Fronte del Porto Filmclub. Aprile-giugno 2009

Fronte del Porto Filmclub. Aprile-giugno 2009


Prosegue con successo la Stagione 2009 del Fronte del Porto Filmclub.
La Rassegna è sempre curata dalla Promovies "€“ Scuola Permanente di Cinematografia di Padova, Cinema e Video Indipendente, con la collaborazione del Comune di Padova (C.d.Q. 4 sud-est, Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo).
Dal 2005 il Fronte del Porto Filmclub è diventato il punto di riferimento degli appassionati di cinema in città  e del cinema libero. Le proposte culturali infatti sono sempre all'€™insegna dell'€™originalità : opere inedite, film sperimentali, personali d"€™autore, retrospettive sulle principali tendenze della storia del cinema ed anteprime di film indipendenti italiani con la presenza degli stessi autori.

Scarica il programma

Concerto inaugurale del "Veneto Festival 2009"

Concerto inaugurale del "Veneto Festival 2009"


I "Solisti Veneti" del M° Claudio Scimone e un cast di rilievo internazionale apriranno in grande stile l'edizione 2009 del "Veneto Festival" (Festival Internazionale "Giuseppe Tartini"). In programma una delle opere sinfonico-corali più famose e celebrate della storia della musica occidentale: il MESSIAH di Georg Friederich Haendel (1685 - 1759). Anche per il 2009 il Festival proseguirà  nell'intento di celebrare musicalmente gli essenziali progressi del processo di unificazione europea, dimostrando come l'attuale integrazione politico-economica del continente si basi su una comune identità  culturale ed artistica della quale la musica è momento essenziale.

"MESSIAH" di Georg Friederich HAENDEL
Oratorio per soli, coro e orchestra


June ANDERSON soprano
Laura BRIOLI mezzosoprano
Aldo CAPUTO tenore
Rafal SIWEK basso

CORO "LEGE ARTIS" DI SAN PIETROBURGO diretto da Boris ABALYAN

"I SOLISTI VENETI" diretti da CLAUDIO SCIMONE

Il MESSIAH di Haendel è innanzitutto un oratorio che rilegge drammaticamente una serie di passi attinti dalle sacre scritture ed è forse la composizione più famosa di Haendel. Fu completato il 13 aprile della settimana santa del 1742, al New Musick-Hall di Dublino. Haendel riempì le oltre 250 pagine dell'€™autografo originale in sole tre settimane dal 22 agosto 1741 al 14 settembre, in uno di quei prodigi dell'ispirazione passati alla storia della musica, iniziando a lavorare due settimane dopo al Sansone, un oratorio della stessa ampiezza, finito il 29 ottobre successivo.
La soddisfazione del pubblico per l'opera fu tale che gli organizzatori della manifestazione pubblicarono un appello sui giornali perché le signore del pubblico non si mettessero addosso abiti con crinolina e gli uomini lasciassero a casa le spade, così da guadagnare spazio per il pubblico. Nel 1741 Haendel aveva 56 anni ed era all'€™apice della carriera.
Durante i successivi 18 anni "€“ il maestro morirà  nel 1759 "€“ il MESSIAH divenne la più popolare e celebrata delle sue musiche, in virtù di una magnificenza sonora di effetto immediato, lontana dai cerebralismi dello stile barocco più arcaico (come allora veniva percepita la scrittura bachiana, fino alla rivincita postuma della Passione secondo S. Matteo, guadagnata all'immortalità  dalla rilettura di Mendelssohn, sessant'anni dopo). Haendel diresse il Messia 36 volte, rinunciandovi solo negli ultimi tempi a causa della cecità .

Coro LEGE ARTIS di San Pietroburg
Fondato nel 1987 da Boris Abalyan, attuale direttore, il Coro comprende 25 elementi, tutti diplomati al Conservatorio statale di San Pietroburgo.
Nell"€™arco di un decennio è riuscito a ottenere il primo posto in quattro competizioni internazionali: Neepelt (Belgio) nel 1990; Montreux (Svizzera) nel 1991; Darmstadt (Germania) nel 1995; Torrevieja (Spagna) nel 1997. Ha partecipato al concerto in onore della regina Elisabetta d"€™Inghilterra durante la sua prima visita in Russia, nel 1994.
Lege Artis è uno dei più famosi e apprezzati gruppi corali, presente agli appuntamenti culturali di maggior prestigio internazionale, quali, per esempio, il Festival di Pasqua e il Festival dei Palazzi di San Pietroburgo. Numerose sono anche le esibizioni con le migliori orchestre russe, con le quali il coro ha eseguito La Passione secondo Giovanni di Bach, e i Requiem di Schumann e di Mozart. Preziosissima è stata la collaborazione con i maestri Krzystof Penderecki, Saulius Sondeckis, Leo Kramer.
Anche la produzione discografica ha un posto importante nell'€™attività  del Lege Artis: 10 CD sono già  stati pubblicati da Sony Classical e da Mazur Media, e altri 8 sono in lavorazione.

Come fondatore e Direttore Artistico del gruppo, Boris Abalyan è da 15 anni la forza trainante del Coro. La sua visione rimane da sempre la stessa: creare, "€œsecondo le regole dell'€™arte"€, un ensemble artistico flessibile e in costante sviluppo.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Biglietti
Spettacolo del 29 aprile: biglietto intero 20 euro, ridotto 10 euro.

Prevendita:
- Gabbia (tel. 049 8751166),
- Musica musica (tel. 049 8761545),
- Ente Veneto festival (te. 049 666128).

ENTE VENETO FESTIVAL
P.le Pontecorvo, 4/A "€“ 35100 PADOVA
Tel: (+39) 049/666128
Fax: (+39) 049/8752598
Sito Internet: http://www.promart.it/web/VenetoFestival/VenetoApp2009.html

Wit Matrix. Pink Floyd Tribute

Wit Matrix. Pink Floyd Tribute


WIT MATRIX
in "TRIBUTO AI PINK FLOYD"


I WIT MATRIX - Pink Floyd Tribute Band offrono uno spettacolo completo e simile sia nella scenografia che nel sound, ai concerti dei mitici Pink Floyd. La Band Veneta, composta da 10 musicisti e 10 tecnici, durante i propri spettacoli cura meticolosamente la proiezione dei filmati, i suoni il più fedeli possibile agli originali, generando così una riproduzione musicale-scenografica anche per i "Floydiani" più preparati e critici.
Nati come cover band nel 1989 i Wit matrix hanno suonato nei migliori locali del triveneto proponendo un repertorio di vario genere in continuo cambiamento dando così al pubblico brani in testa alla classifica del momento. Nel 2003 svestono i panni di semplice cover band diventando così " Wit Matrix Pink Floyd tribute band" seguiti ed apprezzati da un pubblico molto preparato sulla musica della band londinese, riscontrano successo ed apprezzamento in sale teatrali ed eventi all' aperto e spesso registrando il "tutto esaurito".
Oggi propongono date di caratura internazionale suonando sia in Italia che all' estero in eventi con allestimenti Audio/Luci imponenti e dove il numero di presenze è composto da migliaia di persone. Lo spettacolo e' organizzato per poter permettere a tutte le fasce d' età  di gustare musica senza tempo e, definita oggi, "Opera Rock" a tutti gli effetti per uno spettacolo da mozzafiato dall' inizio alla fine.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI
Biglietti

Posti numerati: euro 15 più diritti di prevendita. Info 347.4402736; Teatro: 049.8827288 - www.piccolo-padova.it

Prevendite

presso:
- cartoleria "C'era una volta", via Asolo 9 - telefono 049 8803700
- cartoleria edicola "Ruggero", via Armistizio 289 - telefono 049 715469
- ticketstore c/o Coin, via Altinate 16/8 - telefono 049 8364084
- edicola "Paltana", via Vittorio Veneto 71
- bar "da Giuly", via Siracusa 26 - telefono 049 8806172

Le Orme in concerto

Le Orme in concerto


Ass. Tempi e Ritmi presenta

LE ORME in concerto
Aldo Tagliapietra: Voce, Basso e Chitarra
Michi Dei Rossi: Batteria
Michele Bon: Tastiere, Hammond, Guitar Simulator

Il 27 febbraio, dal Rock House di Pescara, è partito il tour live 2009. Sono previsti alcuni concerti, nei mesi di marzo ed aprile, in locali/teatri per poi iniziare, a maggio la stagione dei concerti all'aperto.
La band sarà  in versione tre musicisti. Il repertorio sarà  composto dai pezzi storici e da alcune canzoni che verranno riproposte dopo tanti anni di assenza dal repertorio live della band.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI
Biglietti

Posti numerati: euro 20 più diritti di prevendita. Info 338.7691194; Teatro: 049.8827288 - www.piccolo-padova.it

Prevendite

presso:
- cartoleria "C'era una volta", via Asolo 9 - telefono 049 8803700
- cartoleria edicola "Ruggero", via Armistizio 289 - telefono 049 715469
- ticketstore c/o Coin, via Altinate 16/8 - telefono 049 8364084
- edicola "Paltana", via Vittorio Veneto 71
- bar "da Giuly", via Siracusa 26 - telefono 049 8806172

Copenaghen di Michael Frayn

Copenaghen di Michael Frayn


14-15-16-17-18 aprile 2009, ore 20.45
19 aprile 2009, ore 16


Emilia Romagna Teatro

presenta

COPENAGHEN di Michael Frayn
traduzione: Filippo Ottoni, Maria Teresa Petruzzi
regia: Mauro Avogadro
scene: Giacomo Andrico
costumi: Gabriele Mayer
musiche: Andrea Liberovici
luci: Giancarlo Salvatori
Con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice,

Quali devono essere i rapporti fra potere politico e scienza? Può il progresso venire condizionato da scelte etiche? Quali sono i limiti e le responsabilità  morali di chi si dedica alla ricerca scientifica?
Sono interrogativi che segnano momenti importanti della nostra storia e che continuamente hanno cercato ansiosamente risposte, soprattutto in questi anni in cui così tanto peso hanno avuto le scoperte scientifiche sulle sorti dell'umanità . Su queste domande si sofferma anche uno straordinario testo teatrale di questi anni, Copenaghen del drammaturgo inglese Michael Frayn.
Copenaghen è un avvincente thriller scientifico-politico, affidato nell'edizione italiana a tre grandi interpreti, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, diretti da Mauro Avogadro. Il testo è un inquietante "processo a porte chiuse", come ha voluto definirlo lo stesso Avogadro, il disegno drammatico di un serratissimo faccia a faccia, una disputa etica e scientifica a tre voci, densa di angoscianti riflessioni e interrogativi alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica nella seconda guerra mondiale. La vicenda è ambientata nel 1941 proprio nella capitale nordeuropea e ricostruisce l'incontro, in una Danimarca occupata dai Nazisti, di due scienziati, entrambi Premi Nobel, un tempo maestro e allievo. Due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi come due nemici. L'ebreo danese Niels Bohr e il tedesco Werner Heisenberg (che formulò per primo il "Principio di Indeterminazione") si ritrovano così imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta, sommerse come sono da ambiguità  e percorse da dubbi estenuanti sul rapporto tra scienza e morale.

Per tutte le informazioni sulla stagione teatrale si rinvia a: Teatro Verdi. Stagione di Prosa 2008-2009.

Benjamin Alard in concerto

Benjamin Alard in concerto

Amici della Musica di Padova - Stagione 2008/2009

 

Concerto inserito nel cartellone della Stagione 2008-2009 degli "Amici della Musica di Padova".

BENJAMIN ALARD, clavicembalo
"In stile francese"


Programma

Johann Caspar Ferdinand Fischer - Praeludium & Ciacona
Franͧois Couperin - Piecès de Clavecin
Johann Sebastian Bach - Contrappunto n. 6 in "Stylo francese" da "L'Arte della Fuga " BWV 1080
Johann Sebastian Bach - Ouvertà¼re nach französischer Art BWV 831

In collaborazione con l'Ambasciata di Francia in Italia, nell'ambito di "Suona Francese, Festival di musica antica"

Per le informazioni sulla stagione 2008-2009 degli Amici della Musica, si rinvia a: Amici della Musica di Padova. Stagione Concertistica 2008-2009.
 

Tanjore, du temple à la scene.....

Tanjore, du temple à la scene.....

 

La scoperta delle radici millenarie dell'€™India con la danza bharata"€“nÍ¢tyam di Raghunath Manet (nella foto), per la prima volta in Italia con il suo lavoro, Tanjore, du temple Í  la scène..., già  acclamato in Europa. Lo spettacolo evoca il tempio di Tanjore nell'India del Sud, dove quotidianamente, sin dall'XI secolo e per tanti secoli a venire, più di 400 danzatori e danzatrici, e con loro 800 musicisti, si dedicarono ai rituali sacri attraverso la danza bharata"€“nÍ¢tyam.
Cadute nell'oblio dei tempi, quelle atmosfere rinascono nello spettacolo della Compagnia Raghunath Manet, nell'ambito del festival Prospettiva Danza Teatro.

Compagnie RagHunatH Manet
presenta
TANJORE, DU TEMPLE A LA SCENE...

coreografia e musica Raghunath Manet
Veena Raghunath Manet
percussioni indiane Ahmed Khan Latif
danzatrice Therese Merci

Il danzatore "€“ coreografo Raghunath Manet ci fa scoprire tutto un repertorio dimenticato di Tanjore: danze sontuose e composizioni liriche della regione del Tamil. Ricrea ed attualizza quest"€™arte millenaria di danza sacra e la trasmissione al maschile della danza cosmica di Shiva, il dio "€“ danzatore chiamato ancora Nataraja, il re della danza. Du temple Í  la scène...

Raghunath Manet
Originario di Pondichéry (antica colonia francese in India), questo ambasciatore delle arti tradizionali può sfoggiare una carriera di musicista e ballerino condotta con maestria.
Molto apprezzato per aver rinnovato e introdotto per la prima volta il concetto di coreografia nel "€œbharata nÍ¢tyam"€viene considerato, per questo motivo, uno dei migliori rappresentanti di questa arte millenaria, danza classica del Sud dell'€™India, e della "€œveena"€ (il più antico strumento classico del Sud dell'€™India). Definito "€œmiglior ballerino"€ di "€œbharata nÍ¢tyam"€ nel 1987, gli è stato conferito il titolo di "€œMaestro della danza"€ nel 1990, ed è stato salutato come "€œNureyev indiano"€ dalla stampa internazionale.
͈ stato avvicinato a questa arte dal venerabile maestro Sri Nathan, della scuola del tempio di Villenour, e ha approfondito la sua conoscenza della danza classica a Kalakshetra, la grande Accademia di danza e musica di Madras. In seguito ha studiato il repertorio tradizionale della danza con i grandi maestri garanti della tradizione, come Ram Gopal, straordinario ballerino indiano che, alla testa della propria compagnia, è stato il primo a far conoscere il "€œbharata nÍ¢tyam"€ in Occidente negli anni quaranta.

Domenica 19 aprile 2009, dalle 11 alle 14

SEMINARIO di danza indiana Bharata N͂tyam
a cura di RagHunath Manet


Nel corso del seminario verranno esplorati i due aspetti principali della danza Bharata NÍ¢tyam: Nritia, cioè la tecnica e Nriiya, ossia l"€™interpretazione emotiva attraverso i movimenti delle mani (mudras) e le espressioni del viso (abhnaya).
Il Bharata-Natyam è una danza solista, la sua tecnica, molto difficile, richiede lunghi anni di allenamento. Tutti i muscoli del corpo sono sollecitati, compresi quelli del viso, poichè l'arte dell'"abhinaya", cioè espressione delle emozioni e dei sentimenti, è la caratteristica essenziale di tutti gli stili di danza in India. Questa tecnica esige vigore e grazia, equilibrio e scioltezza dei movimenti, una grande resistenza fisica e un infallibile senso ritmico. I movimenti sono ampi e precisi, sempre simmetrici. Il vocabolario tecnico comprende dei salti, delle spaccate profonde, delle piroette e delle pose che richiedono un grande equilibrio.
Il Bharata NÍ¢tyam è uno stile di danza originario dei templi dell'€™India del Sud che vanta una tradizione di oltre tremila anni. Con la sua sofisticata grazia il Bharata NÍ¢tyam ha superato i confini dei templi indà¹, diffondendosi dall'€™India al resto del mondo. Ciò nonostante, la sua profonda religiosità , che si manifesta nella mistica identificazione della danzatrice con la divinità , non è andata perduta.

INFORMAZIONI
Il seminario è rivolto a danzatori ed è aperto ad un massimo di 35 iscritti.
La durata del seminario è di 3 ore consecutive: dalle 11 alle 14.
Costo di partecipazione: "‚€ 45,00.

Modalità  d"€™iscrizione e versamento della quota di partecipazione
L"€™iscrizione e il pagamento devono pervenire entro e non oltre il 14 aprile. Per iscriversi è necessario comunicare i propri dati anagrafici e fiscali (Nome, Cognome, data e luogo di nascita, residenza, codice fiscale e telefono di riferimento) chiamando il tel. 339 7898967 e inviando una e-mail all'€™indirizzo longo.simonetta@tiscali.it. Entro la stessa data i partecipanti devono procedere alla formalizzazione dell'€™iscrizione provvedendo al pagamento della quota di partecipazione secondo una delle seguenti modalità :
1) vaglia postale a favore di ARTE VEN da inviare all'€™indirizzo: via Querini n.10 "€“ 30172 Mestre (VE);
2) bonifico bancario a favore di ARTE VEN via Querini n.10 "€“ 30172 Mestre (VE) sul conto corrente della Cassa di
Risparmio di Venezia filiale 06020 Mestre IBAN IT32J0634502020100000008457. Causale obbligatoria: ISCRIZIONE "€œDANZA INDIANA"€ PADOVA SIG. (nome iscritto).

Al seminario il partecipante deve portare con sé la copia di attestazione dell'€™avvenuto pagamento.
Per eventuali dubbi o maggiori informazioni chiamare tel. 339 7898967.

Per ulteriori informazioni si rinvia a: Danzare la meraviglia. Prospettiva danza teatro cinema 2009

Vita prigioniera

Vita prigioniera

Terzo appuntamento della Rassegna e Premio "Linutile del teatro" 2009.

VITA PRIGIONIERA
di Riccardo Bellandi e Beatrice Schiros
da "Sembrano proprio come noi" di Daniela De Robert

con: Beatrice Schiros
Regia: Riccardo Bellandi

"€œVita prigioniera"€ è un monologo-inchiesta raccontato dall'€™attrice 38enne Beatrice Schiros, da anni a stretto contatto con il mondo delle carceri di Genova. L"€™attrice ha maturato la sua esperienza con il Teatro Stabile di Genova per poi lavorare a livello nazionale. Più che un testo teatrale è un"€™inchiesta che con il monologo parla della guerra contro il tempo, contro il dolore, la solitudine, la disperazione ma anche la speranza"€. Non è solo uno spettacolo teatrale ma una vera e propria inchiesta su un mondo troppo spesso dimenticato e passato sotto silenzio, un mondo di cui si sa poco e di cui poco forse si vuole sapere.
Infatti, il monologo è tratto dal libro di Daniela De Robert, "Sembrano proprio come noi", uno straordinario reportage sull'universo carcerario italiano. Con acutezza, humour e profonda umanità , Daniela de Robert ricostruisce e svela la quotidianità  di una delle principali istituzioni totali del nostro paese, il carcere romano di Rebibbia. Scegliendo la via morbida di una narrazione attenta ai dettagli, agli effetti all'apparenza minori di un sistema di regole che postula la cancellazione dell'individualità  e l'infantilizzazione dei detenuti, l'autrice racconta la vita in carcere "dall'interno", con un linguaggio mimetico, paradossale, sensibile alle profonde alterazioni spazio-temporali provocate dalla prigionia.

"€œMi sono buttata in un"€™avventura, non semplice ma certamente toccante; qui interagisco con il pubblico, affrontando temi contemporanei come il sovraffollamento delle carceri, l"€™indulto, la situazione igienico-sanitaria nelle celle. Nella veste di portavoce, una giornalista, ogni tanto mi trasformo in detenuto tra lacrime, sorrisi, disperazioni e forza per poi tornare reporter. Più che un testo teatrale è un"€™inchiesta che con il monologo parla della guerra contro il tempo, contro il dolore, la solitudine, la disperazione ma anche la speranza"€. (Beatrice Schiros)

Per ulteriori informazioni si rinvia a: Rassegna e Premio "Linutile del teatro" 2009.

Una valigia piena di dollari

Una valigia piena di dollari

Secondo appuntamento della Rassegna e Premio "Linutile del teatro" 2009.

UNA VALIGIA PIENA DI DOLLARI
un racconto di e con Carla Vitantonio

"€œ...quello che rimane sono case vuote,
edifici diroccati attaccati dal vento e dal tempo,
vecchie contadine che trasportano grossi pesi sulla testa masticando proverbi in un dialetto dimenticato.
E il ricordo dello stupore e della poesia
che ci riempivano guardando
il lento procedere di una lumaca su un sasso."€


Da dove vieni?
Vicino Campobasso...
Campobasso....Ah, Campobasso, in Basilicata!
....no, veramente, in Molise....
Molise....ah si, quella regione che non ha sbocco sul mare....qual è l"€™altra provincia, Terni?

"Sono emigrata nel 1997 come la maggior parte dei miei coetanei, e come molti di loro non sono più tornata a casa. Io non lo so, sinceramente, non lo so, cosa ognuno di noi si è portato dietro, non lo so, cosa ognuno di noi ha conservato di quella terra.
Ma parlando con i vecchi compagni di scuola e gli amici di un tempo torna, spesso, fuori, il ricordo di una terra dell'€™infanzia, in cui la realtà  delle cose si mescolava felicemente all'€™immaginario e all'€™incomprensibile, in cui un lupo mannaro aveva la stessa dignità  e tangibilità  di un prete o di un sindaco comunista, e le giornate erano lunghe, infinite, antiche come le case attorno a noi.
Ho raccolto per un paio d"€™anni ricordi, esperienze mie e altrui, proverbi, ricercato tradizioni di cui avevo sentito parlare da piccina. Ho rivisitato i luoghi e le case, confrontato fotografie, incontrato persone che mi avevano conosciuta da piccola e non si ricordavano più chi fossi.
Non posso e non voglio parlare di uno studio, di un lavoro rigoroso e metodico, ma di un accidentato e tortuoso percorso fatto seguendo quello che Piervittorio Tondelli chiamava "€œl"€™odore"€, un sentire profondo, nascosto e viscerale. Alla fine di questo percorso è nato "€œuna valigia piena di dollari"€ (di Carla Vitantonio)

Per ulteriori informazioni si rinvia a: Rassegna e Premio "Linutile del teatro" 2009.

Anthony Coleman "Plays Jelly Roll"

Anthony Coleman "Plays Jelly Roll"


Prosegue il ciclo di concerti del "Centro d'Arte".

ANTOHONY COLEMAN, pianoforte
Plays Jelly Roll

Musicista vulcanico, è considerato uno dei più intelligenti ed originali musicisti della scena downtown newyorchese, capace di emozionare e deliziare le platee attraverso un approccio al pianoforte unico al mondo, che miscela musiche della tradizione folk sefardita ebraica con merengues dominicane, ritmi salsa con ragtime e bop afroamericano, tango con mambo cubano e con musiche balcaniche, senza tralasciare il jazz contemporaneo e l'improvvisazione. Anthony Coleman coltiva da sempre una passione per il jazz primigenio di Jelly Roll Morton.
Morton fu il primo grande compositore-arrangiatore della musica di New Orleans, autore di partiture immortali per la storia del jazz ("€œKing Porter Stomp"€, "€œWolverine Blues"€, "€œThe Pearls"€...), direttore dei celebri Red Hot Peppers.
Il tributo di Coleman a Morton è nato qualche anno fa a New York e viene presentato per la prima volta in Italia.
Anthony Coleman è emerso sulla scena della Grande Mela negli anni 80, apprezzato sia come pianista jazz che come "€œtraduttore"€ creativo del klezmer. Ha comicniato a suonare e a incidere accanto a John Zorn, Elliott Sharp, David Moss, Guy Klucevsek, Gary Lucas, David Krakauer e molti altri.
Nei gruppi di Zorn, in particolare, ha partecipato ad opere quali "€œSpillane"€, "€œCobra"€, "€œThe Big Gundown"€.
Ha diretto gruppi come Selfhaters, dallo stile eclettico e imprevedibile, ed il trio Sephardic Tinge, dedito ad un intreccio stilistico tra il jazz e la musica ebraica sefardita.
Ha lavorato a lungo in duo con il sassofonista Roy Nathanson (dei Jazz Passengers) e spesso nei gruppi del chitarrista Marc Ribot. Coleman ha ricevuto incarichi per comporre brani per i Bang On A Can, per la Concerts Artists Guild, per il Crosstown Ensemble.
Nell"€™ultimo biennio Anthony Coleman ha recuperato e re-interpretato l"€™opera pianistica di Mordecai Gebirtig "€“ compositore tradizionale yiddisch "€“ portando in tournèe il recital "€œShmutsige Magnaten"€, accolto ovunque da lusinghieri giudizi critici.
La sua più recente incisione è "€œPushy Blueness"€, composta da una serie di nuove composizioni per quintetto e brass-band.

Per le ulteriori informazioni sulla Rassegna, si rinvia a: Ostinati! 2009. I concerti del Centro d'Arte.

Centro d"€™Arte degli Studenti dell'€™Università  di Padova
Via San Massimo, 37 - 35128 Padova
Tel: 049.8071370
Fax: 049.8070068
E-mail: info@centrodarte.it
Web: www.centrodarte.it

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