sua pittura nell'uso del colore ad olio e quindi di una tecnica antica, mentre carica di allusioni, significati ed esorcismi moderni è la tela su cui rovescia tubi di colore, lasciando alla massa materica uno spessore che poi incide con segni forti e staccati, quasi a cercare il desiderio di movimento, di girotondo ondeggiante che s'apre su antichi palazzi e si chiude a volte in cerchi di piazze esplosive, pullulanti di minute figure, a volte nel chiuso di mura.

Il gioco del dentro e del fuori, carico di simboli, si ripete magico e favoloso in ogni immagine, quasi in un universo affiatato, in cui scorre coloratissima vitalità  solare, La ricerca della tinta forte, voluta e dominante evoca essenze primordiali ed esemplari, come il blu, l’arancio, il rosso, il bianco e il giallo.

Le “Case” di Matteo Boato diventano così forma non divisibile dallo spazio, immagini di un assoluto che contiene il segreto della bellezza della vita.

MATTEO BOATO nasce a Trento nel 1971. Si laurea in ingegneria civile nel 1997 e si diploma in igiene e medicina ambientale applicato all’architettura bioecologica presso l’HSA di Torino.
Dal 1999 ha esposto a Trento, Belluno, Ferrara, Treviso, Verona, Vicenza, Barcellona, Berlino, Dresda, Edimburgo, Glasgow, Lisbona, Londra, Parigi, Belfast e Siviglia.


Informazioni



Museo Civico di Piazza del Santo
Piazza del Santo - Padova
tel. +39 049 8204523
fax + 39 049 8204545
orari: 9.30 – 12.30 / 15.30 - 18.30
come arrivare: 3, 8, 11, 12, 13, 16, 18, 22, 32, 43, Minibus Piazze

Ingresso gratuito

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