Andrea Gregori - Berlino, poesia nascosta di una città 

Andrea Gregori - Berlino, poesia nascosta di una città 

Creazioni Fotografiche
Scuderie di Palazzo Moroni
4 marzo - 2 aprile 2006

Un racconto della città  ricostruito attraverso i frammenti del suo arredo urbano,dei suoi muri la cui immagine è raccolta dall'artista con una sensibilità  questo sembra essere il tratto unificante dei suoi lavori, contrassegnati da un ap proccio multidisciplinare che vede nello scatto fotografico l"€™occasione per un autentico viaggio attraverso le possibilità  espressive dell'€™immagine, che incontra la propria definitiva sintesi nella sua rielaborazione per mezzo del colore, nel gioco delle sue relazioni con i supporti di stampa e le strutture per l"€™esposizione.

I momenti estetici su cui Gregori pone la propria attenzione, quelli che meglio sembrano avere la capacità  di evocare le mille storie dell'€™umanità  a cui la città  fa da scenario, sono soprattutto quelli più inconsapevoli ed involontari: i muri scrostati, vergati da scritte e murales, i manifesti strappati, i coperchi dei bidoni spicciamente ridipinti. Tuttavia, nell'€™ambito della medesima tensione attraverso cui si impone di sviscerare l"€™anima più profonda di ciò che ha colpito il suo sguardo, l"€™artista restituisce sotto aspetti imprevedibili anche elementi noti come sculture e monumenti che arredano le vie di Berlino, città  dove vive e lavora, presentati in forma di proiezione fantastica. Nell"€™atto di elaborare la propria ricerca, in ultima analisi, Gregori sostituisce la volontà  di "€œcogliere l"€™attimo"€, peculiare della fotografia di reportage, con i tempi lunghi della riflessione, dell'€™interiorizzazione del paesaggio.


La mostra, già  ospitata con successo dall'€™Istituto Italiano di Cultura di Berlino, viene curata nella sua edizione padovana da Nicola Galvan. Il catalogo, oltre a un ricco repertorio fotografico, presenta un"€™intervista all'€™artista e gli interventi critici di Italo Zannier ed Andreas Haus.
Mostra a cura dell'Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo in collaborazione con il Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica.
www.gregori-photo.de



Orario:10:00 - 13:00 / 15:30 "€“ 18.30 lunedì chiuso
Ingresso: gratuito
Info: +39 049 8204522

Stephen Hawking a Padova

Stephen Hawking a Padova

Nell"€™ambito delle iniziativa Padova città  delle stelle promossa in collaborazione con l"€™Università  di Padova - Dipartimento di Astronomia e l"€™Osservatorio Astronomico, l"€™Amministrazione Comunale, ha invitato nella nostra città  il prof. Stephen Hawking, ritenuto il maggior astrofisico vivente e cosmologo di fama internazionale

dall'€™8 al 13 maggio 2006

Comunicazione
Informiamo gli utenti che i posti disponibili per la conferenza di Hawking del 9 maggio sono esauriti avendo superato le 4.000 prenotazioni possibili.

L'incontro di San Lazzaro previsto per la mattina del 9 maggio (con inizio alle 10:30) è indirizzato prevalentemente agli studenti. Ad aprire l'incontro sarà  la prima di un nuovo video destinato a far conoscere Padova città  della Scienza con la regia di Giosuè Boetto Cohen e consulenza storica del Prof. Pasquale Tucci. Il video commisionato dalla'Assessorato alle Politiche Culturali, è destinato ad una circuitazione sia in scuole che strutture pubbliche, sia nei circuiti televisivi. Tema dell'incontro Scorrendo all'indietro la storia
Per il successivo incontro venerdì 12 mqggio in Palazzo della Ragione si prevede un grande afflusso di pubblico pertanto sarà  allestita anche una diretta su maxischermo in Aula Magna del Bo Univ. di Padova.

E"€™ nato giusto 300 anni dopo Galileo e non ha mai fatto mistero dell'€™ammirazione per l"€™astronomo italiano. Anche per questo Stephen Hawking ha accettato l"€™invito a venire a Padova che gli ha rivolto il Sindaco della Città  grazie alla collaborazione del dott. Massimo Turatto dell'Osservatorio e del prof. Giuseppe Galletta dell'€™Università ).

Un evento che si differenzia molto dalle "solite" visite di scienziati pur illustri alla Città , non fosse altro per il fatto che Hawking si muove molto difficilmente e altrettanto raramente esce della sua casa-laboratorio all'€™Università  di Cambridge, dove occupa la cattedra che fu di Newton.

Il celebre scienziato, considerato il migliore fisico teorico vivente, è affetto dal morbo di Lou Gehrig, una rara forma di sclerosi che provoca la progressiva paralisi dei muscoli volontari; è da molti anni costretto su una sedia a rotelle ed incapace di qualsiasi movimento.

Nonostante lotti con questo problema da oltre 40 anni, la sua ricerca continua ai massimi livelli. Lo spinge a non mollare la intima certezza che "l"€™umanità  è più vicina che mai a capire i fondamenti dell'€™universo".

Per comunicare fa ricorso ad un computer (che gestisce anche i movimenti della sua sedia a rotelle) e che sintetizza per lui poche parole al minuto. Sufficienti a scrivere pagine nuove sulla storia dell'€™universo.


Il lavoro scientifico di Hawking è incentrato prevalentemente sulla natura della gravità , nel tentativo di pervenire ad una unificazione di questa forza con le altre tre forze fondamentali dell'universo. Questo suo interesse lo ha condotto a uno studio approfondito sui buchi neri, intrapreso, in parte, insieme al fisico Roger Penrose.

Da tale studio sono venute importanti conferme alla teoria del Big Bang sull'origine dell'universo, nel senso che il Big Bang sarebbe il risultato di una singolarità  iniziale dello spazio-tempo e che essa dovrebbe rappresentare una caratteristica comune a ogni modello di universo in espansione.

Un'altra importante teoria, avanzata da Hawking nel 1974, è quella sull'evaporazione dei buchi neri, che viene considerata con grande attenzione dalla comunità  scientifica poiché essa rappresenta la prima e completa teoria che tenta di integrare la relatività  con la meccanica quantistica.
Programma:
9 maggio 2006 Pala-Bernhardsson S. Lazzaro prima conferenza pubblica dal titoloScorrendo all'indietro la storia
12 maggio conferenza pubblica Palazzo della Ragione dal titolol'origine dell'universo a cui seguirà  la consegna della cittadinanza onoraria.

per ulteriori informazioni:hawking.a.padova@gmail.com

Stephen Hawking,
Ufficio Stampa
Studio Esseci
Sergio Campagnolo
tel.+39 049 663499
http://www.studioesseci.net

Il Selvatico, una scuola per l'arte dal 1867 ad oggi

Il Selvatico, una scuola per l'arte dal 1867 ad oggi

Palazzo del Monte di Pietà  "€“ Istituto Statale d"€™Arte "€œP.Selvatico"€
10 febbraio "€“ 12 marzo 2006 prorogata fino al 22 marzo

L"€™Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova e l"€™Istituto Statale d"€™Arte "€œP. Selvatico"€, in collaborazione con l"€™Amministrazione Provinciale di Padova, presentano alla città  la storia di uno dei più antichi Istituti d"€™Arte, attraverso l"€™esposizione dei manufatti creati nei laboratori dell'€™Istituto dagli allievi, molti dei quali divenuti affermati artisti.

La mostra è articolata in due sedi: disegni, manufatti e documenti dei primi cento anni saranno visibili presso il Palazzo del Monte di Pietà , progetti e opere degli ultimi decenni saranno esposti nella sede centrale della scuola, l"€™ex Macello edificato da G. Jappelli.
tessuto anni '60


Il marchese Pietro Selvatico, architetto, storico e critico d"€™arte, ottenne nel 1867 dall'€™Amministrazione Comunale di Padova di istituire una "€œScuola di disegno pratico, di modellazione e di intaglio per la formazione di giovani artigiani"€.
La scuola aveva come scopo l"€™educazione di giovani da inserire nell'€™artigianato, nell'€™intento di elevare la qualità  della produzione. Alla base del metodo didattico era il disegno, poiché Selvatico riteneva che soltanto padroneggiando questa tecnica, mezzo espressivo che unisce l"€™attività  concettuale all'€™abilità  manuale, si potesse riprodurre il modello e poi costruirlo in pietra, metallo o legno. Nei laboratori si imparava l"€™uso degli strumenti adatti alla lavorazione delle varie materie.


Lungo il percorso espositivo si potranno ammirare tavole di disegni di ispirazione naturalistica e di elementi di geometria piana e solida, risalenti agli ultimi decenni dell'€™Ottocento, provenienti dagli archivi della scuola.
I disegni sono di grande qualità  e di interesse storico per comprendere il significato di una scuola che si inseriva nella problematica europea della valorizzazione dell'€™artigianato, a fronte dello scadimento estetico constatato nella produzione su larga scala, negli anni della rivoluzione industriale.
Verranno esposti, inoltre, alcuni disegni provenienti dal corpus "€Le antiche fabbriche padovane"€, di fine "€˜800-inizio "€˜900, eseguito per volontà  di Barnaba Lava, direttore della scuola: si tratta di una sistematica rilevazione di antichi edifici di Padova, importante documentazione del patrimonio artistico cittadino.
Un mobile portadisegni in legno intagliato, premiato alla mostra di Parigi del 1900, modelli di cupole, archi, portali in legno, una elegante sovrapporta in metallo sono i più antichi manufatti di proprietà  della scuola, sopravvissuti a traslochi e vicende belliche. I manufatti degli allievi, d"€™altro canto, venivano prodotti per essere direttamente venduti o offerti all'€™acquisto nelle fiere ed esposizioni nazionali ed internazionali alle quali la scuola partecipava.
Foto d"€™epoca testimoniano le diverse sedi occupate, fino alla sistemazione, nel 1910, nell'€™edificio dell'€™ex Macello dello Jappelli. Altre fotografie documentano l"€™allestimento di aule e laboratori, rendendo visibili manufatti non più rintracciabili.


Pittori come Guido Balsamo Stella e Mario Disertori negli anni "€™20, Carlo Dalla Zorza e Antonio Morato negli anni "€™30, Dino Lazzaro negli anni "€™40, scultori come Eugenio Bellotto dal 1910 agli anni "€™20, Servilio Rizzato negli anni "€™30, Nerino Negri e Amleto Sartori dagli anni "€™40 ai "€™60, seguirono come docenti, fra altri, l"€™ ideazione e la realizzazione delle diverse opere presenti in mostra.
La scuola, inizialmente comunale, divenne "€œRegia Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali"€ nel 1909, alle dipendenze del Ministero di agricoltura, industria e commercio. Nel 1924 passò al Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1959 assunse il nome e l"€™ordinamento di Istituto d"€™Arte.
Nel tempo si modificarono insegnamenti, laboratori, sezioni. Negli anni "€™60 venne istituita la sezione di tessitura mentre la scuola orafa del prof. Pinton (già  allievo dell'€™Istituto Selvatico) diventò fucina di talenti internazionalmente riconosciuti, giunti ormai alla seconda generazione.


L"€™ultimo indirizzo istituito è quello di Disegno Industriale, nato negli anni "€™90, sotto la presidenza di Giulio Bresciani Alvarez, architetto, storico dell'€™arte, per molti anni anche docente presso la scuola.
L"€™esposizione continua nella sede della scuola per esigenze di spazio e per permettere ai visitatori di apprezzare l"€™edificio jappelliano e la realtà  della scuola: sarà  infatti possibile, in giorni prefissati, visitare anche i laboratori e assistere alle varie fasi della lavorazione dei diversi materiali.
Presso la sede dell'€™Istituto Selvatico si potranno inoltre ammirare alcune opere non trasportabili: ad esempio un bassorilievo in terracotta di gusto naturalistico e ispirazione sociale risalente agli anni "€™30 e uno in pietra con l"€™offerta simbolica della scuola alla Sacra Famiglia. Saranno esposti disegni dal vero e disegni geometrici, progetti grafici, realizzazioni di oreficeria, plastica, decorazione pittorica, tessitura e stampa su tessuto, modelli di architettura e prototipi di disegno industriale eseguiti dagli allievi dagli anni "€™70 ad oggi, sotto la guida di insegnanti che sono spesso anche artisti apprezzati in ambito nazionale e internazionale.


Per l"€™occasione verrà  esposto un pezzo di grande interesse storico-artistico e poco conosciuto: si tratta del modello in legno della Loggia Amulea, di Giuseppe Jappelli, di proprietà  dell'€™Istituto d"€™Arte, restaurato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Catalogo edito da Canova Società  Libraria Editrice.

La mostra è stata realizzata anche con il contributo di: Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Padova; Banca Popolare di Vicenza; La Schola; Tesitalia.
Orario 10,00-13,00/ 14,30-18,30 Lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: +39 49 8204528

Possibilità  di visite guidate (tel. Istituto St. d"€™Arte "€œP.Selvatico"€ 049/8751084-8900)



Ulteriori informazioni, aggiornamenti e immagini: http://padovacultura.padovanet.

Padova Incontra la Poesia

Padova Incontra la Poesia

Marzo 2006

Rassegna di Poesia
7,14, 22,28 marzo 2006
Sala Rossini Stabilimento Pedrocchi
Otto poeti italiani

Il Comune di Padova -Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo presenta "€œPadova Incontra la Poesia"€, rassegna a cura di Silvio Ramat, che si svolgerà  nel mese di Marzo presso la Sala Rossini dello Stabilimento Pedrocchi.
Il ciclo 2006, segue la falsa riga collaudata chiamando otto autori di qualità  rappresentativi della poesia italiana d"€™oggi nelle sue varie radici, tendenze intonazioni.
"€œPadova incontra la poesia"€ chiama per il 2006 in città  esponenti di varie generazioni del secolo XX, con prospettive aperte sul XXI.
Introdotti da Silvio Ramat, i poeti ospiti si apriranno al dialogo con il pubblico per trasmettere esperienza di vita e di scrittura, anche grazie alla lettura di una selezione di versi dalle loro opere.
Gli incontri con gli autori avranno luogo alle ore 17,00:
7 marzo :Giorgio BÍ rberi Squarotti /Rosita Copioli;
14 marzo Alessandro Ceni /Alessandra Giappi;
22 marzo "€“ Elisa Biagini/Giovanni Orelli;
28 marzo Roberto Rossi Precerutti/Luciano Troisio.

Per informazioni: Settore Attività  Culturali "€“ Segreteria organizzativa 0498204537, e-mail: infocultura@comune.padova.it































Chi sono gli autori di questa tornata?

In ordine anagrafico, un ticinese, Giovanni Orelli, che fa onore alla linea poetica eletta e arguta sviluppatasi nei decenni di là  dal valico di Chiasso. Il suo illustre cugino, Giorgio, fu ospite alla nostra rassegna nel 1996; nel 2006, ecco Giovanni. Narratore geniale ed estroso, lo seguono (beati loro!) in primo luogo i lettori di "€œAzione"€, il quotidiano luganese dove settimanalmente (beato lui!) Giovanni ha una pagina tutta per sé, da riempire come gli aggrada: citazioni, recensioni, pretesti, memorie... Poeta, ultimamente ha scritto per il nipotino versi "€œda nonno"€, di impareggiabile sapienza e garbo.

Giorgio BÍ rberi Squarotti, ovvero un maestro della critica. Quantità  e qualità  riconosciutegli ad altissimi livelli. Ma a lui si deve anche il pluridecennale coordinamento del Grande Dizionario della Lingua Italiana della UTET, che dal cognome del suo ideatore di usa definire "€œil Battaglia"€ (ma a Salvatore Battaglia, morto fin dal 1971, subentrò appunto BÍ rberi). Poeta di vena larga e continuativa, BÍ rberi è sorretto e caratterizzato, nei versi degli anni recenti, da un eros vitale, non sfibrante né tanto meno tragico.

Luciano Troisio, padovano di precoce adozione, è un outsider per indole e per scelta. Ha speso la parte più visibile della sua esistenza in viaggi e prolungati soggiorni in terre lontane. L"€™esotismo, fra divertito e disagiato, di quelle esperienze s"€™insaporisce con le spezie di un"€™ironia umanistica affatto occidentale. Il titolo che Troisio ha dato alla sua ultima raccolta, Parnaso d"€™Oriente, rispecchia alla perfezione questa originale miscela.

Rosita Copioli è scrittrice di specie rara e sottile. La sua poesia viene solitamente rubricata nell'€™area di un recupero delle ragioni perenni del mito, e in questa luce si spiegano anche i suoi interessi per un grande autore della modernità , l"€™irlandese W. B. Yeats. Ma significativo, a riscontro, è poi il lavoro storiografico della Copioli, rivolto a restituire alla loro verità  integrale personaggi come la mistica benedettina Hildegarde di Bingen o, della sua Romagna, le vicende di alcune gloriose famiglie.

Roberto Rossi Precerutti è fra i più convinti e (convincenti) sperimentatori delle "€œforme chiuse"€, in particolare del sonetto. Ma se questo lo colloca nell'€™Í mbito oggi abbastanza frequentato dei nuovi formalisti, la vita delle sue liriche si affida a una materia umana di forte, radicale passionalità , capace di presa diretta come poche altre in questi anni: un doloroso, limpidissimo discorso del cuore
Alessandro Ceni, ch"€™è anche pittore ed eccellente traduttore, prosegue una linea "€œfiorentina"€ che ha dato lustro al Novecento italiano. Non stupisce che a lui guardasse con simpatia e attenzione "€“ colpito dal ritmo intensamente speculativo della sua pagina - un poeta di rango, che Padova ospitò nell'€™edizione 1995 della nostra rassegna, Piero Bigongiari. Perché Bigongiari caldeggiava e sperimentava in prima persona una poesia che "€œpensa"€: e "€œpensante"€ è davvero anche la poesia di Ceni.
Alessandra Giappi, bresciana, a Padova si è laureata. La sua poesia può definirsi lirica senz"€™altro, in un"€™orbita misurata e lieve, di gusto schiettamente lombardo; al fondo la soccorre forse una memoria del giovane Sereni, epifanie e delicati paesaggi; ma non meno utile si avverte, rielaborato con umiltà  ed eleganza, il modello di interrogazione assidua, esistenziale, offerto dal Luzi maturo: con esiti di indubbio effetto comunicativo.
Elisa Biagini, la più giovane degli otto invitati, nel raggio della cosiddetta "€œnuova poesia"€, è una delle voci più apprezzate e meglio intonate. Volentieri il suo occhio, e quasi diremmo il suo orecchio, va alla poesia americana della stagione recente (di cui d"€™altronde la Biagini è studiosa e traduttrice). Lo stile è brusco, drammatico, "€œeconomico"€: alla poesia non spetta un ruolo consolatorio o di risarcimento, ma l"€™emozione rimane palpabile, non si maschera per timidezza o per arroganza.




Introdotti da Silvio Ramat, i poeti ospiti si apriranno al dialogo con il pubblico per trasmettere esperienza di vita e di scrittura, anche grazie alla lettura di una selezione di versi dalle loro opere.
Gli incontri con gli autori avranno luogo alle ore 17,00: 7 marzo :Giorgio BÍ rberi Squarotti /Rosita Copioli; 14 marzo Alessandro Ceni /Alessandra Giappi; 22 marzo "€“ Elisa Biagini/Giovanni Orelli; Roberto Rossi Precerutti/Luciano Troisio.

PADOVA INCONTRA LA POESIA. Padova, Sala Rossini Stbilimento Pedrocchi. 7,14,22,28 marzo 2006. Orario17,00: Per informazioni: Settore Attività  Culturali "€“ Segreteria organizzativa 0498204537, e-mail: infocultura@comune.padova.it





































 

Biennale d'Arte della Saccisica 11° Edizione

Biennale d'Arte della Saccisica 11° Edizione

Padova Galleria La Rinascente- Piazza Garibaldi
4 Febbraio - 5 marzo 2006
Orario: tutti i giorni dalle ore 9,00 alle21,00 - lunedì dalle 13,00 alle 21,00 chiuso la domenica.
Ingresso: gratuito
Info: + 39 049 8204523

Vi partecipano artisti del "€œGruppo Artisti della Saccisica"€ provenienti da varie parti del Veneto.
Come è ormai tradizione, nella mostra sono inseriti "€œOmaggi"€ ad artisti scomparsi nell'€™ultimo biennio: quattro, purtroppo, in questa edizione. Si tratta di Armando Franchin, Giovanni Martini, Carlo Preti, Laura Ronca e di una poetessa, Elisabetta Seravalli Carta, che nei tempi passati sono stati soci del Gruppo o ad esso vicini.
La Biennale Arte della Saccisica è il momento più alto dell'€™attività  del Gruppo, momento di sintesi e di confronto, strumento importante per favorire l"€™incontro tra artisti e pubblico.


Il Gruppo Artisti della Saccisica è nato nel 1984 a Piove di Sacco per iniziativa di sette Piovesi amanti dell'€™arte. Nel corso degli anni si è allargato oltre il territorio della Saccisica fino a diventare una realtà  veneta. Annovera tra i propri iscritti artisti di arte visiva, poeti, musicisti. Attualmente conta oltre sessanta soci.
Nei ventidue anni di attività  ha organizzato circa 500 manifestazioni in Italia e all'€™estero: mostre, dibattiti, conferenze, incontri con l"€™autore.
Tra le sue manifestazioni periodiche: la Biennale Arte della Saccisica, il Premio Paola e Lucia Molin, la Rassegna Nazionale del Piccolo Formato.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Art&Print in cui, oltre alle opere degli artisti, sono presenti componimenti di 17 poeti della Sezione Letteraria del Gruppo.
Il catalogo sarà  distribuito gratuitamente in Galleria a chi ne farà  richiesta.
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Mostra promossa e organizzata dall'€™Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova in collaborazione con il Gruppo Artisti della Saccisica.

Pensieri Preziosi 2

Pensieri Preziosi 2

Gioielli senza confini 2005/06

Padova, Oratorio di San Rocco
16 Dicembre 2005 - 28 Febbraio 2006


Pensieri Preziosi 2: Gioielli senza confini - Gioelleria Contemporanea
Seconda edizione di Pensieri Preziosi - Rassegna dedicata al gioiello contemporaneo
In mostra otto artiste provenienti dall'Europa, dall'Australia e dal Giappone.

martedì 24 gennaio 2006 ore 18,00 Sala Paladin - Palazzo Moroni -
presentazione del Dizionario del Gioiello Italiano Ed. U. Allemandi

Il forte riscontro ottenuto lo scorso anno e l"€™importanza che la città  di Padova, grazie alle qualificate rassegne che da anni propone, sta assumendo nell'€™ambito della gioielleria contemporanea, ha fatto sì che l"€™iniziativa venisse ripetuta, diventando un vero e proprio appuntamento e un importante momento di incontro per gli appassionati del settore e per gli addetti ai lavori.

All"€™apertura della mostra ci sarà  la straordinaria presenza di Bruno Martinazzi, artista torinese di fama internazionale che il 17 maggio 2005 alle ore 10,45 presso la Sala Conferenze -Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo via VIII Febbraio, 22 racconterà  se stesso e i suoi quarant'anni di percorso creativo :l'oro e la pietra, Bruno Martinazzi 1965 - 2005

Ancora una volta quindi la mostra proporrà  il gioiello quale opera d'€™arte, esito di un particolare processo creativo, espressione di un pensiero, di uno stile, di un sentimento, di un modo di vedere e concepire l"€™arte e il mondo in cui viviamo.

Si tratta di giovani artiste emergenti, di diverse provenienze e culture: Australia (Hellen Britton), Danimarca (Karen Pontopiddan), Germania (Christiane Förster), Giappone (Mari Ishikawa), Gran Bretagna (Susan Cross), Italia (Roberta Bernabei, Alessia Semeraro, Annamaria Zanella), che daranno l'€™occasione, attraverso lavori veramente alternativi e di avanguardia, di comprendere qualisono gli orientamenti più attuali del settore e come il gioiello possa vivere di vita propria e di una forte valenza espressiva al di là  della preziosità  dei materiali e dell'€™ossequio alla tradizione.

Oro, argento, perle, pietre ma anche ferro, acciaio, plastica, smalti, silicone, vetro, carta, tessuti, sassi, materiali organici (legno, pelle...), "€œobject trouvé"€ sono i materiali con cui vengono costruiti questi gioielli che prendono la forma ora di piccole sculture, ora di fiori o di colorati e poetici assemblaggi, di supporti su cui vengono tracciati segni, trasmessi messaggi attraverso molteplici e personalissimi codici comunicativi.

Oggetti veramente alternativi, che possono stupire, incuriosire, meravigliare, affascinare ma anche essere non compresi o rifiutati, che comunque sono eloquente espressione del modo di sentire e di operare della nuova generazione.

La rassegna è curata, come lo scorso anno, da Mirella Cisotto Nalon dell'€™Assessorato alla Cultura della Città  di Padova, con contributi di Luisa Bazzanella Dal Piaz, Ellen Maurer Zilioli, Alessandra Possamai Vita.

Biografia delle artiste
 
Roberta Bernabei

Senza titolo: anello argento , citrino naturale
Assolutamente fuori dagli schemi le opere di Roberta Bernabei indagano e riflettono microcosmi che divengono ardite chiavi di lettura delle problematiche relative all'€™uomo, al suo essere e divenire nel tempo e nello spazio. Dagli "€œobjets trouvés"€, alle imponenti "€œgriffes"€ che dapprima trattengono le "€œpietre"€ e poi invece ne indicano il castone lasciato volutamente vuoto, ai cosiddetti "€œspazi della memoria"€ intrappolati in perle di silicone, all'€™uso di materiali deperibili come il ghiaccio e il cioccolato, l'artista crea gioielli che, ben lungi dall'€™essere semplici ornamenti per il corpo, divengono vere proiezioni di idee, complesse elaborazioni plastiche capaci di stupire e conquistare chiunque voglia coglierne il particolare valore.

Hellen Britton

Giardino d'acqua: spilla, plastica, vetro, argento, vernice
Nata a Lithgow (Australia) studia non solo in terra australiana, ma si apre anche all'€™Europa (Germania, Olanda) e agli Stati Uniti d"€™America acquisendo così modi di vedere, di porsi tra loro molto diversi per origine. Tale ecletticità  viene poi trasportata dall'€™artista stessa nei suoi gioielli esito di un percorso di ricerca ove l"€™assemblaggio inconsueto dei materiali dà  vita a ad una nuova natura in competizione con la realtà  che sottende "€œpiccole macchine e paesaggi da portare addosso"€ come afferma la stessa Britton.

Susan Cross

Groviglio: spilla, oro giallo e argento ossidato
Susan Cross lavora sul decoro, quasi esplorando i legami tra la tecnica tessile e la gioielleria. Dopo un"€™iniziale interesse per i materiali poveri, sceglie l"€™argento ma, soprattutto l"€™oro. Realizza gioie coinvolgenti nel ritmo, linea, forma e textura, che ripensano il corpo femminile in modo nuovo, e diventano catalizzatori della bellezza della figura, dal linguaggio sotterraneo di scansioni romantico-espressioniste, di pura emozione.
Il gioielli sottintendono idee, svelano strutture e materiali che svelano le fascinazioni materiche dell'€™artista.

Christiane Forster

Senza Titolo: spilla, argento, vetro, plastica
Nata a Lubecca (Germania), studia e si forma in territorio tedesco, in Germania ove tuttora vive e lavora.
Granulazione e smalto, assieme alla lavorazione a maglia di fili d"€™argento, sono le tecniche che utilizza per la realizzazione dei suoi gioielli. Un disegno essenziale, creato e ottenuto da materiali differenti quali argento, smalto, madreperla, plastica, perle e pietre di diversa natura. Elementi, tutti questi, diversi tra loro che però assemblati con particolare maestria tecnica e estetica danno vita a opere colorate da cui emergono il bianco madreperla, il nero e i colori pastello.

Mari Ishikawa

Vento di primavera: collana argento, perle, lacca giapponese, Kozzo, carta di gelso giapponese
E"€™ dalla natura e dagli oggetti della tradizione giapponese che Mari Ishikawa trae ispirazione per il suo lavoro che gioca e trova denominatore comune nel tema della "€œrelazione"€ (En): relazione tra forma e materia, tra soggetto realizzato e poesia, tra pensiero individuale e mondo circostante, tra emozione, sentimento e le opere realizzate. Numerosi e vari sono i materiali da lei usati ma i veri protagonisti della sua ricerca sono la carta di gelso giapponese (kozo) e l"€™argento, che vengono esibiti in nodi, fili, ricami e maglie sottili. Il suo linguaggio, nuovo, attuale, provocatorio, è singolare voce delle conquiste e soluzioni offerte dalla gioielleria contemporanea europea ma la sensibilità  e la poesia che informano il suo operare sono totalmente orientali e tradiscono il forte eco delle tradizioni e della cultura del Paese del Sol levante.

Karen Pontopiddan

Senza titolo: spilla 1997
Una casa, un paio di occhiali, una scarpa da bambino, un ferro da stiro, un"€™illustrazione anatomica, un fiore; questi sono gli elementi che appaiono nei delicati schizzi, in opachi, luccicanti o anneriti lavori in argento dell'€™orafa Karen Pontappidan.
Una semantica, un vocabolario una raccolta di disegni che affiorano come fantasmi decorano gli anelli e le spille, un"€™ironica e umoristica allusione ai nostri bisogni fondamentali dopo gli ovvi attacchi ed etichette nonché un commento critico sul tema dei gioielli.

Alessia Semeraro

Anello 2 cubi: legno bruciato
Alessia Semeraro nel suo percorso creativo, si sente attratta dalle possibilità  fisiche, chimiche e biologiche della natura e cerca di utilizzare i materiali poveri; legno vecchio, bruciato, cedro, faggio, ferro usato, lastre prima utilizzate per trasformatori elettrici. E quindi spoglia, depura le superfici, regalandoci oggetti di una raffinata luminosità . Ferro dolce, argento e oro puro le permettono di misurarsi con la materia, scontrandosi sulla base del colore, della malleabilità , delle differente "€œpreziosità "€.

Anna Maria Zanella

Il giorno e la notte: anello, oro
Nei lavori di Anna Maria Zanella prendono corpo i pensieri, i ricordi, le conoscenze, le esperienze e le associazioni dell'artista, la quale, attraverso i gioielli, sviluppa un complesso discorso intorno ai problemi centrali dell'invenzione estetica che, fin dai tempi antichi, muovono l'arte ed oggi conoscono una trasformazione e un'attualizzazione nelle mani dell'orafa. Si tratta di fattori elementari ma fondamentali: forma, materiale, contenuti. La "Materia povera", accompagnata dall'oro e dall'argento, si trasforma in figure costruttive, intessute imbevute di bellezza poetica ed energia dinamica.

Mirella Cisotto Nalon

Introduzione

Attività  Collaterali

martedì 24 gennaio 2006- Sala Paladin Palazzo Moroni
presentazione del Dizionario del Gioiello Italiana
a cura di Maria Cristina Bergesio e Lia Lenti
presenti le autrici
Il Dizionario del Goiello Italiano esamina l'arco di tempo che va dal 1800 al 2004 attraverso più di 300 voci relative a orafi, designer, scuole, materiali, concorsi, tecniche, aree geografiche e produttive, collezioni private, musei,fotografia e pubblicità , aziende e marchi.

Informazioni

Orario:9.30-12.30, 15.30-19.00, chiuso il lunedì e il 25/26 dicembre 2005 e il 1 gennaio 2006.
Ingresso: libero
Info:+39 49 8753981

 

 

 

 

 

 

Il Rigore del Nero - Shilouttes e teatri d'ombre

Il Rigore del Nero - Shilouttes e teatri d'ombre

Museo Civico al Santo
2 Febbraio - 26 Marzo 2006


Oltre ottocento i pezzi, provenienti dalla Collezione Minici Zotti - Museo del Precinema. In mostra dalle preziose miniature, alle prime silhouettes nere dipinte su carta o su vetro, ad altre ritagliate, o ricamate, a quelle impresse come decorazione su piatti, vasellame, gioielli, libri d"€™epoca, ecc. oltre alle molte raffigurate su cartoline postali oppure incollate su cartoncino, come souvenirs eseguiti dai "€œsilhouettisti"€



"€œIL RIGORE DEL NERO: silhouettes e teatri d"€™ombre"€ è il titolo della mostra che Il Museo del PRECINEMA"€“ Collezione Minici Zotti, in collaborazione con il Comune di Padova, ha ideato tra le iniziative in programma, per il 2006.

Il Museo del PRECINEMA - Collezione Minici Zotti, in Padova, sempre alla ricerca di testimonianze relative all'€™Archeologia del Cinema, ha raccolto un vasto repertorio di silhouettes che, nel Settecento e Ottocento costituivano il mezzo più economico per realizzare ritratti; solo a partire dal 1840, verranno gradatamente sostituite dalle immagini fotografiche.

Personaggi, già  ben noti all'€™epoca, come Kant, Mozart, Goethe, la Regina Vittoria e il presidente G. Washington, solo per citarne alcuni, venivano effigiati in silhouette e lo scrittore C. Andersen si dilettava nel ritagliare figure di carta, mentre raccontava le sue favole.

Il Museo del Precinema, nell'€™intento di far conoscere a un vasto Pubblico, anche questo aspetto poco noto della visione propone questa espsosizione di silhouettes e teatri d"€™ombre che, a partire da un vaso della Magna Grecia, si suppone, infatti, che le silhouettes abbiano avuto origine dall'€™antica usanza di decorare i prodotti in ceramica con figure nere, percorrerà  il "€˜700 e l"€™800 esponendo le più varie tipologie di quest"€™arte.

Circa 800 i pezzi esposti a cominciare dalle preziose miniature, alle prime silhouettes nere dipinte su carta o su vetro, ad altre ritagliate, o ricamate, a quelle impresse come decorazione su piatti, vasellame, gioielli, libri d"€™epoca, ecc. oltre alle molte raffigurate su cartoline postali oppure incollate su cartoncino, come souvenirs eseguiti dai "€œsilhouettisti"€ che si potevano incontrare fino al 1940 in Piazza del Santo a Padova, sulla riva degli Schiavoni a Venezia e ancora nelle varie sedi termali sparse in tutta Europa.

In mostra anche la speciale sedia, riprodotta, utilizzata per disegnare le silhouettes dallo scrittore e teologo svizzero, Johann Kaspar Lavater, famoso per i suoi studi fisiognomici. Si trattava di una sedia dove, su un lato, veniva fissato un pannello di vetro sul quale era teso un foglio di carta. La persona sedeva sulla sedia con un lato del volto appoggiato al vetro e l"€™artista, che stava dall'€™altra parte, ne disegnava il profilo sulla carta.
In occasione dell'€™inaugurazione la sedia verrà  usata per tracciare le silhouettes degli intervenuti, proprio come all'€™epoca.

Altro aspetto interessante della storia del Precinema che il Museo ha approfondito è quello dei teatri d"€™ombre, da considerarsi come i primi spettacoli della storia del Cinema.
Verranno ricostruiti tre teatri d"€™ombre: Giavanese, Cinese, Turco e, mediante videoproiezioni, sarà  possibile mostrare veri spettacoli di ombre in movimento.

Per il cinema di Animazione: Le avventure del Principe Achmed di Lotte Reiniger realizzato con ombre ritagliate.

L"€™intento di ogni Esposizione è quello di informare il Pubblico su gli aspetti sconosciuto di ogni forma d"€™arte, anche quando si tratta di arte minore, ma non per questo priva di fascino e che racconta del tempo passato.

Il mondo delle silhouettes, non sarà  visto come una mera esposizione di figure nere appese alle pareti, ma un"€™esperienza unica nel suo genere che permetterà , attraverso i vari oggetti esposti, di apprezzare e riscoprire un"€™arte ormai perduta.

Per la difficoltà  di reperire il materiale, raramente vengono proposte mostre su l"€™argomento, la più recente a Londra , alla Portrait Gallery nel 2004.

Un aspetto della cultura del passato, che il Museo del PRECINEMA, ripropone ancora oggi, perché di questo periodo, non si perda la memoria.

Laboratori
Le Scuole di ogni ordine e grado che ne faranno richiesta, dietro prenotazione, potranno avere a disposizione una Esperta del settore, per visite guidate alla Mostra e per laboratori nella sede delle rispettive Scuole.


Orario:tutti i giorni 10 - 13/ 15 - 18 chiuso il lunedì
Ingresso: intero "‚€ 5,00 - ridotto "‚€ 3,00
gratuito per le scolaresche
Info:+39 49 8763838 - +39 49 8751105

Informazioni presso il Museo del PRECINEMA
049 8763838 Fax 049 8780280
info@minicizotti.it www.minicizotti.it

Curatore della Mostra e direttrice Museo del PRECINEMA: Laura Minici Zotti
Catalogo a cura di Laura Minici Zotti con saggi di autori vari

Le opere appartengono esclusivamente alla collezione Minici Zotti che, per esigenze di spazio, non vengono normalmente esposte nel MUSEO del PRECINEMA.


Saggi




Tutte le immagini Collezione Minici Zotti, pertanto è vietata qualsiasi utilizzo se non specificatamente richiesto e autorizzato dalla Collezione stessa

Percorsi e Vetrofanie opere di Anna fabris

Percorsi e Vetrofanie opere di Anna fabris

Padova Sala Samonà  - Via Roma
dal 7 dicembre al 31 dicembre 2005

In mostra saranno esposti dipinti su stoffa, assemblaggi di materiali vari e sculture in vetrofusione, opere di ritorno dagli Stati Uniti, dove recentemente l"€™artista ha esposto alla UMA Gallery e al Crestanello Gran Caffè italiano di New York.
Orario: da martedì a domenica 10,00 - 13,00 / 15,00 - 18,00 lunedì chiuso
Info: +39 049 8204544


Anna Fabris da sempre si applica alla sperimentazione di tecniche e materie realizzando maschere e pannelli"€“scultura, modellando cartapesta e argille, garze gessate, fili di rete metallica. Particolarmente attratta dalle tecniche e dalla manipolazione diretta dei materiali più diversi su tele dipinte, attorciglia canapi, li sfilaccia, li collega a forme di cartapesta, trasmettendo ai materiali le sue tensioni, le contrazioni del pensiero e dei sentimenti: una immediata necessità  espressiva dei nodi emotivi, che cattura suggestioni operative dalla qualità  dei materiali trattati e, al tempo stesso, ne valorizza le potenzialità  di rappresentazione. Alle tele con corde come fili di esperienza e di percorsi introspettivi, alterna le lavorazioni in terracotta, con metodo che si avvicina al Raku e, recentemente, soprattutto la vetrofusione come sguardo verso l"€™oggetto, verso la realtà , liberando l"€™ansia esistenziale in momenti ludici e di ironia (Panni stesi, Occhi).
Le opere in mostra sono state recentemente esposte negli Stati Uniti alla UMA Gallery e al Crestanello Gran Caffè italiano di New York.

Appuntamento con Dacia Maraini

Appuntamento con Dacia Maraini

Appuntamento con Dacia Maraini


Padova , 7 Dicembre 2005 ore 18,00
Caffè Pedrocchi - Sala Rossini

presentazione del libro
Ho sognato una stazione. Gli affetti, i valori, le passioni conversazione con Paolo Di Paolo.
di Dacia Maraini - Editori Laterza

L"€™infanzia segnata dalla guerra, il desiderio di vivere ascoltando e raccontando storie, il teatro, gli incontri, i viaggi attraverso i cinque continenti, di stazione in stazione. E poi l"€™impegno civile, lo sguardo attento alle ingiustizie del presente: la guerra, il terrorismo, le offese ai bambini, alle donne, alla natura. Dacia Maraini parla di sé, delle tappe e delle ragioni di un lungo percorso di scrittura e di vita. Con la passione e la sensibilità  che mette in gioco nei suoi romanzi e nel dialogo generoso con migliaia di lettori in tutto il mondo.

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Lettura a Pennello

Lettura a Pennello


Padova Galleria La Rinascente 3 Dicembre 2005 - 29 Gennaio 2006
La mostra è dedicata agli scrittori celeberrimi del Novecento rivisitati a pennelo da artisti che con i loro segni presentano i racconti reinterpretandoli in maniera singolare e nuova.

Orario:da lunedì a sabato dalle ore 9,00 alle 21,00 - domenica chiuso
Ingresso: libero
venerdì 20 gennaio 2006 - Reading da "Bestie" di F. Tozzi
Letture di Luca Brunoro

Con la mostra dedicata agli scrittori E. Hemingway, E.L. Masters, K. Mansfield, H. Melville. F. Tozzi, F. Kafka, O. Wilde, rivisitati a pennello dagli artisti: A. Moratti, A. Zago, B. Weinman, D. Greggio, E. Ferrari, F. Lupi, F. Rizzato, G.C. Frison, G. Laurenti, N. Contran e S. Bizzaro. L'Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo coniuga il forte interesse per la scrittura e l'arte.
L"€™idea che ha fatto nascere questi lavori e questa mostra affonda le radici nel mondo e nello stile di alcuni grandi narratori del novecento. Tutti, in modi quanto mai differenti, hanno indagato nelle profondità  dell'€™uomo moderno, nelle sue solitudini e nelle sue relazioni. Quei tragitti interiori sono stati ripercorsi da artisti che con tecniche diverse, e ugualmente diverse ispirazioni, li hanno "€œletti a pennello"€

Sono opere singolarmente interessanti, il cui vigore espressivo viene amplificato dal discorso collettivo messo in scena dalla curatrice Annarosa Pietrogiovanna.
E"€™ un"€™occasione per riflettere sul dialogo sempre illuminante tra parola e immagine, per tornare sulle tracce di alcuni classici contemporanei, per conoscere il lavoro di alcuni artisti dalla tecnica e dallo sguardo quanto mai felice.

Venerdì 20 gennaio 2006- in sede di mostra Reading su "Bestie" di Federigo Tozzi
Presenta Brunilde Neroni saranno presenti. lo GianCarlo Frison scultore, Franco Rizzato pittore interpreti dell'opera di Tozzi
Leggerà  brani dell'autore Luca Brunoro.

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